Capitolo 20
"È quando si nascondono le cose che poi si muore soffocati."
~Ellen
Quando capii di essere sveglia, mi stiracchiai rilassata. Non sentendo la presenza di Brian accanto a me, aprii gli occhi confusa. Quando nel silenzio assoluto sentii il rumore della doccia, la mia preoccupazione sparì.
Mentre meditavo in silenzio su quello che era accaduto in questi giorni, notai un pezzo di carta sul comodino, che costatai essere una lettera.
Quando iniziai a leggere, mi venne la pelle d'oca; era da parte di Klaus. Voleva parlarmi, perché? Non volevo più avere a che fare con lui, ma la voglia di conoscere quello che lui sapeva era tanta.
E se... avessi portato con me Brian? Non volevo andarci sola, anche se sapevo benissimo che non me lo avrebbe permesso. La lettera l'aveva già letta lui, non c'era ombra di dubbio.
Ero così pensierosa che non mi accorsi di essere in compagnia. Alzai lo sguardo verso Brian, e nonostante i mille pensieri, non potei fare a meno di notare il suo bacino fasciato da un semplice asciugamano stretto, troppo stretto.
Ingoiai a vuoto e strizzai gli occhi, recuperando la lucidità persa, sforzandomi di guardarlo negli occhi.
Il suo sorriso sfacciato, mi fece arrossire leggermente; sapeva che effetto aveva su di me.
-Emh... ecco... mi accompagnerai, vero?- domandai diretta, cercando di evitare il suo discorso perverso.
-Vedo che non c'hai messo tanto a decidere. Dopo pranzo ci mettiamo in viaggio, ma prima...- disse avvicinandosi a me come un predatore alla sua preda.
Il cuore iniziò a fare mille capriole e involontariamente iniziai ad arretrare sul letto, tenendo stretto il lenzuolo intorno al mio corpo. Mi sorrise furbo e in un attimo me lo ritrovai addosso. Dannata velocità da vampiro. Infondo è vero, io sono la sua preda e... questa cosa mi fa eccitare tantissimo.
Mi ritrovai schiacciata dal suo corpo contro la spalliera del letto. Sobbalzai al contatto del freddo ferro della parete del letto in stile francese, e mi si bloccò il fiato nei polmoni. Avvicinò la sua bocca alla mia e iniziò a muoversi lentamente come una dolce tortura. Ricambiai il bacio, abbandonando la realtà e entrando nel nostro mondo. Un gemito uscii dalle mie labbra quando i suoi denti tirarono il mio labbro inferiore.
Le sue mani spostarono il lenzuolo e scivolarono sul mio corpo nudo. Tirai piano i suoi capelli intrappolati nelle mie dita e sentii la sua lingua cercare la mia, che non tardò a trovare. Vagai con le mani sul suo petto ancora umido e mi strinsi a lui, sentendo premere la sua eccitazione contro la mia intimità.
Un bussare alla porta ci riportò alla realtà. Lo spinsi di scatto lontano da me e mi alzai di fretta infilandomi le mutandine e la maglia della sera precedente. Aprii un piccolo spiraglio della porta e mi affacciai, incontrando la figura di mio padre.
-Buongiorno papà, che succede?- domandai recitando la mia parte da ragazza che non nascondeva niente.
-Volevo solo avvisarti che sto andando a lavoro, dato che non sei ancora scesa a fare colazione sono venuto a dirtelo. A proposito, quando vedi Brian, avvisa anche lui.- disse con un piccolo sorriso divertito, accennando a guardare l'interno della stanza. Ok, sa qualcosa, bene. Lo liquidai, chiudendo la porta, tirando un lungo sospiro di sollievo. Quando incontrai lo sguardo divertito di Brian, scoppiammo a ride insieme.
-Cazzo, che figura.- disse tra una risata e l'altra. Approfittai della sua distrazione per correre in bagno e chiudere la porta a chiave; se non avessi fatto così, non sarei riuscita a fare mai la doccia. Sotto le sue proteste, mi lavai e vestii, sperando che non mi fosse saltato addosso. Una volta finito, ancora con i capelli bagnati, uscii dal bagno, mentre li asciugavo con un asciugamano.
Corrucciai la fronte quando trovai il letto immacolato e Brian sdraiato sopra con il mio cellulare tra le mani.
-Seriamente?- dissi con un sorriso divertito sul volto. Non mi rispose, mi lanciò semplicemente un'occhiata furtiva.
-Chi è Giovanni?- domandò improvvisamente. Lo guardai confusa da quella domanda e dissi
-Il mio ex, perc...- non mi lasciò finire che rispose
-Bene... cancellato.- disse dopo aver pigiato qualcosa sul touch dell'iphone. Spalancai gli occhi e restai a bocca aperta per alcuni secondi, cercando di elaborare il tutto.
-Sei geloso per caso?- chiesi provocatoriamente. Mi lanciò uno sguardo di fuoco e un sorriso pervertito nacque sulle sue labbra.
-Non ti è bastato il round di ieri sera? Forse non ti è ben chiaro ancora di chi sei.- disse leccandosi le labbra. Mi morsi la guancia e maledii la mia boccaccia.
-Penso sia ora di andare.- dissi cambiando discorso, sperando che sta volta avrebbe funzionato. Mi guardò divertito ma si alzò, passandomi accanto, non prima di avermi dato una pacca sul sedere. Risi e scesi insieme a lui; salimmo in macchina e ci incamminiamo verso la mia ex prigione: casa di Klaus.
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