Capitolo IV

Aveva occhi color del cioccolato fuso che sembravano scavare dentro di lei fino a penetrarle le viscere.

Dopo la sorpresa iniziale nel trovarselo davanti, Nina si era riscossa in fretta, cancellando qualsiasi traccia di emozione dal suo volto mentre gli rivolgeva un cordiale saluto. Eppure, non riusciva a togliersi dalla testa quegli occhi.

Aveva capito subito che ci fosse qualcosa di fuori posto in lui. Ne era certa, perché lo sguardo che aveva incrociato nel guardarlo negli occhi era lo stesso che la osservava ogni mattina dallo specchio.

Quell'uomo era lì per un motivo ben preciso, Nina comprese non appena i loro occhi si incontrarono, e lei sapeva molto bene di che cosa si trattasse. Era la stessa cosa che cercava lei: il potere, e l'occasione di ottenerlo.

Victoria accennò un sorriso, ignara di tutto. "Non fermarti, sorella, ti prego," le disse. "Era una così bella melodia."

Ma il duca aveva notato la stessa cosa in lei che lei aveva notato in lui. Nina non ne dubitò per un attimo.

E, mentre riprese a strimpellare motivetti sul pianoforte, si ripromise di stare attenta.

Quell'uomo era esattamente ciò che aveva temuto.
Era esattamente il tipo di persona che sarebbe stata capace di ammaliare Victoria e piegarla alla sua volontà. E, se Nina non fosse stata estremamente cauta nel trattare con lui, Hans Volmark avrebbe potuto essere la sua rovina.

No, decise Nina, senza fermare il movimento delle dita sulla tastiera. Non aveva bisogno di concentrarsi eccessivamente per continuare a suonare. Non permetterò che questo tizio arrivi qui come se niente fosse e si prenda tutto ciò ho sempre voluto.

Con la coda dell'occhio, vide Hans sedersi accanto a Victoria. Le stava parlando, ma Nina non fu in grado di cogliere che cosa le avesse detto.

La principessa riportò lo sguardo sul pianoforte prima che qualcuno potesse rendersi conto che stava origliando.

Bastardo, maledisse il duca tra sé e sé.

Era certa che stesse provando a catturare l'interesse della regina in quello stesso istante, ed era quasi del tutto sicura che Victoria stesse rispondendo positivamente alle sue avances.

Ma Nina avrebbe trovato un modo di liberarsi di lui, qualsiasi modo.

Non è poi così raro che gli uomini muoiano soffocati ai banchetti, dopotutto... Un sorrisetto le tirò gli angoli della bocca, ma la principessa si trattenne.

Prima di arrivare alle maniere drastiche, avrebbe tentato di persuadere sua sorella a lasciar perdere Hans.

Fortunatamente, aveva in mente la scusa perfetta con cui piantare il seme del dubbio.

ஓ๑♛๑ஓ

Non ebbe neppure bisogno di intavolare la conversazione, perché Victoria la precedette.

Si trovavano da sole nella sala da tè, tutti gli ospiti ritiratisi per rinfrescarsi dopo il viaggio dalle rispettive terre fino alla capitale, quando la regina le confidò "Nina, credo di aver trovato lo sposo perfetto."

"Oh?" La principessa sollevò un sopracciglio, fingendosi giusto un tantino sorpresa, come se lo avesse sospettato e ne aveva appena avuto la conferma. Dopo un attimo di pausa, come se stesse tentando di indovinare, le domandò "Il duca?"

Victoria annuì, e allora Nina iniziò il suo spettacolo.

Non ci volle molto a fare in modo che il suo sorriso venisse fuori tirato.

Solitamente, avrebbe fatto tutto il possibile per nascondere qualsiasi traccia di emozioni che potesse essere usata contro di lei, ma questa volta sarebbe servito al suo scopo.

E sua sorella, fortunatamente, non era tanto cieca da non rendersi conto delle implicazioni di quel sorriso, ma era anche abbastanza ignara da credere al suo teatrino.

"C'è qualcosa che non va, Nina?" le chiese, aggrottando le sopracciglia, confusa.

"No..." Nina si strinse nelle spalle, esitazione dipinta sul volto. Di proposito, evitò lo sguardo della sorella. Voleva che s'incuriosisse, che insistesse. "È solo che..." Scosse la testa. Una piccola pausa. "Fa niente, ci sto pensando troppo. Sai che non mi piace l'idea di dare il regno in mano ad uno sconosciuto, ma se tu ti fidi di lui..."  

Lasciò in sospeso la frase, e attese.

Suvvia, so che il mistero ti da sui nervi.

Victoria giocherellò con l'orlo della manica, tirando e arrotolandosi attorno al dito la seta purpurea. "Nina," le intimò, proprio come aveva sperato, "di che cosa stai parlando?"

La principessa sospirò teatralmente. "Ebbene, se proprio insisti..." Si spostò una ciocca ramata, sfuggita all'acconciatura, dietro l'orecchio." Non vorrei che lui ti usasse, è tutto qui."

Gli occhi di Victoria si spalancarono. "Perché dovrebbe usarmi?" chiese. "Nina," —Aveva alzato la voce, quasi impercettibilmente, ma lei notò il mutamento nel suo tono— "che cosa stai insinuando?"

Se avesse dovuto indovinare, avrebbe detto che sua sorella era offesa. Ma dietro a quella facciata, sulla sua espressione iniziò a farsi strada la consapevolezza: perché mai qualcuno che non aveva mai visto prima avrebbe voluto sposarla, se non per la corona che portava in dote?

Nina attese che la verità attecchisse nella mente di sua sorella, mantenendo un'espressione neutrale.

Eppure, al posto di darle finalmente ragione, Victoria sorrise. "Andiamo, sorella. Abbiamo sempre saputo entrambe che le nostre nozze sarebbero state contratte per motivi politici. È chiaro che anche gli uomini abbiano le proprie ragioni, e tu lo sai. Dunque, qual è il vero problema? Il duca Hans sarebbe un ottimo partito."

Nina sapeva che la maggiore stava cercando di convincere se stessa più di quanto non stesse cercando di convincere lei. Ciononostante, il fatto che si stesse rivelando tanto difficile persuaderla le fece ribollire il sangue nelle vene.

Possibile che Hans avesse già iniziato a manipolarla? Possibile che lei ci fosse cascata così rapidamente?

Nina alzò gli occhi al cielo, sperando ardentemente che non fosse così. "Certo, se desideri un consorte che regni al posto tuo." Fece spallucce. "In tal caso, accomodati pure."

Non farlo. Per tutto ciò che è sacro a questo mondo, non distruggere così tutti i miei piani.

"Perché mai dovrebbe fare una cosa del genere?"

"Perché Hans Volmark è un duca, sorella." Nina quasi fu tentata di prenderla in giro per quanto fosse sprovveduta.

"Ed è un uomo, un uomo potente. Non accetterà di vivere all'ombra della moglie."

Victoria si mise a braccia conserte, raddrizzandosi sul divanetto su cui era seduta. "E tu lo sai perché?"

"È così difficile capirlo?" Nina replicò con un'altra domanda, col preciso scopo di confonderla. "Perché un uomo che ha tutto dovrebbe volerti sposare? Perché anche un uomo che ha tutto vuole sempre di più. È nella natura umana desiderare ciò che no si possiede, sorella, e io non credo che un uomo come il duca sia tipo da stare un passo indietro e guardare mentre quello che vuole è a portata di mano, aspettando solo di essere afferrato."

"Mi stai paragonando ad un oggetto da essere conquistato?"

Non è difficile, quando ti stai comportando come se lo fossi.

"Ma certo che no." Le rivolse un sorriso finto. "Sto cercando di avvertirti, Victoria. Fai attenzione."

"A che cosa?"

"Agli uomini che ti promettono le stelle per poi farti precipitare il cielo addosso."

E alle donne che fingono di esserti alleate per poi pugnalarti alle spalle quando meno te lo aspetti.

Ma quando Victoria lo avesse capito, per lei sarebbe stato troppo tardi.

ஓ๑♛๑ஓ

Ci era voluto soltanto un'occhiata nelle iridi argentee di Victoria per far capire a Nina di essere riuscita nel suo intento.

Il seme del dubbio era stato piantato, e aveva già iniziato a germogliare.

Anche se sua sorella non voleva ammetterlo, Nina sapeva che fosse così. Glielo vedeva scritto in viso, lo percepiva in ogni suo irrequieto movimento.

La lasciò, allora, con la consapevolezza che la solitudine sarebbe stata un terreno fertile per permettere all'incertezza di attecchire definitivamente.

Attraversò i corridoi del palazzo a testa alta, immaginando come sarebbe stato se tutto ciò che la circondava fosse stato suo, se solo Victoria non l'avesse separata dal trono...

I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dal suono di una voce maschile.

Nina immediatamente drizzò le orecchie.

La voce proveniva dall'interno di una delle stanze, probabilmente da dietro la porta alla sua destra.

Si accostò al legno, tentando di cogliere qualche frammento della conversazione.

"...la regina," stava dicendo l'uomo dall'altra parte. "Non dovrebbe essere arduo. Non mi sembra difficile da trattare."

Nina spalancò gli occhi e a malapena trattenne un sussulto di sorpresa.

Victoria. Stavano parlando di Victoria.
Premette l'orecchio ancora più forte contro la porta. Non doveva perdersi una sola parola di tutto questo. Avrebbe potuto rivelarsi molto utile.

"Ma dovrete essere saggio, Vostra Grazia," rispose qualcun altro. Un uomo anch'egli, più vecchio del primo se la sua voce era un indizio valido. "Se si venisse a sapere perché lo state facendo, la cosa potrebbe compromettere i vostri piani."

"Potrebbero sospettarlo..." rifletté il primo uomo che aveva parlato. "Ma non ne avrebbero le prove."

Di qualunque cosa stesse parlando, egli sembrava sicuro della sua affermazione.

Nina dovette mettersi una mano sulla bocca per non scoppiare a ridere in quell'esatto momento.

Non sapeva ancora come avrebbe potuto dimostrare a qualcuno di aver sentito ciò che aveva sentito. Non sapeva neppure in che cosa consistesse il piano di cui parlavano, ma avrebbe trovato il modo di scoprirlo. Avrebbero parlato chiaro, prima o poi. Doveva soltanto evitare di farsi scoprire sino ad allora.

Andiamo, pensò, quasi gli uomini misteriosi potessero udirla e ubbidirle, parlate. Ditemi che cosa state tramando.

"Ci riuscirò, Fredrik. Lei pende già dalle mie labbra, e suppongo di aver fatto effetto anche sulla principessa."

Oh, questa è bella. Nina rise silenziosamente, alzando gli occhi al cielo. Chiunque tu sia, che cosa te lo fa credere?

"Sembrava positivamente senza parole quando ci hanno presentati," dichiarò l'uomo.

E a quelle parole, improvvisamente la risposta le fu chiara come l'acqua dell'Eis Lacken.

Oh, maledetto bastardo, imprecò nella sua testa. Lo sapevo, sapevo che stessi tramando qualcosa.
Ma cosa?

Il suo primo pensiero andò alle nozze.

Sposare Victoria gli avrebbe garantito di diventare re senza dover fare nulla.

Nina strinse le labbra in una linea sottile, serrando il pugno tanto forte da lacerarsi il palmo con le unghie. Non credere che ti lascerò fare tanto facilmente, Volmark.

"Tuttavia, la ragazza potrebbe rivelarsi un problema," continuò lui in quell'istante—come se avesse sentito il suo pensiero— "Sembra essere più... percettiva della sorella."

"Avete notato qualcosa di strano, Vostra Grazia?"

Ci fu una pausa. L'uomo—Fredrik, apparentemente—non colse le implicazioni di quel silenzio, o se le colse non insistette oltre, ma Nina capì, e si dovette contenere per non lasciarsi prendere dalla rabbia.

"No," disse infine Hans. "Niente che conti."

Ma era una bugia bella e buona. Certo che aveva notato qualcosa. E se fosse stato minimamente sveglio—cosa che Nina sospettava fosse—avrebbe capito il valore dell'intuizione che aveva avuto quel mattino nel salotto.

Ciò che lei aveva visto in lui, il duca l'aveva percepito in lei.

Fortunatamente, si trattava solo di supposizioni dal suo canto. Avrebbe avuto ragione a sospettare di lei, ma non c'era motivo per cui gli altri avrebbero dovuto saperlo.

Sfortunatamente, anche quelle di lei ai loro occhi sarebbero apparse come semplici ipotesi, supportate soltanto dalla sua parola contro quella del duca.

Nina udì il rumore di passi sul pavimento farsi sempre più vicino, tuttavia, e decise di pensarci su più tardi. Nelle sue stanze, possibilmente, al riparo da occhi indiscreti.

Prima che la porta potesse aprirsi, la principessa saettò via e girò l'angolo, imboccando il corridoio al fondo del quale si trovava la sua camera. 

ஓ๑♛๑ஓ

"Altezza!" esclamò Lili quando la principessa fece il suo ingresso. Pareva leggermente scossa.

Nina sollevò un sopracciglio.

"Ehm... Se posso permettermi..." La giovane si bloccò.

Nina annuì, incoraggiandola a proseguire. "Ti prego, permettiti."

"Ecco... Va tutto bene, principessa?" le domandò allora la castana, azzardando un'occhiata nei suoi occhi—cosa rara da fare, per Lili.

All'inizio, Nina fu presa alla sprovvista dalla domanda.

Quando lo sguardo della dama di compagnia andò a parare in un punto dietro le sue spalle, tuttavia, capì.

"Oh, intendi per quello." Fece un cenno col capo verso la porta, che ancora vibrava leggermente per la forza con cui l'aveva chiusa. Sorrise. "Avevo fretta," disse, stringendosi nelle spalle con nonchalance.

Non aggiunse altro, e la sua amica non chiese.

Nina si lasciò cadere sulla poltrona, afferrando un libro che aveva poggiato lì vicino qualche giorno prima. Vi era un vassoio di dolci sul tavolino di fronte a lei.

"Vieni." Diede un colpetto al divano, sul posto accanto a lei. "Siedi con me, Lili. Non lo senti che profumino invitante?"

La ragazza sorrise, leggermente rossa in volto. "Vi ringrazio, Altezza," mormorò mentre si accomodava.

Sotto lo sguardo insistente della principessa, infine prese una pastina coperta di crema e succosi lamponi rossi e la addentò delicatamente.

Nina stirò le gambe, poggiandole sopra il tavolo, e intrecciò le mani dietro la nuca. "Lo sai mantenere un segreto, Lili?"

La ragazza sbarrò gli occhi ma, dopo un attimo di esitazione, fece di sì con la testa.

Trangugiò il dolcetto, e attese.

"Ho scoperto qualcosa di piuttosto interessante, sai?" raccontò Nina, girando il capo appena un poco verso sinistra per osservare la sua reazione. "Qualcosa che sospettavo fin dall'inizio, in vero, ma ora ne ho la conferma."

"Oh?" Lili schiuse un po' le labbra rosee nel pronunciare quella sillaba, oh.

Con quel suo viso perlaceo e l'espressione un pochino stupefatta, ma sempre composta, era il perfetto ritratto dell'innocenza.

"E..." Lili si guardò attorno, timorosa di parlare. "Che cos'avete scoperto, se mi è concesso saperlo?"

Soltanto che potrei dover trovare un modo di liberarmi di un certo duca che non sa stare al suo posto.

Se lo avesse detto a voce alta le avrebbe fatto prendere un colpo al cuore, così si limitò a dire "Ho ragione di credere che qualcuno voglia qualcosa che è mio di diritto. Ora, mi chiedo come fare in modo che costui non riesca nel suo intento."

"Intendete fare qualcosa al riguardo, immagino..."

Nina sorrise. "È per questo che sei mia amica, Lili." Annuì. "Sì, è proprio quello che intendo fare... E tu mi aiuterai."

La guardò mentre assimilava le sue parole, e quando finalmente trovò il coraggio di aprire bocca.

"Che cosa volete che faccia?"

Un ghigno apparve sul volto della principessa. "Lo vedremo... Per ora, non parlarne con anima viva. Sono stata chiara?" 

"Sì." L'altra annuì rapidamente. "Assolutamente."

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top