XXVI
Grace non aveva dormito per tutta la notte, quantomeno era stata attenta durante le lezioni a scuola: era sconvolta. Il ragionamento seguito dal fratello, le aveva fatto udire un nome che non aveva potuto che frastornarla.
Non poteva crederci.
Ma proprio per quello, avrebbe fatto delle indagini, quel pomeriggio stesso. Ovviamente avrebbe raccontato tutto ai suoi amici e si sarebbero divisi per essere sicuri di quel che cercavano.
Quando, all'uscita da scuola, Grace raccontò loro tutta la faccenda, avevano più o meno la stessa espressione che lei aveva impressa la sera prima.
«Sei...seria?» Chiese ad un tratto Minho.
Lei annuì. «Seria ma non sicura, per questo dobbiamo dividerci e fare qualche indagine. Allora...»
Riflesse per pochi minuti, poi cominciò ad elencare le cose da fare. «Abbiamo bisogno di tutti i filmati dei negozi vicino casa di Magdalene, risalenti alla notte del primo gennaio...magari anche la sera del trentuno. Non ce li daranno facilmente, quindi magari...Minho potrebbe chiedere l'approvazione di suo padre e mostrarla di negozio in negozio. Ora...questa parte è un po' più disgustosa...bisogna recuperare le buste dell'immondizia della sua famiglia, sperando che non siano state già smaltite. Servono quelle risalenti al primo gennaio e...Minho, quando è stato bruciato il tuo stanzino?»
«Il sette dicembre.»
«Bene, allora servono anche quelle del sette dicembre. Comunque non ci sarà bisogno di aprirle, lo faremo tutti insieme...Penso che ci sarebbe utile la macchina di Shane, quindi magari andrò con-»
«Vado io con lui», la interruppe Nicholas. «Ho sempre sognato fare la caccia al tesoro nell'immondizia. E so che adesso mi dirai 'ma le apriremo insieme!', ma mi riferivo al cercare le buste», aggiunse.
Grace annuì, poi si rivolse ad Allyson. «Io e te allora andiamo a torchiare un po' la nostra amichetta», concluse con un sorrisetto maligno stampato sulle labbra.
Vendetta.
Mentre gli altri si dileguavano, Grace fece segno ad Allyson di tornare dentro l'istituto. «Ci serve il telefono della signorina Peyton...ho qualche sospetto.»
L'amica annuì e cinque minuti dopo furono in mensa. La signorina Peyton aveva già sistemato tutto ed era pronta per andar via. Era molto veloce, e poi aveva tempo dalla fine dell'ora di pranzo, rispetto agli altri collaboratori scolastici che dovevano attendere la fine delle lezioni.
«Salve care, avete dimenticato qualcosa?» Domandò con voce dolce, sorridendo.
Grace assentì. «Potrebbe farci il piacere di darci il suo cellulare? Non vogliamo privarla della sua privacy, avremmo soltanto bisogno della cronologia delle videochiamate. Anzi, magari potremmo trascriverla su un foglio e lasciarle il telefono...sa, per rispettarla.»
La donna sgranò gli occhi e fece di no con la testa.
«Suvvia, non vorrà che si sappia in giro che si porta a letto uno dei ragazzi di questa scuola!» Fece Allyson.
Lei continuò a dire di no.
A quel punto Grace perse la pazienza e tirò fuori dalla tasca la Beretta M9 che le aveva dato suo padre il giorno prima. La puntò in mezzo agli occhi della donna.
«Solo la cronologia. Dobbiamo risolvere un caso e lei potrebbe avere uno dei pezzi de puzzle. La cronologia delle videochiamate», disse scandendo bene tutte le parole.
Miranda Peyton era nel panico. «Va-Va bene...a-allora ve la stampo», disse flebilmente, porgendo il suo cellulare ad Allyson.
Grace le dedicò un sorriso forzato, poi abbassò la pistola e la ripose nella tasca dei pantaloni.
Seguirono la donna in segreteria, Allyson fece in modo di trasferire le chiamate sul computer e le stampò, poi restituì il cellulare alla signorina Peyton. «Grazie mille Miss, che non ne faccia parola, altrimenti conosce le conseguenze», le raccomandò. Lei annuì.
«Caspita Grace, abbiamo ricattato una donna», esordì Allyson ridendo, mentre camminavano verso la fermata dell'autobus.
«Non è stato poi così male», aggiunse Grace.
«Speriamo soltanto che non ci denunci per...mh...violazione della privacy, ricatto, trauma psicologico...»
Rise.
«Telefono Minho, tu puoi vedere a che punto sono Shane e Nick?» Chiese Grace. Allyson annuì.
Dieci minuti dopo, i cinque ragazzi si incontrarono fuori casa di Nicholas. Non c'era nessuno, quindi potevano svolgere le loro indagini indisturbati.
Si occuparono prima dell'immondizia. Fu un lavoro divertente quanto disgustoso. Trovarono la lametta ancora insanguinata – era il sangue di Magdalene oppure una semplice coincidenza? – e una maglia con un'enorme macchia di benzina: proprio quella che Grace cercava. Appena aveva trovato quel goccio di benzina e l'accendino, aveva subito capito in che modo fosse stato appiccato l'incendio.
Ma adesso sapeva anche da chi.
Raccolsero nuovamente tutto nelle buste dell'immondizia, tranne i due oggetti incriminanti.
Dopodichè entrarono dentro casa e, in seguito ad una lunga sessione di pulizia delle mani, nonostante avessero indossato i guanti, Minho tirò fuori il suo computer portatile e insieme osservarono per bene tutti i filmati di quella notte.
«Diamine Minho, torna un attimo indietro! Che cos'era quella cosa bianca?» Chiese Nicholas, agitato.
Minho tornò indietro e ingrandì l'immagine: era qualcuno con indosso una mega-tuta bianca. Poco raccomandabile.
Era comunque stato un travestimento molto stupido, dato che era ben visibile.
Ma un killer commette sempre degli errori che lo tradiscono.
Dopo quel filmato, guardarono tutti quelli dei negozi che andavano da quello fino a casa di Magdalene, a partire dall'orario della prima apparizione. Guardarono anche il ritorno del maledetto, che aveva già ammazzato la loro amica.
Shane gli imprecò contro.
Le videochiamate fecero da ciliegina con la torta. A Miss Peyton era bastato poggiare, ignara di tutto ciò che sarebbe successo, il cellulare alla vetrinetta del cibo, che mostrava la loro postazione, così era bastato davvero poco per sapere in che momento Grace avesse addentato la mela. L'orario della videochiamata era proprio quello di pranzo. Grace sospirò affranta. Suo fratello aveva centrato tutto.
Era proprio fortunata ad avere un fratello così.
Nicholas andò a frugare nel frigorifero – che sorprendentemente non era vuoto – e portò alcuni succhi di frutta ai suoi amici. «Scusate per la scarsità della merenda...»
Loro dissero che non aveva importanza.
«Dobbiamo elaborare un piano d'azione. Andiamo a casa sua con la mia macchina e lo convinciamo a consegnarsi alla polizia», propose Shane.
«E secondo te lo farebbe?» Chiese pigramente Minho.
«Sì, se gli puntiamo una pistola alla testa», rispose Grace con nonchalance.
«Una...una che? E poi dove dovremmo prenderla? Grace, sii un po' più realista!» Esclamò Nicholas.
«Beh, il caso vuole che ne abbia una dentro lo zaino», rispose lei con fare beffardo.
«Hai una...è del tutto normale, sì.»
«Allora che aspettiamo...andiamo! Non voglio che quell'essere rimanga in circolazione solo un'ora di più», disse Grace alzandosi.
«Aspetta...andiamo lì e...?» Chiese confusa Allyson.
«Lo incolpiamo, lo lasciamo parlare, perché avrà tante cose da dire, il tutto con la pistola puntata sulla tempia. Lo convinceremo a consegnarsi alla polizia, ma non prima esserci fatti dire che cosa significa ciò che ha scritto Magdalene», rispose Grace, più decisa che mai.
I suoi occhi saettavano. Erano pieni di rabbia e l'unico modo che aveva di sfogarsi era puntare, magari sparare, in quel momento.
-
«Quindi...ora finisce tutta l'avventura?» Disse Nicholas, scendendo dall'auto di Shane.
Grace scrollò le spalle. «Tutto è destinato a finire.»
Lui le dedicò uno sguardo malinconico, poi la precedette nella sua camminata. Gli altri erano dietro, per finire di ripetere il piano. Anche se da ripetere ci fosse ben poco.
Nicholas tenne premuto il campanello per qualche secondo, nel giro di mezzo minuto la porta si aprì e rivelò la figura del killer.
«Vi avevo detto di lasci-»
«Dobbiamo parlare», lo interruppe Nicholas, con voce ferma.
Lui lasciò che i ragazzi entrassero e li fece sedere sul divanetto all'ingresso, sperando che capissero che non avesse voglia di parlare.
Mentre lui si chiudeva alla porta alle spalle, Grace non perse tempo: si alzò in fretta dal divano e gli puntò la pistola alla nuca.
«Adesso, brutto stronzo, ci spiegherai per quale motivo hai ammazzato Magdalene», gli sussurrò all'orecchio, con una voce così dura da far venire i brividi.
Lui non si fece per nulla condizionare. Sembrava quasi che non sentisse il peso dell'arma che avrebbe potuto ammazzarlo.
Anzi, un sorriso si dipinse sul suo volto.
«Siete stati proprio bravi. Ed io che ero convinto di poter restare in libertà per più o meno tutta la vita...», biascicò.
«Ed io che credevo fossimo amici», gli rispose Grace a denti stretti.
Shane si alzò prontamente. «Devi consegnarti alla polizia, se sarai fortunato ti eviteranno l'ergastolo, o la pena di morte. Più o meno resterai dentro per...una sessantina d'anni.»
Lui rise. «Non mi consegnerò alla polizia...perché dovrei rendervi le cose facili? È così bello sapere che non esistono prove del tutto reali del fatto che quella spocchiosa non si sia suicidata!»
Grace premette di più la canna della pistola dietro la sua nuca. «Cosa ci faceva Magdalene in quel circolo pieno di matti che è riuscita a creare Natalie Ramirez? Perché l'hai ammazzata?»
«L'hai sentita, no? "Il club dei cuori infranti". Magdalene non era forse in pena per Jason? E non era arrabbiata perché una sua amica glielo stava portando via? Quasi la stessa persona che...lascia perdere, insomma, aveva tutti i requisiti per entrare: pene d'amore, tradimenti...»
Grace aveva gli occhi lucidi. «Perché l'hai uccisa», gridò.
«Sta' calma, ora ci arrivo. Le avevamo chiesto di infilare una bomba in una mela falsa, per te, e farla esplodere con un telecomando sotto il tavolo nel momento in cui l'avresti addentata. Non ha voluto. Si è pentita di essere entrata, nonappena ha sentito che ti avrebbe dovuto torcere un capello. Natalie non ha fatto tante storie, ha detto che in fondo era ancora piccola. Ma sapeva tutto e avrebbe potuto aprire bocca. E poi era una traditrice. Non aveva un vero motivo per fare parte di noi», concluse.
Allyson alzò un sopracciglio. «E qual era il tuo motivo per essere lì?»
Lui strinse i denti. «Minho», sussurrò.
«Larry...», sussurrò l'interpellato, «mi dispiace che...scusa ma...insomma, hai capito. Non sempre ci si innamora di chi...può ricambiare.»
«Sopratutto quando di mezzo c'è una put-»
La velocità con cui Nicholas si alzò e diede uno schiaffo al loro 'amico', fu fulminea. Lui però non si lasciò turbare, anzi. Porse l'altra guancia. Nicholas era sul punto di tirargli un'altra sberla, ma Grace gli bloccò il polso, cercando di calmarlo con lo sguardo.
Larry scoppiò a ridere.
«Ma la signorina Peyton...», pensò Shane ad alta voce.
«È stata solo una copertura, ah povera donna! Credeva che avessi iniziato ad amarla da un giorno all'altro», esclamò.
«Hai fatto una videochiamata con lei ad ora di pranzo per vedere il nostro tavolo riflesso dietro la sua figura...tutta quella farsa per una videochiamata», continuò Shane.
«E la tua compagna di classe che aveva combinato un pasticcio...era solo una scusa per andare a bruciare lo stanzino di Minho...infatti si dà il caso che la tua maglia - Nicholas, che era tornato a sedersi a malincuore, la tirò fuori da una busta - abbia una macchia di benzina che non sei riuscito a rimuovere.»
Larry applaudì.
«Inoltre è stato facilissimo simulare un suicidio. L'ho semplicemente ammazzata tagliandole le vene, come avrebbe fatto da sé...peccato per quella maledetta lettera e quella maledettissima lametta che ho portato con me...»
Allyson compose il numero della polizia sul suo cellulare e lo porse a Larry. «Muoviti.»
Lui, ancora girato verso la porta, ghignò.
Grace si allontanò di poco, senza smettere di puntarlo con la pistola. Aveva il polso fermo, e neppure il pensiero di uccidere qualcuno a cui aveva voluto bene la faceva vacillare.
«Al mio tre premi il tasto verde. O ti ammazzo», disse decisa. I suoi occhi erano sì, blu come il cielo, ma come un cielo solcato da un'infinità di lampi.
«Uno...»
Larry si voltò verso di lei, con un'espressione beffarda, giocherellando col cellulare di Allyson.
«Due...»
Lasciò cadere il telefono per terra, incurante del fatto che non fosse suo e che avesse una pistola puntata proprio all'altezza della testa.
«Tre!»
Grace sparò.
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Sorpresa! Alla fine ho aggiornato, contenti? Capisco cosa significa aspettare con ansia un capitolo e capisco anche cosa si provi nell'avercela con una scrittrice infame. Allora, apparte JossMcK qualcuno lo aveva capito? Ora Grace ha sparato, cosa succederà?
Piccolo appunto per non lasciarvi a bocca asciutta: mancano davvero pochi capitoli alla fine della storia!
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