Capitolo 66 - Chiudere il cerchio
C'era un'immagine simile a quella, nei ricordi di Chloe. La figura del suo mentore dinanzi a lei nella Sala dell'Heiko, un tanto dall'elsa scura proteso verso di lei. Quella volta però il viso di Chen-Yi celato dietro la maschera bianca, e Chloe aveva usato l'arma per recidere la cintura del suo yukata, spogliandosi delle vesti comuni per indossare quelle da Tessitrice di Segreti.
La fine di una vita per l'inizio di un'altra. Era davvero l'unico modo per chiudere il cerchio?
«Non ho infranto il Giuramento» gemette Chloe. «Yu-Zhay crede che Edoi e Hun non mi odieranno, loro sanno che non li tradirei mai. Ti scongiuro, Maestro... Ho commesso molti errori, ma tu vuoi punirmi per colpe che non ho.»
Chen-Yi chiuse gli occhi. Inspirò a fondo, poi gettò fuori l'aria in un lento sospiro. «Mi dispiace, Kiyoko.»
Il suo sguardo cambiò. Serrò la mano attorno all'arma e la proiettò in avanti, verso lo stomaco di Chloe. Il suo istinto reagì all'istante: scartò di lato, poi afferrò polso e avambraccio del suo mentore e spinse verso il basso, sfruttando l'energia di quell'assalto per farlo crollare al suolo. Lui si mosse con lei, seguendo quei movimenti come se le avesse letto nel pensiero. Dopotutto era stato Chen-Yi ad insegnarle come combattere, come difendersi e sfruttare le leve del corpo per obbligarlo a muoversi secondo il suo volere. Chi meglio di lui sapeva come contrastarla?
Chen-Yi accompagnò la caduta con una capriola e le afferrò un polso, invertendo le forze in gioco con una rotazione del braccio. La sua spalla urlò di dolore e dovette liberare la presa per non essere trascinata giù. Ebbe appena il tempo di prendere fiato che il Senza Volto le fu di nuovo addosso con la lama puntata verso il suo petto, e balzò all'indietro così che squarciasse solo la sottile stoffa del samue.
Abbandonò l'idea della controffensiva quando una fitta di dolore le trafisse la gamba. Poteva combattere sopportando quelle ferite, ma non ignorarle: un solo istante di ritardo o un appoggio instabile potevano fare la differenza contro un avversario così abile. Indietreggiò ancora per schivare i successivi attacchi del Senza Volto, poi spostò lo sguardo dietro di lui. Chiuse il pugno tirando a sé i fili del Sihir, e l'ennesimo passo indietro fu accolto da un portale oscuro che si richiuse al suo passaggio.
Fuoriuscì a una decina di metri da Chen-Yi, che le dava le spalle. Il Senza Volto non si voltò neppure, ruotò il busto e lanciò il pugnale contro il suo viso. Chloe trasalì e sollevò un braccio per creare un vortice con cui difendersi, ma il pugnale attraversò lo squarciò oscuro e passò oltre, rivelando la sua natura incorporea.
Le proiezioni astrali non potevano ferirla, ma era difficile distinguerle dalla realtà se non aveva tempo di notare i dettagli. La figura che si stava scagliando su di lei per pugnalarle il fianco, ad esempio, era illusoria oppure no?
Non aveva tempo di controllare se proiettava un'ombra, così colpì l'incavo del braccio di Chen-Yi con il gomito e trovò la risposta quando il suo colpo non trovò ostacolo. Ignorò l'illusione e si voltò: il vero Senza Volto le stava correndo incontro e lei sollevò le braccia per difendersi dalla coltellata alla spalla. Parò il pugno che mirava alle sue costole, deviandone la traiettoria con l'avambraccio, e la spalla lanciò un'altra scarica di dolore a cui Chloe si impose di non reagire. Non doveva rendere palese quella debolezza, o Chen-Yi l'avrebbe sfruttata. Doveva concentrarsi sul contrattacco, cercare un'apertura per disarmarlo e...
E poi cosa? Cosa avrebbe fatto dopo? Avrebbe raccolto lei il pugnale, puntandolo contro il suo mentore? Gli avrebbe tolto la vita per salvare la propria, come una peccatrice qualunque? No, non sarebbe scesa tanto basso. Non era così disperata. Chen-Yi voleva giustiziarla perché credeva nella sua colpevolezza, così facendo Chloe gliene avrebbe solo dato conferma. Le sue mani si sarebbero macchiate del sangue di un innocente, perché Chen-Yi aveva sì commesso molti errori, ma non meritava la morte. E a quel punto, nessuno l'avrebbe salvata dai Purificatori. Nessuno l'avrebbe salvata neppure dal rimorso.
Doveva prendere tempo. Doveva resistere fino all'arrivo della Madre, e allora avrebbe cercato un'opportunità di dialogo con lei.
Chloe lasciò la presa e svanì in un portale, accucciandosi dietro una colonna. Chen-Yi la attaccò su tre fronti, il viso contratto in una smorfia urlante di carica e sofferenza. Un tentativo di confonderla, ma forse anche un modo per esternare il suo dolore. Nessuno effettuava un Giudizio a cuor leggero, nemmeno Chen-Yi; di questo ne era certa. Il suo mentore credeva davvero di salvarla, a modo suo. Se solo fosse riuscita ad aprirgli gli occhi...
Invece riuscì soltanto a schivare il suo assalto, attraversando la proiezione astrale sulla destra per uscire dalla traiettoria dell'originale, che si trovava al... centro?
Chloe trasalì quando tutte le figure oltrepassararono la colonna per poi svanire. Sollevò una mano per ordinare al Sihir di aprire un nuovo portale, ma un movimento alle sue spalle fece leva sul suo istinto. Si voltò per incrociare il nulla, e fu allora che il suono del tanto che fendeva l'aria dietro di sé la raggiunse.
Schivò quel colpo a malapena, scattando in avanti. La gamba ferita rallentò quello scatto solo di una frazione di secondo, ma fu sufficiente perché la lama aprisse un taglio sulla sua pelle, appena sopra i reni. Chloe strinse i denti, ignorò il cuore pulsante tra le orecchie e si concentrò solo sul Sihir, squarciando la realtà di fronte a sé con il gesto di una mano.
Quando uscì dal portale, la lama di Chen-Yi non le squarciò il petto per un soffio. Saltò all'indietro mentre l'illusione svaniva, ma il senso del pericolo le segnalò movimenti alle spalle. Si voltò, pronta a bloccare il colpo diretto alla fronte, ma trovò solo un'illusione che si dissolse. Il vero Chen-Yi era dietro di essa.
Il Senza Volto invertì la presa sul tanto e le afferrò il polso della spalla ferita, proiettandola a terra in una rotazione decisa. Le bloccò il braccio a terra con un ginocchio e afferrò l'altro per tenerlo schiacciato al suolo. Chloe strinse i denti all'ennesima scossa di dolore che si propagò sul suo corpo, poi sentì la lama gelida del tanto contro il collo e il fiato le si mozzò in gola.
«Ti prego, non rendermelo più difficile di quanto non sia già» supplicò Chen-Yi, il volto contrito mentre si chinava su di lei.
Il suo mentore sapeva meglio di chiunque altro come contrastare Maelstrom. Le stringeva la mano con forza per impedirle di muoverla e aveva riempito il suo campo visivo, concedendole di vedere solo i contorni sfocati dei drappi oltre la sua testa.
Era in trappola.
Un brivido freddo le percorse la pelle sudata, poi scivolò fin dentro le ossa. Si congelò anche il tempo, nonostante il pulsare del cuore scandisse un ritmo frenetico, graffiando i timpani insieme al suono accelerato del suo respiro. Si scoprì incapace di muoversi: forse il suo corpo aveva già capito che sarebbe stato inutile, che nessuna reazione sarebbe stata abbastanza rapida da salvarla.
«I tuoi peccati verranno condonati, Kiyoko da Hoshu» mormorò Chen-Yi, ma il suo tono rassicurante non fece che stringerle ancora più il petto. «Che la tua anima possa raggiungere presto gli Dei.»
Chloe chiuse gli occhi, stringendo la mano libera con sufficiente forza da far affondare le unghie nel palmo. Raccolse quanto più Sihir riusciva a far fluire tra le dita e si lasciò cadere, trascinando il suo mentore con lei nell'oscurità di un portale.
Quando riaprì le palpebre non esisteva più nulla. Non c'era alcun pavimento, anche se Chloe era certa di essere ancora distesa. Non aveva un pugnale puntato contro di lei, eppure sentiva ancora il metallo gelido sulla pelle, in contrasto con il calore dei rivoli di sangue che scorrevano lungo il suo collo.
Singhiozzò di sollievo, crogiolandosi nelle tenebre di Oblivion solo il tempo di un respiro prima di alzarsi. Non poteva fare affidamento sui suoi sensi, lì dentro, ma lo stesso valeva per il suo mentore: era impossibile che Chen-Yi si fosse abituato in fretta alle percezioni alterate, se lei stessa non c'era ancora riuscita del tutto.
Dov'era finito, però?
Ovunque si voltasse, Chloe non riusciva a scorgere la sua figura. Camminò per quelli che sembrarono un paio di metri, accompagnata dal silenzio dei suoi passi nell'oscurità.
Forse era rimasto al Tempio? Magari nessun altro poteva raggiungere Oblivion a parte lei e l'Adepto, persino attraverso i suoi portali. Eppure era certa che...
«Ki... yo...»
La voce spezzata di Chen-Yi si insinuò nella sua mente. Quel suono non aveva alcuna direzione, ma il suo istinto le suggerì di voltarsi a destra e lì lo trovò.
Il suo mentore era in ginocchio nel buio, le fattezze ridotte a tonalità piatte che rendevano difficile definire i contorni di pelle, abiti e capelli. Aveva lasciato cadere il tanto e sosteneva il busto con una mano, mentre l'altra era stretta sul colletto del changpao e cercava di tirarlo giù per di aprire i lembi della casacca. Tremava, vittima di convulsioni violente, e il suono del suo respiro affannato riverberò tra le membra di Chloe come un terremoto.
«Ki...»
Sollevò gli occhi rossi verso di lei e Chloe vide il terrore dipinto sul suo viso privo di ombre, mentre a bocca aperta tentava di racimolare un po' di fiato. Il rosso delle sue iridi si ruppe e una tonalità più vivida scivolò lungo le guance, per poi sgorgare fuori anche dalle sue labbra.
Chloe si gettò su di lui, disegnando un ampio cerchio a mezz'aria con le dita. Le tenebre si squarciarono sotto di loro e il portale li trascinò giù, facendoli ruzzolare sul pavimento del Tempio.
«Maestro!»
Non ricordava di aver mai invocato quel titolo con una tale angoscia. Chen-Yi era riverso al suolo, scosso da colpi di tosse che gettavano sangue sul legno levigato del pavimento. Tremava, pallido in volto, ma era ancora vivo.
«Era da questo che volevi proteggermi?» singhiozzò Chloe. Strinse una mano al petto, ma quel gesto non fu sufficiente a regolarizzare i battiti del suo cuore. «Credevi che avrei fatto quella fine se fossi entrata in quel luogo?»
Chen-Yi non rispose. Quando rialzò il capo per incrociare lo sguardo di Chloe, gli occhi traboccavano di stupore. «Tu... Com'è possibile che tu stia bene?»
«Perché non ho mentito» rimarcò Chloe, supplicandolo con lo sguardo. «Maelstrom è connesso al Naru che ha creato quel luogo. Per questo posso raggiungerlo, per questo ne subisco l'influenza e per questo posso sopravvivere. È tutto collegato, come sostiene Brycen. Lo hai visto con i tuoi occhi, quali altre prove ti servono per comprendere che ti eri sbagliato?»
«Tutto ciò è irrilevante. Il tuo Giuramento non ha a che fare con questo.»
Spinse le mani al suolo per issarsi in piedi, ma Chloe agitò le sue e attorcigliò il Sihir tra le dita. I palmi del Senza Volto affondarono all'interno di due piccoli vortici che si strinsero attorno ai suoi polsi, frenandone i movimenti.
«Abbiamo lo stesso Focus» mormorò Chloe, le mani protese in avanti per mantenere costante il controllo sul Sihir. «L'ho capito sin da bambina. Non puoi usare il tuo Naru se non puoi muovere le mani.»
«E tu devi restare immobile e concentrata per tenermi bloccato» ribatté il Senza Volto. La voce era rauca e sofferente, ma il suo sguardo era ancora vivido. «Smettila di opporti, Kiyoko. Lo dico per il tuo bene e per quello della tua anima. È questo che desideri realmente? Disonorare gli Dèi e vivere come una peccatrice, fuggendo dal loro giudizio?»
«Non voglio fuggire. Vorrei solo che mi ascoltassi, prima di decidere se sono o meno una peccatrice.» Chloe sollevò le mani e i vortici si innalzarono al suo comando, trascinando le braccia di Chen-Yi verso l'alto così che fosse in grado di alzarsi in piedi. «Ti prego, Maestro. Se hai davvero a cuore il mio bene, concedimi almeno questo.»
Il Senza Volto la studiò in silenzio, gli occhi ancora iniettati di sangue che non si staccavano dai suoi. Strattonò i polsi, ma la presa di Chloe sui vortici era salda; infine rilassò i muscoli del collo, distendendo le rughe del viso in un'espressione neutra.
Persino con le mani bloccate e il sangue a macchiargli il volto, Chen-Yi sembrava padrone della situazione. Non la guardava come un animale in trappola che si era arreso al suo volere, ma come se le avesse offerto un'occasione da non sprecare.
Chloe deglutì, lottando contro l'angoscia che si arrampicava lungo il suo stomaco. Era stanca di sentirsi piccola e debole di fronte a lui, perennemente in difetto.
«So che il tuo Naru si chiama Astralize, e so come funziona.» Lo stupore lampeggiò negli occhi di Chen-Yi, ma restò in silenzio. «Mi avevi detto che le nostre essenze erano connesse e che riuscissi a cogliere le mie emozioni più profonde, ma sei in grado di farlo solo tramite il tocco. Quando l'ho scoperto mi è tornato in mente un ricordo, una cosa che facevi spesso quand'ero piccola: posavi una mano sulla mia testa, una sorta di carezza. Non era un gesto d'affetto, ma il tuo modo di usare Astralize su di me. Mi hai ingannata sul suo funzionamento così che non opponessi resistenza, dandoti libero accesso alla mia mente.»
«È una semplice affermazione oppure un'accusa?» la sfidò Chen-Yi. Conosceva già la risposta, Chloe ne era certa; quello era sempre stato il modo del suo Mentore per suggerirle che fosse sbagliata. «Ti ho messa in guardia sulle mie abilità sin da quando hai sviluppato intelligenza sufficiente a comprenderle, il modo in cui riuscissi a sfruttarle era irrilevante. Il tuo risentimento è privo di fondamenta. Mi rattrista che la tua lealtà sia sfumata al punto da non comprenderlo.»
«Mi sono sempre chiesta come fosse possibile che un Senza Volto con la tua esperienza non avesse mai compreso la mia condizione, pur avendo un simile Naru, poi ho capito che dev'essere stato proprio quello il problema. Hai fatto troppo affidamento su Astralize, vero? Hai scavato nella mia mente e hai visto chi sono nel profondo, ma non ti sei accorto che io, invece, non ci riuscivo. Ai tuoi occhi doveva apparire tutto normale. Ricordo che ti complimentavi con me perché avevo imparato così bene a nascondere ciò che provavo, ma in realtà non avevo la più pallida idea di quali fossero i miei sentimenti.» Chloe gettò fuori l'aria in un sospiro lento. «Non mi hai istruita, mi hai indottrinata: mi hai dato le risposte che ritenevi corrette senza preoccuparti che io ne comprendessi il senso. Non mi hai guidata, mi hai plagiata: mi hai spinto verso qualcosa che solo tu eri in grado di vedere, e mi hai tenuto all'oscuro di tutto il resto. Forse credevi di seguire ciò che Astralize ti suggeriva, ma tutte le decisioni che ho preso non erano le mie, ma le tue. Non ho fatto altro che seguire ciecamente ciò che tu mi dicevi perché eri l'unica cosa che contava nel mio mondo: esisteva solo ciò che tu reputavi giusto e corretto per me, le tue speranze e le tue pretese, tu eri l'unico metro di paragone a cui potessi fare riferimento. Avrai anche visto dentro la mia anima, ma era qualcosa che non esisteva davvero: non ero io. Era soltanto il riflesso delle aspettative che avevi nei miei confronti.»
«Dunque hai relegato me al ruolo di cattivo così da ergere te stessa a vittima innocente» Chen-Yi strinse gli occhi, atono. Non le concesse nient'altro che un'espressione di biasimo. «Se è questo ciò che bramavi di farmi ascoltare, hai sprecato tempo e fiato. Neanche la più ricercata delle menzogne può concederti di sfuggire alla punizione degli Dèi, Kiyoko: la Verità per Edoi e Hun è reale, essi vedono dietro qualsiasi mistificazione o inganno, persino quelli che sfuggono ai nostri occhi. Questa narrativa che hai costruito non ti salverà, senza Giudizio la tua anima non raggiungerà mai gli Dèi.»
Qualcosa nello stomaco di Chloe si agitò, scivolando in un brivido fino alle caviglie. Ma no, non doveva avere paura: l'Assoluto della Verità non era un ostacolo, ma il suo lasciapassare. Chen-Yi aveva ragione sugli Dèi, e proprio per questo non c'era nulla di cui preoccuparsi. Aveva già offerto a Edoi e Hun le sue parole più sincere, perciò non avrebbe chinato il capo di fronte al suo mentore, né avrebbe chiesto scusa anche per le colpe che non le appartenevano.
«Se non è la verità, allora perché hai smesso di farlo?» Chloe si alzò e venne avanti, un lento passo dopo l'altro. Il rosso degli occhi di Chen-Yi si confondeva con le venature spezzate che macchiavano la sclera in uno spettacolo disturbante, ma Chloe non distolse lo sguardo. «Non mi hai più sfiorata, dopo Shiranui Nori. L'ultima volta risale a prima che cominciassero i miei incontri con Yu-Zhay. Al tempo ero convinta che fosse perché ti avevo deluso, ma non può essere soltanto questo: tutte le volte che sospettavi di me avresti potuto richiamarmi a Jiyu e sondare la mia anima per ottenere risposte, però non l'hai mai fatto. Perché?»
Chen-Yi la fissò, imperscrutabile. «Non sono io ad essere posto sotto Giudizio.»
«D'accordo. Esporrò le mie teorie, allora» replicò Chloe, roteando i polsi per rinsaldare la presa sul Sihir. «Tu hai paura, Maestro. Costringere qualcuno a pronunciare il Giuramento è un grave peccato, per questo temi che io abbia ragione. Temi di aver forzato le mie decisioni, temi che siano frutto delle tue manipolazioni e non della mia volontà, ecco perché ti rifiuti di sondare la mia anima da quel giorno. Devi aver pensato: finché non lo vedo, non è reale. Se riesco ad ignorarlo abbastanza a lungo, forse non lo sarà mai. Ho fatto lo stesso ragionamento per anni, perciò so riconoscere i segnali della negazione quando li vedo. Ho sempre seguito i tuoi insegnamenti, era naturale che commettessi i tuoi stessi errori.»
«Le tue non sono altro che—»
«Aspettavi solo il giorno in cui avrei abbandonato l'identità di Chloe, così qualsiasi problema sarebbe svanito e con essi anche tutti i tuoi errori, come se nulla fosse successo.» lo interruppe lei, sovrastandone il tono. «Non potevi costringermi a tornare, dovevo scegliere da sola come i miei fratelli e sorelle, sacrificare tutto di mia spontanea volontà. Perciò mentre Yu-Zhay si occupava di rimettere in sesto la mia anima, tu attendevi il giorno in cui poterti finalmente liberare di questo fardello. E sapevi che sarebbe arrivato, perché nessuno può vivere così. Non io, quantomeno. E tu aspettavi solo che tutto ciò che ho costruito si distruggesse di fronte ai miei occhi, così che capissi una volta per tutte che sto inseguendo un sogno irraggiungibile.
«Oppure aspettavi che crollassi io: che il peso delle mie bugie si accumulasse fino a farmi esplodere. Che mi rendessi conto di non meritare nessuna delle persone che amo, che la mia vita non è altro che un intricato telaio di segreti e bugie, finché il senso di colpa mi avrebbe schiacciata. Era solo questione di tempo, che fossero mesi o anni sarebbe arrivato il giorno in cui avrei deciso di porre fine a tutto questo. Avrei capito che l'unica scelta che ho per essere una Tessitrice è quella di tornare a Hoshu e vivere soltanto come Kiyoko.»
«Era inevitabile. La naturale conseguenza delle cose» convenne Chen-Yi. Calcò quelle parole con un'inflessione che Chloe conosceva bene, il sottile rimprovero per aver dimenticato una lezione già spiegata. «L'esito della tua esperienza a Sayfa era prevedibile, per questo che ti ho avvisata più volte. Ti ho avvertita a cosa ti avrebbe portato la tua condotta, nella speranza che tu aprissi gli occhi prima che fosse troppo tardi. Non c'è nessun fardello o colpa da espiare, ho agito soltanto nel tentativo di salvaguardare la tua anima.»
«E cos'è che vuoi fare adesso, purificarla o nascondere le ombre della tua? Per quali peccati mi stai punendo, Maestro?» Un sussulto sfuggì dalle labbra sottili. «Preferisci uccidermi piuttosto che ammettere i tuoi errori?»
Chen-Yi chinò il capo, abbandonandosi a un lungo sospiro. Sembrò che insieme al respiro avesse perso ciò che restava delle sue energie, tanto da faticare a tenersi in piedi. «Non voglio farlo, Kiyoko.» La sua voce tremava. Quando drizzò il busto, incrociando di nuovo lo sguardo di Chloe, sembrò che il gesto gli fosse costato immensa fatica. «Ho pregato affinché non si rivelasse necessario, ma non mi lasci altra scelta.»
Era una menzogna anche quella? Un'interpretazione per smuovere il suo senso di colpa, oppure per instillare in lei nuovi dubbi. Forse stava solo cercando di confonderla e distrarla, aspettando il momento in cui avrebbe abbassato la guardia: se avesse vacillato per un solo istante, nulla avrebbe impedito a Chen-Yi di liberarsi dai vortici di Maelstrom.
Ma se anche avesse mantenuto la concentrazione, prima o poi sarebbe stata costretta a cedere. Presto il suo corpo avrebbe manifestato i sintomi del suo malessere, poi sarebbero sopraggiunti quelli dell'Affaticamento per l'eccessivo utilizzo di Sihir.
E poi sarebbe morta.
Non poteva sfuggire al Giudizio. Chen-Yi avrebbe sempre saputo come trovarla e non avrebbe avuto pace finché non l'avesse uccisa. Era rimasto in silenzio, sì, ma non l'aveva ascoltata; ne era incapace, così come Chloe non era riuscita ad affrontare i problemi della sua doppia vita nonostante i segnali si facessero sempre più evidenti.
Chloe inspirò ed espirò lentamente, cercando di ignorare il tremore delle sue mani. Le parole non sarebbero mai state sufficienti, vere o false che fossero. Non lo erano state con lei, non sarebbe stato differente per il suo mentore. Doveva assistere al crollo delle sue convinzioni con i suoi stessi occhi.
«Se credi che io abbia torto, allora dimostralo: usa Astralize su di me, leggi la mia anima. Controlla tu stesso se le mie sono menzogne oppure no. Se accetterai di farlo, giuro sugli Dèi che accoglierò qualunque punizione riterrai opportuna per me, persino la morte.»
Chloe aprì le mani, liberando il Sihir dal suo comando. Come privati delle corde che li tenevano aperti, i vortici collassarono su se stessi fino a svanire, restituendo al Senza Volto le sue mani insieme alla libertà di muoversi.
Chen-Yi barcollò in avanti, boccheggiando. Si riebbe subito, drizzando il busto e sollevando le braccia in una posizione di difesa, ma Chloe restò immobile.
«Che gioco stai cercando di condurre?»
«Nessun gioco» assicurò Chloe, lasciando cadere le mani lungo i fianchi. «Hai il potere di confermare o smentire le tue accuse. Se è vero che non desideri altro che la salvezza della mia anima, allora sfruttalo. Altrimenti ricorda le tue stesse parole: la Verità agli Dei è reale. Loro conoscono ogni cosa, Maestro, anche quelle che nascondiamo a noi stessi.»
Yu-Zhay sosteneva che il suo mentore avesse fatto le scelte sbagliate in buona fede, ma di quello non poteva esserne certa. Chen-Yi stesso sosteneva di volerla proteggere, e anche questo era difficile da definire. Tuttavia c'era qualcosa su cui non aveva dubbi: la fede di Chen-Yi era reale. Temeva il giudizio degli Dei più di quello di qualsiasi essere umano, persino di se stesso.
Chloe scivolò in ginocchio, senza distogliere lo sguardo dal Senza Volto mentre apriva i lembi del samue per scoprire il ventre – la sede dell'anima, il centro di tutto.
«La mia fede è sincera e la mia anima è pura, perciò metto la mia vita nelle mani di Edoi e Hun senza timore» recitò Chloe, lasciandosi sfuggire un singhiozzo.
Non aveva detto a Brycen che confrontare l'Ordine avrebbe potuto portare alla sua morte. Non aveva detto a Mindy che aveva scritto ci rivedremo presto senza essere certa di poter mantenere la sua parola. Non aveva salutato nessuno dei suoi amici. Aveva vissuto così poco eppure aveva sbagliato così tanto, e non sapeva dire se la sua anima fosse davvero pura oppure no.
Chiuse gli occhi. Per lunghi istanti non sentì che il suono del suo respiro e il frenetico battito del suo cuore. Pensò prima di essere salva, poi di essere spacciata, infine già morta. I lenti passi di Chen-Yi la avvisarono che il Senza Volto aveva preso la sua decisione, e quando la mano del del suo mentore si posò sulla sua testa sospirò di sollievo, lasciando che la sua coscienza fluisse verso di lui.
Cos'avrebbe visto? I Centri di Ricerca riportavano informazioni troppo vaghe a riguardo. Chloe sapeva che vedere era un termine scorretto, e che i Ricercatori preferivano parlare di prendere consapevolezza dell'io, ma persino Brycen non aveva saputo fornirle indicazioni più definite su come questo accadesse. Non riusciva neppure a percepire l'influsso di Astralize su di sé. Poteva giurare di sentire una presenza estranea vagare nella sua mente, ma era difficile dire quanto di quella sensazione fosse frutto del Naru e quanto invece della suggestione.
Perciò non le restava altro che pregare. Pregò che Chen-Yi riuscisse a scorgere quant'era cambiata in quegli anni, tanto che guardando nei suoi ricordi non l'avrebbe riconosciuta. Pregò che si rendesse conto che Chloe non cercava un capro espiatorio né un pretesto per salvarsi, e che non provava nei suoi confronti odio o sete di vendetta. Pregò che vedesse gli errori che Chloe aveva commesso e quanto profondo fosse il desiderio di porvi rimedio. Pregò che comprendesse che erano stati l'amore e la fede a salvarla, e che si rifiutava di sacrificare una cosa per l'altra. Pregò che la sua anima fosse allineata alla sua psiche, questa volta, così che il Senza Volto fosse in grado di conoscere non solo Kiyoko, ma anche Chloe.
Chen-Yi allontanò la mano in un sussulto. A Chloe sembrò di sentire la sua coscienza allentare la presa dalla sua, o forse era solo la tensione che le stringeva il petto. Si rese conto che aveva trattenuto il respiro e ansimò alla ricerca di fiato, poi aprì gli occhi e cercò lo sguardo del suo mentore.
«Oh, miei Dèi, vi imploro di perdonarmi» singhiozzò Chen-Yi con voce spezzata. Crollò in ginocchio e nascose il viso tra le mani tremanti. «La tua anima... La tua anima è...»
Il rintocco della grande campana del tempio riverberò nella Sala dell'Heiko. Chloe sobbalzò a quel suono profondo e vibrante, alzando lo sguardo verso l'ingresso. Non poteva vedere chi stava facendo scontrare la trave di legno contro la spessa superficie di rame, ma non aveva dubbi sul perché.
Col fiato sospeso ascoltò la campana suonare un'altra volta e poi un'altra ancora. Attese, pietrificata, finché i rintocchi non divennero otto e nell'aria restò solo l'eco. Fu allora che una figura di un'anziana donna si affacciò sull'uscio, avvolta da strati e strati di seta di cui si intravedevano solo gli orli colorati sotto il kimono blu. Chloe non ne incrociò lo sguardo. Si gettò invece al suolo, la fronte poggiata sui palmi in segno di penitenza.
«Madre» mormorò, la bocca secca di esitazione. «Bentornata.»
Chiudiamo il cerchio anche noi con una comparison tra Chloe e Kiyoko!
Promemoria per tutti: combattere contro Chloe non è una buona idea, ma neanche farlo contro Chen-Yi è saggio :') Astralize è un Naru che può rivelarsi davvero fastidioso, specie nelle mani di chi è abituato a sfruttarlo da anni. Anche Maelstrom è molto versatile, ma il Senza Volto è un avversario davvero tosto e le ferite, così come il suo stato emotivo, non aiutano di certo Chloe.
Per fortuna che esiste Oblivion... E scommetto che adesso siete tutti felici che Chloe non abbia portato né Brycen né Kolt al suo interno, vero? XD Chi l'avrebbe mai detto che Chen-Yi aveva davvero ragione, almeno in parte? La sua ostinazione sull'argomento non era derivata solo dalla sua cocciutaggine, ma voleva davvero proteggerla. "Bei paroli e bei frasi", ma la delivery di queste intenzioni è stata un bel problema...
E così anche le sue intenzioni nel crescerla erano davvero buone: non si è reso conto del male che le stava facendo, e "tale figlia, tale padre" ha trovato rifugio in una solida negazione quando i problemi hanno cominciato a venire a galla. BRAVISSIMO CHEN-YI COMPLIMENTI 10/10 TOP PARENTING.
Chloe si è messa completamente a nudo pur di farlo scontrare con la realtà, e ora che anche la Madre è arrivata non resta che trovare una conclusione a tutto quanto...
E a questo punto, cosa pensate che succederà? 👀
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