Chapter one. • Smells like teen spirit. •


L'espressione sul viso di quel ragazzo è difficile da decifrare per una che ha appena buttato giù troppi bicchieri di Surly Darkness e fumato più di quanto avrebbe dovuto. Quando specchio la situazione nello sguardo di qualcun altro, mi rendo conto di quanto l'idea sia stata stupida. In questi due giorni ho pensato spesso di tirarmi indietro, di dire a Rhett di cancellare quel post su Facebook in cui avvisava tutti i partecipanti all'evento di stasera che avevo accettato la sfida. «Farai il bagno nuda di fronte a tutta questa gente?» Sento il cuore battermi così forte da poterlo percepire nelle orecchie. È un suono fastidioso. «C'è qualcosa che non va nel mio corpo?» Calo lo sguardo verso i miei piedi, chiudendo gli occhi come se volessi addormentarmi. Ho fame e al contempo voglia di vomitare. Per le condizioni in cui mi ritrovo, il fatto che riesca ad articolare due parole è davvero notevole. «Non c'è nulla che non vada nel tuo corpo, semplicemente non capisco che bisogna ci sia di rendersi così ridicoli. Hai perso una scommessa o qualcosa del genere? In quel caso potrei.. No, non potrei capirti nemmeno in quel caso.» Quando mi volto verso di lui per studiare la sua espressione sta alzando gli occhi al cielo. Ha un aspetto molto semplice, con una maglia blu a manica corta che gli aderisce contro il fisico asciutto e le spalle piacevolmente ampie. «Tu mi trovi ridicola? Non mi conosci nemmeno, perché trovi che sia ridicola?» Non so come la mia voce sia uscita fuori in questo momento, ma a giudicare dal modo in cui mi sa guardando adesso sembra star ripensando alle sue stesse parole. Ethan si gratta i capelli castani, mordicchiandosi il labbro prima di continuare. «Non ho detto che sei ridicola, ho detto che farlo ti renderebbe ridicola. Voi californiani siete strani.» Noi californiani? «Sei veramente un forestiero, allora?» Bofonchio, abbracciandomi le gambe piegate. «Non troppo. Sono originario della Florida, vivo qui da poche settimane.» «Ecco perché hai quell'espressione strana..» Sorrido appena, abbassando le palpebre. Lo sento dire qualcosa ma non ci do troppo peso. Voglio dormire. «Hazel? Che espressione ho?» Quando sorride mi rendo conto che ha un bel sorriso, o almeno è ciò che ho potuto constatare in quei tre secondi che ho aperto gli occhi. «Quella di.. una persona diversa da quelle che.. sono nella mia testa...» «Uno sconosciuto?» «Non mi veniva quella parola.» Rido in modo strano, tirando su col naso come se mi stesse gocciolando anche se non è così. Ethan mi guarda in maniera strana, con un sorriso incerto sulle labbra carnose. Accidenti.. questo ragazzo ha delle labbra assurde. «Cos'hai fumato?» «Non credo di ricordare» sussurro, riporto lo sguardo verso il mare ed il mento sul ginocchio. Ringraziando il cielo Ethan smette di parlare e mi lascia focalizzare sullo sfondo, lascio che i miei occhi fingano di contare tutte le stelle in cielo nelle mie orecchie di non udire la musica in lontananza. «Penso che te ne pentirai domani.» «Pensi a troppe cose per uno che viene dalla Florida.» Come se fosse la cosa più normale del mondo, mi metto a quattro zampe, mi volto dal lato della spiaggia, ed inizio a gattonare verso la roccia più bassa. «Questa è un'offesa per gli abitanti della Florida.. Ehi.. Aspetta!» Ethan mi raggiunge balzando sulla sabbia, atterrando con un lieve lamento. Riesco a rimettermi in piedi, mi passo una mano tra i capelli e mi muovo in avanti cercando di equilibrarmi. Sento Ethan che si trascina alle mie spalle. «Non starai mica andando a spogliarti? Hazel, ascoltami..» «Non mi conosci, non comportarti come se potesse interessarti ciò che sto per fare.» Rinchiudo le mani negli shorts, strofinando i sandali contro la rena. Ci stiamo avvicinando alla festa, alla parte popolata e chiassosa della spiaggia. «Siamo nell'era degli smartphone, Hazel, chiunque potrà filmarti e mettere il video online.» «Stai dicendo cose che pensi che io non sappia.» Non lo guardo davvero, mi inoltro direttamente nella folla ubriaca e divertita. Le folle sono sempre divertite. Per una strana ragione tutti ridono e si muovono come se la loro vita non potesse procedere in maniera differente. «Voglio riuscire a fermarti, so che non lo vuoi fare» grida alle mie spalle, allungando il passo e cercando di starmi dietro. La sua voce mi fischia nelle orecchie, sta diventando fastidiosa. «Non mi conosci, non sai cosa voglio e non voglio fare. Ethan, Evan o come cavolo ti chiami..» Mi volto verso di lui, che si ferma di fronte a me con un'espressione decisa. «Fatti gli affari tuoi e lasciami in pace, tutto ciò che faccio non ti riguarda assolutamente.» «Perché eri da sola? Pochi minuti fa, su quello scoglio, lontano dalla festa. Eri da sola lì, stavi pensando a qualcosa così intensamente da non aver notato la mia presenza.» Inclino la testa di lato, cercato di capire a che cosa voglia andare a parare. Lo lascio continuare, leggermente presa dal discorso. «E va bene, ammetto che solitamente non attiro molto l'attenzione delle persone ma.. Tu stavi pensando a qualcosa, intensamente.» Accenno un sorriso divertito, scuoto la testa e mi volto in cerca di Rhett. Stavo pensando a così tante cose che nemmeno le ricordo. Ero risucchiata completamente dai pensieri, come lo sarebbe qualunque ragazza di diciassette anni con una vita sottosopra. «Va bene! Ho capito, mi levo dalle palle, Miss hoilpeggiornomedellacalifornia.» Faccio una smorfia, non mi volto e continuo a camminare. «Sono proprio un'idiota.. » Credo abbia borbottato, dopo essersi fermato alle mie spalle qualche metro fa. Sono molto più lucida di qualche minuto fa, ma non abbastanza da tirarmi indietro e scappare a gambe levate. «Stavamo iniziando a pensare che ti fossi tirata indietro, Haz!» Rhett tiene stretta in mano una lattina di birra, ma la regge nel modo sbagliato ed inizia a gocciolare a terra. Ha i capelli scuri e riccioluti, l'aria sempre fatta ed è più basso della media dei ragazzi presenti. Camryn, a pochi passi da lui, ha il viso leggermente arrossato e si sta sistemando i capelli lunghi fino alle spalle. Non faccio molto caso a Johnny dietro di lei che si sistema i bermuda, soddisfatto. Una voce stridula irrompe nel mio gruppo di amici, prima ancora che io riesca a rispondere a Rhett. «Non si è ancora buttata in acqua, proprio come dicevo.» Perla cammina in avanti, seguita dalle sue stupide seguaci. Kristina e Elicia, gemelle che vengono distinte grazie al taglio di capelli. Poco dopo loro tre, due ragazzi si voltano nella nostra direzione ed osservano incuriositi. Uno di loro dà una gomitata ad un ragazzo alle sue spalle, sussurrandogli poco dopo qualcosa all'orecchio. «Siete pronti per lo spettacolo della serata!» Rhett agita in aria la lattina quasi vuota, ampliando un sorriso storto ed attirando ancora di più l'attenzione. «Tra poco questa stupenda bionda farà il bagno come mamma, chiunque sia la sua fottuta mamma, l'ha fatta!» Gli occhi di tutti sono ancora fissi su di me, mi osservano intensamente ed aspettano che mi tolga tutti gli indumenti. «Sei ancora in tempo per dartela a gambe e nascondere la tua faccia da culo tra le braccia di mamma, Hazel» sogghigna Perla, arrotolandosi una ciocca di capelli tra le dita. Continuano tutti a ripetere il nome di una madre che non esiste. «Fa' abbassare la musica, Jo'» grido al ragazzo a pochi passi da Camryn, che annuisce e si avvia verso il DJ. «Digli pure cosa sta per succedere, deve saperlo tutta la spiaggia!» Aggiunge Rhett, cacciando il suo cellulare ed avviando il flash della telecamera esterna. Perla ridacchia sotto i baffi, incrociando le braccia sotto il petto prosperoso e guardandomi con un sopracciglio sollevato. Non è la fine del mondo, non sono la prima ragazza e, stasera, non sarò nemmeno l'ultima. Ogni anno, come se fosse una dannata regola del codice morale dei ragazzi di San Diego, una ragazza nuda, alla festa di fine estate, deve fare il bagno per dare il via al resto della folla che, a sua volta, si spoglierà . La maggior parte di queste ragazze è finita sul sito ufficiale dell'organizzazione delle migliori feste in spiaggia della California, in rete. Erano quasi tutte maggiorenni, indifferenti del fatto che le loro parti intime avrebbero fatto il giro del web. «La nostra stella dell'anno è la bellissima bionda Hazel Trevieri.» Rhett, completamente ubriaco e fatto, oscilla sulla sabbia tentando di riprendermi. Rhett mi chiama continuamente bionda, anche se non lo sono. I miei capelli sono di un rosso molto chiaro, quasi arancione, ma non biondo. La luca abbagliante dei flash mi manda nel pallone, non so più dove voltarmi e la testa inizia a girarmi. «Quella non si è mai spogliata di fronte a qualcuno in tutta la sua misera vita, andiamo.» Perla. Stringo la canottiera in due pugni, pronta a sfilarmela. Il cuore mi batte troppo forte. Fisso Perla, poi Kristina e cerco Elicia. Non c'è. Camryn mi guarda, il suo fisico troppo magro è poco dietro Rhett. Non mi dice di non farlo, non me lo ha mai detto. Posso farlo. Posso farlo. Ho tolto la maglia e sfilato i pantaloncini, manca solo il costume. Inizio ad avvicinarmi alla riva, ma il cuore mi batte così forte che mi viene voglia di piangere. Sfilo le bretelline, poi getto il pezzo che mi copriva il seno a terra. «Accidenti, rischi di farmelo venire duro con quelle» Rhett ride, la folla lo segue, acclamandomi e puntando gli occhi sul mio seno. Non è nemmeno la prima volta che Rhett mi vede mezza nuda. Infilo le dita nell'elastico degli slip, sto per tirarli verso il basso quando sento nuovamente la sua voce. «Non lasciateglielo fare!»

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