Dam-on

Mi sento uno schifo.
Dopo aver dato la notizia di Dam ad Alexa e Mark sono subito tornata in camera mia. Non é ancora possibile visitarlo e non si sa nulla delle sue condizioni.
Perché mi sento in colpa?
Dovrei esserci io su quel lettino a soffrire, non lui.

É da tre giorni che mi torturo psicologicamente, ripensando di continuo a quella scena, allo sguardo che mi ha riservato poco prima di perdere i sensi.

Sono seduta in mensa con il vassoio pieno davanti, é come se tutti i rumori e il chiacchiericcio della gente intorno a me appartenessero a un'altra realtà.
Non sono riuscita a mandare giù un solo boccone.
Sospiro poggiando una mano tra i capelli.

<<Hey>>, non conosco questa voce, alzo la testa e vedo un gruppo di cinque ragazzi tutti seduti al mio tavolo, tre di fronte e due al mio lato.

Aspetta, quello che mi ha parlato ha un'aria familiare.

<<Voi siete...>>

<<Gli amici di Dam>>, ho una memoria di merda, lo ammetto.

Guardo ognuno di loro negli occhi leggendo la stessa espressione triste e preoccupata su ogni volto.

<<Ragazzi io... mi dispiace...>>, il portavoce, seduto alla mia destra, mi poggia una mano sulla spalla.

<<Non é colpa tua, lo conosciamo bene, se lui ha deciso di prendersi una pallottola per te vuol dire che te lo meriti>>, lo guardo come se avesse detto la più grande delle stronzate.

<<Non credo di meritare la vostra comprensione>>

<<Dam é uno okay, certo, a volte fa lo stronzo ma é solo perché... beh non sta a me dirti il motivo... comunque, abbiamo un favore da chiederti>>

<<Dimmi tutto>>

<<Forse questa sera sarà possibile visitarlo. Noi non possiamo entrare, le guardie hanno detto che siamo troppo casinisti e per i trascorsi che abbiamo qui potremmo farlo agitare>>

<<E sei qui per chiedermi di andare al vostro posto...>>

<<Te ne saremmo grati per tutta la vita>>, osservo i loro sguardi speranzosi confluire verso di me, si vede che ci tengono molto a lui.

<<Cos'è lui per voi? Un capobanda?>>, sorridono.

<<Nah, non ci ha mai comandati, siamo noi che gli mostriamo cieca fedeltà. É uno di famiglia>>

<<Capisco...>>

<<Allora? Lo farai per noi?>>

<<Che messaggio devo portargli?>>, un coretto di voci esultanti si leva dal nostro tavolo attirando l'attenzione per qualche secondo.

<<Sei grande! Digli solamente che durante la sua guarigione penseremo noi a Lily>>

<<Lily?>>, annuiscono, <<va bene, riferirò tutto>>

Felici e soddisfatti mi salutano e tornano da dove sono venuti.
Quindi lui non é una sorta di autorità mistica che comanda ogni loro mossa, non me lo sarei mai aspettata.
Dopo le loro parole sento il cuore un po' più leggero, mangio qualcosa e vado a lezione d'arte per l'ennesimo esperimento di psicanalisi di gruppo.

Il tempo scorre velocemente, troppo.
La lezione é già finita, sono seduta sul mio letto a guardare il vuoto.
Ho come un groppo alla gola, sono ansiosa, ho paura di parlargli, paura di quello che potrebbe dirmi, magari mi manderà semplicemente a fanculo e sarà tutto finito in meno di dieci secondi.

<<Kat>>, Mark? mi alzo e apro la porta.
Non ci siamo più parlati da quando ho avuto la crisi di panico.

<<Ciao... dimmi>>

<<Come stai?>>, faccio spallucce.

<<Tu?>>

<<Bene... eri scossa l'altro giorno, vuoi parlarne? Siamo un po' preoccupati per te>>, la sua domanda fa accelerare il mio battito cardiaco, tuttavia non sono proprio in vena di affrontare una discussione su quest'argomento.

<<Ti ringrazio per il pensiero ma... non é niente di che, sono solo parecchio preoccupata>>, annuisce, <<però questa situazione di tregua tra di noi mi da tranquillità>>, sorride.

<<Guarda che non é infinita>>

<<Cosa? Aspetta, non mi hai parlato di un limite di tempo>>

<<Tu non me l'hai chiesto>>, sorride con il solito ghigno beffardo facendo sorridere anche me.

<<Allora continuerò ad affilare le armi per l'imminente guerra>>

<<Ottima strategia... vado, a domani>>, non mi da il tempo di rispondere, sparisce velocemente.

Respiro profondamente e inizio a complessarmi come solo io so fare. Chissà cosa sarebbe successo tra di noi se l'avessi lasciato entrare.

Mi rifugio nella lettura di un libro fino al suono della campanella che indica l'ora di cena. Eccoci qua, é arrivato il momento di fronteggiare Dam.

Esco dalla mia camera e mi reco in ambulatorio, questa volta le guardie mi lasciano passare con la sola raccomandazione di non fare agitare il paziente.
Il suo letto é in fondo alla stanza, addossato al muro.
É sveglio anche se sembra intontito, ha le spalle poggiate al cuscino e le braccia sulle coperte. Appena sente i miei passi si volta nella mia direzione.

<<Gattina>>, la sua voce é più delicata del solito, saranno i medicinali.

<<Hey...>>, non riesco a dire altro.

<<Non fare quella faccia, mica sei al mio funerale>>, inizio ad avere gli occhi lucidi, istintivamente lo abbraccio cercando di non fargli male, dopo qualche secondo torno in piedi accanto a lui, sta sorridendo.

<<Non mi sarei mai aspettato tanto affetto da parte tua dato che ti sto sul cazzo>>

<<Nemmeno io mi sarei mai aspettata che ti beccassi una pallottola per me dato che ti sto sul cazzo>>

<<Touché>>, ridacchia.

<<Ho un messaggio da parte dei tuoi amici>>, a queste parole i suoi occhi si illuminano, <<si occuperanno loro di Lily durante la tua guarigione>>

<<Davvero? Allora devi abbracciare ognuno di loro da parte mia>>

<<Hey, ho finito di fare il portavoce del gruppo, abbracciali tu appena ti riprendi>>

<<Gentile come sempre... sei venuta solo per dirmi questo?>>

<<No... in realtà volevo ringraziarti, mi hai salvato la vita>>

<<Non c'è bisogno di ringraziarmi>>

<<Ma perché l'hai fatto? Mettere in pericolo la tua vita per una tizia che te ne ha dette di tutti i colori>>

<<Meglio morire così che sorbirsi il cazziatone di Alexa per non averti salvata>>

<<Sei un idiota... ma grazie, di nuovo>>

<<Figurati, il proiettile ha fatto pochi danni per fortuna, i farmaci non mi fanno sentire dolore, la sto prendendo come una vacanza di meditazione>>, rimaniamo in silenzio per qualche minuto.

<<Posso chiederti una cosa?>>, annuisce, <<come siete diventati così amici? Con la tua banda intendo>>

<<Intanto non é una banda>>, ride per la mia definizione, <<siamo amici da quando eravamo bambini. Se vuoi saperlo siamo stati arrestati tutti insieme>>

<<Cosa? Tutti?!>>

<<Già, un affare finito male, stavo cercando di portare via uno di loro e hanno pensato a me come al capo, solo perché ho due anni in più rispetto a loro, buffo no?>>

<<Quindi sei come me... sei dentro pur essendo innocente>>

<<Cerco di vedere il lato positivo, almeno siamo rimasti tutti uniti>>, é dentro per un crimine che non ha commesso ma é felice di non aver perso i suoi amici, quanto l'ho giudicato male?

<<Dam... come posso sdebitarmi?>>

<<Non devi>>

<<Ma voglio, mi sento tremendamente in colpa. Chiedi qualsiasi cosa>>

<<Sicura di quello che hai detto?>>, annuisco, <<una cosa ci sarebbe, ma credo sia chiedere troppo>>

<<Dimmi>>

<<Potresti portare un messaggio ad Alexa da parte mia? So che hai finito di fare il post-it vivente, ma questo non posso proprio consegnarglielo di presenza, non lo accetterebbe>>

<<Addirittura? Di che si tratta?>>

<<Avvicinati più che puoi, non posso muovermi tanto>>, sono un po' insospettita ma ormai non posso tirarmi indietro.

Siamo faccia a faccia, sposta con la mano una ciocca di capelli dietro al mio orecchio e mi bacia.
Un bacio lungo, che lascia trapelare solo malinconia.
Si allontana dal mio viso e torna con la testa sul cuscino.

<<Dam... da quanto?>>

<<...da sempre>>

<<Perché non l'hai mai detto?>>

<<Che senso avrebbe avuto, non ho speranze>>

<<E questo l'hai deciso tu?>>

<<Guarda la realtà dei fatti... preferisce baciare te piuttosto che me, mi odia e lo sai>>

<<Perché tu ti sei fatto odiare, ma puoi ancora rimediare>>

<<Non credo... ha fatto troppe cattiverie nei suoi confronti. Le porterai il mio messaggio?>>, sospiro.

<<Solo perché te l'ho promesso, ma questa storia non finisce qui...>>, sorride.

<<Grazie gattina...>>, sorrido di rimando ed esco dalla stanza, forse Alexa é ancora sveglia.

Mark's pov

Sto per andare in mensa quando vedo Kat entrare nell'ambulatorio. Non so per quale ragione ma provo un po' di fastidio al solo pensiero di quei due da soli nella stessa stanza.
Prendo qualcosa di veloce da mangiare e a cena conclusa torno sui miei passi.
So che non dovrei, ma ho voglia di sapere che cosa si stanno dicendo Kat e Dam.

La mia curiosità viene immediatamente ripagata con una scena che non avrei mai immaginato di vedere tra loro due.

Si stanno baciando.

Rientro la testa che avevo sporto verso l'interno, iniziano a parlare subito dopo.

<<Dam... da quanto?>>

<<...da sempre>>

<<Perché non l'hai mai detto?>>

<<Che senso avrebbe avuto, non ho speranze>>

<<E questo l'hai deciso tu?>>

Basta, non riesco più a reggere questo discorso. Mi allontano dalla porta e vado verso la mia camera.
Perché mi sento così arrabbiato?
Perché mi sento... tradito?
É come se avessero tolto qualcosa di importante dal mio petto, lasciando un vuoto profondo e carico di delusione.

Il nostro Mark ha frainteso completamente ciò che ha visto, ci saranno delle conseguenze un po' devastanti per il morale di Kat, restate sintonizzati per saperne di più 😏
Alla prossima!!❤

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