Crisi
Apro le porte del cortile facendole sbattere così forte da guadagnarmi gli sguardi malevoli delle guardie all'ingresso.
Esco sotto la luce del sole e respiro a pieni polmoni.
Ricordo con nostalgia il cinguettare degli uccelli, il rumore delle onde del mare, la sensazione della sabbia sotto i piedi.
Tutto quello che vedo adesso é uno spoglio cortile con qualche albero sparso qua e là e delle panchine scrostate.
Vado a sedermi su una di queste sperando di essere lasciata in pace.
E per un po' lo sono stata, per circa trenta minuti, dopodiché un gruppo di cinque ragazzi si avvicina a me, accerchiandomi.
Li guardo con sospetto.
<<Tu sei la schizzata?>>, mi hanno già fatta incazzare.
<<Mi chiamo Kat, non schizzata>>
<<Kat eh?>>, il capogruppo continua a parlare, <<dimmi un po' gattina, come mai sei finita qui?>>
<<Mi hai chiamata schizzata, quindi lo sai già>>, sorride, malizioso.
<<Eloquente. Sono Dam, piacere di fare la tua conoscenza>>
<<Non posso dire lo stesso di me, evapora>>, i quattro ragazzi sghignazzano alle mie parole, Dam sembra divertito.
<<Mi piaci, sai?>>, detto questo si allontana, seguito dagli altri.
Che gente del cazzo.
Infastidita, mi sdraio completamente sulla panchina con il braccio a coprire gli occhi.
Mi addormento.
"Cosa succede?
Non vedo bene, il braccio brucia, non riesco a muovermi.
Tutto ciò che riesco a vedere sono due figure nella stanza con me.
Una seduta su di una sedia, l'altra riversa sul pavimento.
Gira tutto, il respiro é irregolare.
Sento odore di benzina, perché c'è del fumo in casa?
<<Mamma?... Papà?>>
Sento il suono delle sirene fuori casa, le luci riflesse sul vetro della finestra vicino a me.
<<La casa é circondata, venite fuori con le mani in alto!>>, la voce di un uomo al megafono irrompe.
Con chi sta parlando?
<<Stiamo facendo irruzione! Non voglio scherzi>>
Non li sento nemmeno entrare, i suoni sono come otturati.
Dei poliziotti iniziano a perlustrare la stanza.
<<Cazzo. I coniugi sono deceduti. C'è una ragazza li, sembra sveglia!>>, si avvicinano a me con l'aria sconvolta.
<<Mamma... >>
<<Hey, mi senti? Capisci quello che dico?>>, annuisco lievemente.
Guardano la pistola vicino alla mia mano e l'accendino che ancora stringo tra le dita.
<<Cosa cazzo hai fatto? Perché li hai uccisi?>>"
<<Tempo scaduto, fata turchina>>, una guardia mi sveglia, due lacrime mi rigano il viso.
Mi alzo tremante e mi dirigo verso la mia camera, le pillole, mi servono immediatamente.
Sto per avere un attacco.
<<Novellina che hai?>>, Alexa mi si para davanti, non ho tempo per lei, evito di guardarla negli occhi e corro nella mia stanza.
Lascio la porta aperta e inizio a cercare sotto le coperte in cerca del flacone.
Non lo trovo.
Cerco di non andare nel panico.
All'inizio non volevo prendere farmaci, pensavo fossero le solite stronzate ad effetto placebo, pensavo di poter controllare i miei incubi, di poterli tenere a bada.
Ma si sono fatti sempre più insistenti, continuo a rivivere le scena, sparo dopo sparo.
<<Kat, che succede?>>, Alexa é sulla soglia della porta, entra e la richiude delicatamente.
<<Vai via>>, continuo a cercare.
<<No che non vado via, che ti succede?>>, sto sudando freddo, la mani continuano a tremare.
Trovo finalmente il flacone caduto sotto il letto e prendo una pillola.
Aspetto, poggiando la testa sul letto e respirando profondamente.
Agli occhi di Alexa sembrerò matta da legare.
<<Kat>>, sento la sua voce più vicina, si inginocchia di fianco a me e mi abbraccia da dietro.
Mi spavento per il suo tocco inaspettato ma subito dopo mi rilasso.
<<Mi hai rovinato l'infanzia, non sapevo che la fata turchina s'impasticcasse>>, rido per la stupidaggine che ha detto mentre le lacrime smettono pian piano di fluire.
Mi carezza i capelli, non pensavo fosse una persona tanto dolce.
Alzo la testa e la guardo negli occhi.
<<Scusami, io...>>
<<Non c'è bisogno di scusarsi, non ti conosco e tu non conosci me, non posso giudicarti da quello che ho visto oggi>>
<<Grazie...>>, mi sorride, asciugo le guance bagnate e mi alzo.
Le porgo la mano e sorride afferrandola per rialzarsi.
<<Cosa ti é preso prima?>>, esito un po'.
<<Fantasmi... del passato>>
<<Li abbiamo tutti>>, le sorrido.
<<I miei mi stanno uccidendo>>, mi guarda triste, <<Alexa, ti ringrazio>>, la abbraccio forte.
Ne rimane sorpresa, ma si scioglie subito e ricambia.
La lascio andare.
<<Sei un po' pallida>>
<<Io sono pallida>>, alza il sopracciglio.
<<Intendo più pallida del normale>>
<<Lo so, passerà, devo solo riposare>>
<<Ma ti sei svegliata poco fa, no?>>
<<Te l'ho detto, sono i farmaci. Ora vorrei...>>
<<Restare da sola?>>, non rispondo ma lei capisce tutto.
<<Rimettiti presto>>, mi sorride ed esce.
Mi butto sul letto e prendo un libro dallo scaffale accanto, la principessa e il ranocchio.
Non é decisamente il mio stile, ma qui danno da leggere solo favole per bambini o libri di scuola.
Sono a metà storia, continuo a leggere in silenzio per circa due ore.
Sono le otto di sera, come lo so? La campanella della mensa mi sta sfondando i timpani.
Lancio il libro aperto contro il muro.
Si é incantata di nuovo, non vuole smettere di suonare.
Esco dalla camera con le mani sulle orecchie e mi dirigo in mensa.
<<Fate tacere questa merda di mus...>>, Mark mi sbatte contro.
Mi guarda furioso.
<<Guarda dove cazzo cammini!>>, non so se mandarlo a fanculo o continuare per la mia strada.
Non resisto.
<<Lo stesso vale per te, stronzo>>, sbarra gli occhi.
<<Come scusa?>>
<<Oltre ad essere stronzo sei anche sordo?>>, l'angolo delle sue labbra si curva in un sorrisetto.
<<Ascolta bene, perché non lo ripeterò>>, si avvicina pericolosamente al mio viso, occhi incastonati nei miei, <<parlami un'altra volta con questo tono, e sarà l'ultima cosa che dirai>>, eccola di nuovo.
La scarica elettrica che scaturisce dai suoi occhi mi tiene prigioniera, mi dice di allontanarmi ma ha un magnetismo che non mi spiego.
<<Speraci>>, lo supero ed entro in mensa. L'ho fatto incazzare a dovere.
Prendo un vassoio di poltiglie varie e mi siedo per terra.
Ci sono dei tavoli liberi ma voglio negare a chiunque la possibilità di sedersi accanto a me.
Finisco in pace la mia cena, sotto gli sguardi sconcertati della guardie.
Esco da quel luogo affollato e vedo passare di corsa Kyle senza maglietta che scappa ridendo dalla guardia che ci ha parlato a pranzo
Più che un istituto di correzione e detenzione sembra un manicomio.
Heylaaaaaa, eccoci qui!
Nuovo capitolo! Baci 😘❤
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