Capitolo 71 - Costruire

Brycen oltrepassò l'ingresso del Centro di Ricerca in uno sbuffo. Aveva accumulato oltre mezz'ora di ritardo, poteva considerare sfumate le sue speranze di assistere quantomeno agli ultimi esami. Non si sarebbe stupito di trovare Chloe nell'androne ad attenderlo, ormai libera dopo averli conclusi.

Trovò Louis, invece. Aveva il camice sbottonato e camminava avanti e indietro, immerso nella lettura di un fascicolo. Non si accorse di Brycen finché non lo chiamò per nome, e allora sollevò il capo e gli rivolse un ampio sorriso.

«Finalmente! Stavo cominciando a preoccuparmi.»

«Devi scusarmi, il revisore mi ha trattenuto per più tempo del previsto» sospirò Brycen, sistemando i capelli sciolti dietro le spalle. «Ho fatto più in fretta che ho potuto. Chloe ha terminato gli esami?»

Louis annuì. «È con il Dottor Falboni per il controllo finale, dovrebbe raggiungerci a breve. È andato tutto bene, il suo presunto Sblocco è stato già annotato nei Registri e lei mantiene i risultati nella media, nessuno sospetta nulla.»

«Grazie, Louis. Per tutto» disse, eppure sentiva che nessuna parola sarebbe riuscita ad esprimere la gratitudine che gli scaldava il petto.

L'aiuto di Louis era stato essenziale per aggirare la legge sulla registrazione dei Naru, ma non si trattava solo di quello. Dopo che Mindy aveva condiviso la verità su Chloe, il gruppo si era spaccato a metà: Edward aveva deciso di troncare i rapporti e così Sabrina, pur con meno rabbia e risentimento. Nosh si era mostrato comprensivo, anche se la ferma decisione della sua fidanzata lo metteva in una posizione scomoda, che rendeva spigoloso il suo rapporto con Chloe. Jessica si era dichiarata neutrale, ma Louis era stato l'unico a offrire a Chloe il suo supporto e il suo affetto incondizionato.

Brycen non li biasimava per la loro decisione. Era comprensibile, persino giusto sotto certi punti di vista, e questo rendeva l'amicizia di Louis un dono prezioso, che persino dopo settimane lo riempiva di gioia.

«Parlami del saggio, piuttosto.» Louis lo nella sala d'attesa con un cenno del capo. «Com'è andato l'incontro? La revisione procede bene?»

«Devo ancora abituarmi all'idea di avere un revisore, temo. Non accade spesso di trovarci in disaccordo su qualcosa, ma non ho ancora compreso quale sia il modo migliore per approcciarmi a certe dinamiche» Brycen sbuffò, sistemando i lembi del cappotto sulle gambe mentre si sedeva accanto all'amico. «Ad esempio ritiene che io sia eccessivamente prolisso in alcuni paragrafi, sebbene io li ritenga di fondamentale importanza per la completa comprensione del testo, che rischierebbe altrimenti di risultare ambigua o completamente stravolta. Inoltre sostiene che faccia un uso smodato di avverbi che terminano in mente, opinione che reputo decisamente esagerata.»

Louis inarcò un sopracciglio. «Non così esagerata, se vuoi il mio parere.»

«Preferisco sviscerare i periodi al punto da renderli ovvi che lasciarli impliciti e potenzialmente vittime di interpretazioni errate.» Brycen si schiarì la voce, notando Louis trattenere una risata. «Tutto sommato si tratta di modifiche lievi, una divergenza assolutamente risolvibile. Il revisore ha lodato il contenuto, ed eccezion fatta per alcune modifiche alla struttura e l'inserimento di determinati paragrafi di chiarimento non ha avuto particolari critiche da muovere, il che supera le mie più ottimistiche aspettative.»

«Avevi ancora dubbi? Se Drumainn ne ha parlato bene, era impossibile che qualcuno lo rifiutasse!»

«Drumainn si è concentrato unicamente sulle note scientifiche, non ha valutato la componente filosofica e religiosa.»

Brycen spostò lo sguardo, rigirandosi la catenella dell'orologio tra le dita. Il nome Maxwell Drumainn faceva riaffiorare nella sua memoria quello di Arturo Soleni, e con esso gli interrogativi irrisolti che lo riguardavano. Chloe aveva assicurato di non aver avuto alcun ruolo nell'interessamento di Soleni verso le teorie di Brycen, e lui le credeva; il resto, però, era avvolto nello stretto silenzio che il suo Giuramento le imponeva.

È meglio non avere a che fare con lui, gli aveva suggerito Chloe, con un'ombra scura in volto che non prometteva nulla di buono. Qualunque cosa ci fosse sotto, ogni volta che Brycen ripensava a quell'uomo la sua pelle cominciava a formicolare.

«Ero certo che avresti trovato facilmente un editore per la pubblicazione» concluse Louis alla svelta, l'ultima frase di un discorso che Brycen aveva ascoltato solo per metà. «E non ho dubbi che il tuo lavoro sulle Interconnessioni sarà ancora più fenomenale! La comunità scientifica andrà in delirio, vedrai.»

«Sto solo scrivendo appunti e riflessioni, non so neppure dove l'approfondimento potrebbe portarmi.» Brycen sorrise nel vedere le labbra di Louis arricciarsi in una smorfia. Prima che l'amico potesse esternare il suo rimprovero, proseguì: «Temo inoltre di dover sospendere le ricerche, almeno per il momento. La mia concentrazione è interamente assorbita dalla revisione, e gestire due lavori consumerà tanto il mio tempo quanto le mie energie.»

«Perché due lavori? Credevo smettessi di insegnare zimeo per concentrarti sulla filosofia.»

«È la mia intenzione, ma attualmente non è fattibile. Mi hanno assunto solo per poche supplenze e non so come si evolverà la questione in futuro, se lasciassi adesso il lavoro qui a Mehtap potrei esaurire i miei risparmi prima di ottenere un incarico fisso.» Un soffio divertito gli sfuggì dalle labbra. Non si era ancora abituato all'idea di non poter usufruire del patrimonio Metsiz, ma nessuna eredità perduta – per quanto ricca – avrebbe oscurato il benessere che provava da quando aveva messo un punto fermo con la sua famiglia. «E dobbiamo anche pensare al trasloco. Non è detto che vendere la villa fornisca un ricavato sufficiente a coprire tutte le nuove spese, la cosa più saggia da fare per il momento è provare a gestire entrambe le cose.»

«Un lavoro a Mehtap, l'altro a Polluce e casa ad Acamar... Fortuna che c'è Chloe a rendere insignificanti le distanze» ridacchiò Louis. «Anche lei si è sbizzarrita, c'è da dirlo. Com'è che si chiama la città dove ha trovato lavoro?»

«Lenwish.»

Roumberg era la patria dei cocktail e il locale che l'aveva assunta era di alto livello, inoltre lavorare nelle ore serali le avrebbe permesso di seguire i corsi di psicologia in Accademia. Era una magnifica opportunità per lei e Brycen ne era entusiasta. Un po' meno lo era del fatto che Chloe avesse ottenuto il lavoro tramite Kolt.

«Sono soluzioni temporanee, in ogni caso» si affrettò a continuare. «L'idea è quella di concentrare tutto ad Acamar appena possibile. Non possiamo dipendere così tanto da Maelstrom, non voglio che Chloe si affatichi troppo e non amo l'idea che sia costretta ad accompagnarmi ovunque.»

«E io ti ripeto che non è un problema, non mi pesa affatto!»

Chloe gli corse incontro, chinandosi su di lui per baciarlo. Indosso aveva un kimono rosa confetto dalle ampie maniche che coprivano le mani fino alle nocche, e un hakama bianco stretto in vita da un grosso fiocco. Indossava abiti e accessori jiyani sempre più spesso da quando era tornata. Ho dovuto lasciare Jiyu, diceva, ma non voglio che Jiyu lasci me.

«Falboni non è con te?» chiese Louis.

«È andato a prendere un caffè, mi ha chiesto di riferirti che tornerà tra una quindicina di minuti.»

«Meglio così, posso tenervi compagnia per un po'.» Louis sorrise e si alzò in piedi. Brycen lo imitò subito, seguendo i suoi passi verso l'atrio al fianco di Chloe. «Il controllo è andato bene?»

«Diciamo di sì. I sintomi sono sotto controllo, non sembra esserci nulla di anomalo se escludi il fatto che siano anomali per conto loro.»

«Preferisci sederti? O prendere qualcosa al bar, magari.» Brycen la prese per mano e lei gli sorrise, scuotendo il capo.

«È tutto a posto. È solo mal di testa e un po' di confusione, passerà tra poco.»

«Sei certa di riuscire a viaggiare fino ad Acamar? Preferisci rimandare?»

Louis liberò un acuto verso di meraviglia. «Andate a vedere qualche casa?»

«Una sola, ma se convincerà Brycen non ci sarà bisogno di vederne altre.» Chloe sorrise con tanto entusiasmo da illuminarle il volto. «E no, non c'è bisogno di rimandare. Mezz'ora per riposarmi sarà più che sufficiente, Acamar non è così lontana. Louis, diglielo anche tu che può stare tranquillo!»

«Starò tranquillo se e quando avremo trovato una cura al tuo malessere» sbuffò Brycen. «Nessuna risposta dal Dotai di Overshadow?»

«Non che io sappia.» Louis sospirò, tamburellando le dita sulla cartellina. «La richiesta ufficiale di supporto è stata inviata, ma il Centro di Ricerca non può fare altro. Il Dotai potrebbe rifiutarsi o persino non rispondere, per il momento non ci resta che continuare a lavorare su ciò che abbiamo.»

Chloe piegò la testa di lato in un mormorio pensoso, abbassando lo sguardo. «Se provassi a parlare io con lui, spiegandogli la situazione attraverso Oblivion...»

«È pericoloso» la fermò Brycen. «Finora sei stata fortunata, ma fossi in te non rischierei di trascorrere più di un istante nella dimensione oscura.»

«Brycen ha ragione, è meglio non esagerare fin quando non avremo la situazione più chiara» si intromise Louis. «Se vuoi parlare con lui sarebbe meglio se andassi a trovarlo di persona. Il Centro di Ricerca non può darti le sue generalità, ma se dovessi casualmente scoprirle da sola... Voglio dire, per te sarà una passeggiata, no?»

Louis rise, ma Chloe si irrigidì. Serrò le labbra e congelò l'espressione, abbassando gli occhi senza rispondere.

«Troppo presto per scherzarci su?» borbottò lui, facendo scemare il suo divertimento. «Scusa, era solo una battuta...»

«Devo ancora abituarmi» Chloe abbozzò un sorriso debole. Mi sento ancora in colpa per parlarne, si leggeva nella curva delle sue labbra.

«Attendiamo delle risposte ufficiali, per il momento» concluse Brycen, infilando le mani nelle tasche del cappotto. «Piuttosto, vi andrebbe di fermarvi a—»

«Kalyvaz? Possiamo andare.»

Il Dottor Falboni li salutò con un cenno del capo mentre attraversava l'androne. Quando fu svanito oltre il corridoio, Louis sbuffò.

«I quindici minuti in che sistema numerico erano? Scusate, corro a raggiungerlo. Fatemi sapere com'è la casa, d'accordo?»

La cartelletta che aveva in mano non gli impedì di avvolgere Brycen in un abbraccio, né di fare lo stesso con Chloe.

«Vediamo di organizzare qualcosa di carino per il tuo compleanno, d'accordo?» le sussurrò mentre la stringeva, e lei annuì in un pesante sospiro.

Brycen la prese per mano quando Louis si fu allontanato, accarezzandole il palmo. «Andiamo a controllare se al bar ci sono le ciambelle ai frutti di bosco?»

Chloe ridacchiò, e il suo sguardo distante sembrò riprendere vita. «Saprai che sto veramente male quando risponderò no



Brycen tirò un sospiro di sollievo quando oltrepassò l'ultimo portale, stropicciandosi gli occhi. Le Gallerie erano comode da usare, ma il passaggio repentino da un luogo all'altro lo lasciava sempre disorientato.

«Guarda quant'è carina!» Chloe corse sul prato in cui l'aveva portato, verso la villetta a due piani che sorgeva accanto. Aveva la struttura compatta e squadrata dello stile pre-repubblicano, con file di mattoncini rossi e grigi a decorare la parte bassa. Balconate dai parapetti bombati sporgevano dalle finestre arcuate del piano superiore, un armonico connubio tra metallo scuro e legno chiaro che si allungava oltre il blocco centrale. Il tetto spiovente di tegole scure era più alto del normale, forse per la presenza di una mansarda, e l'ingresso incassato si apriva su un portico circolare, con una colonna centrale per sorreggere la tettoia.

«Si presenta molto bene» Brycen spostò lo sguardo sul prato, che si estendeva per decine di metri prima di scontrarsi con alberi sempreverdi. «Il giardino mi sembra abbastanza grande per tenere Karsel.»

«Sì, pensavo che potremmo costruire una stalla apposta per lui sul retro, lì c'è ancora più spazio.» Chloe lo prese per mano e si incamminò sulle pietre squadrate che conducevano all'ingresso. «È perfetta, Bry! Graziosa, ben illuminata e con tutto lo spazio che ci serve. È sufficiente salire al primo piano per vedere la spiaggia e— oh! Te l'ho già detto che costa molto meno della tua villa?»

«Trovo ancora assurdo che il centro città abbia maggior valore della periferia, qui a Sayfa» ridacchiò Brycen. Si avvicinò al portico e allungò il collo nel tentativo di sbirciare oltre le finestre, ma le pesanti tende scure erano chiuse. «Com'è suddiviso l'interno?»

«Un ingresso degno di questo nome, tanto per cominciare. Tre bagni di cui uno al piano terra, dove abbiamo anche cucina, sala da pranzo, salone e due stanze che possiamo adibire a studio o quello che ci pare.» Chloe sollevò un braccio per indicare varie zone della casa, muovendosi a ridosso del perimetro. «Abbattendo qualche parete possiamo avere metà piano per la libreria, così ci resteranno tre camere da letto. Edvokin vorrà di sicuro quella a ovest, ha una parete incassata e già me lo vedo a riempirla di liquori. Noi prenderemo quella con il balcone centrale, così terremo l'ultima per Mari o chi altri vorrà passare a trovarci, magari Sevre o Bethelie. Sarebbe carino!»

«Sarebbe fantastico. Ti sei proprio data da fare.» Brycen distese le labbra in un sorriso, che si accentuò quando vide Chloe far oscillare le maniche del kimono mentre si muoveva. Le lettere che riceveva tramite Bethelie erano piacevoli, ma l'idea di avere i suoi affetti sotto lo stesso tetto lo riempiva di buonumore. «Il fatto che ti abbia convinto così tanto mi fa ben sperare, e il progetto non sembra affatto male. Quando potremmo incontrare la proprietaria?»

«Il prossimo Zires mattina, aspetta solo la mia conferma. Se però ti andasse di dare già un'occhiata...»

Chloe si fermò di fronte alla porta e bussò. Un vortice si aprì sul legno chiaro e allargò le sue spire vorticanti fino a divorare una buona porzione della porta, mostrando uno scorcio dei locali vuoti dietro di essa.

Brycen inarcò un sopracciglio. «Suppongo che tu non abbia parlato anche di questo, con la proprietaria.»

«Dai, Bry! La casa è vuota, non disturbiamo nessuno.» Chloe addolcì il tono. Lo guardava con gli occhi speranzosi di un gatto in attesa del suo cibo preferito, un'espressione che il caschetto rendeva ancora più adorabile. «Ti mostro al volo le stanze e poi andiamo via, toccata e fuga!»

«L'ultima volta che Edvokin ha detto toccata e fuga siamo rimasti chiusi nell'armadio per tre ore in attesa che mio zio Wojek uscisse dalla stanza.»

«Allora è un bene che non ci sia nessun armadio, qui dentro.» Chloe ridacchiò, afferrandogli le mani per invitarlo a salire le scale. «Pensala così: puoi cominciare a farti un'idea già ora e far risparmiare tempo alla proprietaria.»

Brycen sbirciò oltre il portale e la curiosità gli pizzicò il petto. Il sorriso che tirava le sue labbra non voleva saperne di spegnersi. «Solo una visita veloce.»

Le stanze vuote sprigionavano vita mentre Chloe le attraversava, descrivendo un ambiente che Brycen riusciva già a vedere. Le carte da parati a decorare le mura, le luci al Sihir che pendevano dall'alto, i suppellettili di cui Chloe mimava le dimensioni agitando le braccia. Creava uno scenario tanto vivido che Brycen veniva trascinato sempre più nella sua fantasia, immaginando ogni attimo quotidiano che avrebbero condiviso al suo interno.

«Il lato negativo è che il centro della villa si troverebbe qui, nella sala da pranzo» disse Chloe. «Però avrei lo stesso problema ovunque, certo gli architetti sayfani non tengono conto di creare uno spazio apposito per l'altare heikun.»

«Meglio in una stanza che in un corridoio.» Brycen osservò quello spazio vuoto che Chloe aveva indicato, girandoci attorno in un lungo mugolio pensoso. «Potresti sfruttare dei paraventi o delle tende per creare una divisione con il resto della stanza. Pensi che possa essere una buona soluzione?»

«Non ti darebbe fastidio? È comunque un altare nel bel mezzo della casa... Lo capirei, se preferissi evitare.»

«Non vedo perché dovrebbe crearmi disturbo. Non devi relegare la tua fede in un angolo solo perché la mia è differente.»

Chloe accennò un sorriso, ma si spense in fretta. Gli occhi neri si persero a fissare lo spazio per un lungo istante, come se qualcosa la lasciasse insoddisfatta. «Scusa, non ti ho chiesto dove preferisci pregare. Ho pensato a un'alcova in giardino, ma forse preferisci un salone come quello della tua famiglia.»

«L'alcova è perfetta. Mi sono abituato a quella, da quando mi sono trasferito.» Brycen la prese per mano e intrecciò le dita alle sue, portandole alle labbra per baciare le nocche. «La Dea Bianca è in ogni cosa, perciò qualsivoglia luogo è adatto a rivolgerle devozione. Non hai di che preoccuparti, non mi privi di nulla. Puoi usare questo spazio come meglio credi.»

Eccola, la luce che illuminava il viso di Chloe quando sorrideva. Lampeggiava nei suoi occhi neri con una vitalità contagiosa, coinvolgendo il suo intero corpo come se i muscoli faticassero a contenerlo.

«Allora userò i paraventi. Hai avuto una splendida idea, grazie!» Gli rubò un bacio a fior di labbra. Fece per allontanarsi, ma una qualche consapevolezza la bloccò. «Sai dove altro starebbero bene? Sulla terrazza. Vieni, ti faccio vedere!»

Brycen si lasciò trascinare su per le scale da una Chloe entusiasta, che spalancò le ampie vetrate per liberare il passaggio verso l'esterno. Oltre la ringhiera in ferro battuto, le fronde degli alberi guidavano lo sguardo verso l'orizzonte, dove il placido oceano si mescolava al cielo sereno di fine inverno, splendido come la prima volta che l'aveva visto.

«Potremmo posizionarne due qui, con una panchina o un divanetto al centro, magari sotto un gazebo.» Chloe descrisse quell'immagine con le braccia. «Pensavo di mettere due vasi di falso papiro qui fuori, semplicissima da coltivare ma di grande effetto. Oh! E dei fiori di Lu'en lungo la balconata. Questo clima è perfetto per loro, un ottimo modo per colorare l'ambiente e...»

Chloe si sporse oltre il parapetto e qualcosa nel suo sorriso catturò Brycen al punto da fissare quell'immagine nella sua mente. Le parole si persero, mutando in suoni confusi e leggeri, una dolce musica su cui la mente non riusciva più a concentrarsi.

Brycen si fermò a guardare lei, soltanto lei, e la rivide affacciata alla finestra della sua camera mentre i fiocchi di neve si posavano sulla pelle. Rivide l'entusiasmo di allora dipinto sul suo volto mentre volteggiava su quella terrazza vuota e polverosa come se fosse il paradiso. Aveva un modo tutto suo di gesticolare, mescolando l'abitudine sayfana al retaggio jiyano, tanto che Brycen l'avrebbe riconosciuto ovunque. Si muoveva con la leggiadria di un uccellino, danzando sulle note della sua immaginazione, libera come gli era sembrata il giorno in cui aveva compreso di amarla.

«Bry? È tutto a posto?»

Brycen scosse il capo, riprendendo fiato. «Sì, scusami. Ero sovrappensiero. Era da mesi che non ti vedevo così felice.»

L'espressione di Chloe si rabbuiò. «Ho esagerato? Sentirmi fare certi discorsi dev'essere un po' strano... Mi sono lasciata trasportare dell'entusiasmo, scusami.»

Piegò le labbra in un sorriso agrodolce. Il suo sguardo aveva una sfumatura che Brycen aveva imparato presto a riconoscere, una che diceva non merito tutto questo.

«Ci stai ancora pensando?» mormorò, e lei sollevò le spalle.

«Temo di non avere il diritto di smettere.»

«Se vuoi che le cose tornino alla normalità, tu per prima dovresti comportarti come se lo fossero. Questo è il consiglio che hai dato a Beth, se ben ricordo.» Brycen le liberò il viso dai capelli, sistemandoli con cura dietro le orecchie per accarezzarle il viso. «Apprezzo che tu voglia fare ammenda, ma non devi trascorrere il resto dei tuoi giorni a chiedere scusa. Io preferisco ammirare il tuo sorriso, che il tuo cordoglio.»

Chloe si voltò, cercando appoggio per i gomiti sul parapetto mentre volgeva il suo sguardo al mare. «Credi davvero che le cose possano tornare alla normalità?»

«Forse non sarà quella a cui eravamo abituati, ma saremo in grado di costruirne una nuova. Di questo, ne sono certo»

Brycen la affiancò, prendendo fiato. Lasciò che il suo respiro veicolasse Sihir nel suo petto, accarezzò l'energia mistica con la mente e poi la liberò in un lento sospiro. Il primo fiocco di neve cadde sulla guancia di Chloe, che sollevò il capo in un sussulto di meraviglia. Un secondo e un terzo caddero docili sul corrimano, poi ne seguirono tanti che era impossibile contarli. Scivolavano sui loro abiti, si sciolsero sulla pelle calda di Chloe, fluttuarono di fronte ai loro occhi prima di toccare il suolo, noncuranti del placido sole pomeridiano. Forse Brycen non avrebbe mai trovato uno scopo a Subsidence, ma non gli sembrava più necessario: lasciar scorrere il Sihir dentro di sé lo faceva sentire bene, ed essere utile anche solo nelle piccole cose, come far tornare il sorriso a Chloe, era sufficiente.

«La vita è un vortice, giusto?» disse Brycen. «Ciò significa che ogni fine rappresenta anche un nuovo inizio, che porta con sé una perdita tanto quanto un'opportunità. Ma è quest'ultima ad essere più affascinante, ritengo: offre in dono il potere di scegliere come costruire il futuro che verrà, così che finalmente ci appartenga.»

Chloe gli circondò il busto con le braccia e sorrise. Guardava la nevicata con lo sguardo di nuovo sereno, mentre un placido vento le smuoveva i capelli. «È meraviglioso.»

«Sì.» Brycen le baciò la fronte, volgendo lo sguardo all'orizzonte mentre la stringeva a sé. «Sì, lo è.»


Concludiamo con un disegno simbolico! Chloe ha tagliato i capelli dopo aver lasciato l'Ordine, Brycen ha smesso di legarli dopo aver affrontato la famiglia; questi elementi simboleggiano le catene di cui si sono finalmente liberati, e ora che le hanno lasciati alle spalle possono davvero ricominciare - sia come persone che insieme ♥

Non riesco ancora a credere che siamo giunti alla fine 🥺 Sono così emozionata che non so bene che dire, spero solo che il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia lasciati soddisfatti! 

Ho cominciato a scrivere con pochissime aspettative, non ero neanche certa di riuscire a concludere l'opera, ma Chloe e Brycen pretendevano che parlassi di loro e infine hanno vinto. Ho sentito spesso di scrittori che parlano di distacco e prendere le distanze una volta conclusa l'opera, ma credo che non sia un concetto che faccia per me: me li sento dentro, e non avverto quel "vuoto" di cui mi hanno parlato dopo la conclusione, quanto più una grande soddisfazione, e non ho intenzione di allontanarmi da Halka per i prossimi progetti XD

So che ci sarà un bel lavoro di revisione da svolgere per migliorare, ma per adesso sono semplicemente felice di aver raggiunto questo traguardo e aver trovato persone che hanno apprezzato quanto avevo da dire e che hanno compreso i messaggi che volevo mandare, oltre a cogliere gli spunti di riflessione disseminati qua e là ♥

Mi rendo conto che Bluebird sia una storia lontana dalla perfezione e di una lunghezza esorbitante, però è comunque riuscita a farsi spazio e a trovare un suo pubblico e questo mi rende davvero entusiasta ** Sento che è valsa la pena scriverla e spero sia valsa la pena anche per voi che l'avete letta, spero che possiate portarvi dietro un pezzetto di Chloe e Brycen con voi anche dopo la conclusione, spero che quando ripenserete alla lettura possano tornarvi in mente bei ricordi.

Per adesso, vi ringrazio di avermi accompagnata in quest'avventura! Lascio un capitolo extra dedicato solo a questo, che risponderà anche alla domanda che sicuramente vi starete ponendo in questo momento (o almeno chi mi segue su instagram): "Ma l'epilogo?!"

Non temete, arriverà, e nel capitolo extra troverete tutte le spiegazioni del caso! E quindi, per l'ultima volta (per ora)... Ci rivediamo a domani!

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