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Aprile 2015

"Erika che fine hai fatto?" La voce squillante di James rischiò di perforarmi un timpano mentre ero in chiamata con lui attraverso l'auricolare in stile bodyguard nero che avevo all'orecchio.

"Sto arrivando signor McAvoy, tra due minuti sono in casa." Risposi. In una mano tenevo un bicchiere di Starbucks e un sacchetto con una brioche alla crema, nell'altra un appendino con una giacca e pantaloni coordinati appena ritirati dalla tintoria.

"Dopo cinque anni mi chiami ancora "signor McAvoy"?" Chiese, divertito. Salii le scale del vialetto della casa che aveva preso in affitto a Montréal per tutta la durata delle riprese e, tentando di non rovesciare il bicchiere e non sporcare la giacca pulita, presi le chiavi nella borsa a tracolla ed aprii la porta.

"È lei il capo, signore, io faccio solo il mio dovere. Comunque, se le interessa saperlo, sono arrivata." Risposi, posando la giacca e i pantaloni sul divano dell'ingresso.

"Bene, sali pure in camera mia." Disse, poi chiuse la chiamata. Attraversai il salotto ed entrai nella gigantesca cucina, dove poggiai il bicchiere sul tavolo e tirai fuori la brioche dal sacchetto, adagiandola in un piattino che recuperai dalla credenza. Mi avviai verso le scale, quando un'antipaticissima voce mi bloccò a metà passo.

"Erika! Cosa fai?" Chiese. Mi voltai indietro, incontrando lo sguardo accusatorio della signora McAvoy.

"Buongiorno anche a lei, signora. Sto portando la colazione al mio capo." Risposi, con un falso sorriso, come facevo da cinque anni a questa parte. Non l'avevo mai sopportata. Credeva di avere chissà quali pretese su di me solo perché era la moglie di James.

"Beh, è benissimo in grado di scendere le scale e fare colazione giù in cucina, non è necessario che sali in camera."

"Oh, ehm... in realtà è stato lui a chiedermi di salire..." grazie al cielo arrivò dal piano di sopra una voce in mio soccorso.

"Anne, lasciala stare, gliel'ho chiesto io di salire. Vieni su Erika!" Urlò dalla sua camera James.

"Arrivo!" Detto ciò mi voltai nuovamente e salii le scale, soddisfatta di aver avuto la meglio su Anne. Mi diressi verso la camera di James, accanto a quella di suo figlio Brendan.
Ha scelto una casa davvero enorme in proporzione al tempo che dobbiamo passarci.

"Grazie di avermi salvata signore, le sono molto grata." Dissi, non appena entrai in camera. Non mi stupii affatto di trovare il letto da rifare e giocattoli ovunque. Mi stupii piuttosto di trovare ciocche di capelli sparse sul pavimento, a formare una scia diretta in bagno. Mi avvicinai con cautela.

"Ma che cosa... signore che cavolo è successo qui?" Chiesi, e un attimo dopo vidi la figura di James riflessa nello specchio. "Oh cielo." Dissi, affrettandomi a voltarmi dall'altra parte e appoggiando la schiena contro la porta fuori dal bagno. Da quello che avevo visto sperai che non fosse vero. "La prego mi dica che non è vero." Dissi, ad occhi chiusi.

"Coraggio Erika, non ti mangio, vieni pure." Disse lui per tutta risposta. Mi affacciai sulla soglia con ancora la sua colazione in mano, dovetti sbattere le palpebre un paio di volte per assicurarmi di non essere in un sogno. Davanti a me, di profilo e senza maglia, James si stava osservando allo specchio. Aveva un rasoio in mano e la testa completamente rasata. A quel punto lasciai da parte le buone maniere.

"James che cazzo ti è saltato in mente? Santo cielo, avresti dovuto farlo solo ad inizio agosto! Voglio vedere quante te ne diranno quando ti presenterai sul set senza capelli." Dissi, tornando in camera e posando cappuccino e brioche sulla sua scrivania.

"Volevo solo vedere come stavo." Rispose, per poi uscire dal bagno. Faceva davvero impressione, fino a mezz'ora prima lo avevo visto con i suoi splendidi capelli che gli coprivano le orecchie, un Charles Xavier perfetto, e adesso mi ritrovavo con un Charles che sembrava di vent'anni più vecchio. Prese la sua brioche dalla scrivania e l'addentò, mentre io continuavo a osservarlo. Mi fermai spesso sulle sue braccia e la sua schiena, poi mi accorsi che anche lui mi stava guardando, così distolsi lo sguardo e dopo aver pronunciato un flebile "mi scusi" uscii dalla camera. Attraversai il corridoio per il lungo ed entrai nella mia, recuperando dal mio comodino l'agenda con gli impegni di James. Tra mezz'ora bisognava essere sul set. Uscii dalla camera e rientrai in quella di James, per avvisarlo che bisognava uscire, ma venni interrotta da qualcuno che trotterellando attraversò la stanza e mi sbarrò la strada, stringendomi in un abbraccio le gambe.

"Erika!" Esclamò con la sua vocetta squillante Brendan. Quel bambino doveva avere un debole per me, mi era sempre vicino, passava quasi più tempo con me che con sua madre.

"Buongiorno Brendan." Risposi, con un sorriso. "Vieni, andiamo a salutare papà." Gli presi una mano e lo accompagnai verso la cabina armadio, dove sapevo si trovava James.

"Papà!" Strillò improvvisamente Bren, provocando un tonfo e un gemito di dolore provenienti dalla cabina armadio. Ne sbucò James che si massaggiava la testa. Non riuscii a descrivere la faccia che fece Bren quando vide suo padre senza capelli.

"Papà i tuoi capelli sono scomparsi!" Se ne uscì con questa battuta stropicciandosi un occhio con la mano, e sia io che suo padre scoppiammo a ridere.

"Non sono scomparsi, tesoro, sono qui, guarda." Detto ciò si diresse verso un ciuffo di capelli e lo raccolse dal pavimento, mostrandolo a Bren. Il bimbo lasciò la mia mano solo in quel momento per prendere il ciuffo di capelli, lo osservò un momento e poi me lo mollò nella mano prima di uscire dalla stanza.

"Non mi piaci senza capelli!" Strillò dal corridoio. Sorridemmo entrambi.

"Ora dobbiamo proprio andare. Voglio sentire la ramanzina che ti faranno i ragazzi quando ti vedranno così." Dissi, uscendo a mia volta dalla stanza.

Andiamo a farci due risate.

~~~~~~
No, non me lo sono inventato. James lo ha fatto davvero e ha usato davvero la scusa del "volevo vedere come stavo" per essersi rasato i capelli prima del tempo. L'ho letto in un intervista e allora mi sono detta: "perché non metterlo? Ci sarà da divertirsi!"

~Jess

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