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Come avevo anticipato una vita fa nella mia bacheca, sono stat impegnata fino a luglio con la sessione estiva, quindi questo è uno dei motivi per cui non ho più aggiornato. Premetto che dubito che questo capitolo sia bello, ma dovevo assolutamente aggiornare. Cercherò di scrivere il prossimo capitolo in questi giorni e soprattutto di concludere la storia prima dell'inizio del nuovo semestre.
Mi dispiace per questa lunga assenza, ma prima di tutto ho voluto pensare a me stessa, a stare bene. Ora sono felice, completamente fuori dalla depressione e, per quanto io temi di ricaderci ancora una volta, speranzosa per il futuro. Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine negli ultimi mesi e soprattutto chi ha aspettato con pazienza questo nuovo capitolo della storia.
Buona lettura e al prossimo capitolo
[Kayla]
La stanchezza che stavo provando in quel momento, mentre aspettavo Emma davanti alla caffetteria, mi stava letteralmente uccidendo; ero abituata a stare fuori notti intere durante l'estate, ma farlo durante la settimana, avendo lezione la mattina dopo alle otto, era una cosa davvero molto diversa e faticosa.
Era stato bello festeggiare il mio compleanno con mio fratello e i suoi migliori amici, anzi, era stato bellissimo. Quando li avevo visti dentro l'appartamento che io e Blake condividevamo, mi ero sentita immensamente felice e, il fatto che fossi saltata in braccio a Jason facendolo quasi cadere, probabilmente aveva fatto capire quasi a tutti quanto adorassi il fatto di averlo di nuovo vicino a me. Certo, il fatto che presto sarebbe dovuto ripartire per tornare a lavoro non mi rendeva felice, ma averlo avuto con me per più di ventiquattro ore mi aveva decisamente migliorato la settimana.
Ero a conoscenza del fatto che mio fratello sapesse che io e Blake stavamo insieme ma, per tutta la durata di quella festa intima, mi ero tenuta alla larga dal mio ragazzo, così da non ricevere domande alle quali non avrei mai risposto a mio fratello e nemmeno ai suoi amici. Eravamo rimasti lontani anche durante la notte, durante la quale io avevo dormito nel mio letto con mio fratello e lui nella sua camera, cercando probabilmente- come me- di ignorare i gemiti soffocati provenienti dal nostro soggiorno, dove i due migliori amici di mio fratello "dormivano" nel divano letto.
Scossi la testa disgustata al pensiero di ciò che avevo sentito la notte prima e mi passai una mano tra i capelli, promettendo a me stessa che non mi sarei più seduta su quel divano, almeno fino a quando i cuscini non sarebbero stati cambiati.
"Ciao Kayla." Sussultai quando sentii una voce maschile alle mie spalle, completamente sorpresa di essere stata salutata da qualcuno che non fosse la mia amica. "Perdonami, non volevo spaventarti."
"Ciao Jeremy." Replicai facendo un passo indietro senza nemmeno rendermene conto. Nonostante quel ragazzo non mi avesse fatto niente, oltre ad essere stato insistente la prima volta che mi aveva parlato, continuavo a sentirmi a disagio quando lui era presente, soprattutto quando si rivolgeva a me.
"Ho sentito in giro che ieri era il tuo compleanno."
"E da chi lo avresti sentito? Qui al college non conosco praticamente nessuno." Spostai lo sguardo verso la strada dalla quale Emma sarebbe dovuta arrivare e pregai mentalmente che si muovesse.
"L'ho scoperto per la foto che la tua amica ha postato su instagram" Aggrottai la fronte, non sapendo nemmeno di quale foto stesse parlando... non ero stata molto al telefono il giorno prima, quindi ero praticamente all'oscuro di tutto quello di cui lui stava parlando. "sai, quella dove ti faceva gli auguri di compleanno."
"Non ho presente." Mormorai, incrociando le braccia al petto, come per proteggermi da qualcosa "Comunque si, ieri era il mio compleanno."
"Spero tu abbia passato una bella giornata allora, i compleanni sono davvero importanti. È il primo che passi con Blake?" Cercai di calmarmi quando sentii il tono amichevole con cui mi stava parlando e cercai di essere più socievole rispetto a poco prima.
"No, ci conosciamo da quando eravamo bambini, quindi abbiamo passato quasi tutti i nostri compleanni insieme."
"Immagino che però non lo abbiate mai fatto senza vestiti, no?" Domandò alzando le sopracciglia e stampandosi sulle labbra un ghigno, dove ebbi immediatamente la voglia di tirare un pugno
"Non credo che questi siano affari tuoi." Ribattei, marcando bene ogni parola, sentendo il nervoso e l'imbarazzo in corpo.
"Scusa, non pensavo di farti imbarazzare con questa affermazione... avevo solo immaginato che tu e il tuo ragazzo aveste festeggiato finendo con il botto."
"La mia vita sessuale non è affare tuo, Jeremy, come non lo è di nessun altro, se non di Blake. Praticamente noi non ci conosciamo, quindi, per favore, non prenderti confidenze che non hai il diritto di avere." Sbottai, cercando di mantenere basso il volume della mia voce, così da non attirare l'attenzione delle persone. "Ora devo andare."
Mi girai senza salutarlo e senza aspettare la sua replica e mi avviai verso il bar, entrando senza nemmeno aspettare la mia amica che avevo visto da lontano qualche secondo prima.
Mi sedetti nel primo tavolo lontano dalle vetrine che trovai e sperai che Jeremy non mi avesse seguita lì dentro, perché non ero sicura di come avrei potuto reagire se me lo fossi trovata di nuovo davanti.
"Grazie per avermi aspettata, McLean." Sbuffò Emma, sedendosi davanti a me con poca delicatezza. "So che mi hai vista prima, perché diamine sei entrata come un razzo?"
"Un ragazzo del mio corso ha fatto delle insinuazioni sul 'regalo' che ieri mi ha fatto Blake" Mormorai facendo le virgolette con le dita, "parlando della mia sessuale come se niente fosse. In pratica so a malapena il suo nome e lui crede di potermi chiedere dal nulla se ieri sono andata a letto con il mio ragazzo."
"Ma tu ci sei andata, vero?"
"Che cavolo, Emma, ti sto dicendo quanto mi abbia dato fastidio questa cosa e tu me la richiedi?"
"Hai ragione, scusa. Quel ragazzo è stato davvero uno stronzo e non doveva nemmeno permettersi di fare delle affermazioni del genere senza nemmeno conoscerti." Emma parlò molto velocemente, avvicinandosi poi a me con il viso, guardandomi con uno sguardo complice. "Però aveva ragione, giusto?" Sbuffai sonoramente e mi alzai per andare ad ordinare la mia colazione, ignorando volutamente ciò che Emma mi stava urlando di ordinare per lei.
***
Mi spostai dal corpo di Blake con il respiro affannato e mi lasciai scivolare al suo fianco, fissando il soffitto della mia stanza mentre i nostri respiri si calmavano. Quel pomeriggio ero tornata a casa in anticipo e, quando avevo trovato soltanto il mio ragazzo nell'appartamento, la cosa mi era leggermente sfuggita di mano.
"Ero convinto che toccasse me farti un regalo per il tuo compleanno, non che tu ne facessi uno a me." Rise, continuando a sua volta a respirare velocemente. "Se potessi ringrazierei i ragazzi per essere usciti."
"Sai per che ora torneranno?" Domandai, girandomi su me stessa fino a finire con la pancia sul materasso, nascondendo così in parte il mio corpo nudo; appoggiai un braccio sul cuscino e vi posai sopra la testa, limitandomi poi a fissare il petto di Blake che si alzava ed abbassava ad un ritmo sempre più regolare.
"No, il che rende tutto molto più eccitante." Si girò sul fianco e alzò le sopracciglia con fare allusivo, facendo poi scorrere i suoi occhi sul mio corpo nudo. "Se potessi, rimarrei su questo letto per sempre." Mi fece girare nuovamente verso il soffitto e si posizionò sopra di me, facendomi correre un brivido di eccitazione in tutto il corpo. "Tu non ti rendi conto dello spettacolo che sei ai miei occhi." Baciò le mie labbra per qualche secondo e poi spostò la sua bocca sul mio collo. "Sei così bella che ti farei una foto."
"No." Nel giro di un secondo sentii una sensazione di gelo avvolgere il mio corpo e, senza nemmeno pensarci, spinsi Blake via dal mio corpo, sedendomi subito dopo sul materasso.
"Cosa no?" Domandò subito, appoggiando una mano sulla mia spalla.
"Niente foto." Sussurrai, abbracciandomi da sola, stringendomi come se potessi proteggermi dai pensieri che mi stavano affollando la mente in quel momento.
Blake rimase in silenzio qualche secondo prima di rendersi conto di ciò che aveva detto e poi imprecò sottovoce, sollevandosi immediatamente dal materasso per sedersi al mio fianco.
"Kay, non volevo dirlo, scusami. Sono stato uno stupido a non pensare prima di parlare."
Cercò di districare le mie braccia e, dopo qualche secondo di resistenza, le lasciai scivolare fino ai miei fianchi, rimanendo immobile come se fossi stata colpita da un raggio di ghiaccio.
"Kayla, ti prego, perdonami."
"Non importa, so che non l'hai fatto volontariamente." Mormorai, con un tono di voce che non avrebbe convinto nessuno. "Ora devo andare a vestirmi, ho promesso a mio fratello che questa sera lo avrei portato a fare un giro nei locali in cui andava quando frequentava il college."
E prima che potesse fermarmi, mi chiusi nel bagno della mia stanza.
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