Capitolo Settimo.
[PICCOLO CONSIGLIO: VI CONSIGLIO DI LEGGERE IL CAPITOLO CON UN MERAVIGLIOSO SOTTOFONDO MUSICALE FORMATO DA "God Gave me you" di Dave Barnes, "My My Love" di Joshua Radin e "Chasing Cars" degli Snow Patrol. ERANO LE CANZONI CHE STAVO ASCOLTANDO MENTRE SCRIVEVO IL CAPITOLO :) BUONA LETTURA!]
Misveglio improvvisamente, sudata e col fiatone. Un sogno molto piùsimile ad un incubo inizia a farsi strada nella mia mente. Mi spostoi capelli dietro alle orecchie, chiudo gli occhi e faccio un lungorespiro per reprimere le immagini di due luci che puntano sullamacchina di mia madre che sta guidando Rob.
Scuotola testa e guardo l'ora. Le 3.20 del mattino.
Lukesta dormendo sereno accanto a me. Il petto che si alza regolarmente,gli occhi chiusi che saettano sotto le palpebre da destra a sinistra,le labbra schiuse. E' bellissimo quando dorme.
Mialzo e vado in bagno per lavarmi il viso e le braccia madide disudore.
Miviene quasi la voglia di chiudere a chiave la porta, ma so che nonposso farlo. Non sarebbe responsabile, non dopo quello che mi hadetto Luke, non dopo averlo visto in quello stato e dopo averrivissuto in sogno la notte dell'incidente.
Lukenon lo sa, ma vederlo in quello stato mi ha sconvolta. Mi ha crepatoun po' quella corazza che stavo cominciando a costruire intorno almio cuore.
Scuotola testa, apro il rubinetto e mi sciacquo il viso accaldato.
Congli occhi serrati prendo l'asciugamani e me lo porto al visosospirando e cercando di scacciare i brutti pensieri dalla testa.
Sentoun rumore in camera e vado a vedere.
Lukeè seduto sul letto con una smorfia un po' dolorante sul viso.
<<Che hai Luke? >> domando accendendo la lucina sul comodino esedendomi accanto a lui.
Luimi guarda e scuote la testa senza dire nulla.
<<Niente, solo una fitta alla spalla. >>
<<Solo una fitta che ti ha svegliato... >> lo rimprovero subito.
Luisbuffa e mi fissa negli occhi.
Sospirodicendogli di togliersi la maglietta e di farmi vedere.
<<Arya... >> comincia a lamentarsi.
<<Luke, fammi vedere. >> rispondo secca.
Luiannuisce sconfitto e si stacca dalla testiera del letto. Una smorfiacontrita si fa largo sul suo viso mentre piega le braccia perprendere i lembi della t-shirt.
Lofermo subito dicendogli di alzare le braccia sopra la testa.
Luilo fa ed io gli levo la maglietta sudata.
<<Voltati >> dico ferma.
<<Sissignora. >> fa lui scherzoso.
Quandosi gira dandomi le spalle, noto che quella sinistra è ammaccata e hainiziato ad assumere un colore violaceo e blu. Altro che qualchebotta, questo cretino si è fatto pestare e non poco...
Glielasfioro con le dita e il suo respiro si blocca un attimo.
<<Luke, sei ridotto malissimo. >>
<<Forse dovremmo rifare sesso. >> dice lui.
Ioaggrotto la fronte.
<<Non so, l'adrenalina fa passare il dolore. >> dice sorridendo.
Sorridoanche io e scuoto la testa.
<<Fermo qui. >> gli dico e corro in bagno a prendere la cassettadel pronto soccorso.
Quandotorno in camera mia, lui è li dove l'ho lasciato e per una volta,penso, mi ha ascoltata.
Misiedo a gambe incrociate sul letto e apro la cassetta bianca e rossasul letto prendendo il ghiaccio e una pomata antidolorifica.
Appenaappoggio il sacchetto di ghiaccio Luke aspira tra i denti.
<<Scusa >> dico baciandogli l'altra spalla.
<<Non importa >> risponde lui voltandosi di poco per guardarmi.
Iosorrido amareggiata. Come può essersi fatto ridurre in questecondizioni?
"Macome posso io non comprenderlo?" mi dico subito dopo. Insomma, ioho tentato di suicidarmi tre volte per la morte di mio fratello e luinon può fare a botte per sfogare la rabbia nei confronti del padre?
<<Sono un'ipocrita >> penso ad alta voce.
<<Eh? >> fa Luke.
<<Nulla. >> nego.
<<Ripeti cosa hai detto, Arya. >> dice lui serio.
<<Ho detto che sono un'ipocrita. >> rispondo togliendo ilghiaccio dalla spalla di Luke vedendo che il gonfiore vaaffievolendosi.
<<Per quale motivo lo pensi? >> chiede lui, cogliendo il mioattimo di distrazione per girarsi.
Lofulmino un secondo con lo sguardo ma poi ci ripenso.
<<Pensavo al motivo per cui hai fatto a botte, e l'ho trovato senzasenso. Insomma, perchè arrivare a questo per rabbia? >> dicoposando il sacchetto del ghiaccio e prendendo il tubetto di pomata <<ma poi ho pensato ha quello che ho fatto io e mi sono sentitaun'ipocrita. Sono l'ultima persona che può giudicare il tuocomportamento, Luke. >> dico guardandolo in volto.
Luiaggrotta la fronte e fa una smorfia contrariata con le labbra. Glieleguardo e inspiegabilmente gli sfioro il piercing. Lui sorride e mibacia le dita continuando a guardarmi.
<<Arya, siamo due pazzi. Non possiamo giudicarci e nemmeno giudicaregli altri, perchè siamo gli ultimi al mondo a capire cosa si intendeper autoconservazione e istinto di sopravvivenza >>
Rido.
<<Si, abbastanza. >> affermo accarezzandogli la guancia.
<<Però a volte succede, di giudicarci. E' normale. Non farti troppiproblemi a dirmi ciò che pensi. >>
<<Penso che sei troppo bello per farti ammaccare così, Hemmings >>rispondo subito.
Luisorride triste e annuisce piano.
<<Ed io penso che quelle cicatrici che ti sei inflitta siano orribilida sole. Ma su di te, se vogliamo metterle a confronto con tutta te,sono quasi superflue. >> dice facendomi saltare in gola ilcuore.
Fissoil mio sguardo in quei profondi oceani azzurri che ha sul viso eancora una volta mi domando come io faccia ad amarlo così tanto. Puòuna persona sola amarne un'altra così intensamente? Ed è amorequello che ha lui nei suoi occhi, o è solo il riflesso del mio?
<<Sai a volte vorrei contarle >> sussurra poi.
<<Che cosa? >> chiedo confusa.
<<Le tue cicatrici >> sospira sfiorandomi l'interno del polso colpollice << per vedere tutte le volte che hai avuto bisogno diaiuto ed io non ci sono stato. >>
Quelleparole mi fanno scendere lacrime salate sulle guance e mi fannosorridere allo stesso tempo.
Oh,il mio dolce Luke. Non sa che il suo cuore grande non può salvarel'intera umanità.
<<Mi hai dato tutto l'aiuto che io potessi sperare, Luke. >>
<<Non mi sembra mai abbastanza... >>
<<Lo è invece, è molto di più. >> gli dico avvicinandomi edandogli un casto bacio sulle labbra.
<<Ora girati, che ti spalmo questa sulla spalla. >> dicoasciugandomi una lacrima solitaria sulla guancia e alzando il tubettodi crema analgesica.
Luisi volta senza fare storie ed io spalmo il contenuto freddo sulla suapelle calda.
Daquel momento Luke non parla più ed io gli sono grata. Non so seriuscirei a guardare quel meraviglioso viso distrutto dai sensi dicolpa nei miei confronti ancora.
Esoprattutto non vorrei rimanere sola con altri sensi di colpa. Imiei, quelli che mi fanno tornare la voglia di prendere la vecchialametta dalla tasca del mio giacchetto di jeans.
Almattino presto, mi risveglio col suono della pioggia che batte suivetri. Luke dorme ancora. Vorrei baciarlo ma ho paura di svegliarlo.Scendo dal letto cercando di fare meno rumore possibile e mi fiondoin bagno per darmi una rinfrescata. Nonostante la pioggia, il caldo èasfissiante e i brutti sogni che mi hanno perseguitata per tutta lanotte non hanno contribuito a rendere il mio risveglio migliore.
Dopoessermi lavata e aver legato i capelli in una coda di cavallo, tornoin camera ed esco chiudendo piano la porta per non svegliare il mioragazzo perso in un sonno profondo e troppo stanco e distrutto permuoversi anche di un solo centimetro mentre dorme.
Scendole scale e vado in cucina a prepararmi un tè. Mi rendo conto che èpresto per prepararsi per la scuola, quindi decido di fare colazionecon calma.
Mentremetto del pane nel tostapane sento una presenza alle mie spalle. Mivolto e trovo mio padre sulla porta intento a guardarmi.
<<Buongiorno >> dice lui sorridendo con ancora gli occhiimpastati dal sonno.
<<Ciao papà, dormito bene? >> gli domando chiedendogli poi sevuole del tè.
<<Si grazie >> risponde prendendosi la tazza dallo scaffale <<ho dormito, posso dire questo. >
<<Io non ho dormito molto bene, invece >> dico seria preparandola tavola.
Papàaggrotta la fronte e incrocia le braccia mentre si appoggia al frigo.
<<Come mai? >>
<<Ho avuto qualche incubo, nulla di particolare. >> mento.
<<Sicura? Non c'è nessun altro motivo? >> fa lui con uno sguardosornione.
Lofisso a mia volta con le sopracciglia alzate.
<<A che ti riferisci papà? >> chiedo.
Luisorride appena, sospira mentre si va a sedere al tavolo della cucina.
<<Mi riferisco a Luke Hemmings, che ieri sera si è presentato allaporta di casa mia in condizioni a dir poco pietose chiedendo diparlare urgentemente con Michael. >>
Lukeracconta ancora certe balle a mio padre? Come se lui non sapesse chestiamo insieme...
<<Non doveva parlare con Michael. Anche perchè Michael ieri sera nonera in casa, papà >> rispondo spegnendo il gas e versandol'acqua calda nelle tazze.
<<Oh lo so, ma a quanto pare non ha voluto dirmi che in realtà volevate. >> risponde divertito << sta ancora dormendo? >>
Iltimer del tostapane scatta e vado a recuperare le fette di pane. Poimi siedo e metto il piatto in mezzo al tavolo.
Guardomio padre e sorrido appena annuendo.
<<Ieri ha avuto una brutta giornata. >> affermo.
Papàsi fa serio e mi guarda in viso.
<<So che suo padre si risposa. E' forse per questo che ha fatto abotte? >>
<<Non è molto contento della decisione del padre, ma è comprensibile.Da quando sua madre è morta non ha avuto ottimi rapporti con suopadre. Questo cambiamento lo fa arrabbiare ancora di più. >>dico spalmando del burro e della marmellata sul pane.
<<C'ero al funerale di sua madre. E' stato alquanto straziante. Miricordo quanto Luke fosse attaccato alla figura materna. Penso sialogico che si sia arrabbiato con il padre se si vuole risposare. >>
Annuisco.
<<Sembra un ragazzo tanto duro e fiero ma in realtà è molto fragile.>> dico sovrappensiero.
Miopadre sospira sorseggiando il suo tè.
<<Non avrei mai pensato che ti potesse interessare quel ragazzo >>ammette.
Iolo guardo mordendomi il labbro pensando a tutte le cose brutte chepotrebbe dire su Luke e sulla mia relazione con lui.
<<Ma poi vi ho visti insieme e devo dire che siete una bella coppia.Sembra che vi soppesiate a vicenda. >>
Iosorrido. Quanto ha ragione mio padre...
<<Quindi lo accetti? Che Luke sia il mio ragazzo? >>
Luiride e annuisce.
<<Si, ma spero che non diventi un'abitudine il dormire nella tuastanza. >>
Iodivento fucsia e annuisco. Papà ride e va a posare la sua tazza nellavandino.
<<E mi raccomando state attenti e usate precauzioni. Non vogliodiventare nonno così giovane. >> dice lui quando è quasifuori dalla cucina.
<<Papà! >> lo richiamo io. Lui ride mentre io divento paonazza emi copro il viso per l'imbarazzo.
Dio,quanto mi sono mancate queste chiacchierate padre-figlia.
Nonso come Luke sia riuscito a guidare fino a casa mia la notte scorsa,ma decido di non fare domande. Mentre stiamo andando a scuola, buttospesso l'occhio su Luke trovandolo quasi sempre serio, pensieroso,con la testa da un'altra parte.
Quandoarriviamo vicino scuola Luke accosta e sospira.
Iolo guardo senza dire nulla, mentre fuori continua a piovere e lapioggia batte sui vetri dell'auto di Luke. Solo quel rumore rompe ilsilenzio che c'è tra noi.
<<Luke... >> dico posandogli una mano sul braccio.
<<Non ce la faccio oggi. >> risponde piano Luke.
Aggrottola fronte senza capire.
<<A fare cosa Luke? >>
<<Tutto. Non ci riesco ad andare a scuola, a vedere tutte quellepersone, i miei compagni che mi parlano dietro vedendomi in questecondizioni >> dice indicando il suo viso << non riesco anon pensare a mia madre e a non stare male. Non ce la faccio. Oggino. >>
Sospiroe gli prendo la mano stringendola forte. Lui si gira verso di me, ilviso martoriato e livido dalle botte del Fight.
Nonostanteil suo sguardo sia triste e gli occhi umidi dal pianto, il mio cuoreha un sussulto. Lo amo così tanto.
<<Allora non andiamoci a scuola. >> gli rispondo prendendomi comerisposta uno sguardo confuso.
<<Non andiamoci. Prendiamo la macchina e andiamo via. Dove vuoi tu,Luke. Facciamo tutto quello che vuoi. Scappiamo via da qui oggi,fuggiamo da tutto questo enorme casino. >>
Luimi sorride triste.
<<E dove potremmo andare? >>
<<Ovunque. >> rispondo sorridendogli << facciamo quello chevuoi Luke, ma andiamocene per un po'. Stacchiamo la spina. >>
Luiricambia la mia stretta di mano e mi sorride appena. Poi sospira, milascia andare e rimette in moto.
Iorespiro profondamente cercando di calmare il mio cuore che batteall'impazzata e guardo fisso la strada. Dove stiamo andando, lo sasolo Luke.
Dopocirca un'ora ci ritroviamo in un posto dove non sono mai stata. Unaspiaggia isolata. Luke non mi ha mai portata al mare.
Quidove siamo noi non piove, ma il cielo è coperto e le onde sonoperfette per chi vuole sfidare il mare su una tavola da surf. Lamacchina sbanda un po' sulla sabbia ma poi si ferma e Luke sospira,come se avesse trattenuto il fiato per tutto il viaggio.
Senzadire nulla scende dall'auto e si avvicina all'acqua. Con calma, ancheio scendo e gli vado in contro. I miei capelli sono mossi dal ventoproveniente dal mare. Come l'animo di Luke, anche l'acqua sembraarrabbiata. Onde forti e impetuose si scagliano contro gli scoglilontani, il color acciaio delle onde assomiglia a quello degli occhidel ragazzo che sta guardando la distesa di acqua come se cercassequalcosa o qualcuno. L'aria è tiepida e l'odore del mare mi entranei polmoni come una ventata di aria fresca. Mi fermo a qualche metroda Luke e lo guardo osservare il mare come si dovrebbe guardareun'opera d'arte. Non mi ero mai resa conto del tutto di quanto fossearrabbiato dentro di sé, di quanto ancora stesse male per la mortedi sua madre. Mi sono sempre preoccupata di me, di quanto poco miinteressasse vivere e di come volevo che Luke mi amasse. Ma non misono mai dedicata interamente a Luke, non quanto avrei voluto. Forseavrei potuto notare che la piccola crepa che decorava il suo cuoreera in realtà un precipizio più profondo e buio di quello che miaspettavo.
Mistringo nel mio maglioncino bianco e mi avvicino a Luke.
Luinon dice nulla quando gli arrivo accanto. Non fa nulla se nonguardarmi dritto negli occhi.
Nonmi dice assolutamente niente. Continua a guardarmi in silenzio,mentre l'aria del mare ci avvolge. Prende la mia mano e la stringeforte, portandosela al petto. Le punte delle mie dita riescono asentire il forte battito del suo cuore che gli martella nel petto. Imiei occhi continuano a rimanere fissi nei suoi, scuri come ilmetallo.
Ognunoha i suoi demoni e in quel momento i demoni di Luke sono riflessinelle sue iridi color del piombo. Scuri, profondi, con tanto bisognodi uscire. Mi sembra quasi che gli venga voglia di urlare.
Invecefa tutto il contrario.
Lasua mano lascia la mia e me la ritrovo sul viso. In un secondo sentole sue labbra salate e morbide sulle mie.
Mista baciando con una foga e una disperazione che non ha mai avuto.C'è tanta di quella rabbia e di quel dolore nel bacio che ci stiamoscambiando che faccio fatica a stare in piedi. Le braccia di Luke sistringono intorno alla mia vita, le dita premono sulla pelle sotto lamaglia. Il mondo e i suoi rumori sono ovattati nelle mie orecchie,coperti dal solo suono del mio cuore martellante.
Sentole membra del mio corpo farsi molli per l'adrenalina tanto che non mirendo conto che entrambi siamo crollati sulla sabbia morbida. Lenostre labbra si staccano per un momento ma subito dopo riprendono amuoversi l'una contro l'altra in una danza lenta e vorace.
Leonde si fanno più forti e minacciose e raggiungono i nostri corpistesi sull'arena, bagnandoci i vestiti e il corpo.
Sentosolo il respiro di Luke farsi pesante e ansioso contro il mio viso.In un attimo le mie labbra si staccano dalle sue e trovano le sueguance. Non ho bisogno di aprire gli occhi e guardarlo per capire chesta piangendo. Non gli dico nulla, gli bacio semplicemente il viso,catturando tutto il suo dolore e inglobandolo al posto suo.
Lukeritrova le mie labbra e tutto ricomincia. Le sue mani si muovono su egiù lungo il mio corpo e mi fanno tremare le ginocchia.
Lukepassa a baciarmi il collo mentre molto dolcemente mi sussurra che habisogno di me.
Comeposso negargli tutto ciò che possiedo?
Ioannuisco piano e in poco tempo, senza nemmeno rendermene conto, Lukemi fa sua. Sento le sue labbra sul mio collo e le mani tremare sulmio corpo.
<<Luke... >> sussurro piano tra i sospiri.
Luisposta lo sguardo su di me e mi fissa con il corpo tremante. Glibasta uno sguardo per calmarsi un po'.
Sorridoe lo bacio mentre piano piano lui si perde in me e io in lui.
Siamoseduti su uno scoglio, la mia schiena contro il petto del mioragazzo, le sue braccia circondano il mio corpo fragile e ancoratremante da prima. La sua guancia è appoggiata alla mia testa, ilsuo respiro è tornato calmo e regolare, il suo cuore batte ad unritmo normale e calmo nel petto.
Entrambistiamo osservando l'oceano mentre gli accarezzo dolcemente le manigrandi che mi tengono stretta a lui.
<<Stai meglio? >> gli domando, quasi sussurrando quasi per paurache qualcuno possa sentirci.
Losento sospirare e stringermi più forte.
<<Adesso si. >> mi risponde.
Iosorrido.
<<Bene >> rispondo.
Lukesospira e inizia a canticchiare una dolce melodia. La sua voce èpulita, calma, calda, una di quelle voci che non ti stancheresti maidi ascoltare.
<<Vorrei restare così per sempre >> mi lascio sfuggire ilpensiero.
Lukecontinua a canticchiare e intanto giocherella con le nostre ditaintrecciate.
<<Anche io, Arya >> sussurra dandomi un bacio sulla tempia.
Epoi ricomincia a emettere quella dolce melodia e a dondolarcientrambi creando un mondo perfetto intorno a noi.
Passanoi minuti e io ricomincio a pensare a noi e a quanto siamo fragili, acome basta poco per spezzarci e immagino a quanto siamo fortunati adesserci incontrati e ad esserci innamorati.
<<Ti amo tantissimo Luke >> dico piano.
Luicontinua a dondolarci e a baciarmi i capelli.
<<Penso che non amerò mai nessun altro come amo te >> mirisponde.
<<Dovesse mai accadere che tutto questo finisse... >> faccio perdire ma lui mi ferma stringendomi più forte.
<<Non succederà >> risponde lui.
<<Ma se un giorno, fra molto, molto tempo, per qualche strano motivo,io dovessi andarmene, se non funzionasse più tra noi o se dovessimorire >> a quelle parole lo sento rabbrividire << tudevi promettermi una cosa. >>
Luimi stringe stretta a sé, come se avesse paura che io possa volarevia da un momento all'altro.
<<Cosa? >> mi chiede girando la testa per guardarmi in viso.
Ricambiolo sguardo mordendomi il labbro.
<<Promettimi, che tu sarai felice. Che troverai qualcun altro con cuivivere la tua vita e che quel qualcuno ti amerà con tutto se stessocome io amo te. E tu sarai felice. Maledettamente felice >>dico.
Luiaggrotta le sopracciglia.
<<Io sono già felice. Sono felice con te. >>
<<Promettimelo Luke. >> sussurro.
Luisospira, chiude le palpebre e quando le riapre i suoi occhi sonocolmi di amore. Poi sorride e si china a darmi un dolce e leggerobacio sulle labbra.
Loguardo felice e poi volto il viso per tornare a guardare l'immensooceano davanti a noi.
<<Te lo prometto, amore mio. Te lo prometto >> sussurra Lukefacendomi sorridere.
E'appena pomeriggio quando Luke ed io rimontiamo in auto per tornare acasa. Oggi è stata una giornata intensa, stancante, dolce e amara.Abbiamo avuto una giornata bellissima e triste allo stesso tempo. Maquando sono con Luke ogni giornata è indimenticabile.
<<Allora, vuoi andare al cinema stasera? >> mi domanda Luke.
Sembratornato ad essere se stesso. Il Luke sereno e dolce che tanto amo.
<<Si, mi andrebbe. Possiamo fermarci a prendere qualcosa da mangiare daKFC, se ti va. >> propongo.
Luimi guarda allegro e annuisce.
Mifa piacere vederlo felice che non mi rifiuto più di mangiare, anchese ogni tanto il mio stomaco ha voglia di rifiutare il pasto. Ma hofatto progressi e di questo sono fiera.
<<Passi a prendermi alle sei? >> domando.
Luisi acciglia un momento ed esita, come se non volesse dirmi qualcosa.
<<Facciamo le sette, prima ho una cosa da fare >> mi rispondelui.
<<Nulla di serio, vero Luke? >> gli chiedo.
Luiscuote la testa e si volta a sorridermi rilassato.
<<No tranquilla, solo una commissione per Ben. >> mi dice lui.
Ioannuisco e mi convinco di ciò che dice.
Mentrepercorriamo la strada asfaltata accendo la radio e la musica sovrastauna strana sensazione che aveva iniziato a farsi strada nel miocervello.
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