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Finalmente il Wi-Fi di questo campeggio funziona! ( a salti perché ogni 30 secondi si stacca e mi obbliga a rimettere la password)
Mi scuso davvero tantissimo per questo ritardo, ma sono fuori Italia ed è tutto più complicato 😫

***

"Domani dobbiamo andare a fare la spesa; prima non scherzavo quando dicevo che non c'era niente da mangiare."

"Presumo che il tuo 'dobbiamo' significhi che io andrò a fare la spesa e tu mi aspetterai fuori come al solito."

Blake rise alla mia affermazione e circondò le mie spalle con il braccio, facendomi sbilanciare quel tanto da finire con il viso sul suo petto.
Se non fosse stato per il fatto che stavamo camminando- e che quindi rischiavo di cadere- quel gesto mi avrebbe fatto arrossire in maniera alquanto imbarazzante e Blake lo sapeva bene.

"A dire il vero ti volevo aiutare, ma questa idea mi piace decisamente di più."

"Sei uno stronzo." Mormorai dandogli un pugno sul braccio e tentando di restare seria, reprimendo il sorriso che mi stava crescendo sulle labbra. "Tu domani mi darai una mano, altrimenti puoi scordarti che io faccia qualsiasi cosa per te."

"Cosa intendi per qualsiasi cosa?" Domandò fermandosi davanti alla sua macchina e guardandomi con le sopracciglia corrucciate.

"Qualsiasi cosa, Blake, soprattutto tutto ciò che ti sta passando dentro quella testolina adesso." Picchiettai l'indice sulla sua fronte e ghignai, osservando la sua espressione mutare.

"Domani vengo a fare la spesa con te, lo prometto."

"Non voglio nemmeno pensare a cosa stavi pensando." Aprii la portiera del passeggero e mi sedetti, aspettando che il mio ragazzo mettesse in moto la macchina per andare a casa nostra.

Blake rise e mi ritrovai a scuotere la testa con un sorriso stampato sulle labbra. Sapevo benissimo a cosa aveva pensato la sua testa quando avevo fatto quell'affermazione e, per quanto mi sentissi in imbarazzo toccando quel argomento, non potevo negare di averci pensato sempre di più negli ultimi giorni, soprattutto da quando ci eravamo andati tanto vicino l'ultima volta.

Guardai la luce dei lampioni che rifletteva sulla strada buia per tutta la durata del viaggio, fino a quando non entrammo nella via del nostro appartamento, dove erano tutti spenti.

"Credo sia saltata la corrente in questo isolato." Mormorò il ragazzo al mio fianco, fermandosi nel parcheggio del nostro palazzo. Spense i fari e allungò la mano verso il suo telefono, imprecando quando scoprì che era spento. "Metti la torcia sul tuo cellulare, altrimenti rischiamo di ammazzarci salendo le scale."

"Ho solo il cinque percento di carica, Blake, e non so quanto possa durare." Accesi ugualmente la luce del telefono e scesi dalla macchina, illuminando ad entrambi la strada che dovevamo percorrere man mano che camminavamo. Osservai la percentuale della batteria scendere velocemente mentre Blake cercava di inserire la chiave nella serratura e mi ritrovai a pregare perché il telefono resistesse quel tanto da trovare qualcosa con cui farci luce dentro casa.

"Dovrei avere qualche candela negli scatoloni in camera mia." Mormorai non appena entrammo in casa. Provai ad accendere la luce, sperando in una botta di fortuna, ma rimanemmo ugualmente al buio. "Io vado a prenderle, tu cerca un'accendino o qualche fiammifero."

Era strano girare in quel appartamento senza alcuna luce, soprattutto nelle stanze da letto, nelle quali avevamo trascorso solo un paio di notti, ma non mi lasciai condizionare finché rovistavo nelle scatole di cartone impilate nell'angolo della mia stanza.
Nel momento stesso in cui trovai la scatola in cui tenevo le candele, sentii un tonfo provenire dal soggiorno e poi Blake imprecare in modo poco delicato.

"Tutto bene?" Domandai ridacchiando mentre rientravo nella stanza.

"Perché abbiamo messo un cazzo di tappeto qui?" Borbottò, dando un calcio al tessuto e sedendosi sul divano. "Hai trovato le candele?" Domandò accendendo l'accendino quando il telefono si spense.

Annuii a quella debole luce e le posizionai davanti a lui, osservandolo finché accendeva una candela alla volta, posizionandole sui mobili attorno al divano. Mi incantai a guardare il suo viso e mi riscossi solo quando lo sentii chiamare il mio nome.

"So di essere un bello spettacolo, ma non metterti a sbavare in questo modo per me."

"Coglione." Borbottai distogliendo lo sguardo dal suo volto e posandolo sulla luce debole delle candele.

"Hai ragione." Mi tirò per il polso e mi fece sedere al suo fianco, circondandomi le spalle con un braccio e lasciandomi un bacio sulla fronte.

"Devo segnarmi sul calendario questo giorno! Blake Sullivan mi ha dato ragione!" Esultai in modo falso, ricevendo un pizzicotto sul fianco che mi fece saltare sul posto. "Ma sei-"

Iniziai ad urlargli contro, ma mi ritrovai con le sue labbra appiccicate alle mie e con la sua lingua nella mia bocca. Rimasi impietrita per qualche secondo ma poi mi ritrovai a ricambiare quel bacio improvvisato, stupendomi da sola con quanta foga.

Era strano, un momento prima stavo per mandare a quel paese Blake e un momento dopo mi ritrovavo a cavalcioni sul suo bacino con le mani infilate tra i suoi capelli e la testa gettata all'indietro finché lui mi baciava il collo, stringendo con le mani la pelle dei miei fianchi da sotto la maglietta.

Fu in quel momento che mi resi conto delle tre cose più importanti che mancavano il quel momento: eravamo solo io e lui, senza luce, senza telefoni e molto presto anche senza vestiti.

***
Mi scuso immensamente per il ritardo, ma ho avuto problemi di connessione. Ho passato due giorni in traghetto senza internet e non appena sono arrivata in Grecia ho avuto problemi con la Tim. Ora ho miracolosamente trovato un Wi-Fi libero e finalmente ho pubblicato questo capitolo!
Non so davvero quando potrò scrivere e pubblicare il prossimo capitolo,ma spero davvero presto!
Buona giornata,
Alice

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