~Prologo~

É una serata come tante, mio padre sta guardando la TV in salotto, io sto aiutando mia madre a preparare la cena.

Sono intenta a tagliare cipolle e verdure varie da mezz'ora.

<<Vanno bene così i pomodori?>>

<<Vanno benissimo tesoro, puoi iniziare a condirli se vuoi>>

Menù della sera:
Bruschette, bacon e uova strapazzate, il tutto annaffiato da una modesta quantità di birra.

Il bacon sfrigola sulla piastra, producendo un aroma delizioso che sta lentamente invadendo ogni stanza della casa. Non sono mai stata un granché come cuoca, sto cercando di imparare qualche trucchetto da mia madre.

<<Come al solito, perché piove sempre in questo dannato paese?>>, mio padre si alza dalla poltrona borbottando altre parole sottovoce.

In effetti c'è sempre pioggia o nebbia, sembra una città fantasma.

<<L'ho detto e lo ripeto, prima o poi ci trasferiremo in California e addio umidità>>, mia madre scoppia a ridere.

<<Ma se non hai mai preso l'aereo in vita tua, figuriamoci cambiare casa>>, si scambiano uno sguardo divertito.

<<Kat, potresti portare i piatti vicino a me? É quasi pronto>>, obbedisco con tempestività.

Dopo qualche minuto siamo tutti a tavola, sereni, sorridenti, ignari di quello che sarebbe successo da lì a pochi minuti.

Sentiamo uno strano rumore provenire dalla porta sul retro, non abbiamo mai avuto animali, quindi non può essere un cane o un gatto che gratta sul legno.

Mio padre decide di andare a controllare, e fu quello l'errore più grande di tutta la sua vita.

Due stanze separano la cucina dalla porta sul retro.
La nostra casa è molto grande, zia Elisabeth ce l'ha lasciata in testamento alla sua morte, i vicini ne sono sempre stati invidiosi, ma di cosa poi? La casa è tutto sfarzo all'esterno e quasi fatiscente all'interno.
Mio padre si è impegnato anno dopo anno nel restrutturarla da sé.

Ma a quanto pare la nostra risaputa condizione economica di povertà non è pervenuta ai tizi che hanno appena sfondato la porta sul retro e invaso la cucina minacciandoci con una pistola.

<<Va bene! Tutti calmi, non fate cazzate e nessuno si farà male>>, un uomo alto, dallo sguardo minaccioso, ci sta puntando contro un'arma.

Alzo subito le braccia al cielo, mia madre sta singhiozzando, io sono senza parole, impietrita.
Il suo socio entra in cucina, scambia con lui qualche parola ed inizia con molta foga a rovistare tra i cassetti e nelle tasche dei cappotti appesi lì vicino.

<<Dov'è papà?>>, sussurro a mia madre, l'uomo mi fulmina con lo sguardo.

<<Ti ho forse detto che puoi parlare?!>>, sbraita così forte da farmi rabbrividire.

<<Qui non c'è un cazzo! Sicuramente nascondono tutto in una cassaforte!>>

L'uomo incappucciato, con una maschera bianca sul volto come quelle che i bambini indossano a carnevale, con le mani coperte da guanti neri come i suoi occhi, si avvicina a mia madre.

<<Parla, dov'è la cassaforte? E farai meglio a dirmi la combinazione senza farmi premere il grilletto>>

<<Non abbiamo nessuna cassaforte... Solo... solo mio marito lavora, non siamo ricchi... lo giuro>>, sentire mia madre piangere e parlare con voce tremante mi fa scappare le lacrime.
Paura? Stranamente per me stessa non ne ho, solo per i miei genitori, specie per mio padre, che è scomparso.

<<A chi vuoi darla a bere! Questa casa non si paga da sola! Va bene, se non vuoi parlare con le buone ci sono sempre le cattive maniere>>, si avvicina a lei e le punta la pistola alla tempia, trattengo il fiato per poi parlare.

<<Vi prego... non fatele del male>>

<<Parli sempre quando non sei interpellata tu?! Stai cominciando ad irritarmi, vediamo se ne sai qualcosa!>>, sposta la pistola dalla testa di mia madre alla mia, premendo forte.

<<Dove sono soldi e gioielli? Parla!>>, non riesco a proferire parola, <<che c'è? Adesso che hai il permesso stai zitta?! Vediamo se questo ti rinfrescherà la memoria. Eagle! Portalo qui>>, poco dopo il suo socio sbuca dal retro trascinando mio padre privo di sensi davanti ai nostri occhi e abbandonandolo con forza sul pavimento.

<<Papà!>>

<<Inutile che strilli, non può sentirti, e se non parli non potrà sentirti mai più>>

<<Non stiamo mentendo, prendete quello che trovate nei portafogli se volete... non abbiamo altro!>>

<<Risposta sbagliata>>, succede tutto in un attimo.

L'uomo che ha trascinato mio padre, soprannominato Eagle, spara in testa a mia madre a sangue freddo.
Inizio ad urlare come una matta, scendo subito dalla sedia e scrollo il suo corpo inerme.

<<Mamma! Mamma...>>

<<Che cazzo fai?! Come ti é venuto in mente di ammazzarla così?>>

<<Calmati, le ho solo dato un incentivo per parlare!>>

<<Incentivo un cazzo! Ora dobbiamo ammazzarli tutti e tre>>, sbarro gli occhi annebbiati dalle lacrime.

<<Vi prego! No!>>, l'assassino di mia madre solleva mio padre e lo mette a sedere.

<<Hai tre secondi, ultime parole da dire a papino?>>, non so quale forza mi spinge a sollevarmi in piedi e a buttarmi addosso a quell'energumeno.
Sfortunatamente, data la mia stazza mingherlina, fu come mandare a sbattere un piuma contro un muro di cemento.
L'uomo mi spintona verso il tavolino di vetro con una tale forza da farlo infrangere.
Sento il braccio destro bruciare, vedo il sangue gocciolare dalle mie dita, la vista è appannata.
Un altro sparo, un tonfo, poi più nulla, vengo colpita alla testa dal calcio della pistola e perdo i sensi sul colpo.

Nuova storia ragazzuoli!
Anche qui si prospetta il mai una gioia eh? 😂
Rispondo subito alle vostre domande:
1) il testo sarà tutto centrato?
-No, promesso.
2) Ti piace fare soffrire i protagonisti delle tue storie?
-Si, fin troppo.

A presto con le avventure, o sfighe, di Kat!❤

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top