28 - Una gita importante
Elettrizzate come non mai per questa partenza improvvisa, le due ragazze prepararono in fretta e furia due zaini con l'occorrente di tutti i giorni e si infilarono nella macchina del proprio padre, ansiose di arrivare a destinazione. Per il breve tragitto fino al maneggio rimasero a osservare la città e tutta la strada, fremendo dall'emozione. Con l'inizio delle loro lezioni di equitazione la possibilità di fare una gita a cavallo e dormire una notte fuori in tenda era diventata una speranza per le due sorelle, ma non credevano che l'avrebbero realizzata così presto.
Ovviamente, come dovevano aspettarsi, la loro madre non volle aggregarsi per questa gita. Nessuna delle due tentò di insistere, sapevano che non sarebbe mai venuta. Ma le erano grate per non aver impedito loro di partire.
Una volta arrivati al maneggio trovarono subito il signor Bruce con il giovane Kevin che li stavano aspettando.
Adam parcheggiò la macchina e scese subito per salutare il suo amico, con un gesto cameratesco, strinse la mano anche al ragazzo che era rimasto immobile al fianco del padre, rigido come una statua per l'emozione di questa gita. Fu subito evidente anche per Adam che il suo amico aveva parlato a suo figlio di quello che si aspettava da lui e gli aveva raccomandato di comportarsi bene con la figlia di Adam.
Kevin gli tese la mano e gliela strinse e Adam cercò di stemperare l'atmosfera con una poderosa pacca sulla spalla. Kevin rimase sbigottito da quel gesto, ma lo aiutò a sciogliersi un po' e a essere meno rigido.
Dopo i saluti di circostanza, Bruce aiutò Adam a scaricare i bagagli dalla sua auto, lasciando che i ragazzi si mettessero a loro agio.
Rimasta con i due piccioncini, Andrea si sentì di colpo il terzo incomodo e con una scusa si allontanò per andare a vedere un puledrino di alcuni giorni che gironzolava ancora incerto sulle zampe in uno dei box della stalla. Lasciò soli quei due che si guardavano negli occhi, notando lo strano rossore della sorella, ne fu nauseata. Entrò nella stalla per non pensarci e si affacciò al box del puledrino per ammirarlo mentre succhiava il latte dalla mamma. Lo osservò con un dolce sorriso sulle labbra, finché la voce di Patrick, divenuta ormai familiare, la sorprese alle spalle.
"È davvero molto dolce, vero?"
Andrea si voltò di scatto e vide Patrick dietro di lei, intento a oaservare a sua volta il puledrino che sgambettava allegro in quel piccolo spazio.
"Tu cosa ci fai, qui?" Fu subito irritata dalla sua presenza.
"Mi dispiace di non essere la tua persona preferita, ultimamente, ma tuo padre mi ha mandato qui per un motivo."
"Mio padre?" chiese lei, incredula.
"Sì... l'inventore della macchina che ti ha portato qui."
Andrea roteò gli occhi e sbuffò riportando la sua attenzione all'interno del box. "Senti, non mi interessa sentire nuovamente le tue cavolate, non sono qui per quello. Tanto non ti credo e non ho intenzione di ascoltare di nuovo i tuoi vaneggiamenti."
Andrea sperò in questo modo di aver chiuso la conversazione, ma ovviamente Patrick non poteva permettersi di rinunciare così facilmente.
"Sì... mi rendo conto che per te è difficile ricordare, ma io sono fiducioso, credo che hai solo bisogno di aiuto per farlo. Come so che la mia presenza non ti lascia del tutto indifferente."
Ad Andrea tornarono alla mente i vari ricordi che aveva avuto da quando lui le aveva parlato, e sentì il cuore iniziare a battere più velocemente nel petto. Ma non voleva crederci, e soprattutto, non voleva dare la soddisfazione che lui avesse ragione.
"Non so di cosa stai parlando." Mentì, tentando di ignorarlo.
"Andrea, tu sai cosa sei veramente, e io ho la pazienza di aspettare il tempo che ti occorre per ricordarlo. Spero solo di aiutarti a farlo."
Le sue parole la irritarono. Cos'era secondo lui, una specie di caso medico da aiutare? Non era mica uno dei suoi bambini da guarire!
Di colpo si rese conto di dove era andata a finire la sua mente errante... perché aveva formulato un simile pensiero? Era come se dentro di sé esistesse una parte di lei che sapeva cose che in realtà non conosceva. Come se esistesse un'altra Andrea che aveva vissuto una vita che non ricordava e che con l'arrivo di Patrick cercasse di saltar fuori. Come era possibile?
"Io non ho intenzione di ascoltarti. Ti sbagli su di me. Io sono Andrea McLeap, e non posso essere quella che tu dici che io sia. Ho quattordici anni e in questo momento tutto quello che voglio è godermi questa gita con mio padre e mia sorella."
Irritata dai suoi pensieri e dalle parole di lui si allontanò uscendo dalla stalla. Patrick aveva una forte influenza su di lei, che lo volesse o meno.
L'inizio di questa gita risultò essere molto più impegnativo di quanto credettero. Ognuno prese il cavallo a lui destinato per sellarlo a dovere. Adam, che non aveva ricevuto gli insegnamenti delle figlie, non sapeva molto bene come si facesse, quindi si lasciò aiutare da Kevin, che imbarazzatissimo, riuscì stentatamente anche a spiegargli come dovesse fare, per un'eventuale prossima volta in cui il professor McLeap si fosse trovato a dover sellare da solo.
Partirono in silenzio, attraversando viottoli impervi tra gli alberi del bosco e della fitta vegetazione, finché non arrivarono nei pressi di un laghetto dove trovarono il posto adeguato per montare le proprie tende. Essendo solo due uomini, la tenda di Bruce e di suo figlio era adatta per ospitare solo due persone, mentre quella di Adam e delle sue figlie era adatta a ospitare quattro persone, aveva due stanze separate che riuscirono a occupare in maniera molto agevole: le due ragazze da una parte e l'uomo dall'altra.
Montarono il resto dell'accampamento, compreso di tavolino e sedie corredate di un piccolo cucinotto da campeggio e perfino di un'amaca per rilassarsi, appesa tra due alberi. Infine accesero il fuoco, dato che era già l'ora di pranzo. Per ora questa gita all'aria aperta aveva riservato loro solo del duro lavoro.
La moglie di Adam aveva preparato una teglia di costolette già marinate e condite per l'occasione, in modo che non rimaneva loro che assicurarle su delle griglie per cuocerle al fuoco che avrebbero senz'altro acceso. Finalmente si poterono riunire tutti assieme e divertirsi a cucinare ognuno la propria bistecca. Il ghiaccio iniziò a sciogliersi e piano piano l'atmosfera divenne rilassata e divertente per tutti.
Adam cercava di non manipolare l'attenzione dei ragazzi, permettendo che sua figlia Annabelle sedesse vicino al ragazzo. In questo modo poteva verificare personalmente come si comportava in sua compagnia, anche quando credevano che nessuno badasse a loro. Ne rimase piacevolmente colpito, Kevin sembrava davvero un ragazzo ben educato e gentile. Ma anche lui era stato un ragazzo di diciannove anni e sapeva perfettamente quello che passa per la testa a quell'età, quindi, nonostante il comportamento del giovane sembrasse irreprensibile, non voleva fidarsi completamente di lui.
Andrea si voltò per raccogliere la palla che era finita in un cespuglio poco lontano dietro di sé, tornando dalla sorella e da Kevin entrambi la guardarono imbronciati.
"Io non ho più voglia di giocare a palla." Annabelle fece una smorfia.
"Se posso dirle tutta, nemmeno io." Le sorrise Kevin.
"E cosa volete fare allora?" Sbottò Andrea indispettita. Quei due sembravano cambiare idea ogni due secondi. "Abbiamo già giocato a tutto quello che potevamo fare, Kevin ci ha pure insegnato ad andare a pelo come gli Indiani!"
Annabelle le rivolse una smorfia arricciando il naso. "In realtà era a me che lo stava insegnando, ma poi tu ti sei sentita trascurata e hai preteso che lo insegnasse anche a te!"
Andrea ignorò il tono aspro della sorella, non aveva voglia di litigare durante quella gita. Anzi, pensò a un modo per riappacificarsi. Andrea si stava divertendo, non gli importava niente che sua sorella fosse gelosa.
Il sole iniziò a scemare e il gruppetto si radunò attorno al fuoco, mangiarono verdure arrostite e restarono insieme a parlare e a scherzare finché non arrivò il momento di andare a dormire.
Annabelle e Kevin cercarono un modo per darsi una buona notte degna di essere tale, magari con un bacio, ma con la costante presenza del padre di lei a sorvegliarli, non riuscirono nel loro intento. Si accontentarono di sguardi rubati al chiaro di luna, prima che uno dei due non entrasse dentro la propria tenda, scomparendo dalla vista dell'altro.
Questo scambio di sguardi non sfuggì ad Andrea, che benché non fosse particolarmente ben predisposta nei confronti della sorella, si sentì ispirata ad aiutare questo amore appena nato. Forse sperando che la sorella la considerasse una persona migliore di quello che aveva manifestato di pensare di lei finora.
Una volta coricata nel proprio sacco a pelo pensò a un modo per lasciare ai due ragazzi la possibilità di passare un po' del loro tempo insieme, sperando di suscitare in qualche modo, se non la devozione, almeno la sua gratitudine. Si spremò le meningi per trovare una soluzione, finché il sonno non la sopraffece.
I primi raggi del sole scaldarono le tende presenti nella radura, rendendo ben presto l'aria al loro interno alquanto afosa e obbligando i loro occupanti a svegliarsi e uscire all'aria aperta prima di soffocare dentro quelle celle.
Fecero colazione con pancetta e uova strapazzate, accendendo il solito fuocherello.
"Questo laghetto promette di avere dei pesci niente male, Adam. Che ne dici se ci dedichiamo un po' al nostro passatempo preferito e provvediamo contemporaneamente anche al pranzo?"
Bruce vide l'amico rivolgergli un sorrisetto di compiacimento. I due uomini si misero subito all'opera con canne ed esche preparate in precedenza, per loro era davvero un'attività congeniale e rilassante. Per i ragazzi un po' meno.
Annabelle e Kevin si guardarono timidamente, avrebbe potuto essere l'occasione migliore per stare insieme ma la presenza poco distante dei loro padri e, soprattutto, quella ingombrante di Andrea, li fece sentire frustrati. Restarono a vagabondare nella radura, annoiandosi a morte.
Fu a quel punto che Andrea ebbe finalmente l'idea che stava cercando dalla sera prima. Parlando tra loro, Kevin aveva raccontato delle varie scorribande che aveva fatto con i suoi amici in quello stesso bosco, anche all'insaputa di suo padre, rd era arrivato a conoscere molto bene la zona immediatamente vicina alla radura dove si erano accampati.
Cercando di mantenere un tono di voce non troppo alto per non disturbare i pesci, Andrea si avvicinò a suo padre per esporre la propria richiesta e, con tutta la sua capacità di persuasione, chiese se loro tre ragazzi non avrebbero potuto prendere i cavalli e andare a fare un giro attorno al boschetto che li circondava, lasciando così i due adulti liberi di pescare in santa pace senza che loro tre ragazzi si annoiassero. Aveva pensato a tutto; sapendo che suo padre non avrebbe mai permesso che Kevin e Annabelle andassero da soli a zonzo per i boschi gli assicuro che sarebbero sempre rimasti insieme ogni minuto, non si sarebbe mai staccata dai due, e che sarebbero tornati in tempo per l'ora di pranzo.
Preso in contropiede da questa richiesta inaspettata, Adam rimase perplesso a fissare sua figlia. Con la coda dell'occhio vide Annabelle e Kevin immobili a osservare la scena, chiaramente in attesa del suo responso. Non sapendo cosa rispondere guardò un attimo il suo amico, che gli restituì un sorriso divertito ma trattenuto, era evidente che avrebbe voluto scoppiare a ridere sguaiatamente. Adam non ci trovò niente da ridere, ma non potè respingere la richiesta di sua figlia, soprattutto quando gliel'aveva fatta in un modo così garbato e intelligente.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top