XV

c a p i t o l o
X V

Minho si trovava in una stanza buia, senza nemmeno conoscerne il motivo. A dire il vero, non sapeva neppure come ci fosse finito. Stava semplicemente cercando un bagno, quando aveva sentito il cigolio di una porta e si era ritrovato in uno stanzino delle scope. Due giri di chiave e qualche mobile davanti all'entrata, avevano sancito la sua prigionia.

Non aveva idea di come avrebbe fatto ad uscire, quindi pensò che avrebbe potuto urlare. Solo dopo essere rimasto con la bocca secca, ricordò di avere il cellulare con sè.

Telefonò a Grace, ma la ragazza, senza nemmeno notare chi fosse il mittente della telefonata, spense il cellulare.

Stava parlando a Jason di Magdalene, girandosi di tanto in tanto a fare l'occhiolino ai suoi amici. Tutto stava andando per il meglio, fin troppo.

«Vuoi vedere una cosa?» Chiese Jason ad un tratto, spegnendo la sigaretta.

Grace lo guardò confusa: poteva fidarsi? E se l'avesse chiusa in un bunker senza cibo e acqua?

"Non farlo Grace, ricorda il piano!"

«Emh...Okay, ma dev'essere una cosa veloce, in realtà vorrei tornare dai miei amici e...» si voltò verso il quartetto, che ora si era ridotto ad un trio: Nicholas era sparito. «Vado un attimo a...dirlo a loro, potrebbero preoccuparsi non vedendomi...»

Il ragazzo annuì, poi la seguì con lo sguardo mentre si dirigeva dai suoi amici. Spostò lo sguardo su Shane, lo soffermò un po' di più su Allyson e alla fine su Magdalene. Grace era caduta nella sua trappola.

Non che precisamente ne avesse architettata una.

«Dov'è finito Nicholas?» chiese allegra Grace ai suoi amici.

«Lucky Bee l'ha rapito», rispose Shane, ridendo. Magdalene e Allyson annuirono.

«Capisco...Allora, gli ho parlato tanto di te e sembra essere interessato, e non poco, anche se continua a non chiamarti per nome. Ha detto che vuole farmi vedere una cosa, magari è per farti una sorpresa», annunciò la mora.

Magdalene la guardò di sbieco, non troppo convinta. «Non so...e se...»

«Tranquilla, devi solo aspettarti una bella sorpresa!» Esclamò Grace, sincera.

«È vero, chissà cosa ha preparato per te. Penso che voglia farlo prima vedere a Grace per accertarsi che ti piaccia», sostenne Allyson. «Vero Shane?»

Ma Shane non c'era più.

«Vado un attimo a cercarlo», annunciò la rossa, indicando dietro di sè.

«Allora...vado», disse Grace all'amica, che la guardava accigliata.

«Sì, vai...» rispose l'altra, arricciando il naso, per poi fare dietro-front e sparire nella folla.

Grace la guardò confusa, poi si voltò per tornare da Jason, ma se lo ritrovò a pochi centimetri di distanza. La ragazza sussultò.

«Ehi...calma. Allora andiamo?» chiese Kess, con voce calda. Lei annuì.

«Di cosa si tratta?» chiese la mora, durante il tragitto.

«È una sorpresa. Eccoci arrivati.» Il ragazzo spinse una porta, che dava in una camera che doveva essere quella della sorellina minore di Lucky, Millie.
Chiuse la porta a chiave e fece scivolare quest'ultima dentro la tasca della giacca di pelle, per poi spostare il suo sguardo su Grace, che lo guardava senza capire.

«La tua amica...» iniziò il giovane, sedendosi sul letto e prendendo un cuscino dalla fodera rosa.

La mora non proferì parola.

«Il fatto è che di Magdalene Bukovski a me non frega un cazzo», disse deciso. «È da due anni, due anni che mi fissa senza il minimo ritegno. Penso che sappia tutto della mia vita, forse più di quanto ne so io. Il fatto è che a me non è mai piaciuta, ma nessuno cazzo, nessuno lo hai mai capito. Nessuno ha mai capito me.»

Grace non potè che continuare a guardarlo senza dire nulla, appoggiata con la schiena al muro come una bambina spaventata. Se avesse avuto un attacco di rabbia e avesse scaricato tutta la sua ira su di lei?

Jason si alzò e le si avvicinò. «Ho sempre, sempre avuto ciò che volevo. I miei genitori non mi hanno mai fatto mancare nulla. Ma lei no, lei non potevano darmela, ma neppure leila ha mai fatto uno sforzo. Non mi vuole, non mi ha mai voluto. Ho scritto tante di quelle lettere e mandato tanti di quei fiori, che i miei amici hanno iniziato a pensare che fossi uno smidollato. "Hai tutte le ragazze che vuoi, perché proprio una che nemmeno ti vede?" Perché sì, lei nemmeno mi vedeva, come poteva mai guardarmi? E sai cosa ho pensato? Se non posso avere lei, mi prendo la sua amica. Quella che piace tanto a Nicholas Warren, il tizio bastardo che ha sempre detto a lei che non ero la persona di cui poteva fidarsi ciecamente. E merda, ha sempre avuto ragione, ma per lei era diverso. Ero innamorato, come non lo ero mai stato prima. Ho sofferto, ma ora voglio che la sofferenza venga ricambiata. Non voglio aver subito tutto invano.»

Grace inchiodò lo sguardo negli occhi castani del ragazzo e dalla sua bocca non uscì che un flebile sussurrio. «Chi è lei

«Allyson Swanson.»

Grace restò a bocca aperta. Jason la schiacciò contro il muro e cercò le sue labbra, mentre la ragazza pareva essere diventata di vetro. Non riusciva a muoversi, era come trovarsi in un incubo e non riuscire a svegliarsi.

La bocca di lui si spostò sulla mandibola, poi sul collo, fino a scendere sulla spalla, mentre con le mani si divertita a toccare i fianchi, i glutei, le cosce.

Grace spostò lo sguardo sulla finestra, ancora paralizzata. Non ci riusciva, era bloccata da una forza superiore.

Ma Jason le stava facendo del male.

«Jason», sussurrò accarezzandogli la spalla.

Il ragazzo alzò lo sguardo sul suo viso, mentre Grace si avvicinava al suo orecchio, come a volergli rivelare un segreto.

«Vaffanculo.»

La mora calpestò il piede di Kess con il tacco e, dopo che gli amati riflessi fecero scostare un po' il ragazzo, gli diede una ginocchiata lì dove non batte il sole. Si affacciò alla finestra e, quando si accorse che il ragazzo, infuriato, stava per scagliarsi su di lei, saltò giù.

Per Nicholas non era stato facile liberarsi di Lucky Bee. Lo aveva seguito piangendo, ma non sembrava ubriaca, almeno quella volta.

Allora aveva cercato una stanza più tranquilla e l'aveva fatta sedere, bere dell'acqua e, forse per la prima volta, ci aveva parlato davvero.

«So che è difficile volerlo accettare...ci sono passato anche io, e Dio, ci sto passando di nuovo, ma il settanta per cento delle volte ci innamoriamo di chi non ricambia i nostri sentimenti. Non puoi trascorrere la vita cercando me e solo me, non sapendo che non fai che ferirti.» Fece attenzione a non sfiorarla perché, nonostante necessitasse di conforto, non voleva illuderla in nessun modo.

Lucky piangeva come una fontana, e Nicholas non poteva fare nulla se non stare a guardare.

È incredibile come si possa essere impotenti davanti a certe situazioni, davanti ai sentimenti. I sentimenti non possono essere comandati, nè i propri, nè quelli altrui. Sono sempre stati un grosso problema per il genere umano.

«Allora io...ti lascio un po' da sola, per riflettere meglio. Ancora auguri per il compleanno...splendida festa...» disse Nicholas, allontanandosi.

Vide una ragazza di spalle, dai capelli neri e l'abito blu cobalto: Grace.
Corse verso di lei, per essere sicuro di non avere ancora Lucky alle calcagna.

«Biancaneve, finalmente!» Esclamò.

Grace si girò verso di lui con un sorriso beffardo dipinto sul volto. «Oh Nick, da quanto tempo!»

La sorpresa di Nicholas venne esibita con un semplice e flebile sussurro. «Natalie».

«Quella stronza! E io che credevo volesse aiutarmi...ma chi vuole prendere in giro? E dovrei anche chiamarla amica una così? Ma fammi. il piacere!»

Magdalene si stava sfogando con Larry in proposito al comportamento di Grace, che a suo parere era stato ignobile. Aveva incontrato il ragazzo fuori il bagno e lo aveva trascinato con sè in cucina per parlare un po' con lui.

«A me non è mai piaciuta, quella Grace. Non capisco perché gli altri la adorino così tanto...è una cazzo di rottura. Ora si mette anche a rubare i ragazzi...non le bastano Minho e Nicholas?!» Esclamò Larry.

«Minho? A Minho piace Grace? Io credevo che facesse il buffone soltanto perché lei era "quella nuova"...»

«Già a Minho piace Grace. Ma a lei importa? No. È così egoista e...cattiva, perfida. Hai notato con quale superiorità si comporta? Diamine, la odio con tutto me stesso!»

Magdalene guardò con sguardo malinconico alle spalle di Larry. Non riusciva a guardarlo negli occhi, perché in cuor suo, nonostante quel comportamento assunto quella sera, non appoggiava il suo amico in merito a quello che aveva da dire su Grace.

Odiava doverlo ammettere, ma Larry stava sbagliando. Larry che le era sempre stato da esempio, Larry che la aiutava con i compiti di biologia, Larry che era come un fratello maggiore. Larry che era umano, e come tutti, commetteva degli errori.

«Penso che in fondo...sia buona. Magari il colpo per J domani mattina le sarà già passato, e tornerà tutto alla normalità...compreso il disinteresse di Jason nei miei confronti. Non gli piaccio, so di non piacergli. Guarda Allyson con occhi sognanti, in ogni momento in cui sono nella stessa stanza. Ma Allyson fa lo stesso con Shane. L'Amore è crudele, vero? Fa fare gesti sconsiderati, fa piangere il mattino e restare svegli la sera. Io non so spiegare l'Amore, ma penso che sia un'arma a doppio taglio. Può farti bene, quanto può farti male. Ti rende la persona più felice e più triste del mondo.»

Larry guardò il visino dolce della sua amica, annuendo. Era vero, l'Amore faceva fare gesti sconsiderati.

«Ma dove sono andati a finire tutti quanti?! Questa casa immensa poi non aiuta per niente. Ma comprare un'abitazione con meno metri quadri?» Sbuffò Shane.

L'ultima che aveva visto era stata Allyson, che poi era stata trascinata chissà dove dalla fidanzata di suo fratello, Mary.

Sentì la voce a tratti ansiosa, a tratti rilassata, del suo amico Minho, così iniziò ad urlare a gran voce il suo nome. Dei colpi provenienti dall'interno di uno stanzino delle scope gli indicarono la sua posizione. Cercò una delle tessere del supermercato di sua madre nel suo portadocumenti e con l'aiuto di alcuni movimenti tra la serratura e il telaio della porta, riuscì a liberare l'amico. Ringraziò con tutto sè stesso i tutorial guardati su internet.

«Cosa diamine ci fai qui?» Chiese, incuriosito.

«E cosa vuoi che ne sappia. Mi sono ritrovato dentro senza nemmeno sapere come...ero lì da più di un'ora, grazie a Dio sei arrivato! Spero di non essermi perso tutto il buffet...»

Shane rise. «Hai visto gli altri? Sono spariti tutti, da Larry a Grace...»

«Oh, merda. Sta succedendo qualcosa sotto i nostri nasi e noi nemmeno ce ne siamo accorti. Hai già provato a telefonarli?»

«La linea telefonica prende più sulla luna che in questa casa. Era tutto premeditato...»

«Diamine, facciamo in fretta!»

«Ti giuro che non è colpa mia! Ti prego, rilassati, così posso spiegarti con calma quanto è bastardo mio fratello.»

Allyson era stata letteralmente trascinata in un bagno da Mary, che la accusava di rapportare a Mike false voci su di lei, per farli lasciare.

«Mary, mio fratello è un vero stronzo e non ho la minima idea di come tu abbia fatto a resistergli così tanto accanto. Il fatto è che lui non ti merita! Puoi apparire una ragazza un po' perfida e superficiale, ma io ho imparato a conoscerti, anche se non ci siamo mai parlate molto. Posso assicurarti che tu vali di più, che mio fratello è soltanto...Dio, avrei un montagna di insulti da affibbiargli! Lascialo perdere, piantalo in asso davanti a tutti i suoi amici e fagli vedere di che stoffa sei fatta.»

Mary ascoltava in silenzio la voce della rossa, stregata. Non avrebbe mai pensato che quella ragazza la ritenesse buona. Le occhiate che le lanciava ogni volta che entrava in casa sua dicevano proprio il contrario. Ma forse si era sbagliata, come aveva sempre fatto, in qualsiasi campo lei si cimentasse.

«Piantarlo in asso?» chiese il capitano delle Cheerleader.

Allyson annuì. «Tanto il mare è pieno di pesci.»

«E va bene, allora Micheal vedrà una Mary molto decisa.»

«Brava, così ti voglio. Adesso torniamo di sotto, ci stiamo perdendo tutta la festa!»

Semi-revisionata il 10/03/2020.
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Se questo capitolo dovesse avere un titolo, sarebbe "Strage di cuori".
È molto diverso dagli altri. Devo dire che in genere non mi piace passare da un personaggio all'altro, ma in questo caso serviva per far capire la situazione generale.

Eee niente, Grace si è suicidata.

Ops.

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