Scrivo con Einaudi in sottofondo.
Lui mi capisce ed esprime il suo dolore con la musica.
Io lo esprimo con la scrittura.
Siamo fratelli, forse, ma non di sangue.
Scrivere è la mia forma catartica, la mia purificazione.
Vi dico già una cosa, non so di cosa parlerà questo libro, ma ho bisogno di mettere nero su bianco quello che penso.
Perché è questa la mia arte.
Siamo fatti di arte, micro particelle di arte.
In comunità c'era una ragazza bravissima a disegnare, quando c'erano i gruppi che delimitavano la giornata lei disegnava. Non importa cosa, lei disegnava.
Metteva in carta ciò che pensava e questo la faceva stare bene.
Ecco, a me fa stare bene scrivere.