Capitolo 25

"Imparerò a lasciare andare.
Le cose, le persone.
I sentimenti, la rabbia.
Le delusioni, il dolore.
Se vuoi andare, vai."

~Ellen
Restai in silenzio per qualche minuto a contemplare la natura che mi circondava. Pensavo a tutto quello che mi era successo in soltanto un giorno e di come la mia vita fosse cambiata e sarebbe cambiata ancora. I miei sensi impazzirono quando sentii una presenza purtroppo conosciuta dietro di me. Mi alzai cauta, voleva farsi sentire e sapeva che aveva ottenuto quello che voleva. Afferrai una pietra, chiusi gli occhi e quando captai la sua posizione, in un attimo gli fui dietro, sbattendolo contro un albero. Puntai la pietra tagliente contro il suo collo e lo guardai con astio.
-Che cosa sei venuto a fare qui? Penso di essere stata abbastanza chiara poco fa.- dissi stringendo la pietra con rabbia. Mi accorsi troppo tardi che a causa della forza impiegata a stringere la pietra, mi tagliai la mano. Mi ritrovai contro l'albero, intrappolata dal suo corpo e con il braccio sopra la testa. Strinse il mio polso facendo pressione, portandomi a lasciare la pietra e farla cadere a terra. I suoi occhi erano di un rosso accesissimo e mi fecero rabbrividire.
-Ero venuto in pace, avevo un messaggio da parte del consiglio.- trattenni il fiato quando avvicinò la mia mano alle sue labbra.
-Ma ora, hai rovinato tutto.- disse prima di avvicinarsi di più alla mia mano, dove il taglio ormai si era richiuso.
-NO!- urlai contraria. Una forza invisibile lo fece volare contro un albero, che si spezzò all'impatto. Dalla sua bocca uscì un gemito di dolore, lasciandomi senza parole. Ero stata io? Guardai le mie mani incredula, ma un odore di sangue mi fece alzare la testa scattante. La sua fronte era spaccata e un rivolo di sangue scivolava sul suo volto. Restai incantata a seguire il percorso di quella ninfa preziosa e mi leccai le labbra come un predatore affamato. In un lampo mi ritrovai su di lui e in un gesto disperato, leccai quel rivolo di sangue, ormai caduto sulla sua guancia. Mi sentivo in estati, era così buono... ne volevo ancora. Improvvisamente tornai lucida almeno per metà. E lo guardai negli occhi blu oceano, dispiaciuta e confusa. Lui sorrise e mi accarezzò la guancia, e contro ogni logica non mi ritrassi.

-È tutto a posto, tranquilla.- scossi la testa e cercai di alzarmi, ma le sue mani me lo impedirono.
-Che fai? Lasciami subito.- sbottai in un attimo di lucidità. Passò il suo sguardo sul mio corpo seminudo, subito dopo strinse di più le mie braccia.
-Devi sapere una cosa.- il cuore iniziò a battere freneticamente. Le sue mani salirono fino alla mia schiena, lasciando le mie braccia. Potevo andarmene, ma le sue mani sulla mia schiena mi facevano stare bene. La verità è che non volevo, volevo restare ancora li con lui, tra le sue braccia. Sentivo qualcosa di diverso da quando mi ero trasformata, quando stavo con lui sentivo una specie di formicolio in tutto il corpo.
-Penso tu abbia capito il perché delle mie azioni, non avevo scelta. Devi sapere che adesso io e te abbiamo un legame grazie al mio sangue, che mi è servito per trasformarti. Brian ti ha portato subito via da me perché sa che significa avere un legame di sangue con chi ti ha trasformato. Hai visto anche tu, è irresistibile anche la sola vista del mio sangue per te.- disse giocando con i miei capelli. Non potevo permettere di farmi sopraffare da lui in questo modo.
-Non lo permetterò!- esclamai allontanandomi da lui di scatto. Una fitta alla gola mi portò a mettermi in ginocchio e a tenermi la gola con le mani. Era straziante.
-So che è doloroso e non passerà finché il tuo organismo non si assesterà con il mio sangue.- disse avvicinandosi a me. No, non doveva avvicinarsi. Mi alzai per cercare di scappare da lui ma quando un'altra fitta alla gola mi colpì, le mie gambe cedettero e le sue braccia mi sollevarono. Quando il mio naso incontrò il suo odore irresistibile, i canini pulsarone nelle gengive e pregai che Brian venisse a fermarmi.
-Anche lui sa che l'unico rimedio è questo. Lo so che lo vuoi.- mi strinse a se, accogliendomi nel suo collo.
-Questo non è... giusto.- dissi balbettando quasi al limite. Lui sorrise, infatti sentii il suo respiro tra i miei capelli.
-Piccola Ellen, non c'è niente di giusto in questa lunga vita.- disse, prima che affondassi i miei denti nel suo candido collo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top