Buona reputazione
Il poliziotto non accenna ad allentare la presa sul mio braccio, mi sta facendo irritare.
Mi conduce in una sorta di piccola caserma che sta all'ingresso dell'istituto.
Mary é con noi per controllare la situazione, si sa che questi tizi usano ogni mezzo possibile per farti confessare.
Una volta dentro mi fanno accomodare in una sala per interrogatori: tavolo d'acciaio lucente, luce bianca accecante, sembra la scena di un film.
Mi siedo di fronte a loro due, la porta viene chiusa, accendono un registratore e lo mettono sul tavolo.
<<Dunque signorina, veniamo a noi>>, guardo il segno rosso che mi ha lasciato sul braccio.
<<A scuola di polizia non vi hanno insegnato il significato della parola delicatezza?>>
<<Non una parola in più, rispondi solo alle mie domande>>
<<Altrimenti?>>
<<Kat, ti prego>>, Mary interviene smorzando la tensione che si stava creando tra me e il tizio.
Sospiro più irritata di prima.
<<Dicevo... Domanda numero uno: eri in possesso di un'arma da fuoco la sera che i coniugi Harris hanno perso la vita?>>, sento un groppo in gola, come si fa a parlare così tranquillamente di argomenti tanto delicati?
<<No>>, annota la risposta.
<<Domanda numero due: eri in possesso di un'accendino la stessa sera?>>
<<No>>, annota.
<<Tre: avevi litigato con i tuoi genitori quella sera?>>
<<No>>, annota, mi sta facendo incazzare sul serio.
<<Quattro: affermi di aver subito una rapina da due uomini armati nella tua ex residenza mentre stavate cenando?>>
<<Si>>, annota.
<<Cinque: ricordi qualche segno distintivo particolare legato ai due criminali?>>
<<Quante cazzo di volte me lo dovete chiedere?>>
<<Non sono ammesse volgarità, é il protocollo, rispondi!>>
<<Ho già detto di sì, il tizio che ha puntato la pistola alla mia testa aveva gli occhi azzurri>>
<<Come te>>
<<Come me? Ma che cazzo di risposta é?>>, guardo Mary con gli occhi lucidi, lei in risposta abbassa lo sguardo.
<<Sei: sei stata ritrovata in condizioni compromettenti per il tuo alibi, sei stata tu ad uccidere i coniugi?>>
Cerco di trattenere le lacrime, sono senza cuore per porre queste domande ad una ragazza che ha appena perso i genitori.
<<No>>
<<Ricorda che non puoi mentire di fronte ad un pubblico ufficiale>>, mi sta dando della bugiarda?
Stringo i denti e mi alzo di scatto andando verso la porta, chiusa.
<<Fatemi uscire>>, sto trattenendo i singhiozzi.
<<É abbastanza per oggi agente, apra la porta>>
Il bastardo si alza, apre la porta ed esco velocemente.
<<Hey, dove stai andando senza scorta?>>, mi urla dietro.
<<Da quella puttana di tua madre!>>, gli urlo in risposta correndo ancora più veloce.
Arrivata al portone le guardie mi fanno entrare, sono così nervosa che spaccherei qualsiasi cosa mi capiti a tiro.
Il segno sul braccio é diventato violaceo, corro in bagno e mi sciacquo il viso con acqua gelida.
Ho il fiatone, mal di testa e ansia da regalare.
Mi servono le medicine, ora più che mai.
Esco dal bagno e cammino a grandi passi in direzione della mia camera, inevitabilmente mi scontro con Mark.
Mi sta fissando ma lo ignoro, proseguo per la mia strada.
Una volta in camera chiudo a chiave, prendo la medicina, un sorso d'acqua e mi stendo sul letto.
Bussano.
<<Kat, tutto bene?>>, é Mary.
Bussa di nuovo.
<<So che sei in camera, rispondimi>>
<<Lasciami in pace, vattene!>>, urlò questa frase facendomi sentire anche dai commessi del supermercato della città vicina.
Chiudo gli occhi e respiro profondamente.
"
<<É solo una ragazzina, non puoi incolparla di un crimine tanto atroce>>
<<Le prove parlano da sé, o sbaglio?>>
Sono in una stanza con una coperta termica sulle spalle e le manette ai polsi, due poliziotti davanti a me stanno discutendo.
<<Non ha un avvocato, dobbiamo aspettare quello in dotazione dagli uffici>>
<<É sotto shock, ti proibisco di farle qualsiasi domanda>>
Escono dalla stanza lasciandomi da sola, tremante, con mille domande e solo il vuoto dentro come risposta.
Dove sono? Perché mi hanno portata qui? Perché non riesco a smettere di tremare?
Un uomo anziano entra nella stanza, si siede davanti a me.
<<Quindi, oltre che piromani siamo anche assassini?>>, due lacrime scendono silenziose."
Mi sveglio di colpo, sudata e tremante.
Bussano alla porta, forse é stato questo rumore a svegliarmi, menomale.
<<Chi é?>>
<<Sono il lupo cattivo Wendy>>, chiara citazione di Shining.
Non so se aprire.
<<Se sei davvero tu non dovresti avere problemi ad aprire la porta ad accettate>>, lo sento ridacchiare.
<<Dai apri>>
<<Cosa vuoi?>>
<<Alexa ti deve dire una cosa, sono il portavoce>>
<<Domani passerò da lei>>
<<Ma vuole vederti adesso>>
<<Mark, lasciami da sola, le parlerò domani, capirà>>
<<Come vuoi>>, lo sento allontanarsi.
Tiro un sospiro di sollievo, non ci tengo a farmi vedere con le lacrime agli occhi.
Ci sono ancora due ore libere per la doccia, ho bisogno di farne una.
Raccolgo le cose che mi servono e dopo qualche minuto esco dalla camera in punta di piedi.
Le docce sono deserte, la prima botta di gioia della giornata.
Aziono il getto caldo e lascio scivolare via i pensieri, il nervosismo che ho addosso, le paure, i sensi di colpa, la rabbia.
Qualcuno si schiarisce la voce, mi volto di scatto, colta di sorpresa.
<<Alexa...>>
<<Kat, dobbiamo parlare>>
<<Proprio qui? Sotto la doccia?>>
<<Si, cioè... No, vestiti pure>>, finisco di sciacquare i capelli e mi vesto.
Ci sediamo sulle panche dello spogliatoio.
<<Dimmi>>
<<Tutto okay?>>
<<No, prossima domanda>>
<<Mark mi ha detto che non gli hai voluto parlare, ti ho anche sentita urlare incazzata>>
<<Incredibile quanto siano sottili le pareti di questo posto>>
<<Sono seria>>
<<Anch'io! Senti, sono stata sotto torchio del poliziotto più stronzo di tutto il distretto, mi hanno dato dell'assassina, della piromane, quindi scusa se non mi va di parlare>>
Mi guarda con gli occhi sgranati e abbassa lo sguardo.
<<Io... Mi dispiace, non lo sapevo>>
<<Appunto, non lo sapevi, non hai motivo di scusarti>>
Cala un silenzio denso come la nebbia.
Mi stiro sulla panca e guardo il soffitto, odio non avere il controllo sui miei sentimenti, odio piangere di fronte agli altri.
<<Kat>>, si inginocchia vicino a me e mi tiene per mano.
<<Scusa, non volevo...>>
<<Sshhhhh, va tutto bene>>, continua a tenermi per mano cercando di farmi tranquillizzare.
<<Alexa... Grazie>>, le stringo la mano.
<<É mio fratello che devi ringraziare>>
<<Mai!>>, ride, facendomi scappare un sorrisino.
Rimaniamo così per un po', a consolidare l'inizio di una meravigliosa amicizia.
Che dire, capitolo con qualche feels e qualche crisi di nervi 😂
Alla prossima!!❤
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