Capitolo 12
"Sapevo il motivo di quella tristezza.
Avevo voglia d'amore anch'io, di carezze furtive, di un cuore in subbuglio."
~Ellen
Il taxi arrivò subito davanti casa, quindi insieme scendemmo dall'automobile. Brian pagò e camminò insieme a me verso la porta di casa. Stava abbastanza distante da me e quando entrammo in casa, sparì in camera sua. Ce l'aveva con me? Merda. Sono una cretina, ho combinato un casino stasera. Con la testa bassa, salii in camera mia e andai a farmi una doccia liberatoria. Sfregai la mia pelle con la spugna non so quante volte, mi sentivo sporca a causa di quelle mani su di me. La verità è che, per quanto continuassi a negarlo, le uniche mani che voglio addosso sono quelle di Brian.
Uscii dalla doccia avvolta da un asciugamano bianco e entrai in camera mia. Mi gettai sul letto con un sospiro, ormai esausta. Improvvisamente sentii il letto accanto a me abbassarsi sotto il peso di qualcuno. Accesi la lampada sul comodino e scattai seduta spaventata.
-Tranquilla, sono solo io.- disse Brian con le mani alzate in segno di pace. Sbattei le palpebre più volte per abituarmi alla luce e alla sua presenza. Mi ricordai di essere avvolta da un solo telo per la doccia e cercai di alzarmi, invano. Le sue braccia mi portarono sotto di lui e subito venni sovrastata dal suo corpo sopra il mio.
-Perché cerchi sempre di scappare? Tanto lo sai che ti acchiappo lo stesso.- sussurrò con voce roca al mio orecchio. Il mio cuore batteva forsennatamente, facendo si che il sangue scorresse veloce nelle vene. Guardò il mio collo con desiderio e scivolò lentamente su di esso. Iniziò una dolce e lenta tortura, posando in vari punti del mio collo dei baci caldi e sensuali. Sprofondai di più con la testa sul cuscino, emettendo versi di piacere. Qualcosa di affilato e graffiante, mi fece irrigidire di colpo. I suoi canini si sfregavano sul mio collo disperatamente e sensualmente. Sussurrai un semplice "Brian" per richiamarlo alla realtà, facendolo staccare di scatto. Si mise seduto con una mano sugli occhi sicuramente rossi e mi diede le spalle. Gli andai incontro e gli sfiorai con la mano la sua, quella che aveva sul viso. Levò lentamente la mano dal volto e incastrò i suoi occhi rossi come il sangue con i miei.
-Sono un mostro, scusami...- sussurrò mortificato. Scossi la testa e mi avvicinai a lui, fino a toccargli il naso con il mio; annullai le distanze e gli diedi un piccolo bacio rassicurante. Poco dopo, le sue labbra furono di nuovo sulle mie, con più passione, con più necessità. Il bacio piano piano diventò intenso e ritornammo stesi sul letto. Le sue mani scivolarono sul mio fondoschiena e lo strinse, facendomi sospirare. Le mie mani si fecero strada sotto la sua maglietta, alla scoperta dei suoi addominali scolpiti nell'argilla da Zeus. Allargai le gambe istintivamente, facendo alzare di più l'asciugamano già corto. Quando strofinò il suo bacino contro il mio, inarcai la schiena ormai in procinto di impazzire. Gli tolsi la maglietta, non potevo più aspettare, lo desideravo troppo.
-Solo io posso toccarti così.- disse infilando una mano sotto l'asciugamano e stringendo con possessione un mio seno tra le sue mani. Ansimai di piacere e avvolsi le gambe intorno alla sua vita, alla ricerca di un contatto più profondo.
Slacciò il mio asciugamano e rimasi nuda sotto di lui. Scrutò ogni centimetro del mio corpo nudo e tornò a baciarmi, partendo dalle mie labbra, scendendo sul mio petto. Mi scappò un urlo soffuso quando le sue labbra sfiorarono il mio capezzolo. Stavo impazzendo, lo volevo, adesso. Afferrai i suoi pantaloni e li sbottonai, facendoli scivolare sulle sue gambe atletiche. Sorrise sulle mie labbra a quella mia impazienza e abbassò i suoi boxer, lasciandomi a bocca aperta. Rise e io arrossii violentemente. Mi guardò con attenzione e si posizionò tra le mie gambe. Ricambiai lo sguardo e mi spinsi in avanti, invitandolo a procedere. In un movimento di bacino, entrò in me, mozzandomi il fiato. Si fece più vicino e iniziò a muoversi. Un calore paradisiaco, divampava spinta dopo spinta dentro di me, facendomi ansimare sempre più forte.
-Fai piano piccola.- disse con voce bassa dal piacere, tappandomi le labbra con le sue. Scese di nuovo sul mio collo, come una calamita e sentivo il bisogno che aveva di affondare i canini nel mio collo. Questa cosa mi spaventava dannatamente ma mi eccitava allo stesso tempo. Lui è un vampiro ed ha i suoi bisogni. Quasi al culmine del piacere, dissi
-Fallo Brian, mordimi.- mi guardò e i suoi occhi tornarono rossi, come se quello che gli dissi io, fu la cosa più eccitante che avesse mai sentito. Continuai a pregarlo in preda al piacere e si immerse di nuovo nel mio collo. Sentii qualcosa di affilato penetrarmi il collo lentamente e una sensazione paradisiaca, farsi strada insieme al culmine del mio piacere.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top