XXI
L'ultima settimana di scuola fu molto piatta. Dopo l'esplosione non c'erano state più brutte sorprese se non i quadri, che per qualcuno non erano andati molto bene.
Durante la mattinata della vigilia di Natale, Grace uscì per la prima volta in auto con Kristina. Non sapeva neppure che guidasse.
Le due andarono a fare compere per il cenone della sera stessa e il pranzo dell'indomani. Inoltre dovevano ultimare gli acquisti per i regali. Per le vacanze, avrebbero ospitato in casa i genitori di Kristina e la madre di Robert, la famosa nonna Muriel.
Dopo aver fatto la spesa, le due si divisero in differenti negozi, per fare ognuna i propri regali. Grace cercò come prima cosa, un negozio che vendesse dei "Walkie-Talkie" di qualità. In seguito si dedicò ai regali per i suoi amici. Prese delle cuffie bluetooth per Minho, un paio di orecchini abbinati ad una collana per Magdalene, delle bacchette per la batteria molto sofisticate per Larry. Ridacchiò, trovandosi davanti uno scaffale con piastre per capelli di tutti i tipi, pensando di prenderne una per Shane. Alla fine optò per una felpa dei Nirvana, per cui il ragazzo andava pazzo.
Non sapeva cosa regalare a Nicholas. Poi, passando davanti una pasticceria, seppe cosa fare. Comprò una scorta di dolcetti, che pareva infinita. Acquistò una scatola dove, dopo essere tornata a casa, li ripose con cura. Aveva preso due pezzi per quasi tutti i dolci venduti nella pasticceria.
Non dimenticò di prendere una borsa per Kristina, un grembiule per Cornelia, i CD di "Star Wars" per suo padre, sì, per lui, e un ricettario per sua nonna. Aveva esaurito tutti i suoi risparmi, ma almeno aveva evitato di fare regali con i soldi di suo padre.
Grace attese Kristina nel punto in cui avevano prefisso e, mezz'ora dopo, erano già a casa.
L'abitazione era stata addobbata in ogni angolo, perfino nei bagni.
Si notava che Kristina amasse quella festività.
Grace si mise in camera sua ad incartare i regali e scrivere i bigliettini. Aprì la confezione dei "Walkie-Talkie" e ne gettò l'imballaggio, poi prese una scatola e ce ne chiuse uno. L'altro lo nascose nello zaino della scuola, perché la prudenza non era mai troppa.
Poi andò a riporre i regali per Kristina, suo padre e Cornelia sotto l'albero, mentre mise quelli dei suoi amici in un sacco: quella notte avrebbe fatto da Babbo Natale.
Si era informata sulle residenze di tutti i suoi amici e, visto che casa di Minho era molto lontana ed arrivarci in autobus le sarebbe costato due ore, pensò di lasciare il suo regalo in comune, così glielo avrebbe recapitato il padre.
Dopo pranzo, bussarono al campanello. Grace corse ad aprire e trovò sulla soglia due donne e un uomo. Una delle donne, la riconobbe subito dal suo cappello esuberante fuxia, era la sua nonna. Gli altri due, dovevano essere i genitori di Kristina.
La donna aveva i capelli biondi come i suoi, e anche gli occhi verdi. Era abbastanza alta e poche rughe solcavano il suo viso. Grace si chiese quanti anni avesse.
L'uomo invece, se non fosse stato per il naso e le orecchie che Kristina gli aveva proprio "rubato", non sarebbe stato per niente simile alla figlia.
«Entrate pure, prego», li accolse, sorridendo calorosamente.
Prese loro i cappotti e lasciò che si avvicinassero al caminetto – dal quale lei si teneva piuttosto alla larga per la sua paura – per riscaldarsi.
Pochi secondi dopo, fu subito da loro. Arrivò anche Kristina, che felice come una bimba, abbracciò i suoi genitori.
Grace si avvicinò invece prima alla nonna. «Nonna! Da quanto tempo...mi sei mancata parecchio!» La nonnina, abbracciò goffamente la nipote. Kristina si avvicinò per salutare la signora Muriel, così Grace andò verso i genitori della suddetta, nonché i nonni di suo fratello.
«Salve... io sono Grace, la figlia di Robert», disse loro, stringendo la mano ad entrambi.
«Oh, Kristina ci ha parlato molto di te, dai suoi racconti risulti...una ragazza interessante», concluse la donna, che assomigliava molto alla compagna di suo padre.
«Dimmi un po', cosa fai oltre a studiare come una forsennata?» Cercò di informarsi la donna, senza mai smettere di sorridere dolcemente.
Grace parlò della band, della sua chitarra. Fece anche un piccolo accenno ai suoi amici.
«E il fidanzatino?» Domandò la nonna.
"Era ovvio."
Era una domanda di rito, come "hai mangiato?"
«Non esiste», rispose con fare beffardo.
Muriel ridacchiò.
I signori Mellow, Christopher e Julianne, si rivelarono essere molto simpatici.
Grace si pentì di non aver pensato di comprare un regalo anche per loro.
Il pomeriggio trascorse in fretta, tra chiacchiere, risate e ricordi.
Verso le sei, Cornelia disse di dover iniziare a preparare la cena, ma alla fine anche Grace e sua nonna Muriel si unirono a lei, l'una per il piacere di imparare a cucinare, l'altra per pura passione.
Quando Kristina iniziò ad allestire la tavola, Grace si avvicinò per osservarla, incuriosita dal modo in cui ogni bicchiere o posata dovesse essere disposto.
La donna metteva un piatto fondo sovrapposto ad un piatto piano. Alla sua sinistra, sistemava, da destra verso sinistra, una forchetta da insalata, una da pasta e una da pesce. Accanto a questa, piegava un tovagliolo in stoffa. Alla destra del piatto, metteva invece, un coltello di servizio ed uno da pesce, seguiti a ruota da un cucchiaio da brodo. Sulla parte alta del piatto, dal basso verso l'alto, c'erano la forchetta da frutta, la forchetta da dolce e il cucchiaino da dolce. Infine, in alto a destra, vi erano tre bicchieri: uno per l'acqua, uno per il vino rosso e l'altro per il vino bianco.
Kristina utilizzò la stessa procedura per tutti e sette i posti, compresa Cornelia, che quell'anno era rimasta lì, nonostante fosse Natale. Cornelia era la loro "donna delle pulizie", ma in realtà li aiutava in tutto da quando lei e Robert erano andati a vivere in quella casa. Non veniva retribuita, ma abitava con loro senza dover spendere uno spicciolo per il cibo, le bollette e l'affitto.
Solitamente, durante le festività partiva per l'Inghilterra, dove risiedeva la sua famiglia, ma quell'anno aveva preferito restare con loro, sapendo che c'era una situazione diversa.
Alle otto, erano tutti a tavola, pronti ad ingozzarsi.
Il pensiero di Grace andò al suo fratellino, che era segregato in camera per motivi ignoti e non si godeva quel Natale, che per lei era quello più bello della sua vita. Le forchette si muovevano in perfetta armonia, in qualunque direzione alzasse lo sguardo, trovava qualcuno che sorrideva. Suo padre e Kristina apparivano davvero felici, ricongiunti alle proprie famiglie. Loro stessi si lanciavano dolci occhiate, che Grace non aveva mai notato nei loro sguardi.
Era tutto perfetto. Così perfetto che si aspettava di veder spuntare Natalie Ramirez dalla punta dell'albero di Natale, oppure di vederla scendere per il camino, stile Babbo Natale.
Non accadde.
In proposito dell'esplosione, Robert McKrack si era diretto infuriato alla stazione di polizia per dare inizio alle indagini e mettere al fresco il quasi-killer di sua figlia. Non era normale che in quella scuola accadessero tante cose ma non se ne scoprisse il responsabile.
O i responsabili.
La mezzanotte arrivò in fretta. I calici erano già pieni e una volta scoccata, ci fu un misto di brindisi, seguiti da auguri fatti di baci, abbracci e lacrime. Era Natale, si rinasceva.
Si rinasceva lasciandosi alle spalle tutti i pugnali che la vita aveva inflitto fino a quel momento.
Grace pregò, per suo fratello, per i suoi amici, per suo padre, Kristina, Cornelia, la nonna Muriel, i signori Mellow, quella donna misteriosa che andava a casa loro ogni mattino, addirittura per sua madre. Che chissà con chi era. Magari era da sola, o circondata da pazzi scalmanati. Forse in una discoteca, o in un letto d'ospedale.
Grace puntò i suoi occhi blu come il cielo in quelli di tutti i presenti, e ci lesse felicità, ma nostalgia, allegria, ma rimorsi. Ma meglio i rimorsi, che i rimpianti.
Era quasi l'una quando ognuno si ritirò in camera sua. Cornelia lasciò lavorare la lavastoviglie, per una buona volta.
Grace infilò tutti i doni nel suo sacco da Babbo Natale e si calò in giardino attraverso la finestra di camera sua. La sua prima destinazione fu casa di Allyson, che era la più vicina. Mise il suo pacchetto nella busta delle lettere, poi corse alla fermata dell'autobus, per dirigersi prima a casa di Nicholas, poi da Shane ed infine al comune. Percorse la stessa strada che avevano fatto qualche sera prima per andare alla festa di Lucky Bee, trovandosi fuori casa di Larry.
Scrutò il regalo destinato a Magdalene e decise di darglielo una volta tornata dalle vacanze: non voleva rischiare che qualcuno lo rubasse.
Quando tornò a casa erano le tre e mezzo.
Guardò la scatola con il "Walkie-Talkie", ma indossò il pigiama e lasciò che i sogni si impadronissero della sua mente.
Si svegliò verso le sei.
Raccolse la famosa scatola e scrisse con una grafia semplice e comprensibile "Buon Natale gufetto. Tienilo acceso e, se hai bisogno di qualcosa, premi il tasto verde."
La ragazza creò il suo solito ponte. Trovò la finestra chiusa. Con qualche sforzo, riuscì ad aprirla dall'esterno senza cadere, poi penetrò nella stanza.
Nathan dormiva beato.
Grace poggiò il pacco sulla libreria, sperando che nessuno entrasse prima del suo risveglio.
Lasciò un bacio sulla tempia al bimbo e tornò incamera sua, per dormire ancora un po'.
Venne svegliata dalla suoneria del suo cellulare, alle dieci e trenta.
Con gli occhi ancora chiusi, prese il dispositivo e rispose alla chiamata, accostando il cellulare all'orecchio.
«Pronto», disse sbadigliando, con la testa ancora nel cuscino.
«Emh Grace, non si vede niente», la voce di Allyson squillò dall'altro lato del telefono.
Grace si sedette al centro del letto, storfinanfosi gli occhi e guardando nello schermo del telefono.
Trovò i visi altrettanto assonnati di Minho, Shane, Larry, Nicholas e Magdalene. Allyson era invece più sveglia che mai, e guardava i suoi amici con aria di rimprovero.
Grace, notando tutti, fece un goffo sorriso e li salutò.
«Ma insomma, dormivate tutti! Io qui sono vestita dalle sette e mezzo!»
Shane e Magdalene risposero con uno sbadiglio.
«Buon Natale», disse Grace sorridendo.
«Buon Natale», risposero gli altri, ancora mezzi addormentati.
«Comunque...da me è arrivato Babbo Natale», annunciò Shane.
Grace ridacchiò. «Spero che vi siano piaciuti.»
«Ehi aspetta, da me non è arrivato!» Esclamò Magdalene, mettendo un finto broncio. Grace fece dondolare il suo pacchetto regalo davanti alla telecamera, facendola sorridere.
Nicholas si era addormentato.
Larry stava per seguirlo.
Minho scoppiò a ridere, sparendo per qualche secondo dall'inquadratura.
Allyson si schiacciò una mano in fronte, mentre Grace sbadigliò con nonchalance.
Shane indossò la felpa dei Nirvana sul pigiama e, dopo aver acceso la musica, si mise a ballare sul letto, simulando anche una chitarra elettrica.
«Toh, a proposito di musica», esordì Allyson. «Avete idee per un look?»
Magdalene scosse la testa, mentre Shane continuava la sua finta esibizione. Larry alzò le mani.
Grace sparì dall'inquadratura e andò a frugare nell'armadio, dove era riuscita a mettere anche i suoi vecchi abiti, poi nei cassetti.
Mostrò ai suoi amici la massa di cianfrusaglie che aveva raccolto, poi iniziò ad indossarle un po' per volta.
Mise un giubbino di jeans con degli strappi e dei bottoni in acciaio, degli orecchini a cerchio molto grandi, una fascetta che le copriva la fronte e si legava dietro la nuca.
«Che ve ne pare? Poi potremmo mettere una maglia nera da sotto e un jeans», sorrise ai suoi amici.
Magdalene alzò un pollice, facendo capire che per lei andava bene. Allyson applaudì.
«Emh...dovrei mettere quegli orecchini enormi?» Chiese confuso Shane.
Allyson alzò un sopracciglio. «Porti per caso gli orecchini?»
«No!»
«Appunto.»
Larry si alzò dal letto e sparì, ma poco dopo tornò con due piatti della batteria.
Li fece scontrare e Nicholas, che stava dormendo beatamente, sobbalzò.
«UN TERREMOTO, COSA, DOVE, AIUTO», urlò.
I suoi amici scoppiarono a ridere.
Il biondo indicò dientro di sé. «Mi stanno chiamando.»
Da lontano, si udì la sua voce. «È arrivato Babbo Natale anche da me! ODDIO, MA SONO DOLCI. GRACE, IO TI-»
Il cellulare di Nicholas si spense in quel momento.
Shane, che aveva terminato la sua performance, scrollò le spalle. «Era scarico. La sera dimentica sempre di caricarlo.»
Restarono ancora un po' in videochiamata, poi si separarono, dato che alcuni di loro dovevano ancora fare colazione.
Grace scese di sotto, salutando con un grande "buongiorno" tutti, che erano seduti sul divano.
«Ti abbiamo aspettato per aprire i regali. Oh, a proposito, stamattina te n'è arrivato uno», disse Cornelia.
«Scusate se vi ho fatti aspettare, avevano chiamato i miei amici...dove li apriamo?»
«Ma qui! Vieni Grace, aiutami a portarli tutti sul tavolino», esordì Kristina, alzandosi.
La ragazza si accorse di essersi dimenticata di togliere gli orecchini, così scoppiò a ridere. Gli altri la guardarono senza capire.
Aiutò Kristina a poggiare i regali sul tavolino e si mise per terra a gambe incrociate, leggendo le targhette e iniziando a distribuirli.
A suo padre brillarono gli occhi. «I CD di Star Wars, i CD di Star Wars!» Esultava come un bambino.
Grace gli sorrise, poi prese a scartare i suoi regali.
La nonna Muriel le aveva regalato un pigiama, per il diciassettesimo Natale di seguito, ma ne fu felice: i pigiami la tenevano più calda rispetto alle camicie da notte.
Il regalo di Kristina era un cappello con il logo dei Linkin Park, accostato a dei braccialetti ricolmi di ciondoli che andavano dal nero all'argento.
I signori Mellow le avevano regalato degli orecchini, uno a forma di stella e uno a forma di luna.
C'era un pacco enorme, era il regalo di suo padre. Lo scartò lentamente e ne uscì una splendente chitarra elettrica. Era nera, come la sua chitarra classica. Gli accordatori erano argentati, così come alcuni ghirigori.
Robert la indicò. «Dev'essere ancora accordata.»
Grace annuì sorridendo e ringraziò tutti, raggruppando i regali.
«E il pacchettino non lo apri?» Domandò la nonna Muriel, indicando un piccolo pacchetto blu.
Grace soffocò un'esclamazione di sorpresa. Lo prese e lo aprì con cura. Non aveva idea di chi potesse essere.
«È il pacco che è arrivato stamattina», le spiegò Cornelia.
Tirò fuori una collana molto sottile, con un piccolo punto luce blu.
C'era anche un biglietto.
"Fly me up on a silver wing, past the black, where the sirens sing.
Warm me up in a nova's glow, and drop me down to the dream below."
Fammi volare su un'ala argentata, oltre l'oscurità, dove cantano le sirene. Scaldami nel bagliore di una supernova, e fammi cadere nel sogno che c'è sotto.
Era una strofa della canzone dei Linkin Park, "Castle of glass".
Grace ripose il biglietto nello scatolo, confusa. Poi alzò lo sguardo verso gli altri. «Allyson.»
Tornando in camera sua per sistemare i regali, trovò una bustina sul suo letto. La aprì con cautela, temendo in un'ulteriore bomba. C'era un bigliettino, "Buon Natale".
E un pedone degli scacchi.
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