Capitolo 69 - Libertà e vita
Il suono del campanello svegliò Brycen di soprassalto. Il libro che stava leggendo era scivolato via dalla sua presa e lo raccolse in un sussulto per esaminarlo: le pagine non erano piegate o strappate. Liberò la tensione in un sospiro e si stiracchiò, massaggiando il collo indolenzito dopo quel sonnellino non previsto sul divano. E poi se ne accorse: a quel trillo non seguì nessuno sbattere di nocche contro la porta.
"Non è Mindy."
Scattò in piedi, precipitandosi alla porta. La speranza gli rosicchiò lo stomaco e le dita tremavano quando scostò la protezione dello spioncino per guardarci attraverso. Scorgere l'azzurro cielo dei capelli di Chloe fu sufficiente a fargli capovolgere il cuore, ma trattenne l'impulso di aprire all'istante.
Doveva restare calmo. Calmo e razionale. Non poteva affrontare quella discussione lasciando che fossero la nostalgia, la preoccupazione e l'amore che ancora nutriva verso di lei a guidarlo. Perciò si schiarì la voce, si passò una mano sul viso, e quando fu certo di avere la sua emotività sotto controllo aprì la porta.
«Ciao.» Chloe sorrise, ma lui non fu in grado di rispondere.
Dal fugace sguardo oltre lo spioncino gli era sembrato che avesse i capelli incastrati nel collo alto dal maglione, ma quando la vide inclinare la testa si rese conto del suo errore.
Erano corti. Corti fino a metà collo, un caschetto dritto come la sua frangetta.
«Hai tagliato i capelli» disse a metà tra una domanda e un'affermazione, e un ti stanno bene gli restò incagliato tra le labbra.
«È una sorta di promemoria.» Chloe si rigirò una ciocca tra le dita. «Posso entrare?»
Brycen farfugliò un assenso e le fece spazio. Avrebbe voluto rivolgerle almeno una delle domande che gli vorticavano nella testa, invece la invitò a togliersi il cappotto e le offrì dell'acqua, ritrovandosi a riempire due bicchieri avvolto da una sottile patina di disagio.
«Scusa se sono sparita.» Chloe si tormentò le lunghe maniche del maglione. «Non volevo farlo. A quanto pare, all'interno di Oblivion non è solo lo spazio a funzionare diversamente, ma anche il tempo. Perciò—»
«Sei tornata nella dimensione oscura?» Brycen lasciò la bottiglia sul tavolo, drizzando la schiena percorsa da un brivido. «È pericoloso, non abbiamo idea di come funzioni. Come faresti a tornare indietro se i sintomi del malessere si manifestassero? Rischi di perderti al suo interno per sempre.»
«Sì, lo so.» Chloe distese le labbra in un sorriso mesto, poi abbassò lo sguardo. «Avevo bisogno di svuotare la mente e parlare con i miei Dèi. Ci sono rimasta solo qualche ora, almeno dal mio punto di vista. Quando ti ho lasciato la lettera ero convinta che fosse trascorso soltanto un giorno, non avevo ancora capito cosa fosse successo. Mi dispiace.»
«Perciò le tue ferite...»
«Non sono ancora guarite.» Si sfiorò la coscia coperta da una calzamaglia di lana chiara. Sollevato l'orlo del maglione, così lungo da farle da abito, la sporgenza della fasciatura era evidente. «Non preoccuparti, sto bene. Ho bevuto un Rimedio prima di venire qui, e poi sono abituata a sopportare questo genere di cose.»
«Come la scheggia di vetro dell'ultima volta, suppongo.» Brycen serrò le labbra, soffiando un lento respiro. «È stato Kolt, vero? Quella che hai spacciato come ipotesi per un romanzo è quanto accaduto con lui.»
Chloe prese fiato e lo trattenne per un istante, poi annuì. «Abbiamo avuto un inizio un po' burrascoso, ma adesso è mio alleato. Puoi stare tranquillo, non mi farà del male. E non ne farà neanche a te.»
Dunque non era solo una sua impressione: se avesse scavato abbastanza a fondo, era certo che avrebbe trovato altri scorci di realtà celati tra le sue bugie.
«Cos'hai detto a Mindy e gli altri?» chiese Chloe. «Avranno chiesto di me... Scusa anche per questo. Non avrei voluto lasciarti gestire una cosa del genere.»
«Ho detto solo che avevi delle questioni familiari da risolvere a Jiyu. Erano un po' preoccupati e non credo fossero del tutto convinti, ma ci hanno creduto... Almeno fin quando Mindy non ha ricevuto la tua lettera.»
«Oh... Oh.» Lo sguardo di Chloe si riempì di comprensione. «Suppongo di dover—»
«Mindy sa tutto. Le ho raccontato dell'Heiko Jun, di quello che è successo... Non della lettera, però. Non sarebbe felice di sapere che l'ho letta, e ancor meno che ti ho incontrata. Lei... Non l'ha presa bene.»
Chloe non rispose. Restò a fissare il vuoto con aria assente, immobile, come una bambola di porcellana a cui bastava un semplice urto per crollare in pezzi.
«So che non spettava a me rivelare i tuoi segreti, ma tu sembravi svanita, lei era così insistente e io... Io avevo bisogno di parlarne con qualcuno.» Brycen deglutì, sentendo il peso di quell'ammissione premere il capo verso il basso. «Mi dispiace. Non avrei dovuto farlo.»
«Nulla di tutto questo è colpa tua. Io non avrei mai potuto dirglielo, perciò... Forse è meglio così. È giusto così.»
Annuì, ma se fu per convincere lui o se stessa era difficile da dirlo. Si strinse nelle spalle, scossa da un brivido, e gli occhi neri scivolarono di nuovo al suolo. Brycen non aveva visto spesso quell'espressione, ma aveva imparato a riconoscere il modo in cui Chloe serrava le labbra per trattenere il pianto.
«Cos'è successo, dopo che mi hai lasciato la lettera?» domandò con cautela. «Se sei qui, vuol dire che hai davvero...?»
«Lasciato l'Heiko Jun? Sì.» Chloe si asciugò gli occhi, schiarendosi la gola. La sua voce, però, continuava a tremare. «Anche loro hanno ottenuto alcune conferme su di me, in un certo senso. Ho spiegato il mio punto di vista e hanno riconosciuto che avevo ragione, così hanno accolto le mie richieste e mi hanno congedata.»
«Tutto qui? Ti hanno semplicemente fatta andare via?»
«È... complicato» rispose Chloe, sistemandosi il maglione per avvolgere meglio il collo. «Ho dovuto giurare che avrei mantenuto i segreti dell'Heiko Jun anche se non ne faccio più parte, che avrei interrotto ogni contatto con i suoi membri e che non sarei più tornata a Jiyu.»
«E tu lo hai fatto?»
«Non era qualcosa di negoziabile» Chloe soffiò una risata amara e stanca. Quando Brycen cercò il suo sguardo, lei lo spostò altrove, chinando il capo in modo che i corti ciuffi azzurri coprissero di più il viso. «È la punizione per tutti i miei errori, e ne ho accumulati parecchi. Ho raccolto ciò che ho seminato. Dovrei essere grata di essere ancora viva e... Beh, sono libera, adesso. Non dovrei lamentarmi. Ho ottenuto quello che volevo, perciò—»
Brycen la avvolse e la tirò a sé, stringendola tra le braccia. «Mi dispiace.»
«Non l'ho detto per farti compassione.» Chloe si irrigidì, la voce languida di preoccupazione. «Non volevo spingerti a consolarmi, non è per questo che ti ho chiesto di—»
«Non importa, Chloe.» Brycen le accarezzò i capelli, la voce ridotta a un sussurro. «Non importa. Hai già perso abbastanza.»
Chloe singhiozzò. Appoggiò la fronte contro il suo petto e Brycen la sentì tremare mentre gli circondava il busto con le braccia, aggrappandosi alla sua camicia. Liberò il fiato in respiri rapidi e singhiozzi, e lui la abbracciò con cura, cullando il corpo scosso dagli spasmi mentre piangeva.
Mindy l'avrebbe rimproverato, ma non riusciva a credere che quella reazione fosse una messinscena. Quella disperazione, così profonda da insinuarsi fin dentro le ossa, non poteva essere frutto di un inganno – ma se anche poteva esserlo, avrebbe corso il rischio. Non le avrebbe voltato le spalle a quel modo, non avrebbe calpestato la sua sofferenza per un dubbio che non gli apparteneva.
«Non doveva andare così» mormorò Chloe. Aveva smesso di tremare e il suo respiro si era regolarizzato. «Mi ero ripromessa di non piangere, io...» Lasciò morire la frase in un sospiro e indietreggiò, sollevando il capo per cercare lo sguardo di Brycen. «Lo so, che quella lettera non è sufficiente Le mie giustificazioni e il mio pentimento non cancellano ciò che ho fatto, e non esistono parole o silenzi che possano cambiare qualcosa. Lo so, ma... Io ti amo, Bry. Ti amo e vorrei avere almeno l'occasione per dimostrarti che puoi ancora fidarti di me. Se non oggi, magari in futuro. Col tempo. So di essere un'ipocrita a sperare, ma ho bisogno di chiedertelo: è troppo tardi per noi? C'è almeno una possibilità che possa tornare tutto come prima?»
Brycen trattenne il fiato mentre la guardava. Sprofondò nei suoi occhi neri, stupendi anche se arrossati dal pianto, e le raccolse il viso tra le mani per asciugare le ultime lacrime con le dita.
Chi era la ragazza che aveva davanti? Quella di cui si era innamorato o soltanto il suo riflesso? Le parole di Mindy riecheggiavano nella sua mente, un martellante promemoria che teneva la sua ragione ancorata al suolo. Chloe gli aveva mentito, lo aveva manipolato e sfruttato, rivelandosi solo quando non c'erano più scuse da usare. Non poteva fingere che non avesse importanza, né c'era modo di eliminare la sofferenza, poteva solo decidere se accettare il suo pentimento oppure no. Scegliere se seguire il consiglio di Mindy e cacciarla dalla sua vita oppure concederle di nuovo la sua fiducia, correndo il rischio di vederla ridotta a brandelli ancora una volta.
Eppure, più la guardava e più si scopriva incapace di ragionare su quale fosse la scelta giusta. Più la guardava e più vedeva solo Chloe, l'esuberante barista che aveva riacceso la sua esistenza.
La consideri ancora la tua fidanzata?
Brycen si chinò su di lei, sentendo il suo respiro accarezzargli il mento. Le sfiorò le labbra attratto da una forza invisibile, una necessità che correva sulla sua pelle bramando quel contatto, ancora e ancora, come se baciarla fosse la cura per qualsiasi male.
Dea, quanto gli era mancato. Se ne rendeva conto solo adesso, che non riusciva a staccarsi da lei, che non voleva fare a meno del suo sapore e del calore che si diffondeva nel suo corpo quando la sua lingua danzava insieme alla propria. Gli era mancato afferrarla per i fianchi, far scorrere la mano lungo la sua schiena e stringerla a sé. Gli era mancato sentire il suo respiro spezzato dall'eccitazione, le sue dita affusolate tra i capelli e il corpo premuto contro il suo. Gli era mancato così tanto che non sapeva dire com'era riuscito a sopravvivere senza.
Non poteva rispondere no a quella domanda. Non ne era in grado. Non voleva farlo.
Chloe era libertà e vita, era il primo ciuffo d'erba alla fine dell'inverno, e amarla era naturale come respirare. La scintilla che aveva acceso in lui non si era ancora spenta e né le menzogne né la sofferenza erano riusciti a soffocare il sentimento che avevano costruito insieme. L'avrebbe amata in ogni caso, persino se non si fosse pentita o se fosse rimasta nell'Heiko Jun. Si sarebbe arrovellato la testa per tirarla fuori dall'impiccio, l'avrebbe perdonata senza che avesse necessità di supplicarlo, perché l'amava così tanto da non riuscire a farne a meno.
Brycen trasalì. Quella consapevolezza lo colpì come un pugno nello stomaco e dovette riprendere fiato. Scivolò via da quell'abbraccio e indietreggiò, evitando lo sguardo confuso di Chloe.
«No, non così, non...» Affondò le dita tra i capelli per tirarli all'indietro. «Non può essere come prima.»
«Va bene» gemette Chloe, la voce ridotta a un soffio spezzato. Soffocò un singhiozzo sul palmo della mano, gli spasmi di un pianto trattenuto a fatica che le scuotevano il petto. «Grazie di aver accettato di vedermi. Ti auguro di essere felice.»
«Io ti credo, Chloe» sputò fuori Brycen, abbandonando le braccia lungo i fianchi. «Ho trascorso le ultime settimane a riflettere su tutto ciò che abbiamo vissuto. Mi sono tornati alla mente così tanti episodi che avevo trascurato, così tante frasi che mi hai detto e di cui solo adesso ne ho compreso il significato, e la tua lettera ha dato senso a tutto. Ogni cosa si incastra così perfettamente che non posso fare a meno di credere che sia la verità, non riesco a dubitare che almeno in questo, almeno adesso, tu sia sincera. Ma non sono in grado di definire se è perché sia davvero reale o solo perché ne ho un disperato bisogno.» Brycen chiuse gli occhi, abbandonandosi a un lungo sospiro. Afferrò la mano di Chloe e se la portò al petto, stringendola là dove il cuore si dimenava. «Ti amo più di quanto riesca a immaginare, Chloe. Scoprire la verità mi ha distrutto e nonostante questo, nonostante ciò che ho detto, non desideravo altro che averti di nuovo con me. Ho continuato a ripetermi che non potevo lasciarmi dominare da questi sentimenti, ma erano soltanto parole. La verità è che non ne sono in grado: mi rendo conto che per la più flebile speranza di rivederti avrei abbandonato tutti i miei buoni propositi. Avrei accettato qualsiasi compromesso, perdonato qualsiasi errore, mi sarei persino accontentato di altre bugie.
«Io non... Non posso amarti in questo modo, Chloe. Non posso amarti chiedendomi se ci sono altre cose che mi hai nascosto, se sei davvero sincera o se stai solo recitando una parte, cosa di ciò che mi hai detto è vero e cosa no. Lo farei, so che lo farei, ti amerei anche se mi spezzassi il cuore ancora e ancora, e non posso permettermelo. Mindy ha ragione: smetto di pensare lucidamente, quando si tratta di te, e non posso lasciarti diventare la mia ossessione. Non posso rischiare di farmi trascinare di nuovo in una situazione simile, perché so che non sarei abbastanza forte per tirarmene fuori da solo.»
«Brycen, io... Non ti spezzerei mai il cuore. Non avrei mai voluto farti del male, io non...» Chloe deglutì. Gli occhi si agitavano senza trovare riposo, e la mano che Brycen teneva stretta stava di nuovo tremando. «Non succederà di nuovo. Mi sono lasciata tutto alle spalle, ho smesso di nascondermi dietro giustificazioni e bugie. Mai più, Bry, non permetterò che accada mai più.»
Mai più. Suonava così rassicurante, eppure etereo. Brycen scrutò nei suoi occhi e vide che era sincera, sembrava sincera, credeva che lo fosse con la stessa intensità della sua fede. Ma di un forse o di una convinzione passeggera non poteva più accontentarsi.
Prese fiato, liberandolo in un lento soffio. «Se lo credi davvero, allora sposami.»
Chloe strabuzzò gli occhi. «Cosa?»
«So che sembra una follia, forse lo è. Chiederti di fare un nuovo giuramento dopo averne appena sciolto un altro non è la migliore delle richieste, ma devo sapere che sei disposta a farlo. Devo sapere che sarà diverso, devo esserne certo.» Portò le nocche di Chloe alla fronte e poi le sfiorò con le labbra in un bacio leggero. «Sposami. Hai il mio perdono e il mio amore, ma posso offrirteli solo una volta. Giurami che non ci saranno più segreti tra noi e io giurerò lo stesso a te, che la mia Dea e i tuoi Dèi siano testimoni. Giurami che possiamo davvero ricominciare, che non sto commettendo un errore a fidarmi di te. Se rompi queste Promesse non ci sarà un'altra occasione, non importa quale sia la giustificazione, non importa quanto profondamente io ti ami. Se non sei sicura di poterle mantenere, dillo adesso.»
«Sono sicura» si affrettò a dire Chloe, ma il suo sguardo tradiva la sua angoscia mentre nuove lacrime scivolavano lungo le guance. «Sono sicura, ma... Ho già fatto un giuramento, Brycen. Ci sono segreti che non mi appartengono, cose che non posso rivelarti sull'Heiko Jun, su Jiyu. Sarei condannata come una traditrice, io non—»
«Non mi interessano quei segreti, e neanche pretendo trasparenza assoluta. Non intendo dire che non sarai libera di farmi una sorpresa, tenere per te una considerazione o custodire la confidenza di un amico. Non ti chiedo altro che la conferma di quanto hai già detto, che ti sei lasciata Kiyoko alle spalle e d'ora in poi ci sarà solo e soltanto Chloe.»
«È così. È così, Brycen.» Chloe singhiozzò di nuovo, ma questa volta i suoi occhi ardevano di entusiasmo. «Voglio ricominciare, voglio... Voglio solo vivere, non chiedo altro, e voglio farlo al tuo fianco. Voglio sposarti, sono pronta a giurare tutto ciò che mi hai chiesto.»
Brycen gettò fuori l'aria in un soffio liberatorio, e il groviglio che aveva in gola si sciolse in un vorticare di emozioni che gli sconquassò il petto. Le accarezzò il viso e poggiò la fronte contro la sua, il fiato spezzato dal desiderio di baciarla ancora una volta, ma si trattenne.
«Aspetta qui» mormorò, precipitandosi su per le scale.
Le mani tremavano mentre apriva il cassetto in cui teneva lo svad'ba, il drappo bianco per la Promessa. Lo sfilò dalla custodia di lino che ne proteggeva il tessuto pregiato, morbido come seta e robusto come fibra di canapa, e lo lisciò con le dita. Più accarezzava i ricami argentati che correvano lungo i bordi e più le immagini della vita che aveva sognato insieme a Chloe si facevano spazio nella sua mente, scaldandogli il cuore.
Forse avrebbero mantenuto quelle Promesse per tutta la vita, forse si sarebbero sciolte come neve al sole. Quello non poteva saperlo, ma voleva scoprirlo insieme a lei.
Perché l'amava, e valeva la pena sperare.
Quando tornò in salotto trovò Chloe a tormentare gli orli del fazzoletto di stoffa con cui si era asciugata il viso. Lo fissava con trepidazione, ma quando lui le sorrise anche le sue labbra si distesero. Brycen le offrì la mano e Chloe si liberò subito del fazzoletto per posare il palmo sul suo, custodendo il drappo bianco in quella stretta.
«Questa è la Promessa con cui lego la mia vita alla tua.» Brycen avvolse con cura un lembo attorno alle loro mani. «Che la Dea sia testimone delle mie parole, nel suo nome mi impegno a rispettarle. Che la Dea sia testimone del mio amore, nel suo nome ti prenderò in sposa.»
«Questa è la Promessa con cui lego la mia vita alla tua» ripeté Chloe, e la sua voce tremava mentre imitava i suoi gesti con l'altra estremità del drappo. «Che gli Dèi siano testimoni delle mie parole, nel loro nome mi impegno a rispettarle. Che gli Dèi siano testimoni del mio amore, nel loro nome ti prenderò in sposo.»
Incrociarono i due lembi e li strinsero in un nodo saldo, suggellando quel vincolo. Avrebbero dovuto scioglierlo, terminato il rito, invece Brycen le avvolse la vita con il braccio e lasciò che Chloe si stringesse a lui mentre le labbra si incontravano in un bacio lento, che assaporò senza fretta. Il primo di una lunga serie, il loro nuovo inizio. La somma di tutto ciò che era stato e di quanto doveva ancora venire, la promessa che l'avrebbero affrontato, come sempre, insieme.
Disegno per l'inktober 2021, con anche la versione digitale! Per evitare spoiler ho disegnato Chloe con i capelli lunghi e Brycen con la coda (e dei vestiti a caso) XD
FINALMENTE CE L'ABBIAMO FATTA SIGNORI!
Questa volta non vi chiedo se siete sorpresi perché onestamente penso che non esista nessuno sulla faccia della terra che abbia davvero creduto che quei due non sarebbero tornati insieme XD E ammetto di non essermi neanche impegnata troppo per farvelo credere, perché credo che fosse più importante mostrarvi l'introspezione di Brycen e dunque il come siamo arrivati a questo punto, più che puntare sul cosa.
Brycen aveva già raccolto "prove" sufficienti per credere alla versione di Chloe e in cuor suo l'ha già perdonata, però Mindy non ha proprio tutti i torti. Noi conosciamo il quadro completo e sappiamo che "non ce n'è bisogno", ma dall'esterno son bravi tutti xD Perdonare qualcuno e concedergli di nuovo la propria fiducia non sono cose da prendere alla leggera. È bello che Brycen sia già pronto a farlo, ma può anche essere pericoloso; queste Promesse sono il suo modo per seguire ciò che il cuore desidera, ma con fondamenta concrete e un "salvagente" a cui aggrapparsi per evitare di cadere in un possibile circolo vizioso.
Chiaramente il focus non è tanto il "matrimonio" quanto il giuramento agli Dei, ma spero che a questo punto si sia compreso che la concezione di matrimonio per gli zimei è un po' diversa da quella nostrana, in cui "dal matrimonio deriva l'obbligo"; per loro è l'opposto, "dall'impegno deriva il matrimonio". Che sembra una supercazzola ma giuro che cambia tantissimo xD Tra l'altro: viene detto tra le righe, ma rompere le Premesse equivale al divorzio, easy. Perciò noi ci troviamo ancora gente in giro che vorrebbe di nuovo abolirlo e invece GLI ZIMEI sono a posto con la cosa. Rendiamoci conto. Gli zimei. Va bene, la smetto di blaterare xD
Spero che la riconciliazione vi sia piaciuta! È una delle scene che avevo in mente sin da quando ho cominciato a scrivere la storia, sebbene sia infine venuta fuori molto diversa da come l'avevo pensata in principio, dato che i personaggi si sono evoluti ed era giusto che il capitolo rispecchiasse loro, non l'idea originale. E vi dirò, ho dovuto cestinare un sacco di parole già scritte ma ne è valsa la pena!
Come sempre sentitevi liberi di lasciarmi il vostro parere, mi fa sempre piacere sentire la vostra ♥
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