Capitolo 39
"Ti guardo negli occhi e non sono più quelli di chi mi voleva."
~Ellen
Le gambe erano gelatina e il cuore batteva forte in attesa di una sua parola, un suo gesto. Lo guardai ancora, mentre mio padre ci raggiunse con le lacrime agli occhi.
-Ellen piccola mia, sei veramente tu?- domandò mio padre incredulo e con la voce rotta dal pianto. Annuii abbracciandolo subito, sciogliendo il contatto visivo con Klaus, che era rimasto muto. Tra le braccia di Massimo, mi concentrai sul cuore di Klaus, sentendo i suoi battiti veloci. In un attimo i bimbi si precipitarono dal nonno, attaccandosi ad esso come Koala. Circa trenta secondi dopo mi ritrovai sola con Klaus, ancora davanti la porta di casa. Guardai i suoi occhi che notai essere lucidi e arrossati come i miei, e sorrisi esitante.
La sua mano si avvicinò al mio viso lentamente, insicura. Chiusi gli occhi al contatto delle sue nocche sulla mia guancia e ebbi un fremito. Li riaprii quando riuscii a placare le scariche elettriche partite da quel contatto; era li, a pochi centimetri da me. Sentivo quasi il calore del suo corpo contro il mio e il suo fiato sulle labbra.
-Sei...tu.- sussurrò tra una pausa e l'altra, continuando a guardarmi. Annuii lentamente, cercando di non spezzare quell'atmosfera magica e tanto attesa. Si avvicinò ulteriormente a me in cerca di altre risposte, sfiorando le mie labbra.
-Allora non mi hai dimenticata.- dissi finalmente io, ad un palmo dalle sue labbra. Scosse la testa con un sorriso triste sul volto
-Avrei mai potuto?- domandò retorico, come se fosse ovvio. Avrebbe mai potuto? Anche io avrei potuto ma non l'ho fatto. Ancorai le mani sulle sue braccia fino ad arrivare alle sue spalle con movimenti lenti; sospirò a quel contatto, fremendo per avere di più. A quel punto stanca di tutta quella attesa, mi spinsi sulle sue labbra, finalmente facendole unire in un bacio desideroso. Subito cercò la mia lingua, che in un attimo si unì alla sua in una danza tutta loro.
Affondai le mani nei suoi capelli e li tirai, sentendo le sue mani stringere i miei fianchi in modo possessivo, come se non volesse più lasciarmi andare via. Quando tirò il mio labbro, gemetti affannosamente. Finii nelle sue braccia, tra quelle ancore forti che tanto mi erano mancate intorno al mio esile corpo. Mi beai del suo profumo per qualche minuto, poi dissi
-Ho lasciato definitivamente Brian.- restammo così mentre ascoltavo il suo cuore battere contro la gabbia toracica e il petto vibrare ad ogni parola.
-Ma sei stata con lui in questi due anni, lasciandomi solo.- scossi la testa sul suo petto, restando però tra le sue braccia.
-Io e Brian non ci siamo guardati nemmeno una volta con desiderio, ma come due genitori. È finita anni fa con lui, si è rifatto una vita e adesso io sono tornata alla mia.- dissi senza mezzi termini. Io volevo soltanto lui e non avevo fatto altro durante questo tempo che desiderarlo. A quel punto mi guardò, sciogliendo il nostro contatto fisico; mi baciò di nuovo, beandomi di quel contatto.
Il nostro primo giorno era passato e finalmente eravamo tornati a casa di mio padre. Avevo salutato Klaus con un bacio pieno di promesse e con un po' di riluttanza. Domani sarei andata di nuovo da lui, ma il viaggio era stato lungo ed ero stanca. I bambini dormivano già da un po' ma io non riuscivo a prendere sonno nonostante tutta la stanchezza morale e fisica. Diedi le spalle alla finestra e chiusi gli occhi, concentrandomi sul rumore del venticello che veniva da fuori.
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