Capitolo 26

"La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia."

~klaus
Ero in estati, i suoi denti nel mio collo erano tutto quello che desideravo. Strinsi i suoi fianchi nudi e l'avvicinai ancora di più a me. Il contatto del suo corpo seminudo contro il mio, mi portò a riscoprire un istinto animalesco che a lungo avevo soppresso. L'avrei sbattuta contro un albero e se Dio fosse esistito davvero, avrebbe saputo solo lui cosa le avrei potuto fare. Sentivo i suoi versi di piacere affogati sul mio collo, il mio sangue era la sua droga e il suo il mio. Avrei dato anche la mia eternità solo per assaggiarne un goccio soltanto.
Successe tutto in pochi secondi: percepimmo la presenza di Brian ormai dietro di noi; Ellen si staccò subito da me con una mano sulla bocca. Puntò in un disperato gesto gli occhi in quelli di Brian e cercò di parlare, ma successe una delle poche cose che non mi sarei mai aspettato di vedere nella vita: Sul volto di Brian scese una lacrima.
Ellen si inginocchiò per terra con le mani tra i capelli e riuscì a dire soltanto
-Mi dispiace, io...- la sua voce si spezzò nel momento esatto in cui Brian la tirò in piedi e la portò dietro di se.
Il suo sguardo di fuoco si puntò su di me minaccioso e subito disse
-Forse ancora non hai capito che devi starle lontano. So che l'hai provocata e sappiamo entrambi perfettamente che un vampiro appena trasformato non riesce a resistere al sangue del suo creatore. Ora ti avviso l'ultima volta e spero di essere stato chiaro, o forse devo ricordarti che hai un eterno dovere di compiacermi?- mi puntò il dito contro con astio, facendomi serrare i denti alle ultime parole.
Ellen fuggì da dietro le sue spalle e si parò in mezzo a noi confusa e arrabbiata.
-Brian, primo: decido io se deve sparire dalla mia vita o no, ok? Secondo: so che ha sbagliato a venire qui e provocarmi ma resta il fatto che tu non mi avevi detto del nostro legame oppure mi sarei comportata diversamente; terzo: cosa significa che ha un eterno dovere di compiacerti? Parla perché sono stanca delle bugie!- disse esasperata lei, con le mani sui fianchi. La sua seminudità non aiutava la mia concentrazione e Brian se n'era accorto.
-Non è il momento e nemmeno la situazione adatta per delle spiegazioni, vatti a vestire per favore.- disse Brian con voce ferma. Ellen di tutta risposta incrociò le braccia al petto, si piazzò minacciosa difronte a lui e allora disse
-Tu non hai nessun diritto di dirmi cosa devo fare, non sono una bambina che ha bisogno della mamma e il papà. Le spiegazioni me le devi e anche subito!- la terra tremò leggermente, facendo sgranare gli occhi a Brian; era stata Ellen a farla tremare. Visto la bambina cosa riesce a fare? Meglio non farla arrabbiare, l'ho scoperto prima di te. Brian cercò di prendere in mano la situazione e provò a calmarla
-Stai calma, non penso che...- allora stanco di quella situazione esplosi e interrompendolo, dissi tutto d'un fiato
-È il mio creatore.- lo dissi con voce calma e scorrevole, non badando alle conseguenze. Vidi Ellen bloccarsi e alternare lo sguardo da me a lui e da lui a me; la sua faccia era una maschera di confusione e shock. Ci fu silenzio per qualche secondo, poi dalla bocca di Ellen uscirono delle parole che non ci saremmo aspettati entrambi
-Quindi quando l'hai portato a casa nostra e l'indomani è arrivata la notizia che tu... tu...- lacrime incontrollate caddero dai suoi occhi azzurro ghiaccio, diventati ancora più chiari a causa delle lacrime.
Io e Brian ci guardammo stupiti, se lo ricordava davvero?
-Tu... te lo ricordi?- domandò Brian stupito, precedendomi. Lo guardò con disprezzo e con rabbia gridò
-È L'ULTIMO RICORDO CHE HO DI MIO FRATELLO, LO STESSO FRATELLO CHE È SCOMPARSO DALLA MIA VITA DA UN GIORNO ALL'ALTRO SOLO PER QUESTE MANIACALI TRADIZIONI DEL CAZZO. ESSERE UN VAMPIRO NON È UN PRIVILEGIO E ADESSO PIÙ CHE MAI PENSO CHE SIA UNA MALEDIZIONE DEL CAZZO. SAI QUANTO AVREI AVUTO BISOGNO DI LUI QUANDO L'UNICA PERSONA DI CUI MI IMPORTAVA È MORTA? DOVEVA ESSERE CON ME QUANDO SONO ANDATA AL FUNERALE DI MIA MAMMA QUANDO AVEVO SOLO DIECI ANNI E NON DOVEVA PRESENTARSI NELLA MIA VITA DOPO DIECI ANNI DICENDO: CIAO SONO TUO FRATELLO CHE NON È MAI MORTO E SONO UN VAMPIRO!
HO PENSATO CHE TU FOSSI L'UNICO AL MONDO IN CUI AVERE FIDUCIA BRIAN, MA NON AVREI MAI PENSATO UNA COSA DEL GENERE. SAI COSA PENSAVO QUANDO TI HO RIVISTO? CHE ERO PAZZA PERCHÉ NON POTEVI ESSERE TU DATO CHE ERANO PASSATI ANNI ED ERI UGUALE. POI HO SCOPERTO TUTTO E IL MIO PENSIERO È DIVENTATO UN ALTRO: IL DESTINO HA VOLUTO CHE IL PRIMO RAGAZZO DI CUI MI SONO FOLLEMENTE INNAMORATA QUANDO ERO PICCOLA, TORNASSE. SAI COSA? C'HO CREDUTO DAVVERO, MA LA VERITÀ È CHE HAI COMMESSO UNA DELLE PEGGIORI AZIONI CHE AVRESTI POTUTO COMMETTERE E QUESTA NON TE LA PERDONERÒ MAI, MAI.- gli buttò addosso quelle parole come lame, mentre la terra continuava a tremare e un forte vento si era alzato intorno a noi. Brian strinse i pugni fino a bucarsi la pelle con le unghia e con la testa china disse
-Odiami pure ma sappi che l'unica cosa vera che desideravo era stare con te, ma evidentemente non sono bravo quando si parla di non fare soffrire le persone che amo con le mie azioni. Non pensavo che mi sarei innamorato di te rivedendoti, quel giorno pensavo che quando ti guardavo giocare in giardino, vedevo in te una bambina speciale e diversa dal comune. Mi dispiace di averti trascinato in questo labirinto senza fine.- la guardò in modo fugace, prima di girarsi e scomparire tra gli alberi. Lo lasciò andare ma rimase a guardare il punto in cui era Brian per minuti.
Lei si era calmata e il vento e la terra che tremava insieme a lei.
La guardai, era così fragile in quel momento che avrei potuto frantumarla anche solo toccandola. Le lacrime riempivano ancora i suoi occhi, che cercavano di trattenerle invano, infatti quando incontrò il mio sguardò scoppiò a piangere e le lacrime caddero sul suo viso. La strinsi forte a me, ripensando ancora alle sue parole e immaginando quanto avesse sofferto, mischiando il mio al suo dolore che con il tempo avevamo imparato a nascondere dietro ad un muro di ghiaccio.

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