19
[Kayla]
Era così bello, così immensamente bello che ancora non mi rendevo conto di come avevo fatto a non notarlo in tutti quegli anni di amicizia. Certo, vedevo che Blake era un bel ragazzo e che aveva una scia infinita di ammiratrici sin da quando si era tolto l'apparecchio a tredici anni e aveva iniziato a vantarsi di doversi radere il viso già due volte a settimana- cosa totalmente falsa, visto che il massimo di barba che avevo visto era un pelo sotto al naso- ma non avevo mai realmente notato quanto fosse attraente il suo sorriso, quanto dolci fossero i suoi occhi e quanto delicate potessero essere le sue labbra mentre mi parlava.
Il fatto che poi, quando mi guardava, sentissi lo stomaco fare una capriola, aiutava tanto a vedere quel viso molto attraente.
Quella sera, mentre parlava con i suoi amici nella cucina di casa nostra, sembrava ancora più bello del solito con quel sorriso a trentadue denti sulle labbra.
Stavano parlando di qualche partita di football con una bottiglia di birra in mano e ridevano tutti di qualcosa che a me sembrava estremamente stupido, ma se avesse significato vedere di nuovo quella scintilla di felicità negli occhi di Blake, sarei stata più che felice di sentirli parlare di quello.
Da quando era saltata fuori la storia delle fotografie, le cose tra noi si erano complicate, ma cercavamo entrambi di non pensarci e di non nominare l'argomento che- specialmente a me- pesava sulle spalle. Sapevo di essere stata stupida a mandargli quelle foto l'anno prima, ma in quel momento era stata quasi una ripicca per aver scelto Kimberly- miss stronza dell'anno- al posto mio... una reazione stupida e da ragazzina, ma oramai non potevo più farci niente.
"Kayla, stai sbavando." Mi arrivò una pallina di carta sul viso non appena quelle parole uscirono dalle labbra di Emma e per poco non mi prese un occhio.
"Quello è il mio quaderno di economia, Em." Ripresi in mano il foglio appallottolato che mi aveva lanciato e lo lanciai a mia volta verso di lei, prima che potesse dire altro. Le probabilità che stessi sbavando realmente erano alte, ma non volevo darle soddisfazione ammettendo che mi ero leggermente persa a fissare Blake.
"Come se tu avessi preso realmente appunti. Lo sappiamo tutti che passi tutte le ore di lezione a scarabocchiare cuoricini con il nome di Blake dentro."
Vero anche quello, ma ammetterlo significava mettere sotto i piedi il mio orgoglio.
"Sei davvero sicura di voler andare alla festa di Jeremy? Quel tipo mi inqueta." Mormorai ripensando agli sguardi che continuava a posare su di me durante i corsi che avevamo in comune.
"Anche a me, ma con quei quattro ragazzoni lì con noi mi sento decisamente più sicura." Replicò, indicando con un cenno della testa i quattro ragazzi in cucina. "E poi non si dice mai di no all'alcol gratis, no? Da quanto mi hai detto, tu e Blake siete sempre stati di questa opinione." Mi fece l'occhiolino e poi si alzò camminando verso camera mia. Senza il mio permesso, naturalmente.
Mi sentii sbuffare mentre la seguivo con passi svogliati e mi bloccai sulla soglia fissando il suo corpo immerso quasi totalmente nel mio armadio. "Cosa fai?"
"Non ti lascerò venire alla festa vestita in quel modo, sembri una ragazza depressa con ottanta gatti per casa." Storse il naso guardando i miei jeans slavati e la mia maglietta a maniche corte.
"Non devo fare colpo su nessuno." Alzai le spalle, riflettendo subito dopo che forse potevo vestirmi bene per Blake o anche solo per me stessa. "Ma se proprio insisti, posso cambiarmi i vestiti, ma le scarpe rimangono queste." Alzai il piede per mostrarle il paio di vans e mi trattenni dal riderle in faccia quando guardò male le scarpe.
***
Dieci minuti dopo entrai in cucina con un vestito a fiori e, come avevo predetto ad Emma, le Vans ai piedi. Non avevo alcuna intenzione di passare quasi tutta la notte in piedi con un paio di tacchi che- probabilmente subito- mi sarei dovuta togliere per il male.
Mi avvicinai a Blake e gli passai il braccio sui fianchi, attirando la sua attenzione su di me.
"Emma mi ha obbligata a mettere il vestito che mi ha regalato Kaiden."
"Ti sta bene." Sorrise, dandomi poi un bacio a stampo sulle labbra e passandomi a sua volta il braccio intorno al corpo, ricominciando poi a parlare con i suoi amici.
Un sorriso si aprì sulle mie labbra e vi rimase anche quando vidi la mia amica prendermi in giro dietro a Steven, un amico di Blake. Non era un caso che si fosse messa proprio dietro di lui, era totalmente persa per quel ragazzo e, anche se Emma non voleva dirmi nulla, ero sicura che fossero stati insieme almeno una volta.
"Chi guida? Ho intenzione di bere tutti i martini che riuscirò a prepararmi." Esordì Emma, sedendosi sull'isola della cucina, dalla quali distolsi subito lo sguardo, ripensando a qualche tempo prima, quando io e Blake avevamo fatto l'amore in quel punto, non riuscendo ad arrivare alla camera.
Non so se fosse stato il mio sguardo o il fatto che mi fossi leggermente irrigidita, ma fui praticamente sicura che Blake avesse capito dove era andato il mio pensiero, poiché strinse leggermente la presa sul mio fianco e mi fece un sorriso tutt'altro che innocente.
Gli feci una linguaccia e lo osservai mentre alzava la mano per far vedere che avrebbe guidato lui. Avevamo fatto un patto il giorno dopo che era tornato a casa totalmente ubriaco: non avrebbe bevuto per un po' e io avrei fatto lo stesso con lui... non avevo voglia né di litigare con lui, né di cadere di nuovo nel tranello della scommessa, una volta mi era decisamente bastata.
Improvvisamente anche Steven disse che avrebbe guidato e, sotto ai miei occhi indagatori, vidi Emma cercare di non gongolare davanti a tutti.
Dopo quello, ero più che convinta che tra quei due ci fosse stato più di un semplice scambio di occhiate.
"Voi andate avanti, io e Kayla chiudiamo casa e vi raggiungiamo."
"Certo, 'chiudete casa', come no." Ghignò la mia amica, facendo le virgolette con le dita e lanciandomi uno sguardo malizioso, al quale risposi con un bel dito medio. "Ragazzi andiamo, non ho la minima voglia di sentirli gemere dalle scale e non voglio nemmeno rischiare di non trovare da bere."
E come se fosse stata una calamita, i tre ragazzi la seguirono senza fiatare fuori dall'appartamento.
"Non so se mi preoccupi di più il modo in cui riesce a comandare tutti senza sembrare una stronza o se mi preoccupi di più il suo bere senza fine." Mormorai, allontanandomi da Blake per chiudere davvero le finestre di casa.
"Tu solitamente bevi più di lei, Kay." Sentii la risata di Blake dietro di me e mi girai quel tanto per fargli una linguaccia.
"Comunque volevo parlare prima di andare alla festa."
"Che succede?" Domandai perplessa, girandomi verso di lui e appoggiandomi con la schiena alla porta finestra che portava al piccolo terrazzo del soggiorno.
"Non sono particolarmente contento di andare alla festa di quel tipo strano, quindi se ti da ancora fastidio, mi prometti che se ti darà anche il minimo fastidio, mi avvisi e ce ne andiamo?"
"E io che pensavo volessi fare sesso." Sdrammatizzai, sentendo invece un peso per aver avvertito in lui il mio stesso disagio verso Jeremy.
"Se vuoi possiamo fare anche quello," Si avvicinò a me e mi diede un bacio a fior di labbra "basta che mi prometti che mi chiami per qualsiasi cosa."
"Lo sai che lo farò." Sorrisi sulle sue labbra e poi gli diedi una piccola spinta per farlo staccare da me. "Però ora muoviti a chiudere casa, non voglio far pensare ai tuoi amici che lo stiamo facendo per davvero."
"Probabilmente loro mi darebbero il cinque, ma va bene, rimandiamo a dopo." E dopo aver mosso le sopracciglia in maniera ambigua facendomi ridere, finimmo di chiudere casa e ci avviammo verso la festa.
***
"Scherzavi quando dicevi che stasera non avresti bevuto nulla, vero?" Mi domandò Emma, circa dieci minuti dopo il nostro arrivo in quella che era in tutto e per tutto una festa con il botto.
"No." Scossi la testa per farle intendere la mia risposta, visto che probabilmente non l'aveva sentita con quella musica assordante. Lei, al contrario di me, aveva due bicchieri stracolmi in mano e beveva tutto come se fosse acqua.
"Sei noiosa" urlò al mio orecchio e poi indicò con un bicchiere -svuotandone metà sul pavimento nel gesto- Steven. "Vado da lui, è più divertente di te."
"Sicuramente." Le feci un sorriso malizioso e la osservai arrossire e poi scappare verso il ragazzo.
Girai su me stessa alla ricerca di Blake e lo avvistai nel giardino della casa della confraternita con alcuni ragazzi che non avevo mai visto fino ad allora.
"Emma mi ha scaricato per andare da Steven." Risi, sedendomi vicino a Blake che, vedendomi arrivare aveva salutato i suoi amici... dovevo proprio avere un'espressione strana sul viso, a metà tra lo scocciato ed il divertito.
"Dagli dieci minuti e saranno sul retro della macchina a scopare."
"Sei pessimo." Borbottai, guardando Emma mettere una mano palesemente sul sedere di Steven.
Forse Blake aveva ragione.
"Prima o poi lo faremo anche noi, magari dopo aver bevuto qualche bicchierino e aver ballato per tutta la sera." Mentre diceva quelle parole, Blake mi attirò di più verso di lui, fino a farmi aderire totalmente il fianco contro al suo e poi avvicinò le labbra a mio orecchio, sussurrando le ultime parole. "O magari possiamo andare anche adesso, nessuno ci farebbe caso."
Sentii il cuore saltarmi in gola e l'adrenalina circolare in corpo. Mi allontanai dal suo viso e lo guardai sorridere come se niente fosse, come se non mi avesse appena proposto di andare nel parcheggio a fare sesso, dove tutti potevano benissimo scoprirci.
Dovevo avere la faccia in fiamme, perché il suo sorriso si allargò improvvisamente.
Da quando due settimane prima era venuta fuori la storia delle foto, io e Blake non eravamo stati più intimi e sicuramente non mi aspettavo che mi proponesse di riconciliarci nel bel mezzo di una festa.
Senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai ad annuire, sentendo dentro di me montare desiderio, ma soprattutto la sensazione di star per fare una cosa non molto appropriata nel parcheggio, con la possibilità di essere scoperti nel mentre.
Blake, con uno sguardo improvvisamente più languido e caldo, si alzò in piedi e mi prese per mano, avviandosi con me a seguito in mezzo alla folla sulla pista da ballo improvvisata. Non ero sicura di ciò che stavo facendo, ma ormai la mia testa non pensava più molto lucidamente. Mi lasciai trascinare per un po' da Blake, fino a quando non mi sentii strattonare dal polso.
Prima che me ne rendessi conto mi ritrovai con il viso a pochi centimetri dal viso di Jeremy, che mi alitava contro un odore esagerato di rum.
"Vai già via? Non sei nemmeno passata a salutarmi."
"Ho avuto un imprevisto e devo tornare a casa." Parlai velocemente, cercando di divincolarmi dalla stretta che ancora arpionava il mio polso.
"Bevi almeno qualcosa, mi sembra ingrato che tu non beva nulla." L'odore era quasi nauseante da quanto forte lo percepivo ed ero sicura che fosse anche sui suoi vestiti. "Ti va di salire in camera mia?" La mia mano libera partì verso il suo viso ancora prima di pensare e mi resi conto di ciò che avevo fatto solo dopo l'impatto con la sua guancia.
"Questo non lo dovevi fare. Perché invece non vieni con me e mi mostri se quelle foto ti fanno giustizia? Sono stanco di accontentarmi di quelle per"
Proprio dove poco prima gli avevo tirato uno schiaffo, il pugno di Blake arrivò come un fulmine e fece cadere di peso Jeremy, troppo ubriaco per rialzarsi da solo.
La musica venne abbassata improvvisamente e attorno a Jeremy si creò un cerchio.
"Stai lontano dalla mia ragazza, o ti spacco ogni osso, non solo la faccia." L'urlo di Blake attirò definitivamente l'attenzione delle persone che ci circondavano e ciò rese molto difficile uscire dalla stanza.
E mentre Blake mi trascinava nel giardino per chiedermi se andava tutto bene, dentro di me sentivo una cicatrice riaprirsi nel mio cuore e la paura salirmi in gola.
Lui aveva le foto.
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