Capitolo 10 - Senza più esitazione
Brycen pettinò a lungo i capelli, avendo cura di intrecciare due ciocche laterali prima di raccogliere il tutto in una coda alta. Senza Mari o i domestici ad aiutarlo non era in grado di replicare le complesse acconciature intrecciate che la sua gente amava sfoggiare nelle occasioni formali, ma quel compromesso non gli dispiaceva.
Scelse il più semplice tra i suoi completi, un bunad blu notte dalla stoffa arabescata. A Zima sarebbe stato un abbinamento quotidiano, ma gli abiti più formali avevano colori sgargianti e decorazioni eccessive per i canoni della repubblica. Non rinunciò tuttavia ad avvolgere un fazzoletto bianco attorno al collo, come richiedeva la tradizione di un corteggiamento ufficiale. Brycen aveva menzionato a Chloe quell'usanza, tempo addietro. Non aveva idea se la rammentasse o se avrebbe notato quel dettaglio, ma il sorriso si fece più ampio mentre sistemava il nodo, facendo scivolare le estremità sotto la giacca.
Corteggiare ufficialmente Chloe. Non riusciva ancora a crederci.
Secondo i canoni del galateo che Zima imponeva per la circostanza, aveva già sbagliato tutto. Sua madre l'avrebbe rimproverato per il modo in cui Brycen l'aveva invitata, lamentandosi della sua sfrontatezza nel proporre addirittura una cena, e sarebbe svenuta se avesse saputo che Brycen era stato sul punto di baciarla prima ancora di una dichiarazione formale. Quando le aveva rivelato di essersi dichiarato a Bethelie, sua madre l'aveva costretto a tacere la notizia e mantenere le apparenze di un corteggiamento fatto come si conviene prima di annunciare il loro fidanzamento, per evitare che i vicini spettegolassero sul loro conto.
Uno sbuffo divertito gli sfuggì dalle labbra, poi si distesero in un sorriso di sollievo. Era liberatorio non dover più sottostare a norme sociali così oppressive, c'erano molte cose che Brycen amava nelle tradizioni zimee, ma era liberatorio. Il bunad, le trecce, il fazzoletto bianco... non era più costretto a indossare nessuna di queste cose, ma non era costretto neanche a rinunciarvi.
La carrozza che aveva noleggiato raggiunse l'appartamento di Chloe allo scoccare delle lancette. Lei lo attendeva già in strada, con i capelli raccolti in uno chignon basso e il viso truccato per accentuare la forma a mandorla dei suoi occhi. Stretto attorno al collo da un collarino, l'abito che indossava ricadeva sul seno in un elegante drappeggio di stoffa bianco perlaceo, lasciando scoperte le spalle dritte e mettendo in risalto le linee toniche della muscolatura. Era così corto da superare a malapena la metà della coscia; scandaloso e sfacciato, lo avrebbero definito a Zima. Brycen lo trovava bellissimo. Non c'era niente di volgare in lei, anche se far scivolare lo sguardo sulle sue gambe fu sufficiente a infiammargli il viso.
Chloe gli corse incontro, e come riuscisse a essere tanto aggraziata con tacchi così alti e sottili era per lui un mistero. Sussultò di sorpresa quando posò gli occhi sul mazzo di primule bianche che Brycen le offrì in dono, afferrandolo con cura.
«Oh Dèi, sono—»
«Sbagliati. Ne sono consapevole» la interruppe Brycen. «Avrei dovuto portarti delle rose, o magari dei tulipani, ma la primula è il fiore della primavera, sboccia scacciando il gelo. È sufficiente osservarne una per sentire il calore del sole e l'odore dell'erba fresca, vedere i colori che Beyled ha donato al mondo. La guardi e sai che non importa quanto lungo o rigido sia stato l'inverno, perché è finalmente giunto al termine e tutto tornerà nuovamente a prendere vita. Perciò ho pensato... Le ho trovate appropriate.»
Chloe distese le labbra in un sorriso più dolce. «Le trovo magnifiche. Grazie.»
Quando avvicinò i fiori per annusarne il profumo, uno spruzzo di rosso le tinse le guance. Era un'espressione così rara da scorgere sul suo viso che Brycen restò a osservarla per qualche istante, rapito, prima di invitarla a salire sulla carrozza.
Chloe tentò di indovinare la meta lungo tutto il tragitto, offrendo nuove ipotesi ad ogni svolta, fin quando il cocchiere non imboccò una via che la portò a trasalire.
«Brycen» lo chiamò, stringendosi al suo braccio. «Abbiamo sbagliato strada?»
Lui allungò lo sguardo fuori dal finestrino, poi scosse il capo. «No, non direi.»
«Ma qui in fondo c'è solo il Rojo en la Noche.»
«Sì, esatto. Siamo quasi arrivati.»
«Per gli Dèi, sul serio?» Chloe strabuzzò gli occhi. Lo stupore aveva reso la sua voce così acuta che Brycen non riuscì a trattenere uno sbuffo divertito. «Non ci credo che è stata una decisione improvvisata. Come hai fatto a prenotare un tavolo al Rojo in giornata?»
«Il merito è della marchesa Antina» spiegò Brycen mentre la carrozza si fermava. «Il ristorante è tecnicamente di sua proprietà, sebbene abbia affidato a terzi la gestione. C'è sempre un tavolo riservato a suo nome e le ho chiesto la cortesia di cedermelo, per ricambiare un favore.»
«Che hai fatto per meritarlo?»
«Suo figlio è stato mio allievo.» Brycen le offrì il braccio, aiutandola a scendere dalla carrozza. Fece cenno al cocchiere di ripartire e si incamminò con lei verso il ristorante. «Due anni fa l'ho aiutato con l'acquisizione della proprietà di una Cava di Sihir a Zima: stava per fare un pessimo affare, ma sono riuscito a fermarlo in tempo e a dirigerlo verso qualcosa di più conveniente. Edna insiste da allora per sdebitarsi e ho pensato che questa fosse una buona occasione. Non ho fatto nulla di particolare.»
«Scherzi? Hai evitato che perdesse non so quante migliaia di Lunari, forse persino milioni! Non lo definirei nulla di particolare» disse Chloe, stringendo il bouquet al petto in un ampio sorriso. «E così stiamo davvero andando al Rojo. A Mindy verrà un infarto quando lo verrà a sapere.»
Varcato l'ingresso, il profumo di spezie e vino li avvolse. La vivace melodia suonata da un quartetto d'archi accompagnò i loro passi all'interno del locale, molto più grande di quanto l'esterno facesse pensare. La struttura ottagonale si innalzava in linee morbide di ampio respiro, ospitando un soppalco che si affacciava su una pista da ballo centrale. Le pareti erano dominate da ampie vetrate alte fino al soffitto, alternando scene di paesaggi dai colori vividi a motivi floreali come voleva lo stile classico notranese. L'alternanza con tendaggi scuri e serpeggianti decorazioni in ferro battuto creava un ambiente armonioso e raffinato, arricchito dai cespugli che scivolavano giù dalle balconate del soppalco e dall'edera che invece si arrampicava sulle colonne. Dal soffitto a volta e dalle pareti pendevano una moltitudine di lampadari scuri, con piccole Pietre di Sihir incastonate lungo i bracci ad alimentarli. La luce, però, era la vera protagonista: il vetro colorato le donava una tendenza rosso-arancio che avvolgeva l'intera sala nell'atmosfera soffusa di un tramonto estivo, a cui il ristorante doveva il suo nome.
«È ancora più bello di quanto immaginassi» disse Chloe, guardandosi attorno mentre un cameriere li scortava al tavolo. «In effetti, non dovrei essere così sorpresa. Se esiste qualcosa che la Marchesa riesce a non criticare, dev'essere sicuramente una meraviglia.»
«Un motivo in più per fidarsi del suo giudizio» concordò Brycen, liberandole il braccio. «A sua detta il cibo merita tanto quanto lo spettacolo offerto dalla sala. Pare che la cucina sia molto peculiare: mescola elementi della tradizione notranese ai sapori più caratteristici di Hedea. Ordina ciò che preferisci, ovviamente. Stasera sei mia ospite.»
Chloe scosse il capo. «Sei gentile, ma pagherò la mia parte. Non devi sentirti obbligato a offrire solo perché sei un uomo, checché ne dicano le usanze sayfane. A Jiyu non esistono regole così stupide.»
«Non perché sono un uomo, quello non mi interessa» la corresse Brycen. «Sono stato io a invitarti e ho scelto il posto di mia iniziativa, senza consultarti: questo fa di te mia ospite.»
«Ah, ora capisco! Non sono le usanze sayfane, ma quelle zimee.»
«Molti dettami dell'ospitalità zimea sono eccessivamente rigidi, lo ammetto, ma questo lo trovo ragionevole. In aggiunta, ho piacere a farlo. Nessun obbligo.»
«D'accordo, ma secondo le vostre regole la prossima volta sarà il mio turno di ricambiare. Non sperare che me ne scordi, tesoro.» Chloe si avvicinò, la voce ridotta a un sussurro. Sfiorò le estremità bianche del fazzoletto con le dita, tirandole fuori dalla giacca per disfarne il nodo. Il suo sorriso si fece più ampio quando glielo sfilò per legarselo attorno al collo, come facevano le donne zimee quando accettavano un corteggiamento. «Lo sai che non dimentico mai nulla.»
Brycen la osservò a bocca aperta mentre si sedeva, sentendo il cuore accelerare i battiti nel petto. I suoi tentativi di formulare una risposta si ridussero a balbettii confusi, così decise di prendere posto a sua volta, nascondendo il viso caldo di imbarazzo dietro il menù.
«Ho un'idea! Ti va di fare un gioco?» disse Chloe, tirando giù il libriccino per incrociare il suo sguardo. «Ordiniamoci la cena a vicenda. Scegli tu cosa mangerò stasera, io farò lo stesso con te.»
«Da quanto ho sentito dire da Edna, potrei consigliare—»
«No, non "consigliare": non devi dirmelo prima. Ordinalo e basta!»
«E se dovessi scegliere qualcosa che non ti piace?»
«Beh, mi pare ovvio» sospirò Chloe, sollevando uno dei calici per rigirarselo tra le dita. «Ti verserò addosso un bicchiere di vino nella più totale indignazione. Un classico.»
Brycen liberò uno sbuffo divertito. «Sarà sufficiente non ordinare vino, allora.»
«Non pensarci nemmeno, è fuori discussione» lo ammonì Chloe puntandogli il calice contro. «Suvvia, dopo tutto questo tempo ti sarai sicuramente fatto un'idea sui miei gusti, no?»
Brycen lasciò vagare lo sguardo, indeciso. L'occhio cadde di nuovo sul fazzoletto bianco e sentì il cuore distendersi di una gioia che faticava a contenere, guizzando di vitalità nel suo petto. «E sia.»
Chloe fu la prima a decidere. Chiuse il menù mentre Brycen stava ancora consultando i primi, sfoggiando un sorriso furbo. Quando il cameriere arrivò a prendere le loro ordinazioni, sollevò una mano per ottenere la precedenza.
«Per cominciare un Antipasto di mare, poi Spaghetti all'anguilla affumicata e finocchietto selvatico. Adori i piatti di pesce più di ogni altra cosa» disse, lanciando uno sguardo d'intesa a Brycen. «Come secondo direi Bocconcini di rana pescatrice con arancia candita, ma è possibile averlo senza crema di fave? È allergico.»
Brycen strabuzzò gli occhi. «Come fai a saperlo? Non mi pare di averlo mai detto.»
Chloe scrollò le spalle. «Quasi dimenticavo il dolce: uno strudel. Di pere. Con quanta più uvetta possibile.»
Chiuse il menù, porgendolo al cameriere in un sorriso compiaciuto. Sembrava che lo stesse invitando a smentirla, certa che non avrebbe potuto farlo. Nei suoi occhi lampeggiava una vittoria che credeva di avere già in pugno.
«Ah, capisco. Non è un gioco, è una sfida» mormorò Brycen, lanciando un'ultima occhiata al menù prima di consegnarlo. «Funghi al chorizo e rose di avocado, Risotto alle mele con pancetta croccante e a seguire Petto di faraona con cereali soffiati e spuma di radicchio.»
«Sembrano particolari.»
«Sono specialità uniche della casa. Se ti impedissi di assaggiarle, ho l'impressione che dovrei temere più di un singolo bicchiere di vino versato addosso.»
Chloe annuì, soffiando una risata leggera. «E il dolce?»
«Millefoglie ai frutti di bosco.»
«Troppo ovvio. Banale, direi.»
«Vero, ma ami i frutti di bosco più di quanto odi le cose banali.» Brycen sfoggiò un sorriso sicuro, ricambiando quello sguardo di sfida. Chloe lo soppesò per un istante, infine piegò le labbra in un'espressione compiaciuta.
«Lascio scegliere a te il giusto abbinamento» aggiunse Brycen, allungandole la carta dei vini. «Questo è il tuo campo.»
Chloe sfogliò il fascicolo con cura, ma non restò indecisa a lungo: «Una bottiglia di Nebbiachiara Riserva di Notrano del 508, per cominciare.»
Brycen inarcò un sopracciglio. «Per cominciare?»
«Non sappiamo ancora che fine farà, dopotutto. Un bicchiere per ogni boccone che non mi piace è tanto vino sprecato, potrebbe servirne dell'altro..»
«Oh, certo. Solo per precauzione.» Brycen rise, congedando il cameriere.
Puntò lo sguardo sul quartetto d'archi quando riconobbe un ritmo familiare, e subito si alzò in piedi. Sistemò le pieghe della giacca e si schiarì la voce, affiancandosi a Chloe.
«C'è un motivo per cui ho scelto questo posto, oltre che per le entusiaste recensioni di Edna: una volta hai detto a Lorenzo che ti sarebbe piaciuto danzare a un gala. Non abbiamo l'Alba Aeternam e questo non è un gala, ma se vuoi... possiamo ballare.»
Allungò la mano destra verso di lei, offrendole il palmo. Lo sguardo di Chloe lampeggiò di stupore, poi il suo debole sorriso si fece più ampio e le illuminò il volto.
«Ho una confessione da fare, però: non so ballare, non questo genere di cose» disse, afferrandogli la mano per mettersi in piedi. «Cos'è questo?»
«Valzer. Non temere, i passi base non sono difficili da imparare.»
«Allora mi affido ai tuoi insegnamenti, professore.»
Chloe si esibì in un leggero inchino, lasciandosi guidare verso la pista da ballo. Gli offrì le braccia e Brycen le mostrò la postura corretta, posizionando la mano sinistra sotto la sua spalla mentre teneva la destra stretta nella sua. Sorrise, impacciato e felice come un ragazzino, mentre lei lo guardava carica di un entusiasmo tale da non riuscire a tener ferma la testa, che faceva dondolare a tempo di musica. Se le avesse lasciato le mani, Brycen era certo che avrebbe cominciato a volteggiare per la sala pur senza conoscere un singolo passo, lasciandosi trascinare dalla musica.
«Come prima cosa, si inizia spostandosi all'indietro. Immagina di muoverti all'interno di un quadrato, muovi il piede destro di un passo, poi il sinistro in diagonale. Si conclude con il destro che raggiunge il sinistro, tornando a piedi uniti, e si effettuano i medesimi movimenti specchiati: piede sinistro avanti, piede destro in diagonale, riunisci e sei al punto di partenza.» Brycen la invitò con un cenno a guardare i loro piedi, accompagnandola mentre eseguiva quei passi. «La seconda cosa da tenere in considerazione è il tempo. Il valzer ha un tempo di tre quarti, a livello pratico vuol dire che devi contare fino a tre. Qualunque sia il brano, una volta compreso il suo tempo non avrai nessuna difficoltà. Chiudi gli occhi e ascolta: un-due-tre, un-due-tre... Lo senti?»
«Oh, credo di aver capito. Il tempo si conta fino a tre, i passi sono sei...»
«Esattamente.» Brycen le sorrise. «Ora non resta che combinare le cose. Sei pronta?»
Chloe annuì, drizzando il busto per sistemare la sua postura, e Brycen diede il segnale d'inizio con un leggero cenno del mento. Contò per lei fin quando non la vide sollevare lo sguardo e rilassare i muscoli. Chloe non aveva la scioltezza dell'esperienza, ma cancellò presto ogni strafalcione e lo seguì senza più necessità di guardarsi i piedi o tenere il tempo ad alta voce. Brycen le spiegò come effettuare una giravolta in entrambi i sensi, poi la guidò lungo la sala trasformando quello schema di passi in un'ampia rotazione che li portò a spostarsi in cerchio sulla pista da ballo.
«Sei davvero un'ottima allieva.»
«E pensa che sono sui tacchi» ricordò lei, ridendo. «In confronto a te, però, io sono un tronco. Quando hai imparato a ballare?»
«A dodici anni. Solitamente i bambini imparano prima di quest'età, ma mia madre usò la scusa di un malanno per nascondere il mio Naru: serviva qualcosa per giustificare la mia temperatura corporea e la salute cagionevole era una buona idea.»
«Molto furba. Se dovessi sospettare che qualcuno sia un Dotai, di certo non sceglierei qualcuno di malato» convenne Chloe. «Perciò, ricapitolando: hai un Naru, sai suonare l'organo, balli il valzer, sei esperto nell'oratoria... Hai altri talenti che tieni nascosti?»
«Non li ho tenuti nascosti... A parte Subsidence, in effetti.» Brycen stropicciò le labbra in una smorfia. «Banalmente, non è mai capitata l'occasione di parlarne o mostrarli prima. Ammetto di non farci molto caso. Dal mio punto di vista è qualcosa di ordinario, fa solo parte della mia educazione. Un po' come lo sport per i bambini di Sayfa.»
«Sai, non lo dici mai troppo chiaramente, ma... ogni volta che parli della tua vita a Zima non mi sembra quella di una persona ordinaria.»
«Non sono nobile, se è questo che chiedi.»
«Bel tentativo, ma so che la nobilità non esiste a Zima, non così come la intendiamo noi. Qualcuno mi ha spiegato bene il concetto.» Chloe sollevò un sopracciglio, allungando un sorriso furbo. «Dimmi, piuttosto, quanto lontano vivi dal centro cittadino?»
«Parecchio.» Brycen abbassò lo sguardo, umettandosi le labbra. «Vivo nel settimo anello. La mia famiglia ha accumulato ricchezze grazie ai possedimenti di alcune Cave di Sihir.»
«Allora non è solo con la lingua che hai aiutato il figlio dell'ex marchesa. Ti hanno insegnato come si gestisce una Cava o qualcosa del genere?»
«Non esattamente.» Brycen spinse la mano contro la sua scapola, il segnale per cambiare la direzione di danza. «Sono l'eredità di mia sorella, non la mia: è lei quella che ha dovuto apprendere come si amministrano. Però—»
«Però hai comunque studiato insieme a lei» completò Chloe, seguendolo in quel volteggio senza distogliere lo sguardo. «Non sei il tipo di persona che si lascerebbe sfuggire l'occasione di imparare qualcosa, anche se apparentemente inutile.»
«Apparentemente è la parola chiave. Come vedi ho ragione a credere che la conoscenza non sia mai fine a se stessa, ho seguito noiose lezioni di economia...» Brycen si concesse la pausa per una semplice giravolta per tornare a seguire il naturale senso di marcia. «... e ora siamo qui a ballare. Singolare il modo in cui le due cose siano connesse tra loro.»
«Uno splendido esempio di effetto farfalla. A Jiyu però lo chiamiamo "Equilibrio del caos". La realtà—»
«La realtà è mantenuta in equilibrio da meccanismi di causa-effetto innescati dalla casualità degli eventi, talvolta imprevedibili ma costantemente connessi.»
«I miei complimenti, professore! Vedo che ti sei preparato a dovere» disse Chloe, imitando un marcato accento lasyardeo. «Che altro c'era nella tua educazione?»
Brycen ci pensò su per qualche istante. «L'istruzione maschile è domiciliare, indirizzata all'apprendimento del mestiere di famiglia o focalizzata sull'attività pratica. Le materie artistiche, umanistiche o scientifiche sono prerogativa femminile, perciò vengono solo sfiorate. Offre solo vaghe basi di storia, arte, letteratura, matematica, disgraziatamente anche poesia.»
«Non ti piace la poesia?»
«Detesto la poesia. È il mio tofu» ammise con uno sbuffo divertito. «Avrei dovuto imparare a tirare di spada, ma potrei aver utilizzato la mia presunta malattia come giustificazione per evitare sia quello che la caccia, sebbene sia stato comunque istruito all'uso dell'arco. In compenso, sono piuttosto bravo a cavalcare.»
«Quello so farlo anch'io, e anche molto bene. Non sai che voglia avrei di mostrartelo.» Chloe lo squadrò da capo a piedi mordicchiandosi il labbro inferiore, poi lasciò sfumare quell'espressione in un sottile divertimento. «C'è una scuderia, sulle colline. Potremmo andarci insieme un giorno di questi e noleggiare due cavalli per fare una passeggiata.»
«Volentieri» sussurrò Brycen, allungando il sorriso. «Dunque anche tu hai talenti nascosti.»
«Non li chiamerei veri e propri talenti. Mi piace sperimentare, quindi so fare un po' di tutto e un po' di niente. Ad esempio, anche io conosco il dialetto di Lasyard. In realtà conosco tutti i dialetti di Sayfa.»
Brycen strabuzzò gli occhi «Tutti?»
«Beh, i maggiori: lasyardeo, notranese, hedeanto, qualcosa in kauti... Molta gente li parla ancora, non l'hai notato al bar?» disse Chloe, sfarfallando le ciglia. «Inoltre è impossibile parlare con Louis senza conoscere il dunier: non solo i nomi dei Naru, tutti i termini tecnici nella sihirlim sono in dunier.»
«È davvero sorprendente.»
«Sì, lo penso anche io. È buffo che la lingua ufficiale scelta dalla comunità scientifica di Sayfa sia l'unica a non essere originaria di Sayfa.»
«No, parlavo della tua conoscenza in ambito linguistico. Li chiamiamo dialetti, ma sono idiomi a tutti gli effetti. Che tu sia riuscita a impararli, persino il minimo indispensabile, è straordinario.»
Chloe alzò le spalle. «Che posso dire? Sono brava con le lingue.» disse soltanto, sghignazzando di un divertimento che Brycen non riuscì a cogliere. «Con te ad insegnarmi, vedrai che tra qualche mese potremo persino parlare in zimeo.»
«Ti avverto, sono piuttosto severo come insegnante.»
«"Brycen" e "severo" nella stessa frase? Ora sì che sono davvero curiosa.» Chloe gli lanciò uno sguardo intrigato. Di nuovo quella nota ironica: forse era qualche gioco di parole che non era in grado di comprendere? «Vediamo, cos'altro non sai? So rammendare, montare una tenda e accendere un fuoco, fare diversi tipi di nodi, giocare a latreo...»
Brycen arricciò le labbra. «Preferisco la punea. Il latreo è sopravvalutato.»
«È la tua scusa per quando ti batterò?» Chloe gli lanciò uno sguardo di sfida. «Ti ricordo che conosco molte tecniche di autodifesa: non ti conviene litigare con me, ti pentiresti di aver saltato le lezioni di scherma.»
«Se sei realmente in grado di sconfiggere Nosh, non avrei avuto speranze in ogni caso.»
Brycen la fece roteare un'ultima volta, intuendo la conclusione del brano. Riprese subito posizione, ma la musica che il quartetto cominciò a suonare lo portò ad aggrottare la fronte.
«Non mi sembra valzer» disse Chloe, assottigliando gli occhi e mormorando un-due-tre a fior di labbra, cercando di coordinarsi ad un tempo che non riusciva a trovare.
«Non lo è, infatti. Credo sia tango.»
«Puoi insegnarmelo?»
«Non so ballare il tango.» Brycen sbuffò una breve risata. «Balliamo polka e mazurka, ma decisamente non ci insegnano il tango.»
«Oh beh, allora c'è poco da fare» sussurrò, facendosi più vicina. «Ci toccherà guardare gli altri e improvvisare.»
«Sarebbe un disastro» sospirò Brycen, spostando lo sguardo sulle altre coppie. La pista si era svuotata di alcuni ballerini e ne aveva guadagnati altri, ma tutti danzavano con esperienza. «Non mi dispiacerebbe imparare, ma non sono rapido nell'apprendere come te. Temo di non essere bravo a improvvisare.»
«Vorrà dire che sarai tu a seguire me, questa volta.» Chloe si avvicinò ancora, sfiorandogli il petto. Le labbra sottili erano piegate in un sorriso provocatorio, lo stuzzicava con lo sguardo, pronta per una nuova sfida. «Coraggio, professore! Sei riuscito a creare una nevicata, un ballo potrà mai essere più difficile?»
Brycen schiuse le labbra, incapace di emettere alcun suono. La sua timidezza fu rapida a suggerirgli valide reazioni per rifiutare: rischiavano di rendersi ridicoli di fronte all'intera sala, avrebbe potuto pestarle i piedi o farla cadere, e dubitava che un ballo così passionale come il tango fosse adatto a lui.
Ma c'era qualcosa, in Chloe, che scalfiva la sua cautela. Non riusciva a dire di no a quello sguardo, non voleva dire di no. E si ritrovò a sorridere, più intrigato da quell'idea di quanto ne fosse intimorito.
«D'accordo, allora.»
Cominciarono a volteggiare come se fosse un gioco. Chloe cercava di imitare le altre dame e Brycen assecondava le sue richieste, seguendo le sue movenze con una disinvoltura che non sapeva di avere. Rise con lei, lasciandosi trascinare in quei passi scoordinati, finché le parole si persero nella musica e la complicità della danza assorbì i suoi pensieri.
Non esisteva altro che Chloe, il suo sorriso ammiccante e l'abito che sfavillava a ogni giravolta come tempestato di stelle. Sentiva il tocco delle sue dita che gli sfioravano il collo, il profumo di fiori e miele che aveva spruzzato sulla pelle, e tutto il resto non era più importante. Era tutto svanito, perso nelle profondità dei suoi occhi.
Brycen la fece roteare tra le braccia, sostenendola in un casqué mentre la musica dell'ennesimo brano volgeva a termine. La strinse a sé mentre si rialzava; il suo viso così vicino al suo che riusciva a sentire il suo respiro sul collo. Le sue braccia avvinghiate attorno al busto. Il suo sguardo sembrava chiamarlo e le sue labbra...
La baciò. Un tocco morbido e breve, naturale conclusione di quella danza, piacevole più di quanto avesse mai osato immaginare.
Poi il resto del mondo tornò. I pensieri gli affollarono la mente trascinati da nuove note e la consapevolezza straripò in un'ondata di imbarazzo che lo investì con violenza.
«Mi dispiace» balbettò, prendendo le distanze. «Non volevo essere maledu—»
Chloe gli afferrò il volto tra le mani e lo zittì premendo le labbra sulle sue.
«A me non dispiace affatto.»
Brycen trattenne il fiato quando Chloe gli accarezzo una guancia, poi il mento, sfiorandogli le labbra con il pollice prima di sporgersi di nuovo verso di lui. Nessuna vergogna sarebbe riuscita a frenarlo dal cogliere quell'invito, e un nuovo bacio prosciugò qualunque incertezza.
La accolse tra le braccia quando lei allungò le sue per circondargli il collo, lasciandosi trascinare dai dolci movimenti della sua bocca. Non era da lui; non così in fretta, non con tanto ardore, per giunta in pubblico. A Zima un simile comportamento avrebbe generato uno scandalo. Brycen riusciva persino a sentire i sussulti sconvolti, i commenti di disappunto, le dita accusatorie puntate contro di lui come se qualsiasi cosa facesse fosse sbagliata.
Non gli importava.
Voleva soltanto assaporare le labbra di Chloe un altro po', sentire il suo respiro mischiarsi al suo, stringerla a sé come se fosse sufficiente a concedergli la libertà. Doveva esserlo, perché era così che si sentiva: svincolato da ogni turbamento, come un uccello finalmente in grado di spiccare il volo.
Gli antipasti erano già stati serviti quando fecero ritorno al tavolo, ma nessuno dei due se ne rattristò. L'atmosfera aveva assunto un tono del tutto diverso. Forse era solo la sua impressione, ma Brycen non ricordava di aver mai mangiato così bene, di aver bevuto del vino così buono o di essere mai stato così felice. Sembrava che lui e Chloe si conoscessero da sempre e al tempo stesso che fosse la prima volta. Parlarono di qualunque cosa attraversasse la loro mente, ordinarono altro vino, danzarono tra una portata e l'altra. Chloe cercava spesso la sua mano, intrecciando le dita alle sue, e Brycen l'afferrava senza più esitazione.
Aveva ancora il sorriso sulle labbra quando la carrozza li riportò a casa di Chloe. Scese dal veicolo insieme a lei, offrendosi di accompagnarla al portone, ma lei si aggrappò al suo braccio con tanta foga da farlo barcollare. Chloe scoppiò a ridere mentre Brycen si accasciava contro il muro, in cerca di sostegno mentre il mondo oscillava di fronte ai suoi occhi.
«Non dirmi che sei ubriaco!»
«No» disse Brycen, rimettendosi in piedi. Sbatté gli occhi, ma il vicolo sembrava ancora acquoso, dai contorni doppi e sfocati. «Solo un po' alticcio, forse.»
Chloe rise di nuovo. «È comunque un sì.»
«Chiunque lo sarebbe, considerando quanto abbiamo bevuto.»
«Io sto benissimo.»
«Tu sei una barista. Non è un paragone equo.»
«E quindi? Otteniamo la resistenza all'alcol come abilità speciale quando veniamo assunti?»
«Dico solo che non è equo.»
«Che mi dici di Mindy? Lei regge a malapena due bicchieri.»
Brycen ci rifletté su per un attimo. «Lei è una pasticcera, più che una barista. Quindi non conta.»
«E tu sei uno zimeo, anche questo non conta?» lo punzecchiò Chloe, stretta al suo braccio mentre avanzavano. «Credevo che per voi fosse impossibile ubriacarsi.»
«Certo che non lo è, ognuno ha i suoi limiti. Tranne, forse, mio cugino Edvokin: la sua è una soglia sorprendentemente alta.»
«O forse è la tua ad essere sorprendentemente bassa.»
«E tu sei sorprendentemente bella.» Brycen sbuffò una risata, passandosi una mano sul viso. «Za sem' tsvetov. Era terribile, banale e sdolcinato.»
«Ormai l'hai detto, io me lo tengo. Mi è servita un'ora per scegliere come vestirmi, quantomeno ne è valsa la pena!»
«Non parlavo del tuo aspetto» la corresse Brycen, fermando il passo quando raggiunsero il portone. «Beh, anche, sei... sei stupenda, Chloe. Ma quello che voglio dire è che sei la persona più bella che abbia mai conosciuto.»
Brycen si spostò di fronte a lei, sistemandole un ciuffo sfuggito allo chignon dietro l'orecchio. Era così graziosa, con i fiori bianchi stretti al petto e quel sorriso sulle labbra che gli faceva venire voglia di baciarla ancora.
«Volevo dirtelo, quel giorno, che sono innamorato di te. Che non riesco a... L'ho dimenticato, Chloe. Ho dimenticato come fare a guardarti senza pensare che ti amo.» Brycen allargò un sorriso sghembo. L'aveva detto davvero? L'alcol avvolgeva la sua mente in un fumo leggero che mescolava i suoi pensieri, rendendolo incapace di distinguere le parole nella sua testa da quelle che venivano fuori dalle sue labbra. «Con te mi sento bene come non mi sentivo da anni. Sei così piena di vita, così luminosa... Brillante. Sì, brillante è la parola giusta, perché sei anche intelligente e spiritosa, brilli di pura luce e io sono come... un prisma, io sono un prisma. Quando siamo insieme mi mostri l'arcobaleno, e... Oh Beyled, non è così che dovevo dirlo.» Si passò una mano sul viso, sbuffando una risata imbarazzata. «È persino più sdolcinato di prima. Sono pessimo in queste cose.»
«Non sei pessimo, sei adorabile.» Chloe rise e gli sfiorò il viso, scostando alcune ciocche di capelli lontano dagli occhi.
Brycen non ricordava di aver mai visto un'espressione così bella. La sua gioia era così autentica e profonda da non riuscire a contenerla. Sembrava una bambina intenta a scartare il suo regalo di compleanno, scoprendo che era quello che aveva sempre desiderato.
«Neanch'io ci riesco più, sai? Ti vedo e penso che sono innamorata di te, non posso farne a meno. A quanto pare siamo due sdolcinati.» Chloe sospirò, facendosi più vicina. Aveva uno sguardo così intenso da fargli mancare il fiato. «Non sai da quanto tempo aspetto questo momento.»
Brycen posò la mano sulla sua. «Scusa se ci ho messo così tanto.»
Cercò le sue labbra in un bacio lento, e poi altri ancora come se fosse necessario per vivere. Sussultò quando sentì la lingua di Chloe sfiorargli le labbra, ma l'alcol e l'euforia spensero quello stupore in un istante: rilassò i muscoli in un sospiro e lasciò che si insinuasse nella sua bocca, così ebbro del suo sapore che neanche l'imbarazzo riusciva a raggiungerlo.
«Che ne diresti di salire a casa mia?» sussurrò Chloe tra le sue labbra. «Metto i fiori in acqua, ti preparo un caffè...»
«Ti ringrazio, ma non è necessario. Sono più lucido di quanto possa sembrare» disse Brycen in un soffio divertito. «Inoltre non sono certo che sia realmente utile in questi casi, temo che potrebbe persino peggiorare la situazione.»
Chloe sbattè le ciglia, tirandosi indietro. Lo guardò come se avesse parlato in un'altra lingua e per un attimo Brycen temette di averlo fatto, ma poi gli occhi di Chloe si spalancarono.
«Oh, Dèi. Stai dicendo sul serio. Tu pensavi che...» Scoppiò a ridere di nuovo, abbandonando la fronte contro il suo petto. «Oh, Dèi!»
«Ho detto qualcosa di strano?»
«No, scusa, è colpa mia» disse Chloe, lasciando scemare quell'ilarità in un sorriso. «Il mio era un modo di dire, ma è ovvio che non si usa a Zima... Voi neanche ce l'avete, il caffè! Quello vero, intendo.»
Brycen chiuse gli occhi, scuotendo il capo in un sospiro. «Perdonami, fatico a seguirti. Forse non sono davvero così lucido come pensavo.»
Chloe gli accarezzò la guancia, e il suo sguardo si tinse di tenerezza. «Non fa niente, te lo spiegherò un'altra volta. Restiamo un altro po' qui, ti va?»
Sfiorò ancora una volta le sue labbra e Brycen annuì, perdendo interesse per ogni altra cosa. Non si preoccupò neanche di controllare l'ora, né ebbe la tentazione di prendere in mano l'orologio; Chloe era tra le sue braccia. Tutto il resto poteva aspettare.
Ci voleva un po' di scioglievolezza, voi che dite? ♥ Ormai avrete già capito che Zima è un posto ✨meraviglioso ✨, ma Brycen non è il tipo di persona che rifiuta qualcosa "per principio". Tra le tradizioni della sua terra ci sono anche cose che è fiero di portare avanti, e spero che le chicche che lascio qua e là possano piacervi :3
Dall'altro lato, Chloe toglie il freno e tira fuori tutta la sua sensuale sfacciataggine, che ovviamente Brycen NON NOTA MANCO PER SCHERZO. Aumenta il conto delle allusioni che volano sulla testa di quel povero ragazzo, ma lo amiamo anche così xD
Cosa ne pensate di questo appuntamento? Vi aspettavate qualcosa di diverso? Siete morti per eccesso di zucchero? Fatemi sapere nei commenti!
Ora i nostri due protagonisti sono una coppia, ma non pensate che sia finito tutto qui: Bluebird è un romance un po' atipico ed entrambi hanno un bel po' di strada da fare... Ad esempio, non dimentichiamoci che la nostra signorina qui ha una certa missione da svolgere 👀
Qui sotto vi lascio due disegni del primo bacio tra Chloe e Brycen! Purtroppo sono un po' vecchiotti e fanno riferimento al capitolo pre-revisione, quindi il loro abbigliamento e le acconciature sono differenti da quelle effettive :') Magari un giorno farò un re-draw, chissà!
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