Blue Push
Mi guardo intorno nel disperato tentativo di trovare una via di fuga: impossibile! L'unica porta si trova alle mie spalle e presto verrà varcata da quegli esseri immondi che mi danno la caccia...
Mi muovo con circospezione in questa specie di caverna tenebrosa e dalla strana forma circolare, per non urtare contro le spesse mura che mi circondano.
L'ansia è alle stelle. Il cuore mi martella rumorosamente in petto per la paura e per la corsa.
So perfettamente di aver commesso un errore colossale nel precipitarmi qui da sola, ma è stato più forte di me. Dovevo salvare quei bambini a ogni costo! Il nostro futuro!
Mai avrei immaginato, però, di ritrovarmi quel raccapricciante scenario di devastazione dinanzi agli occhi! Sono arrivata troppo tardi! Sono morti, ormai, e gli altri stanno lottando altrove... che senso ha restare? Devo fuggire via di qui e SUBITO!
Posizionare gli ultrasuoni lungo tutto il percorso per depistarli è stata una bella idea, un ottimo diversivo, ma non abbastanza geniale ed efficace da ingannare loro: i Mietitori!
Hanno sempre cercato di ostacolarmi e di condurmi da lui, questo misterioso Hollow, ma il mio team mi ha sempre protetta...
Sento i loro passi sempre più vicini e sono pure disarmata... come farò a fronteggiarli?
Frugo nelle tasche e vi trovo solo una cosa: il mio Lapis.
L'osservo come se lo vedessi per la prima volta e poi ho un'illuminazione: magia!
Quella vecchia volpe di Kayah, effettivamente, aveva previsto che mi sarei ritrovata nei guai (ordinaria amministrazione) e ha inserito il Blue Push per i casi di emergenza.
Non so cosa sia, ma so come azionarlo e cosa fare ora!
Stringo forte nella mano il Lapis e, col calore della mia pelle, si illumina, sprigionando un notevole fascio di luce. Ciò mi permette di rischiarare un po' questo luogo oscuro e mi metto subito all'opera. Posiziono la punta rossa del Lapis sul pavimento in pietra su cui mi trovo e vi disegno sù un cerchio abbastanza ampio da poterci stare dentro.
Perfetto! Questo potrebbe funzionare. Ne oltrepasso la circonferenza e illumino le pareti per capire cosa siano quegli strani simboli, ma non ho più tempo per concentrarmi su quanto mi circonda: sono arrivati!
Individui dalle lunghe tuniche nere, incappucciati fino al mento e dall'aria sinistra, si muovono silenziosamente, circondandomi.
Un attacco circolare, è questo il loro piano!
Con una velocità e una prontezza di riflessi a me sconosciute mi do un forte slancio e salto nel cerchio rosso, non prevedendo, però, il brusco atterraggio. Inevitabilmente mi sbuccio le ginocchia e le mani, ma è il problema minore.
I Mietitori si liberano delle loro tuniche e li vedo: occhi rossi come il sangue puntano il loro sguardo famelico su di me e zanne lunghe e affilate come lame brillano nelle loro bocche: Vampiri! Avrei dovuto capirlo dal modo in cui erano state trucidate quelle povere creature innocenti e dal fallimento del mio piano con gli ultrasuoni che non erano dei semplici Mietitori, accidenti!
Li osservo attentamente. All'apparenza sembrano normali (seppur Vampiri), ma il loro sguardo vacuo mi fa intuire che qualcosa in loro non va. Infatti sono — come dire? — guidati come marionette da un individuo (coperto dalla testa ai piedi da una lunga tunica rossa), che resta avvolto nell'oscurità della caverna e impartisce ordini in un'altra lingua.
Ho ancora tra le mani il Lapis, che continua a emanare potenti bagliori intorno a me, e lui, distaccandosi dal gruppetto e venendo verso di me, allunga un braccio con il palmo della mano aperto e rivolto in su, intimandomi di consegnarglielo, ma io non voglio farlo. Voglio tenerlo per me, è l'unica arma che possiedo.
Guidata dalla curiosità, dalla paura e — sì — dall'adrenalina, guardo oltre le loro terrificanti figure e mi soffermo sulle mura della caverna, concentrandomi su quei simboli.
Vi leggo la scritta "DISTRUGGERE!" , ma la lingua utilizzata non è la mia. Malgrado sia una lingua strana, antica e a me sconosciuta, riesco a capirla perfettamente, ma non a soffermarmici a lungo sopra perchè le marionette mi balzano addosso.
D'istinto mi accovaccio (riparandomi la testa con le braccia) e, nel panico totale, grido a squarciagola un sonoro:
«No!»
Qualcosa viene rumorosamente scaraventato contro le pareti: i vampiri che mi hanno appena attaccata!
Ancora scossa per l'accaduto mi guardo la mano: il Lapis adesso è di color rosso fuoco, come una piccola fiamma allungata.
Ho appena assistito a una sorta di Poltergeist e non so come ciò sia stato possibile. Sono solo una comune umana!
Non posso fare a meno di notare, però, che la linea rossa è un po' più sbiadita a seguito del loro attacco. Neanche il tempo di riflettere sul da farsi, ché un altro gruppo di vampiri si avventa su di me.
Stavolta resto immobile, pronta a tutto, e lo vedo: una specie di scudo rossastro si innalza intorno a me (una barriera, in effetti) e fa rimbalzare all'indietro anche questo secondo gruppo di vampiri, scaraventandoli malamente sulle pareti e uccidendoli.
Ora mi è tutto chiaro: il Lapis è impregnato di Aconitum, un'erba micidiale per i vampiri... ecco il perchè ha questo devastante effetto su di loro!
Sento accendersi in me un barlume di speranza per la mia salvezza, ma le mani del tizio incappucciato mi distolgono dai miei pensieri.
Le avvicina, con estrema e studiata lentezza, al viso e — sollevando il cappuccio — lo scopre poco a poco, mostrandomi dei lineamenti perfetti: una mascella volitiva; labbra da baciare (zanne a parte); pelle diafana e liscia come il marmo — in netto contrasto con i suoi folti e castani capelli lisci — e due meravigliosi occhi verde-blu dalle sfumature grigiastre che si fissano nei miei. Potrei annegarci in quei penetranti e magnetici occhi del color dell'oceano...
Il mio cuore tamburellante salta un battito. Ormai lo vedo chiaramente, mentre mi si avvicina cauto, come un predatore che ha puntato la sua preda...
«Phil...» sussurro, sgomenta e in fibrillazione.
Deve essersi accorto anche lui del mio shock, visto che mi rivolge un sorriso trionfante, mentre mi sussurra due melodiose parole: «Ciao, gattina!»
Avverto una pugnalata dritta al cuore e lo stomaco mi si contrae.
Quel vampiro bellissimo e letale è il mio Phil, il ragazzo che amavo e che credevo morto a seguito di un terribile incidente...
«Come... sei proprio tu?! Perché?» domando sconnessa, la mente completamente in palla.
«Per te, amore mio. Ricordi? Insieme per sempre...» mi risponde lui mesto, come se fosse la cosa più naturale e logica del mondo.
Vedo gli altri vampiri mettersi in posizione d'attacco, pronti ad affiancare il loro Leader (ormai l'ho capito: è lui, Hollow!), ma un suo cenno della mano li fa arrestare sul posto.
Adesso è a un passo da me, sempre sorridente, ma senza ombra di calore nel suo sguardo limpido e oceanico. Lo vedo inginocchiarsi ai miei piedi e spolverare a mani nude ciò che resta del cerchio, cancellandolo completamente. Nulla! Ne è immune.
Non posso fare a meno di chiederglielo: «Come hai fatto? Sei un Vampiro...»
«No, gattina. Sono IL VAMPIRO, è diverso. Sai perché mi chiamano Hollow? Perché è associato al nero, il colore dell'oscurità e dell'abisso e perché ricorda black-hole, un buco che in sè tutto racchiude e nulla in superficie lascia riemergere. Io assorbo tutto, appropriandomene. Per questo riesco a toccare l'Aconitum senza rimanerci secco. Certo, sarebbe stato più complicato se l'avessi dovuto ingerire, ma ormai non ha alcuna importanza. SEI MIA!» e, con queste parole, mi afferra per un polso e mi stringe a sé.
Il contatto col suo corpo, gelido come la Morte, mi fa rabbrividire.
Mi annusa avidamente il collo, come a imprimersi nella mente l'odore della mia pelle o — peggio — come se stesse assaporando già con l'olfatto un succulento bocconcino di carne prelibata e al sangue...
La sua pelle emana un odore intenso, pungente e travolgente, ma non so cosa sia. Non ho tempo per rifletterci su o per inspirarne ancora, perché lui mi si avvinghia al corpo, tenendomi ferma la testa...
Poi le sento: le sue zanne affondano nel mio collo, in profondità. Un dolore lancinante mi priva quasi della facoltà di pensare o di capire cosa stia succedendo e calde lacrime mi scivolano lungo le guance.
Phil, o ciò che resta di lui, mi sta privando della linfa vitale e sento le forze abbandonarmi, ma non abbastanza. Leggo nuovamente la scritta "DISTRUGGERE!" sulle pareti e capisco...
Premo il pulsante sul Lapis, una sola volta, e una specie di coperchio si solleva in automatico: so cosa fare. Avvicino, lentamente, il Lapis alle labbra e ne ingoio il contenuto. Ne bastano solo poche goccine per entrare in circolo... Aconitum nel sangue!
Phil comincia a tossire e molla la presa sul mio collo. Mi guarda sconvolto, ma io gli sorrido calorosamente e agonizzante.
Mi avvicino a lui e gli dico: «Per sempre!» prima di baciarlo e premere due volte il pulsante.
Un'esplosione.
Il Blue Push è stato attivato e ha funzionato.
Ora, ciò che ne rimane, è solo una polvere fitta e scura e due cuori riuniti nelle Tenebre...
Per Sempre!
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