Colpevole

Rieccoci di nuovo, urla nel cuore della notte.
Sono le tre del mattino, la voce di un ragazzo mi ha svegliata.

<<Dannazione, vuoi stare fermo?>>, credo sia la voce di una guardia.

<<Sedatelo>>, la voce della dottoressa Heizel mi fa rabbrividire.
É fredda, apatica, senza cuore.

Il frastuono va via via scemando.
Rimango insonne per circa quattro ore, ormai conosco ogni singola crepa del soffitto.

Decido di alzarmi, di andare a fare due passi.
Accosto lievemente la porta e la chiudo cercando di non fare troppo rumore, dopotutto sono solo le sette del mattino.
Le guardie mi guardano come se fossi un alieno.

<<Ragazzina, guarda che la mensa per la colazione apre tra mezz'ora>>

<<Ne sono a conoscenza, grazie>>, continuo a passeggiare a piccoli passi, come in trans, devo parlare con Mary.

Provo nel suo ufficio, chiedo alle guardie, ma nulla, non é ancora arrivata.
Idea, magari Alexa potrebbe ospitarmi, sempre se non mi uccide per l'ora.
Vado davanti alla sua stanza e busso.
Apre dopo qualche minuto.

<<Kat, che succede? Stai bene?>>, sorrido assonnata.

<<Si, solo... Non riesco a dormire, non volevo svegliarti>>

<<Guarda che io mi sveglio ogni mattina alle sei e mezza, non chiedermi perché, il mio corpo ha deciso così>>

<<Quindi non ti ho svegliata?>>

<<No, piuttosto, come mai non riesci a dormire?>>

<<Beh...>>, mi guardo intorno, lei capisce al volo.

<<Che stupida che sono, sono cose private e ancora nemmeno mi conosci bene, scusa per avertelo chies...>>

<<Non é quello, preferisco parlarne in camera, da sole, non voglio che qualcun'altro venga a conoscenza delle mie paranoie>>

Detto questo si sposta dalla soglia e mi invita a entrare.
Ci sediamo entrambe sul letto.

<<Spara>>, cosa mi é saltato in mente, non posso dirle quello che mi é successo, che sono stata incriminata e sospettata per l'omicidio dei miei genitori. Scapperà via, e non voglio.

<<Vedi... Io...>>, la porta della sua camera si apre, é quel testa di cazzo, a quanto pare o sono una coppia o sono molto amici.

<<Mark, ripeto, perché non bussi prima di entrare?>>, é assonnato anche lui, capelli scompigliati, occhi a fessura.

<<Dai, non rompere, devo raccontarti una...>>, si accorge della mia presenza, <<cosa ci fa lei qui?>>, Alexa sospira.

<<É venuta a trovarmi>>

<<Così presto?>>

<<Non ci sono orari di visita, cosa devi raccontarmi?>>, Mark mi fissa, cerca di sistemarsi i capelli.

<<Niente...>>, mi sento così indesiderata, di troppo. La cosa ironica? Ho finito le pillole, quindi devo evitare di parlare con lui per non incazzarmi ed evitare di essere il terzo incomodo in una discussione.
Mi alzo.

<<Kat, dove vai?>>

<<Ho fame, vado in mensa>>, mento.

<<Cosa? Ma... Quella cosa che dovevi dirmi?>>

<<Dimenticala, non ha importanza>>, vado verso la porta ma lei mi segue, intanto Mark si siede alla scrivania.

<<Domattina, posso venirti a trovare io?>>

<<Non darti pena per me, ci vediamo>>, esco.

<<Ma... Kat>>, sento il suo tono triste.

Che cosa vado a pensare, confessare tutto alla ragazza che probabilmente é il braccio destro di quel tizio malefico.
Kat, stai perdendo colpi, sai che non ti puoi fidare di nessuno qui, l'ha detto anche Mary.

Vado in mensa, mangio una sottospecie di brioches che sa di vecchio e continuo a cercare Mary.
La trovo nel suo ufficio, finalmente.

<<Kat, sei mattiniera oggi>>

<<Nottambula semmai. Ascolta, c'è qualcosa che non va con le pillole che mi hai prescritto. L'effetto dura poco e mi fanno venire sonnolenza nei momenti sbagliati>>

<<Mmh... Visto che é presto facciamo un salto dalla dottoressa, ti va?>>, annuisco.

L'ambulatorio della dottoressa Heizel é più vicino di quanto ricordassi.
Entriamo, l'odore di medicinali é fortissimo.
Capelli rossi, tacchi a spillo, camice bianco, il male in persona é seduto davanti a me.

<<Ma chi abbiamo qui? Kat! Non ho ancora avuto il piacere di visitarti>>, okay, adesso ho paura.

<<Hey Gin, sempre più in forma eh?>>, Mary le parla come se fosse una vecchia amica.

<<Mai quanto te. Allora, cosa vi porta qui?>>

<<Kat dice che le medicine che prende adesso hanno una durata minima e le provocano attacchi di narcolessia durante il giorno>>

<<Cavolo, beh, procediamo alla visita, levati la parte superiore della divisa, devo controllare cuore e respiro>>

Mi fa senso rimanere senza vestiti, le nudità è ancora uno scoglio per me.
Tolgo la maglietta e contemplo le facce sconvolte delle due donne.

<<Cazzo... Che hai fatto al braccio e alla schiena?>>, mi limito a rimanere in silenzio.

<<Kat>>, Mary si avvicina, <<che cosa ti hanno fatto?>>

<<Potete solamente visitarmi, aggiustare i miei farmaci e rispedirmi in camera?>>, per fortuna intuiscono il mio disagio e non fanno più domande.

<<Tutto regolare, ecco qui>>, mi porge un flacone, <<questo é per gli attacchi di panico, ma solo se sono forti, se sei solo nervosa non prenderli, non avrebbe alcun senso>>

<<Va bene>>

<<Se hai ancora difficoltà a dormire passa da me, ti darò delle gocce>>, annuisco ed esco, scortata da Mary.

<<Mi dispiace per prima, non volevo essere priva di tatto>>

<<Non fa nulla, grazie per la visita, da qui in poi vado da sola>>, prima che possa ribattere scappo via a passo veloce.

Trovo Mark appoggiato alla porta della mia camera a braccia conserte.

<<Spostati>>

<<Altrimenti?>>, sbuffo.

<<Senti, non sono dell'umore, quindi togliti di mezzo>>

<<Ho capito che non sei dell'umore, ma non rifletterlo sulle persone che tengono a te>>

<<Eh? Di cosa stai parlando?>>

<<Prima, hai usato parole poco gentili con Alexa, chiedile scusa>>, lo guardo negli occhi.

<<Quello che faccio o dico non ti riguarda>>

<<Sì che mi riguarda, ci tengo a lei>>

<<Ascolta, non volevo ferirla, é una brava ragazza, ho solo avuto una giornata di merda, quindi non lo ripeterò, levati>>, siamo faccia a faccia.

<<Dovrai passare sul mio cadevere, vai a scusarti con lei>>, sospiro.

<<Fammi posare questi almeno>>, indico i flaconi.

<<Permesso accordato>>, si sposta, mi lascia entrare in stanza e si mette sulla soglia, e io che volevo chiudermi la porta a chiave alle spalle.

Li metto sotto il cuscino ed esco nuovamente.

<<Andiamo>>

<<Vieni anche tu?>>

<<Devo essere sicuro che ti scusi>>, scuoto la testa e inizio a camminare verso la stanza di Alexa, lui mi segue come un'ombra.
Lungo il percorso realizzo che ha ragione, non avrei dovuto dirle quelle cose in modo così freddo, sono pessima.

Complimenti Kat, l'unica persona che ha provato ad avvicinarsi a te é stata respinta immediatamente.
Codarda.
Dopo quello che é successo hai ancora paura di avere dei legami?
Continua così e morirai sola.

Arriviamo davanti alla sua porta e busso.
Lei apre subito, appena mi vede insieme a Mark sbianca.

<<Cosa... Cosa ci fate voi due insieme?>>

<<Posso entrare?>>, cerco di sviare la domanda.

<<S-si vieni>>, si sposta dentro anche lei, <<allora, che succede?>>

La abbraccio, cosa che sorprende tutti e tre.

<<Mi dispiace di aver fatto la stronza stamattina>>

<<Non hai di che scusarti, avrai avuto le tue...>>

<<Ragioni? No, non ho scusanti, mi farò perdonare, promesso>>, scioglie l'abbraccio e sorride.

<<Immagino che qui ci sia lo zampino di mio fratello>>, fulmina Mark e lui finge indifferenza.

Dunque sono fratello e sorella, ecco perché sono così legati, ecco perché lui vuole farla stare bene.

<<Lui non c'entra, stava già venendo qui e l'ho incontrato per i corridoi>>, lui é sorpreso per le mie parole ma accenna un sorriso.

Bussano alla porta.

<<Scusate se interrompo>>, é Mary, <<Kat, c'è un agente di polizia che vuole parlare con te, potresti seguirmi?>>, l'agente é fuori dalla stanza e mi osserva serio.

Guardo Alexa e Mark negli occhi e con uno <<scusate>> esco dalla stanza.

É la seconda volta in un mese che la polizia vuole parlarmi, so che cosa vogliono, una confessione, un'ammissione di colpa.

Il poliziotto mi afferra per il braccio e mi scorta fuori.
Ho già detto che é una giornata di merda?

Giovani pupilli ciao! Ecco il nuovo capitolo, così, a sorpresa!
Baci ❤

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