Capitolo 4 - Accettabile compromesso

Chloe appoggiò l'ultima pila di fogli sul tavolo della cucina, liberando un sospiro soddisfatto. Piantò le mani sui fianchi e si allontanò di un passo per osservare quanto fosse riuscita a scrivere negli ultimi cinque anni. Buona parte erano manoscritti incompiuti, appunti con stralci di idee e ricerche che aveva accumulato per ogni evenienza, ma nel mezzo c'era anche qualcosa che riteneva meritevole di essere letto. Era necessario fare un po' d'ordine per trovarlo. Mostrare una personalità disorganizzata era la scelta più coerente con il tipo di vita che era costretta a condurre, perciò Chloe si assicurava di mantenere la sua libreria caotica al punto giusto.

Odiava farlo. Era abituata a lavorare per schemi e collegamenti, quella superficialità non rientrava nella sua natura: lasciar credere ai suoi amici che fosse distratta e svampita era fastidioso più di quanto non fosse tenere libri e annotazioni alla rinfusa, ma non aveva altra scelta. Era l'unico modo che aveva per evitare domande a cui non poteva rispondere, il più semplice per tenere tutto in equilibrio.

Districare quella matassa di pagine per selezionare i racconti da far leggere a Brycen l'avrebbe tenuta occupata per oltre un'ora, ma era lieta per l'interesse che aveva mostrato. Quando gli aveva rivelato di scrivere romanzi nel tempo libero, Chloe si aspettava che le avrebbe chiesto qualcosa da leggere, fosse anche per semplice cortesia; a sorprenderla era stata la sua richiesta di leggere tutto, proponendosi persino di andare a ritirare i manoscritti personalmente. Il modo in cui aveva aggiunto se non è un problema, bofonchiando le parole con il viso rosso d'imbarazzo, la faceva ancora ridacchiare.

Brycen cominciava a piacerle un po' più di quanto avesse previsto. Apprezzava la sua compagnia e avrebbe volentieri proseguito le loro conversazioni con meno parole o vestiti addosso, ma non si trattava solo di quello. L'iniziale interesse era cresciuto fino a invadere ogni pensiero, avvolgendola in una calda sensazione di benessere.

Guardare i manoscritti la faceva sentire un'ingenua ragazzina di fronte alla sua prima infatuazione. Il cuore batteva a ritmo sostenuto nel petto, lo stomaco era tanto contratto da impedirle di respirare fino in fondo e la pelle sembrava andare a fuoco, ma era così gradevole che non riusciva a smettere di sorridere. Continuava a chiedersi cos'avrebbe pensato dei suoi racconti, impaziente di sentirlo bussare alla porta. La sola idea di vederlo la rendeva così...

«Vedo che sei di buon umore, Kiyoko.»

Chloe sollevò lo sguardo, incrociando gli occhi rossi del suo mentore. Chen-Yi la fissava stoico dall'altro lato del tavolo, con il cappuccio calato sul viso nascosto dalla maschera bianca, identica per tutti i Senza Volto. Le vesti scure dell'Heiko Jun coprivano ogni parte del corpo ad eccezione delle mani, che l'uomo teneva congiunte all'altezza del petto: erano disposte una sopra l'altra, con i palmi uniti e le dita intrecciate in una spirale, nel tradizionale simbolo di preghiera heikun che Chloe non tardò a emulare.

«Non dovrei esserlo?» rispose, parlando jiyano come il suo maestro.

Passare da una lingua all'altra era una consolidata abitudine, così come sentir chiamare il suo vero nome all'improvviso. Chen-Yi non si preoccupava di annunciare il suo arrivo, infiltrandosi nella sua mente nei momenti più disparati, quasi sperasse di coglierla in fallo.

Ricorda che sono sempre con te, le ripeteva. Chloe non aveva ancora capito se fosse una rassicurazione o una minaccia.

«Non sono latore di cattive notizie, se è ciò che temi» la rassicurò Chen-Yi, atono. Si spostò in avanti, ma il movimento non si accompagnò a nessun suono di passi né frusciare di tessuti; da lui non proveniva alcun odore e le ombre sulla sua figura erano sbagliate, proiettate da una luce diversa da quella dell'appartamento di Chloe. «La Madre ha un nuovo compito da affidarti. Da oggi, ti occuperai di scoprire ogni dettaglio su Tertius Lunae.»

Chloe sbattè le palpebre. «Credevo di dover solo monitorare il pensiero dell'opinione pubblica sul suo conto. Obiettivi di tale importanza non sono riservati a Tessitrici esperte?»

«Tu sei una Tessitrice esperta.»

«Ma incompleta» lo corresse Chloe, sostenendo il suo sguardo. «Non hai mai ritrattato.»

Chen-Yi la fissò per qualche istante, stringendo gli occhi dietro le sottili fessure della maschera. «La Madre ti ha scelta personalmente per questo compito. Le indagini che hai svolto nelle ultime settimane ti rendono la migliore candidata, e l'ex principe non è attualmente considerato un bersaglio dell'Ordine.» disse poi, scandendo ogni parola come una sentenza. «La tua missione è da considerarsi di tipo precauzionale. A giudicare dai tuoi rapporti e dalle comunicazioni di Xae Fei, le voci a favore dell'Impero sono una minoranza sia tra il popolo che tra lavecchia nobiltà, tuttavia il loro numero non è esiguo. La Madre ritiene opportuno monitorare la situazione. Non abbiamo informazioni sufficentemente aggiornate riguardo Tertius, perciò sarà tuo obiettivo scavare più a fondo. Il compito è pienamente nelle tue capacità, considerando anche il tuo Naru, e non è certo l'esperienza a mancarti.»

«Non so cosa dovrebbe mancarmi, dato che ti rifiuti di dirmelo chiaramente.»

«La priorità è la missione, Kiyoko» ribatté Chen-Yi. «Le uniche preoccupazioni che dovresti avere sono quelle che impone il tuo ruolo. Concentrati su questo, e confido che giungerai da sola alla risposta.»

Chloe annuì controvoglia prima di chinare il capo. «Frequenza degli aggiornamenti?»

«Una volta ogni due settimane, salvo nuovo ordine. Naturalmente, nell'eventualità di informazioni che richiedano la condivisione immediata...»

«... mi recherò al tempio di persona, come sempre» completò Chloe, sforzandosi di mantenere neutro il tono della sua voce. «Ho direttive specifiche a cui sottostare?»

Chen-Yi scosse il capo. «Puoi agire come preferisci. Fintanto che l'ex principe non è considerato un possibile pericolo, la Madre non ritiene necessario accelerare le tempistiche. Confido nel tuo buon senso affinché ciò non diventi una scusante per abbandonarsi alla procrastinazione e trascurare i tuoi compiti.»

Chloe serrò le labbra sottili, espirando lentamente. Non credeva di meritare quei rimproveri. Aveva afferrato le libertà che erano state concesse, ma non era mai venuta meno ai suoi doveri. Quand'era stata costretta a scegliere aveva sempre messo l'Heiko Jun al primo posto, anche a costo di sacrificare ciò che amava.

La sua passione per la scrittura; il suo futuro; Irene.

Chinò di nuovo il capo, rivolgendo a Chen-Yi un cenno del capo. Di solito quello era il momento in cui il suo mentore svaniva, ma quella volta rimase a fissarla per alcuni istanti prima di liberare un pesante sospiro di...

Rassegnazione? Delusione? Chloe conosceva Chen-Yi da quando aveva memoria, ma non era in grado di comprenderlo. Non era mai riuscita a leggerlo. L'uomo che l'aveva cresciuta era per lei un assoluto mistero.

«Sono preoccupato, Kiyoko» disse lui, modulando il tono con un'apprensione che le sembrò sincera. «Diventi più distratta quando ti innamori. Posso percepire che sta succedendo di nuovo.»

Chloe smise di respirare, facendo appello al suo autocontrollo per impedire al volto di manifestare la sua sorpresa. Sentiva gambe e braccia formicolare, ma non avrebbe irrigidito i muscoli. Non avrebbe concesso alla sua mente di vagare per analizzare quell'accusa, impedendogli di formulare qualsivoglia pensiero. Anche se il petto sembrava schiacciato e compresso fino a farle male, si costrinse a respirare a ritmo regolare. Chen-Yi le aveva detto che le loro anime erano parzialmente connesse, quando proiettava la sua essenza attraverso la sua mente, perciò Chloe doveva tenere a bada le sue emozioni ancora più del solito.

Non poteva permettersi errori.

Così alzò il collo, sostenendo lo sguardo del suo mentore. «E di nuovo ti assicuro che non sarà un problema.»

Chen-Yi rispose con un lungo mugugno pensoso, rimanendo immobile. Chloe poteva percepirlo sondare la sua mente per scovare segni di cedimento o debolezza, ma era diventata brava a nascondere le sue emozioni dove neanche il suo mentore poteva trovarle. C'era un limite a quella comunione di anime, una scoperta che aveva tenuto per sé e che aveva imparato a sfruttare a suo vantaggio.

«Attenta, Kiyoko» disse infine Chen-Yi, muovendo un altro passo verso di lei. Non si curò di spostare la sedia tra loro, passandovi attraverso. «La natura umana è fallace. Possiamo gestire solo ciò di cui abbiamo il controllo. Maggiore è il peso che poni sul piatto della bilancia...»

«... maggiore ne servirà per mantenerla in equilibrio» completò Chloe, senza distogliere lo sguardo. «Lo so bene, Maestro. Quante volte ancora dovremo affrontare questa discussione?»

«Tutte quelle che sarà necessario.»

Chen-Yi chinò il capo e la sua proiezione scomparve, dissolvendosi in un lieve sbuffo di fumo.

Chloe si appoggiò al tavolo e respirò ad ampie boccate, aprendo e chiudendo le dita per rilasciare la tensione. Parlare con Chen-Yi non era mai facile, ma le speranze che le cose sarebbero migliorate con il tempo erano ormai svanite.

Sarebbe stato sempre peggio, finché fosse rimasta a Sayfa. Il suo mentore non avrebbe mai contraddetto apertamente le parole di un Monaco dell'Anima, ma il suo dissenso per quella decisione così poco ortodossa era evidente. Da quando aveva cominciato a vivere come Chloe, ogni discussione era sempre più frustrante e Chen-Yi sempre più ostile.

"O forse sei tu che stai cambiando" le suggerì una voce dentro di sé, ma Chloe la scacciò.

Spostò lo sguardo sui fogli impilati sul tavolo. Ammetterlo era pericoloso, ma non avrebbe voluto far altro che riordinarli come si era prefissata, attendere l'arrivo di Brycen e trascorrere il pomeriggio insieme a lui.

Chen-Yi però aveva ragione. La sua priorità era la missione, e se non voleva dargli ragione anche su tutto il resto non poteva permettere che qualcosa la mettesse in secondo piano. Era una Tessitrice di Segreti, prima di essere una ragazza. La seconda poteva sopravvivere solo finché esisteva la prima, quella era l'unica opzione che le era concessa.

"Ma se sono abbastanza brava posso essere entrambe le cose."

Tre ore dopo Chloe era di fronte alla dimora del suo obiettivo, Tertius Dominus Lunae.

Recuperare ed esaminare i fascicoli dell'Ordine dell'Equilibrio sul suo conto non le aveva fornito più informazioni di quelle pubblicamente note. Terzogenito dell'ultimo imperatore di Hedea, Tertius aveva trascorso l'infanzia lontano dalla scena pubblica per via della sua salute cagionevole, condizione di cui neanche l'Ordine conosceva i dettagli.

A sedici anni aveva già subìto tre lutti in famiglia: il fratello maggiore quando ne aveva tredici, lo zio Osvaldus – per tutti l'Imperatore Folle – dopo averne appena compiuti quindici e infine il padre, alla vigilia della nascita della Repubblica di Sayfa. Sebbene avesse mantenuto il titolo di principe per un tempo brevissimo prima che l'Impero crollasse, era così che il popolo continuava a chiamarlo e riconoscerlo. Alcuni lo avevano denominato Principe d'Inverno, per la guerra contro il regno di Secim che aveva diviso in due l'Impero, portando alla sua caduta; altri preferivano appellarlo Principe Triste, per le morti e la solitudine che avevano accompagnato la sua infanzia.

Il profilo che era stato tracciato su di lui dall'Ordine lo ritraeva come un ragazzo viziato, vanesio e superbo, che aveva annegato la sua sofferenza nel lusso, crogiolandosi nello status di cui la sua famiglia ancora godeva. Sontuosi gala, tecnologie roumberghiane all'avanguardia e gioco d'azzardo erano solo alcune delle dissolutezze con cui era solito intrattenersi, eppure la sua fine abilità oratoria lo aveva reso un personaggio apprezzato dall'opinione pubblica.

Non era dotato di abilità degne di nota o spiccata intelligenza, ma aveva una naturale propensione per la politica che gli aveva permesso di scalare in fretta i vertici della repubblica, facendosi eleggere come Rappresentante della regione di Hedea in Consiglio a soli ventinove anni. Se il suo lignaggio fosse da considerarsi una spinta o un freno era difficile da definire. Erano molte le voci che sostenevano la sua candidatura, ancora fedeli all'idea della corona, ma erano altrettante quelle che chiedevano ai Lunae di astenersi dalla politica.

Chloe detestava entrambe le posizioni, ma non era la logica dietro le ideologie dei sayfani ad avere importanza per la missione. C'era qualcuno che sosteneva che l'Impero sarebbe risorto, conquistando ciò che restava del continente: quella era la voce verso cui l'Ordine tendeva le orecchie, attivandosi per soffocarla. Per quanto lo scenario fosse improbabile, avrebbe tenuto gli occhi aperti affinché quell'evenienza diventasse impossibile da concretizzarsi.

Villa Augusta non veniva più chiamata Palazzo Lunare, come quando era la residenza imperiale, ma restava una costruzione di indiscussa magnificenza. La colossale struttura a ferro di cavallo era circondata da immensi giardini, dove i boschetti del perimetro esterno lasciavano il posto a ordinate sequenze di cipressi. Aiuole fiorite e tappeti erbosi, bordati da cespugli e siepi potate ad arte, si alternavano nel parterre a specchi d'acqua e fontane circolari, intersecandosi in scenografiche decorazioni marcate da sentieri di ghiaia.

Una moltitudine di statue angeliche di pietra bianca spiccava tra la colorazione accesa dei fiori. Si diceva fossero posizionate in modo da replicare le costellazioni più note, ma Chloe non avrebbe saputo dire se fosse vero o no: si era accucciata sul ramo di un grosso faggio, trovando riparo tra le fronde, ma non era abbastanza in alto per confermare l'esattezza di quel disegno.

Ogni Solares i cancelli venivano aperti al pubblico ed era possibile visitare i giardini, ma nei giorni feriali come quello le uniche figure che si aggiravano all'esterno della Villa erano le guardie private dei Lunae e i giardinieri, insieme a qualche sporadico domestico. Chloe setacciò la zona fino a contarli tutti, appuntando su un piccolo taccuino il loro numero e le loro mansioni, poi passò oltre. Sarebbe arrivato il momento di studiare i loro movimenti con più cura, ma preferiva occuparsi prima dei luoghi e poi delle persone.

Corse con lo sguardo fino all'ingresso, preceduto da un complesso di fontane che raffigurava la progressione delle fasi lunari, poi alzò gli occhi verso la Villa, una maestosa costruzione di pietra bianca e argento che splendeva come un diamante sotto i raggi del sole. I bracci laterali si innalzavano in tre piani sorretti da robuste colonne con capitelli decorati, le mura arricchite da rilievi prominenti e i fregi saturi di sinuosi orpelli. Le finestre avevano le forme più disparate, dagli archi a tutto sesto alle vetrate circolari, e piccole riproduzioni angeliche si stagliavano sulle balaustre che circondavano le terrazze. A rompere l'equilibrio era il blocco centrale, dall'insolita base circolare e protetto da una cupola a tegole chiare, che ospitava un osservatorio nella sommità.

Chloe non aveva ancora abbandonato il perimetro, eppure si sentiva soffocare. Ogni cosa, dal più piccolo dei fiori al più evidente degli altorilievi, era stata costruita e modellata per imporre una meraviglia opprimente, come Ianteh amava definirla, capace di abbagliare per eccesso di bellezza. Non c'era luogo in cui l'occhio potesse riposare, schiacciato sotto il peso degli ornamenti vorticanti e dai vividi colori del giardino, e Chloe si ritrovò costretta a sollevare lo sguardo per rifugiarsi tra le tenui sfumature bianche che sporcavano l'azzurro del cielo estivo.

Villa Augusta aveva cambiato nome, ma era ancora il simbolo di tutto ciò che l'Impero aveva rappresentato: un potere straordinario mascherato da magnificenza, che nonostante tutto si ergeva ancora a dominare incontrastato sulla città.

Chloe scosse il capo, tornando a guardare le terrazze. Ne scelse una sul lato est e assottigliò lo sguardo per metterla a fuoco quanto più possibile, poi sollevò un braccio. Tese le dita come a voler raggiungere la balconata e cominciò a muoverle piano, descrivendo un cerchio a mezz'aria; il Sihir scivolò tra le sue mani e le pizzicò i muscoli, accarezzandola come capelli sottili che sfiorano la pelle. Chloe immaginò di avvolgere quei fili invisibili tra le dita, afferrandoli e torcendoli fino a sdrucire l'essenza stessa dello spazio, e la realtà si squarciò di fronte ai suoi occhi accartocciandosi in un vortice oscuro. I contorni frastagliati si ingrandirono sempre di più, inghiottendo lo spettro visibile tra le sue spire, e quando il varco fu abbastanza grande Chloe lo attraversò.

Con un singolo passo si ritrovò a camminare sul terrazzo di Villa Augusta, lasciando che il portale si chiudesse alle sue spalle. Si accovacciò per sfiorare la pietra bianca della pavimentazione con i polpastrelli, richiamando a sé il Sihir per disegnare un cerchio vorticante tra le sue dita. Questa volta, l'oscurità si aprì per concedere visione di ciò che stava sotto. Chloe agitò una mano e il varco si spostò, mostrando differenti zone della stanza al piano inferiore fino a che non fu evidente che non vi era nessuno all'interno.

Chloe si calò all'interno del vortice, aggrappandosi ai bordi per far penzolare le gambe prima di lasciarsi cadere sul tappeto. La camera in cui si era ritrovata doveva essere una delle stanze per gli ospiti: era troppo piccola e impersonale per appartenere a uno dei Lunae, sebbene quelli non fossero i termini più corretti per descriverla. Era abbastanza spaziosa da poterci danzare e tutti i suppellettili seguivano lo stile imperiale, districandosi in linee curve e ghirigori decorativi in un frastornante intreccio di bianco e argento, seta lucente e legno chiaro. Chloe era solita tracciare degli schizzi come supporto alla sua memoria durante ogni perlustrazione, ma c'erano così tanti dettagli che non avrebbe saputo da dove cominciare.

Abbozzò linee leggere di quella che sarebbe diventata una piantina, poi sfruttò i vortici per spostarsi nella stanza adiacente. Una camera da letto pressoché identica alla prima, come previsto; una residenza così grande doveva possedere un'infinità di stanze per gli ospiti, ma Chloe avrebbe comunque dovuto controllarle una per una e cercare piccole differenze da poter sfruttare per distinguerle. Doveva disegnare nella sua mente un'immagine molto chiara del luogo che voleva raggiungere con i suoi portali, se non aveva modo di vederlo. Senza un Aggancio, un particolare unico su cui concentrarsi, il rischio di creare un vortice nella stanza sbagliata era troppo alto.

Chloe si spostò furtiva di stanza in stanza, vagando come uno spettro in quell'ala vuota. Le leggere vesti bianche da Tessitrice le fasciavano busto e gambe senza fruscii di stoffe, e con il cappuccio calato sul capo e la maschera di tessuto a coprire il viso chiunque non avrebbe scorto di lei che un paio di occhi neri. L'obiettivo però era non farsi vedere, perciò si assicurò di controllare i corridoi attraverso una coppia di portali-spia. Tenne il varco d'uscita vicino a sé, facendo danzare le dita per muovere quello d'ingresso oltre le pareti. Quel piccolo vortice restituiva solo l'immagine del luogo e non poteva spingersi troppo lontano, ma in compenso non richiedeva esose quantità di Sihir.

Il mal di testa che martellava contro le tempie le suggeriva che il suo corpo non sarebbe riuscito ad assorbire l'energia mistica ancora a lungo. No, non il suo corpo; i muscoli guizzavano di energia e non avvertiva il senso di spossatezza che l'avvicinarsi dell'Affaticamento portava con sé, ma la vista cominciava a farsi meno definita e la concentrazione le scivolava via dalle dita, ingarbugliando i fili di energia mistica che cercava di manipolare. Chloe si addestrava ad usare Maelstrom da quand'era bambina, ma più teneva aperti i portali e più la sua mente si alienava, fino a perdere contatto con la realtà.

Ignorava quale fosse la motivazione. Non si conosceva Dotai che avesse mai manifestato simili problemi, e persino i Monaci della Vita e quelli della Conoscenza non avevano risposte. L'unica teoria in merito era quella del suo mentore: Chen-Yi sosteneva che i vortici di Maelstrom distorcessero lo spazio attraverso la dimensione in cui esistevano gli Dèi, e la mente di Chloe non era in grado di sopportare a lungo quell'esposizione.

Che fosse vero o no, decise di interrompere la perlustrazione. Aveva setacciato l'intero piano dell'ala est ed era ancora provata dal viaggio di andata e ritorno da Jiyu che il recupero dei fascicoli aveva richiesto. Poteva concedersi di tornare a casa, per mangiare e riposare.

"E stare con Brycen."

Chloe si morse il labbro, liberando l'aria in un lento sbuffo. L'idea di riuscire a trascorrere con lui il pomeriggio le alleggeriva il petto, ma non poteva permettere che offuscasse il suo giudizio. Si sarebbe ritirata perché aveva ispezionato una porzione accettabile della Villa e aveva bisogno di recuperare le forze, solo quello; sarebbe stato rischioso continuare, con la testa che sembrava intrappolata tra due mani in procinto di spappolarla e i pensieri che si assottigliavano in idee sempre più confuse e distanti. Nessuna procrastinazione, solo un accettabile compromesso.

Nient'altro.

Piegò le dita per recidere il flusso di Sihir, ma l'ombra di un movimento la fermò; era riuscita a scorgerlo solo con la coda dell'occhio, ma qualcuno aveva attraversato la visuale del portale-spia. Chloe roteò il polso per inclinare quello nel corridoio e inquadrare un giovane uomo dai folti ricci color platino che dava le spalle al suo vortice. Non era necessario vedere il suo volto per riconoscerlo, dato che indossava un aderente completo bianco dalle rifiniture argentate. Nessun servitore, nessuna guardia e nessun visitatore si sarebbe mai permesso di indossare quei colori a Villa Augusta. Solo Tertius.

"Ma perché sei al terzo piano?" Chloe spinse con cautela la mano in avanti, ordinando al portale-spia di seguire quel movimento. "Non ci sono che camere per gli ospiti e sale vuote o inutilizzate, in quest'ala."

Tertius era guardingo. Avanzava furtivo, guardandosi attorno più del necessario. Si limitava a fugaci occhiate a destra e sinistra, ma Chloe decise comunque di liberarsi del portale-spia. Dubitava che scorgere una bizzarra macchia scura e vorticante sospesa a mezz'aria non avrebbe allarmato l'ex principe.

Chiuse gli occhi, sospirando mentre il suo accettabile compromesso sfumava via. Nessuna giustificazione poteva reggere di fronte a un atteggiamento così sospetto, perciò ingoiò l'amarezza e richiamò il Sihir con un gesto della mano, sfruttando Maelstrom per tornare sul tetto. Si affidò ai varchi sul terrazzo per tenere d'occhio i movimenti di Tertius, confidando che non alzasse lo sguardo al soffitto.

Accucciata sulla pietra bianca, Chloe seguì Tertius dentro una delle camere, osservandolo quietarsi dopo aver chiuso la porta alle sue spalle. L'ex principe mosse qualche passo all'interno, poi si fermò di fronte allo specchio della toletta per ravvivare i capelli e lisciare le pieghe della giacca. Pochi istanti dopo, la porta si aprì di nuovo: una domestica dai ricci neri fece il suo ingresso in piccoli passi, avendo cura di chiudere la porta dietro di sé. Sistemò il grembiule sui fianchi pieni e ridacchiò, poi corse tra le braccia di Tertius che subito la accolse in un appassionato bacio.

"Tutto qui?" Chloe sfarfallò le ciglia, osservando la coppia divorarsi le labbra a vicenda. "Al principino piace intrattenersi con la servitù. Proprio l'informazione segreta che stavo cercando."

Uno sbuffo leggero sfuggì dalle sue labbra, e quando Tertius affondò le mani sotto la gonna della domestica Chloe roteò gli occhi, chiudendo il portale.

"Mi spiace, ma penso che per oggi salterò lo spettacolo."



Un caloroso benvenuto al personaggio che sono certa diventerà il vostro preferito :')

Le nubi attorno ai segreti di Chloe cominciano a diradarsi, a cominciare dal suo nome: qualcuno aveva trovato bizzarro che un personaggio di ispirazione asiatica avesse un nome inglese? Ecco spiegata la ragione XD

Avremo modo di conoscere meglio l'Ordine dell'Equilibrio, non temete. Ma per adesso: secondo vuoi che intende dire Chloe quando si è definita "incompleta"?  👀 E cosa rappresenta "Chloe"? Una semplice copertura? Di certo, Chen-Yi non sembra molto d'accordo...

Tertius, nel frattempo, non sembra portare grosse sorprese. Ma d'altronde siamo solo all'inizio: ci rivelerà qualcosa di particolare oppure no?

Nel dubbio, ci rivediamo al prossimo capitolo~

No, purtroppo Maelstrom non consente di cambiarsi d'abito, 
ma ho solo voluto giocare un po' sul dualismo Kiyoko/Chloe!

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