Capitolo 37
"Accontentarsi di chiunque pur di non restare soli. Se dovessi spiegare a parole l'infelicità, lo farei così."
~Ellen
Quando la mia sete cessó, mi staccai con lentezza dal suo collo, leccandomi le labbra. Sentii il suo sangue scorrermi nelle vene e il corpo rigenerarsi partendo dai muscoli alle ossa affaticate. Aprii gli occhi e mi stiracchiai rilassata, non facendo peso allo sguardo di Brian addosso. Posai i piedi per terra ed un brivido percorse il mio corpo, pizzicando la mia pelle. Mi sollevai in piedi e mi osservai allo specchio, notando che i miei capelli fossero stranamente ordinati. Sospirai e mi diressi in bagno, senza prendere nulla dall'armadio e senza dire niente. Mi infilai sotto la doccia e mi beai del tepore che mi regalava l'acqua calda, riscaldando per qualche secondo la mia pelle fredda. Ormai ero abituata a sentire il sangue scorrermi nelle vene solo quando lo bevevo avidamente da qualcuno. La mia vita è inesorabilmente cambiata e devo accettarlo, ho anche dei bambini adesso a cui dedicare il mio tempo. Sorrisi a questo pensiero e uscii dalla doccia, avvolgendo il mio corpo in un asciugamano bianco. Toccai la mia pancia e i fianchi e notai che sulla pelle non erano rimasti nemmeno lontanamente i segni della gravidanza. Uscii dal bagno che fortunatamente era comunicante con la mia stanza e restai stupita quando vidi che Brian era ancora in camera mia.
-Oh! Sei ancora qui? Pensavo fossi andato via.- dissi camminando verso l'armadio, senza vergogna davanti a lui. Prima di rispondermi mi guardò in silenzio per qualche secondo, mentre prendevo dei vestiti puliti.
-Non pensavo ti desse fastidio, comunque non volevo lasciare i nostri figli soli.- rispose distogliendo lo sguardo da me. Sistemai i vestiti sul letto quando sentii piangere occhioni blu e lo presi tra le braccia, precedendo Brian. Evitai di rispondere alle sue parole cambiando discorso
-Finora hanno bevuto latte dal biberon?- domandai cullandolo, cercando di calmarlo; aveva fame, era ovvio. Annuì e mi guardò attentamente mentre, ancora con i capelli umidi, portai il neonato con me sul letto. Sciolsi l'asciugamano e mi coprii con il lenzuolo subito dopo, ignorando lo sguardo incomprensibile di Brian. Portai il bambino al seno e sorrisi soddisfatta quando si attaccò a me come un lampo per mangiare. Guardai Brian e sorrisi, dicendo
-Riccardo, lui è Riccardo. Ti piace questo nome?- domandai aspettandomi una risposta negativa ma non arrivò. Annuì e disse
-Mi sembra perfetto per lui, tutto questo è perfetto!- vidi la felicità nel suo sguardo, una felicità pura e sincera. Prese occhioni verdi in braccio e si sedette accanto a me, guardandolo attentamente.
-Che ne dici di Leonardo per lui? Ha una certa importanza questo nome e lui è speciale, non trovi?- domandò guardandomi speranzoso. Annuii d'accordo con lui, era davvero un nome bellissimo. Restò a guardarmi, fissando insistentemente le mie labbra. Mi colse di sorpresa quando mi baciò dolcemente, facendo aderire le nostre labbra in un bacio casto e veloce.
-Brian io...- sussurrai senza guardarlo, abbassando la testa.
-Scusa, hai ragione.- disse mortificato, dandomi in braccio Leonardo. Si alzò e si diresse verso la porta, ma le mie parole lo fermarono.
-Io ti ho amato Brian, ti ho amato tanto, ma non posso fingere di continuare a farlo, soprattutto non adesso. Questi bambini sono il frutto dell'amore che ci ha uniti, ed è proprio per questo che per te avrò sempre un immenso rispetto.- dissi tutto d'un fiato, con tutta la sincerità che potessi possedere.
Restò fermo con la mano sulla maniglia e stette in silenzio.
-Ok.- fu la sua unica e netta risposta, sapevo che stava soffrendo in questo momento ma non potevo fare altro. Uscì e sbattè la porta alle sue spalle, lasciandomi sola con i bambini.
Legai i capelli in una treccia e notai quanto fossero cresciuti ultimamente, accorgendomi arrivassero quasi sul fondoschiena. Sistemai la gonna a ballerina del vestitino color crema e mi guardai un'ultima volta allo specchio, prima di farmi coraggio e scendere in cucina, dove tutti mi aspettavano per la cena. Mi ritrovai accerchiata da tanti sguardi che mi squadravano attentamente e in modo preoccupato. Guardai tutti, inceppando per qualche attimo negli occhi di Klaus, e sorridendo dissi
-Sto bene, mangiamo o no? Ho fame.- sdrammatizzai con la mia solita e infinita fame, facendo ridere tutti.
La cena prosegui particolarmente calma, ma io non lo ero affatto; presto avrei dovuto parlare con Klaus. A fine cena tutti restarono a tavola a bere del vino, mentre io mi diressi in terrazza, lanciando una fugace occhiata a Klaus.
Appoggiai i gomiti sul freddo marmo e guardai la luna che sta sera era particolarmente luminosa e bella. Sentii una presenza dietro di me, che notai con finto stupore fosse Klaus; sapevo mi avrebbe seguita.
-Me ne vado.- dissi subito senza smettere di guardare il cielo.
-Perché?- fu l'unica risposta che riuscì a darmi, rispose con una cavolo di domanda. Mi girai e lo guardai dritta negli occhi; ci separavano pochi centimetri.
-Perché ho bisogno di tempo per me. Ho bisogno di costruirmi egoisticamente del tempo da poter donare interamente ai miei figli, che ora come ora sono tutto quello che importa. Parto domani, spero mi capirai.- dissi senza mezzi termini, cercando di restare impassibile. Scosse la testa scioccato, facendo un passo indietro.
-Tu... tu non puoi lasciarmi così, ho bisogno di te.- disse balbettando sotto shock.
-Addio Klaus.- dissi posando un bacio sulla sua guancia, lasciando lentamente la sua pelle. Me ne andai senza girarmi mai, senza ripensamenti. Me ne andai e fu li che qualcosa dentro di me si spezzò, qualcosa che portò via con se parte del mio cuore.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top