Venticinquesimo Capitolo
"Zayn?!"
Non riesco a trattenere il mio urlo. Sono immobile sul letto a baldacchino e lo fisso stranita.
Mia madre alla mia reazione si porta una mano al petto e scuote il capo rassegnata. Supera Zayn e si dirige verso la porta; prima però gli si ferma davanti e gli appoggia una mano sulla spalla.
"Vi lascio un po' di privacy" mi guarda furtivamente e abbassa la voce "è ancora un po' frastornata per ieri, non farci caso"
Si chiude quindi entrambe le porte della stanza dietro di sé con un tonfo, ignorando le mie continue proteste.
Ora siamo solo io e lui: il silenzio regna sovrano e non riesco a staccare gli occhi dal viso del moro.
Lui sorride allegramente e si gratta il collo imbarazzato.
Fa qualche passo verso di me e io arretro fino allo schienale del letto.
Zayn corruga la fronte confuso.
"Bliss? Che succede piccola?"
Spalanco completamente gli occhi, serrando la mascella in una smorfia di disgusto.
"Non.." Mi nascondo il viso nelle mani "non provare a chiamarmi così, mente deviata che non sei altro"
Non sentendolo rispondere, torno a guardarlo e con orrore lo vedo.. Ferito? Dalle mie parole.
Che cosa sta succedendo? Che abbia davvero sognato tutto? Che Zayn sia davvero il mio promesso sposo?
Sospiro pesantemente, cercando di tenere sotto controllo i miei nervi tesi. Il moro è immobile a pochi passi dal letto, che mi studia con le mani nelle tasche dei jeans.
Tossisco per schiarirmi la voce.
"In che secolo siamo?"
Lui alza un sopracciglio, storcendo le labbra in una smorfia.
"Ventunesimo"
Annuisco, inumidendomi le labbra con la lingua.
"Okay, e perché sono vestita così?"
Lui inizia a torturarsi il labbro inferiore tra i denti, mordendolo e lasciandolo andare ripetutamente. Mi guarda dal basso verso l'alto lentamente, mettendomi in imbarazzo.
"Suppongo.." Tossisce per schiarirsi la voce diventata più roca "per la cerimonia di questa sera. Vostra madre ha invitato la più alta aristocrazia d'Irlanda per il nostro imminente fidanzamento e.."
Sventolo entrambe le mani davanti a me per farlo smettere di parlare. È.. Troppo da assimilare tutto in una volta. Io non mi ricordo nulla di tutto questo.
Lui mi si avvicina lentamente, fermandosi ai piedi del letto su cui sono seduta a disagio.
Si appoggia con una mano contro la colonna in legno del letto, l'altra a scompigliare il suo ciuffo ribelle.
"Non te lo ricordavi più?"
Sta tentando di sorridere, anche se i suoi occhi tradiscono un velo di tristezza.
Inizio a mettere in discussione il mio atteggiamento schivo e difensivo nei suoi confronti.
Posa poi gli occhi sul copriletto sotto di me e titubante annuisco. Lui allora si siede delicatamente, facendo ondeggiare il morbido materasso su e giù.
Raccolgo le mie gambe al petto e rimango con la schiena incollata alla parete. Abbasso lo sguardo sulle mie mani.
"Da quanto ci conosciamo?"
La mia voce tremola. Lui fa un rapido calcolo mentale.
"Direi quasi tre mesi."
Spalanco la bocca e mi irrigidisco.
"Scusami? E già ci sposiamo?"
Lui ridacchia. Il suono mi è familiare e mi fa accapponare la pelle.
"A quanto pare la vostra famiglia ha un ingente bisogno di soldi. Vostra madre non ha perso tempo a contattarmi e a chiedermi un incontro con voi."
Emetto un profondo sospiro.
"E a te va bene? Non ti sembra affrettato.. Ecco?"
Lui ridacchia ancora, sistemandosi meglio sul letto. Alza lo sguardo verso il soffitto con aria pensierosa.
"Più o meno ma.." Abbassa gli occhi sul mio viso "siete bellissima. Non mi dispiace"
Arrossisco violentemente e provo a concentrare l'attenzione sulle mie unghie.
Deglutisco a fatica.
"E.. Tu, voi, cosa ne pensate di Harry?"
Il viso del moro si scurisce, estirpando il sorriso natogli sulle labbra.
Porta poi una mano al mento ed inizia a massaggiarlo pensieroso.
"Quello che pensano tutti. Ma perché parlare di lui, ora che abbiamo un momento tutto per noi?"
La sua voce è dura e fredda. Sembra improvvisamente arrabbiato.
Cerco di controllare il mio battito cardiaco.
"Perché.. Perché se dobbiamo sposarci, non voglio avere nulla che possa ostacolarci. Puoi.. Spiegarmi cosa dicono su di lui?"
Lui sospira pesantemente.
"Lui conosce tutta la gente più pericolosa di qui. Beve, lo si vede in giro con più ragazze contemporaneamente ogni sera e.. Vi sta sfruttando per derubarvi di ogni bene."
Sembra realmente sconvolto nel riferirmi tutto questo. Io mi porto una mano alla bocca.
"In che senso.. Sfruttarmi? Voglio dire non.. Non siamo amici io e lui?"
Zayn ride con amarezza, socchiudendo gli occhi e scuotendo il capo più volte, incredulo.
"Amici." Sputa quella parola. "Se la vostra è amicizia, allora non oso pensare a come sarebbe il rapporto tra me e lui."
Aggrotto le sopracciglia e sto per parlare ancora ma lui mi ferma con un gesto secco della mano.
"Lasciatemi finire. Lui esce con voi solo per divertimento. L'altra sera vi ha drogato e solo lui sa cosa vi ha fatto. Volevo aspettare a parlarvene ma.."
Si alza in piedi ed inizia a frugarsi nelle tasche dei jeans; si risiede poi come prima non appena ha tra le mani un piccolo portamonete.
"Questo Bliss, è il vostro portafoglio. Vi ha completamente derubato, dopo tutto quello che vi ha fatto. Prendete e controllate pure.."
Allunga la sua mano verso di me e io, tremante, recupero dalle sue dita l'oggetto.
Me lo rigiro tra le mani, cercando di ricordare disperatamente dove l'ho già visto. È di tessuto, nero, con una cerniera che ne segue la cucitura laterale. Lo apro e lo scopro completamente vuoto.
Sbuffo e lo lascio cadere accanto a me. Sto sentendo i miei occhi farsi nuovamente lucidi.
"No, non piangete, vi prego"
Subito il moro mi affianca, facendo il giro del letto e sedendosi di fronte a me; le gambe piegate e i piedi sul pavimento.
Appoggia una mano sulla mia coscia, facendola scorrere i suoi polpastrelli lungo la mia pelle coperta dalla gonna.
Il mio respiro si accorcia ed inizio a singhiozzare senza controllo.
"No, va tutto bene. Calmatevi ora.."
Lo interrompo scuotendo il capo con decisione. Le lacrime si fanno copiose lungo le mie guance.
"No, non va tutto bene Zayn. Tutto non va bene. Non so più cosa sia.. Reale e cosa sia immaginario"
Immergo il viso nei palmi delle mie mani e riprendo a piangere.
Sento le tiepide mani del moro spostarsi dalla mia gamba ai miei polsi; delicatamente riscopre il mio viso, cercando di incrociare il mio sguardo col suo.
"Bliss. Questo, tutto questo " muove il capo attorno a sé "tutto questo è reale. Io lo sono, tu lo sei. È questo che conta, no?"
Deglutisco ancora e abbasso lo sguardo sul materasso. Libero le mani dalla sua presa e incrocio le braccia al petto.
"Zayn.. Lasciami incontrare Harry. Ho bisogno di parlargli"
Alzo gli occhi su di lui e lo vedo basito. Si passa una mano tra i capelli.
"Dopo tutto questo tempo.. Voi dovete capire che c'è qualcosa tra noi, e chiedere continuamente di questo Harry lo trovo solo irrispettoso per i miei sentimenti."
Mi mordo il labbro dal nervoso.
Noto i suoi occhi allargarsi e scurirsi. Mi sta facendo sentire un mostro, ma forse.. Forse ha ragione. Devo smetterla di pensare solo ai miei bisogni. Mettermi... Più in gioco per gli altri.
Allungo quindi le braccia verso Zayn e stringo le sue mani tra le mie; tento anche un sorriso vedendolo sorpreso dai miei gesti.
"Fatemelo vedere, una volta soltanto. Poi farò tutto quello che chiederete"
Zayn stringe le mie mani con le dita; non mi guarda quando si alza dal letto all'improvviso.
"Non è rintracciabile di giorno ma.. Entro questa sera vi farò sapere qualcosa."
Si gira un ultima volta, un piede già fuori dalla stanza.
"Riposatevi ora"
-
Dire che ho passato l'intero pomeriggio stesa sul letto, è un eufemismo. Ho ripercorso più volte tutto quello che mi è successo: dal corpo riverso a terra e privo di vita di mia madre, all'entrata nella comunità dei vampiri.
Ho la sensazione forse disperata che mi stia sfuggendo qualcosa, un piccolo dettaglio che potrebbe aiutarmi a capire qualcosa in più su tutto questo.
Perché non ho ricordi di questa stanza ad esempio? Se una persona trascorre la sua intera vita in un posto, ogni cosa di esso dovrebbe per lo meno rievocare un ricordo, una sensazione.
Anche adesso, questo letto a baldacchino non lo sento mio. Il suo tessuto contro la mia pelle non ha mai raccolto le lacrime di una delusione, non mi ha mai avvolto da piccola per proteggermi da mostri nascosti nell'armadio.
Sento che la testa potrebbe scoppiarmi da un momento all'altro, ho bisogno di uscire da qui.
Sospiro e mi alzo dal materasso, sistemando le pieghe formatesi lungo la gonna del vestito. Mi passo una mano tra i capelli e mi avvicino alle finestre della stanza. Sono veramente enormi.
Scosto la tenda in seta con una mano, e cerco di scorgere qualcosa attraverso il vetro. La finestra ha delle inferriate ricoperte di ruggine, che sembrano non essere mai state aperte. Il vetro inoltre è troppo spesso e sporco per poter scorgere anche solo il cielo.
Scuoto il capo, sbuffando dal nervoso.
Decisamente qui qualcosa non va.
Un rumore di serratura sbloccata mi fa girare, e scorgo Zayn fare nuovamente la sua comparsa. Ogni volta che incrocio il suo sguardo, l'ansia liquida mi invade il petto.
Lui mi sorride, voltandosi per chiudere le porte alle sue spalle. Ha fatto scattare ancora la serratura?
Deglutisco a fatica mentre studio i suoi movimenti lenti e rilassati.
Tossisce per schiarirsi la voce.
"Hai riposato?"
Annuisco. Lui fa qualche passo nella mia direzione e mi sforzo disperatamente a non arretrare.
"Ottimo. È da molte ore che sei qui dentro. Chiedi di uscire e ti scorterò fuori: potremmo fare un giro per la villa e.."
Aspetta.
Villa.
La villa vittoriana che ho intravisto appena siamo entrati nella comunità. Non può essere una semplice coincidenza.
Lo vedo corrugare la fronte e studiarmi il viso con attenzione.
"Tutto bene?"
Mi porto una mano al petto e provo a tenere sotto controllo il mio respiro corto.
"Benissimo.. Solo.. Ho solo bisogno di uscire da qui. Dalla villa"
Lui si irrigidisce, fermando i suoi lenti passi in mezzo alla stanza.
"Perché vorresti uscire da qui?"
Mi inumidisco le labbra con la lingua.
"Perché.. Beh perché ho bisogno di una boccata d'aria e.."
Lo vedo avvicinarsi pericolosamente al mio corpo, bloccandomi contro la finestra alle mie spalle. Le sue braccia mi circondano ai lati dei fianchi e la sua schiena si incurva verso di me.
"Palle. Perchè vuoi uscire da qui, uh?"
Il suo viso. Il suo sporco e tanto odiato viso è a pochi centimetri dal mio. Sento il soffio caldo dei suoi respiri sfiorarmi le guance. Vedo i suoi occhi attraversarmi completamente, arrivando fin sotto alla pelle.
Cerco di mantenere un tono di voce calmo.
"Perchè.."
Vengo interrotta dalle sue labbra. Le sue gelide e molli labbra hanno raggiunto il mio collo, e scendono languide lungo la mia clavicola. Arrivano alla sottile spallina del mio vestito; i suoi denti la intrappolano e la fanno scivolare lateralmente giù dal mio corpo.
Inizio a tremare e a trattenere il fiato. Sono letteralmente bloccata dal suo corpo contro al mio.
Le sue labbra continuano la scia di baci sulla mia spalla, mordendo a volte un lembo di pelle. Il suo respiro sta diventando affannoso e non riesco più a sopportarlo.
Facendomi coraggio, allungo le mie mani contro il suo busto muscoloso e lo spingo via da me.
Lui però si sposta di poco, sgranando gli occhi per la sorpresa e liberandomi dalle sue braccia.
Spalanco anche io gli occhi e con il cuore a mille provo a spostarmi dalla parete.
La sua espressione, prima calma e gentile, si trasforma radicalmente. I lineamenti della sua mascella si fanno duri, gli occhi freddi.
Velocemente fa un passo anche lui, sbarrandomi la strada.
Io mi rimetto la spallina del vestito, non staccando gli occhi dai suoi.
"Perché Bliss? Perché non vuoi che un corpo come il mio ti doni il piacere che meriti?"
Sembra che ogni parola pronunciata gli costi fatica.
La sua voce è molto più roca e bassa del normale; mi provoca la pelle d'oca.
Abbasso lo sguardo sui miei piedi nudi.
"Ecco.."
Ho la gola secca.
Lui si avvicina ancora, facendomi arretrare.
"Lo so io il perché. Perché sei solo una ragazzina viziata.." Fa una pausa, guardando poi verso l'alto e spalancando le braccia "..ammira. Ammira la maestosità di questa stanza. Quel lampadario ha più di un secolo e mezzo, ma tu questo non lo puoi sapere, uh? Tutto questo non ti è mai interessato."
Sono confusa. Seguo i movimenti delle sue braccia e storto il naso in una smorfia.
"Tre giorni che sei chiusa qui dentro. Tre lunghi giorni dove io aspetto che tu apra gli occhi"
Cosa ha detto? Tre giorni?
Sto iniziando ad agitarmi. La realizzazione della situazione arriva come un schiaffo in pieno viso.
Sono rimasta imprigionata qui dentro per tre dannatissimi giorni. Non so come possano stare gli altri, se siano riusciti a salvarsi o se li stia facendo preoccupare per me.
Sento la stanza rimpicciolire e il fiato mancare nei polmoni.
"Lo so io a cosa stai pensando... Anzi"
Le sue mani ora mi circondano le spalle, stringendo la loro presa attorno a me. Mi sta facendo male e a stento trattengo un gemito di dolore.
Lui lo ignora e avvicina pericolosamente il suo viso al mio: i nostri nasi quasi si sfiorano e vorrei vomitare.
".. A chi"
Sgrano gli occhi e lui ghigna.
Abbasso lo sguardo e scorgo con orrore il rapido movimento della sua bocca: le sue labbra cercano di avvicinarsi a me per mordermi la pelle del viso, provocarmi.
Io reagisco scattando all'indietro con il collo, schifata; il suo ghigno accresce.
Si allontana poi da me all'improvviso, permettendomi di tornare a respirare.
Lo vedo voltarmi le spalle e iniziare a camminare in circolo. Il rimbombo dei suoi passi sul pavimento è l'unico suono che sento.
Sta accadendo tutto così in fretta e i suoi sbalzi d'umore mi stanno destabilizzando.
Faccio saettare lo sguardo attorno a me, bloccandolo poi sulla porta d'ingresso. Devo raggiungerla.
Devo scappare via da qui, abbracciare mia madre e trovare Harry. Capirò tutto una volta che lo avrò trovato.
"Bliss. Posso sentire il rumore dei tuoi pensieri vorticarti nella mente. A cosa stai pensando?"
Gelo sul posto non appena smette di camminare e si ferma per guardarmi, le mani incrociate dietro la schiena.
Emetto un profondo respiro, cercando di non farmi prendere dal panico.
"Dimmi la verità Zayn"
Lui si rilassa visibilmente, iniziando a ridere di me.
"Ma come bambolina, non credi che l'affetto che nutriamo l'uno per l'altra sia reale?"
Un passo verso di me.
"Che Harry sia un delinquente?"
Un altro passo. La distanza tra noi diminuisce.
"Che la tua dolce mammina.."
Mi compare davanti, facendomi saltare sul posto dallo spavento.
Avvicina le sue labbra al mio orecchio e io deglutisco a fatica, strizzando gli occhi per la paura.
".. Sia viva?"
Spalanco gli occhi e schiudo le labbra, rilasciando un solo sbuffo d'aria; Zayn mi ha di nuovo tra le mani e mi spinge contro la finestra.
Il vetro vibra per il colpo e un dolore acuto mi percuote la spina dorsale.
Inizio a scalciare a vuoto, provando anche solo a sfiorarlo; la sua presa si stringe. Sento le braccia iniziare a formicolare.
"Mia madre è viva!"
Urlo con il poco fiato che mi rimane.
Mi sbatte nuovamente contro la finestra.
"Tu dici, tesoro?"
Inizio a muovere convulsamente anche il busto e le braccia; lo voglio lontano da me, sono stufa di tutti i suoi giochi.
"Si cazzo!" Emetto un gemito di dolore per il colpo alla schiena ricevuto "lei era qui, lei.. Era qui con me"
Non ho più la forza di gridare.
Zayn fa schioccare la lingua contro il palato più volte.
"Allora è vero che Harry non ti ha detto nulla.."
Corrugo la fronte, le forze e il fiato ormai che vanno a mancare.
Il moro si passa una mano sul ciuffo, mentre l'altra mi tiene sempre bloccata alla parete.
"Che pezzo di merda. È rimasto tale e quale a quando mi ha abbandonato"
Allungo le mani verso il suo braccio teso contro di me, provando ad allontanarlo.
Lui sembra annoiato dalla mia resistenza.
"Ti rendi conto che potrei anche dirti che lui è stato in grado di uccidere milioni di innocenti, ma tu saresti impegnata a scappare da me per correre tra le sue braccia?"
Scuoto il capo.
"Lasciami andare! Sono stufa delle tue stronzate!"
Lui scoppia a ridere, una risata finta e derisoria. Lui sta ridendo di me.
"Vedi? Ah.."
Sospira, distogliendo lo sguardo da me.
"Quanto mi fanno pena le emozioni umane. Quanto!"
Stringe le sue dita attorno al mio collo e sgrano gli occhi per l'improvvisa mancanza d'aria.
Lui ride ancora. La vista si sta appannando e il suono della sua risata mi perfora il cranio.
Mi lascia andare, aprendo la mano che mi imprigiona e facendomi cadere a terra con un tonfo secco.
Gemo dal dolore, raggomitolandomi su me stessa e recuperando più aria possibile con la bocca spalancata.
Sento i passi di Zayn farsi lontani.
"Ho provato a farti riiniziare una nuova vita accanto a me.."
Mi porto una mano alla fronte.
".. Tu non apprezzi. Non hai voluto credermi. Preferisci la vita miserabile che hai ora a tutta questa ricchezza, a tutto il mio sfarzo.."
Scuoto il capo, provando a riaprire gli occhi.
"Spero per te che tua madre ti divori"
Cosa?
Le porte della stanza si spalancano con un cigolio e, mettendo a fuoco l'ambiente davanti a me, distinguo la figura appannata di una donna.
Mia madre.
La gola mi brucia e non riesco più a parlare, ma cerco di rimettermi in piedi sulle mie gambe.
"Mamma.."
La mia voce è troppo flebile per essere sentita.
La donna fa dei passi nella mia direzione. Riconosco la sua risata squillante.
Come fa a ridere vedendomi in questo stato?
"Vuoi davvero che mi occupi della mia bambina, Zayn?"
Questa non è la sua voce.
"Solo quanto è necessario per farle capire come stanno davvero le cose. È il mio giocattolino dopotutto"
Mamma ride ancora. Non è la donna che mi ha cresciuto. Non è la donna che ho compianto per giorni.
"Sarà un piacere"
È solo un incubo.
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