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James si allontanò e cominciò a scendere le scale.

Non stanno più insieme? Ma che diavolo, li lascio da soli una notte e succede il finimondo?!

Scesi anche io le scale, lo seguii nell'auto che ci aspettava di fronte al portone di Amber. Salimmo, lui a destra e io a sinistra e partiamo per chissà quale posto.

"Dove stiamo andando?" Chiesi.

"Dovresti saperlo." Rispose, freddo. Sospirai. Per fortuna mi ero portata l'agenda con i suoi impegni da Amber, così la presi dalla borsa e la aprii alla pagina di quel giorno.

Shooting fotografico, Baker St., 10:30, recitava l'agenda.

"Abbiamo uno shooting in Baker Street." Sentenziai.

"Esatto, e tra quanto?" Guardai l'orologio al polso di Jamie.

"Venti minuti." Venti minuti?! Ma quanto cavolo ho dormito?!

"Esatto." Tu non hai scritto da nessuna parte i tuoi impegni, come diamine fai a sapere dove dobbiamo andare?

"Come fai a saperlo? L'agenda ce l'ho io giorno e notte." Gli chiesi, riponendola nella borsa.

"È uno dei pochi impegni che mi ricordo." Rispose, avvicinandosi e sfiorando le mie labbra con le sue. Lo allontanai, tenendo due dita sulle sue labbra.

"Perché non state più insieme?" Chiesi. Mi resi conto che fargli questa domanda, ma parlare di Anne in generale, mi dava fastidio, e parecchio.

"Abbiamo litigato." Disse, allontanandosi e guardando fuori dal finestrino.

"Mi disp..." Non mi lasciò finire.

"Non..." disse, con un tono di voce parecchio alto, che mi fece abbassare immediatamente lo sguardo. "Scusa, credevo mi volessi chiedere il motivo per cui abbiamo litigato." Beh, in realtà volevo, ma non mi sembrava corretto.

"No, volevo solo dirti che mi dispiace."

"Non fa niente." Il suo però non era un "fa niente" sincero. Lo vedevo che stava male, e vederlo così faceva star male anche me. Continuava a guardare fuori, con la mano appoggiata al mento. Era bellissimo quando era così, perso nei suoi pensieri con il mondo che scorreva fuori dal finestrino, con i suoi bellissimi occhi azzurri che non riuscivano proprio a fermarsi su un punto fisso al di fuori di esso. Restammo così, io a guardare lui che guardava fuori dall'auto, finché Luke, l'autista, non ci avvisò che eravamo arrivati. Fuori dall'auto ci aspettava un edificio a cinque piani, sede, oltre che di parecchie altre aziende, anche dello studio fotografico dove si sarebbe tenuto il servizio di James e la successiva intervista insieme ad alcuni membri del cast di Apocalypse. Entrammo nell'edificio e salimmo al terzo piano, dove ci aspettavano già i fotografi, una marea di gente e la bellissima e bionda Jennifer Lawrence. James andò verso di lei e si scambiarono un bacio sulla guancia. Non riuscii a sentire quello che si dissero, ma sentii chiaramente il fotografo che sbraitava dall'altra parte dello studio di accompagnare la sua "stella del set", ovvero il mio capo, nel suo camerino perché si cambiasse. Non appena finì di dare ordini a destra e a manca nemmeno fosse la regina Elisabetta, si avvicinò a me. Inutile dire che era davvero uno strano soggetto, si capiva dal modo in cui vestiva. Maglietta azzurro fosforescente e gilet verde lime, abbinati a un paio di jeans e un paio di stivaletti neri. Per non parlare dei capelli: una cresta viola. E ho detto tutto.

Okay, se questo tipo non è gay io sono Rihanna.

Quando fu a mezzo metro da me mi porse la mano e sfoderò un sorriso, almeno quello era bello da vedere.

"Ciao tesoro!" TESORO?! "Tu devi essere l'assistente di James, Erika se non sbaglio. Ma certo, non potresti esse e altro se non la sua assistente, sua moglie non è di certo bella quanto te!" Disse questa frase alla velocità della luce, stringendo e scuotendo la mia mano.

Ma che gentile, era da un po' che qualcuno non mi faceva i complimenti. Però cerchiamo di essere normali, e cerchiamo di non sembrare sul punto di denunciarlo per lesioni alla quiete pubblica o ad Erika Watney.

"Salve, sì, sono Erika." Lasciò la mia mano d'improvviso, quasi ne fosse disgustato, ma feci finta di non accorgermene e gli sorrisi.

"Bene cara, quello è il set della shooting" disse, indicando in modo molto vanitoso alle sue spalle "se vuoi avere un posto in prima fila per vederci all'opera ti consiglio di trovare immediatamente uno sgabello libero!" Avevo già visto Jamie fare dei servizi fotografici, ma non c'era mai stata tutta questa gente. Non me lo feci ripetere due volte e mi avvicinai al limitare del set, dove a semicerchio intorno alle sceneggiature erano stati disposti una discreta quantità di sgabelli e sedie alte. Mi sedetti su una sedia alta, poco dopo mi accorsi che Jennifer si stava sedendo sulla sedia accanto a me.

"Ciao Erika!" Disse, una volta seduta e voltatasi verso di me.

"Ciao Jen, come stai?" Chiesi.

"Bene grazie, sono solo un po' stanca."

"Stanca? Ma non sei qui in vacanza?"

"Anche. Ho un sacco di cose da fare qui, appena abbiamo finito con l'intervista devo già scappare da un'altra parte." Rispose, sorridendo. La cosa che mi piaceva di lei era lo spirito con cui affrontava ogni giorno gli impegni di cui da costellata la sua agenda: sempre con il sorriso. Venimmo interrotte poco dopo, quando il fotografo chiese a tutti di trovarsi un posto in cui stare.

"Oltre questa linea gente," disse tracciando una linea immaginaria poco oltre il semicerchio di sgabelli "non deve esserci nessuno sotto i flash se non io e il bel scozzese, d'accordo?" Chiese, indicando se stesso in stile principessa. Nel giro di pochi minuti si sistemarono tutti, e solo allora mi accorsi di James, che, al centro di una scenografia con sfondo una scalinata, era vestito con una camicia bianca, una giacca nera e un papillon dello stesso colore, stessa cosa per i pantaloni. Si sistemò la giacca, poi appoggiò la mano sulla finta ringhiera di legno alla sua sinistra. Le luci si spensero e rimasero solo quelle dei flash accesi e delle lampadine sulla scenografia. James alzò lo sguardo su di me, era serio, come in quasi tutte le foto che gli facevano. I nostri sguardi si cercarono, si incontrarono e ci inchiodarono lì, io seduta e lui in piedi su un set fotografico, il resto del mondo era fuori da quel gioco di sguardi. Lui sollevò leggermente un sopracciglio e un istante dopo mi accorsi che non stavo più guardando lui, bensì il gilet verde lime del fotografo di schiena.

"Perfetto, ottimo inizio tesoro!" Disse, non appena scattò la foto. Si tolse di mezzo e mi accorsi che anche James si era reso conto solo da qualche istante che quello che stava guardando non erano più i miei occhi, bensì l'obiettivo di una macchina fotografica.

Gli scattarono molte altre foto, su uno sfondo bianco, una finta parete ottocentesca di un edificio. Ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano, io gli sorridevo e lui ricambiava per un istante, ma a un certo punto Drew, questo era il nome del fotografo da quanto mi aveva detto Jen, si accorse che James era distratto.

"Amore mio cosa c'è che ti distrae?" Chiese Drew, voltandosi nella direzione in cui Jamie aveva rivolto lo sguardo, ovvero la mia. Mi guardò. "Oh, Erika! Quindi sei tu che mi distrai James. Sei fortunata tesoro che abbiamo finito, altrimenti ti avrei sbattuta fuori." Disse, riponendo la macchina fotografica su un mobile lì vicino. Rimasi stupita dalle sue parole, ma mi ripresi quasi immediatamente. James era già andato in camerino, quando tornò Drew gli disse di avvicinarsi per vedere le foto al computer. Jamie passò accanto a me e mi sorrise.

"Vieni?" Chiese, prendendomi la mano. Mi alzai dal mio posto e ci avvicinammo al computer, a vedere le foto c'era anche Jennifer. Drew cominciò a far scorrere le foto sullo schermo, scelsero le più belle e scattarono quelle con dei difetti, una la modificarono, le applicarono un effetto in bianco e nero, ed era davvero molto bella. E il risultato... beh, il risultato fu a dir poco spettacolare.

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E ora, visto che sono cattiva, vi lascio il resto delle foto del servizio fotografico, ma solo qualcuna eh XD (Grazie internet che me le hai fatte trovare.)

Lo so, siete mezze morte, vero? Anche io vi voglio bene. Grazie per le letture miei elfi!

A presto,
~Jess

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