2. MILLE SFUMATURE DELL'OCEANO

Il ragazzo in pantaloncini e tatuaggi al posto della pelle ferma la sua corsa dietro alla bionda, avvolgendole la vita con i suoi bicipiti macchiati di inchiostro. Sento la presa di Oliver farsi rigida attorno al mio collo.

«Blake!» squilla la modella dalle gambe chilometriche, assumendo ancora quell'aria di sdegno con le labbra a riccio. «Sei tutto sudato!» Lo allontana.

Blake.

Quindi è questo il nome di questa visione celestiale.

«Se vuoi puoi abbracciare me in quel modo, il sudore maschile mi eccita!»

«Sierra, perché non fai frullare i tuoi ormoni impazziti lontano dal mio ragazzo?»

La mora tuona in una risata fragorosa, sventolando indietro la folta capigliatura di treccine. «Non preoccuparti, Sam, ho visto Blake scaccolarsi da bambino non potrei mai vederlo con occhi diversi!»

«Ehi, Sierra, ma che cazzo dici?» tuona la bellissima creatura, afferrando l'asciugamano che ha al collo per strofinarsi la faccia.

«Per essere precise, ricordo anche che attaccavi le tue orride inquiline sotto al banco di Oliver!»

Quest'ultimo si lascia andare in una risata, tornando a rilassare il braccio. «Adesso mi spiego perché non volevi mai fare a cambio di posto con me...»

«La piantate di ridicolizzarmi?»

«Mi piaci quando ti arrabbi, Blake...»

«Ho detto giù le mani, Sierra!» Protesta la bionda, allontanando le dita dell'amica dai capelli di quello che a quanto pare è il suo ragazzo. «E tu, Blake, vatti a fare una doccia, ti sembra questo il modo di presentarti per un aperitivo?»

«Sei nuda anche tu, Sam» fa lui, sussurrandoglielo all'orecchio, poi alza lo sguardo e improvvisamente pare rendersi conto che quel teatrino ha una spettatrice che non conosce.

Due iridi colore dell'oceano prendono in rassegna le mie Converse bianche malandate, i miei jeans strappati e la mia anonima maglietta, per poi schiaffarsi inevitabilmente sul mio volto pallido. «Dove hai trovato questa bambina, Oliver?»

La bionda ride, tappandosi la bocca con una mano, anzi direi che il suo è più uno squittire come se si fosse trasformata in un criceto. Le lancio un'occhiataccia.

Cosa credevi, Bianca, che un ragazzo così potesse anche soltanto guardarti con occhi normali? Ogni mia insicurezza, in questo momento, viene a galla.

Oliver si allontana da me per andare a mollare un piccolo cazzotto contro i pettorali del suo amico. «Blake, lei è...»

«Bianca Ferrari» intervengo. «Scusa, Oliver, ma sono in grado di presentarmi da sola.» Non posso non serrare i denti e stringere lo sguardo contro la creatura tanto sublime quanto cafona che ho di fronte. «Per la cronaca io non sono una bambina, a differenza tua, stupido arrogante!»

Perché, quando ci si sente nessuno, è nell'ombra che ci piace nasconderci.
Se tu mi punti addosso la tua torcia, io perdo le mie sicurezze. Mi trasformo.
Divento qualcosa che non voglio essere, tiro fuori gli artigli per graffiarti.
Ma soltanto perché devo proteggermi.

Nessuno fa battute o risatine, la mora guarda la bionda, che guarda Oliver e quest'ultimo guarda Blake, che guarda me. I suoi occhi sono di uno strano colore che cangia tra il blu e il verde smeraldo.

Caspita, se sono belli! Ma sono anche dannatamente sprezzanti. E perché continuano a fissarmi in quel modo strano? Vogliono farmi sentire una nullità più di quanto non lo sia davvero?

«Come hai detto? Che ne sai tu di me? Non mi conosci neanche, sei forse una di quelle ragazze con la puzzetta sotto al naso che giudica soltanto dalle apparenze?»

«Io non giudico nessuno, dico soltanto quello che vedo!» Mi mordo la lingua perché so che ha ragione, quel a differenza tua, forse, è stato davvero di troppo, ma mi è uscito in modo impulsivo e non ho intenzione di rimangiarmelo.

Ma chi si crede di essere? No, Bianca, non vedi com'è? Non ha niente a che vedere con i tuoi amici sfigati sì scuola, lui può permetterselo. Può permettersi di essere tutto quello che vuole...

«Allora mettiti un paio di occhiali perché la tua risposta è stata molto stupida e scortese!» sbotta.

«Io rispondo in modo stupido e scortese a domande stupide e scortesi!» ribatto, meravigliandomi del mio inglese fluido, anche in situazioni simili.

Il tipo si scosta i ciuffi scuri che gli ricadono umidi sulla fronte. «Avevo ragione, sei una bambina...»

Stronzo.

«Blake, e dai, lascia perdere...» Interviene la bionda, prendendogli il volto e direzionandoselo contro il proprio, per schioccargli un bacio sulle labbra piene.

Lui non si tira indietro, anzi, approfondisce quel contatto; entrambi incuranti dei presenti. Oliver emette un paio di colpi di tosse, ma i due non sembrano decisi a fermarsi. Le loro lingue si intrecciano davanti ai presenti senza ritegno.

È Sierra a intervenire: «Che ne dite se procediamo per l'aperitivo? Solito tavolo?» Mi prende sotto al suo braccio magro e oleoso e mi conduce verso l'interno del locale. «Bianca, devi proprio sentire il drink migliore del Sud Caroline: la Bomba

Con la coda dell'occhio vedo Oliver e Carl seguirci e poi anche Blake e Sam. Se questi sono gli amici di Oliver, avrò seri problemi di adattamento. Sono belli, viziati, ricchi e fuori portata!

Sierra si siede sul divanetto e picchietta con il palmo così che mi accomodi al suo fianco. Lei e Oliver sono gli unici che sembrano avere un briciolo di empatia verso la sottoscritta. Carl si appollaia su uno sgabello, ha sempre le cuffiette alle orecchie che lo trascinano in un altro mondo. Sembra che la sua attenzione sia ancora catturata dal gruppetto di ragazzi in tuta da surf che sta schiamazzando a riva. La modella e il suo bambolotto arrogante si sistemano sulle poltroncine di fronte a noi. Gli occhi di Blake mi si piazzano di nuovo addosso e io cerco di distogliere lo sguardo perché mi mettono in soggezione.

È solo un pallone gonfiato, Bianca. Stupido pallone gonfiato. Guarda altrove. Guarda la spiaggia, l'oceano, il tramonto. Non vedi quanto è bello il tramonto? Oliver ha ragione, è bellissimo, anche se, quel ragazzino arrogante è molto più bello. Ma è uno stupido e fuori dalla tua portata. Quindi... Guarda lontano!

Mentre lotto con la mia coscienza interiore, Oliver posa il suo braccio sullo schienale dietro alle mie spalle e io ritorno al presente. «Dunque, prendiamo sei Bombe?» chiede.

Blake lancia un'occhiata di sfuggita al gesto di Oliver e poi si sposta i ciuffi dalla fronte. «Io voglio soltanto dell'acqua.»

«Per me un'aranciata» dice Sam.

«Ah, voi due dovete sempre distinguervi!» Li prende in giro Sierra.

Blake gli mostra il medio, stringendo gli occhi a due fessure, poi tira fuori dal marsupio una canotta nera e se la infila. Deglutisco.

Guarda altrove, Bianca, guarda altrove...

«Questo posto sta peggiorando, non si vede uno straccio di cameriere. Vado a fare l'ordine al bancone.» Blake sparisce dentro al locale per qualche minuto, poi torna a sedersi accanto a Sam e subito dopo arriva la cameriera con un vassoio con le nostre ordinazioni. Noto che è una ragazza un po' alternativa; ha una crocchia stretta annodata in cima alla nuca dalla quale escono delle ciocche rosa accesso e ha delle lunghe ciglia di plastica. Posa il vassoio sul tavolo. «Ho segnato sul tuo conto, Blake...»

Sta per fuggire, ma Sierra la richiama; «Ehi, Terry, perché non ti fermi a bere una cosa con noi?»

La tipa dà un'occhiata veloce al tavolo, soffermandosi su di me. «Non posso, ho una montagna di ordini e sono da sola!» Il suo sguardo adesso sembra calamitarsi su Oliver.

«Non c'è l'altra ragazza?» chiede Sam.

«Chi? La tipa di Charleston? No, non più, ha scoperto di essere incinta e ha mollato il lavoro. Orlando sta cercando un aiuto, ma per ora non ha trovato nessuno. E ci credo, tante belle parole; la spiaggia, la gente, la musica, ma poi sgobbi fino alle due di notte per una misera paga del cazzo!»

«Già» sospira Sierra. «Mi dispiace che tu debba farti il culo in questo modo!»

«Non ho scelta, l'affitto non si paga da solo!»

Per tutto il tempo della conversazione non sono riuscita ad alzare gli occhi di fronte a me. Sento lo sguardo di Blake bruciare, mentre se ne sta in silenzio ad ascoltare dialoghi che paiono non interessargli troppo.

E ci credo, qui sono tutti figli di papà, cosa possono sapere di sacrifici?

«E tu, Oliver, vedo che hai compagnia questa sera...»

Oltre agli occhi di Blake adesso mi sento addosso anche quelli della cameriera, che sembrano scrutarmi attentamente come fossi una cavia da laboratorio.

«Piacere, sono Bianca.» Quando vedo che la tipa non ricambia la mia proposta di una stretta di mano, ma si limita a fare una smorfia, la guardo torva. «L'educazione vorrebbe che tu dicessi il tuo nome...» le faccio presente.

Blake tira su con il naso, mi sembra di sentirlo camuffare un sorriso, ma forse è soltanto una mia impressione. I miei sensi sono al massimo.

«Si chiama Terry» interviene Sierra, «tranquilla è una tipa apposto, sembra dura ma non morde!»

«Dipende» dice lei, affilando lo sguardo.

«Sei vegetariana, Terry, al massimo puoi azzannare una carota!» squittisce Sam.

Sierra scocca a ridere di gusto e Blake la segue. Non posso non guardarlo, sulla sua guancia destra si forma una fossetta e i miei occhi vi finiscono ipnotizzati.

La tipa sbatte le lunghe ciglia finte in modo nervoso. «Tu, Sam, preoccupati della carota di Blake, che qui a Orlando Beach gli girano intorno un bel po' di conigliette affamate!»

Sam scatta in piedi, quasi mi spavento per come la sua mossa è repentina. Il triangolino del bikini le incornicia il seno piccolo in modo naturalmente perfetto, il piercing le brilla sull'ombelico come un diamante prezioso. I suoi occhi cristallini inceneriscono colei che ha osato mettere in forse la sua relazione amorosa. «Fanculo, Terry!»

La cameriera la fulmina con lo sguardo, alla fine è Oliver a placare le acque. «Avanti, ragazze non litigate per stronzate del genere. Siamo un gruppo!»

«Un gruppo del cazzo!» sbotta la giovane dai capelli rosa.

Sierra scuote la testa. «Questo lavoro la distrugge, è così irascibile!» agguanta il suo cocktail dal vassoio e ne passa uno a Carl, anche Oliver prende il suo drink. Blake afferra il bicchiere d'acqua e Sam quello di aranciata.

«Ehi, manca un cocktail!» esclama Sierra, ma Terry è già volata due tavolini più avanti.

«Non importa, dell'acqua andrà benissimo...» Prendo tra le mani l'unico bicchiere rimasto sul vassoio.

«Non esiste, c'è stato un errore e devono rimediare!» Sierra non si dà per vinta e cerca di richiamare l'attenzione di Terry ma, alla fine, è costretta a desistere perché la ragazza è sopraffatta dai clienti.

«Okay, allora tu berrai il mio!»

«Sierra, non occorre davvero...»

«Almeno assaggialo...»

«Le bambine bevono alcol?» Blake. Odioso.

«E lasciala in pace, Blake!» Interviene Oliver, prendendo le mie difese. «Bianca è appena arrivata e le fate conoscere la parte peggiore di voi!»

«Meglio no? Così non avrà sorprese! Quando conosci il peggio di qualcuno, non ci rimani così male se poi ti fotte miseramente.» Gli occhi blu di Blake scavano nel profondo dei miei e le sue parole, rivolte indubbiamente alla sottoscritta, sembrano in realtà una sua riflessione a voce alta.

«E, dai, non siamo così male!» interviene Sierra, smorzando la tensione, poi mi costringe a bere qualche sorso dalla sua cannuccia. Tossisco inevitabilmente. La mia gola prende fuoco. Il sapore dell'ananas maschera quello dell'alcol e adesso capisco perché lo chiamano la Bomba.

«Non lo trovi super?»

«Super... forte!» Per poco non mi escono fuori le orbite.

«Io lo sapevo che le bambine non dovrebbero avvicinarsi a quella roba, è per questo che ti ho ordinato dell'acqua!»

Il mio sguardo adesso non può sfuggire a quello strafottente del ragazzo che ho di fronte. La sua bellezza è disarmante, tanto quanto la sua arroganza. Non riesco a ribattere una singola parola. Odio essere messa al centro di qualcosa, di qualsiasi cosa. È stato lui, lo ha fatto apposta. Voleva farmi un dispetto, anche se poi, in realtà, mi ha fatto un piacere.

«Perché lo hai fatto, Blake?» Si lamenta Sierra.

«Non dovreste bere neanche voi quella roba, vi uccide il fegato!»

Oliver interrompe le lamentele, alza in alto la sua bevuta colorata ed esclama: «All'amicizia!»

«All'estate!»

«All'estate e all'amicizia!»

«A te, bambina, benvenuta a Myrtle Beach!»

E il mio cuore ha un tonfo sordo dentro il petto.

A quegli occhi dalle mille sfumature dell'oceano, sprezzanti e beffardi.
A quelle labbra che osano chiamarti bambina e lo fanno in un modo odioso, ma che ti fa battere il cuore. Blake. Lo hai appena conosciuto e già non lo sopporti, eppure non riesci a non smettere di guardarlo. Ed è bello, dannazione, quanto lo è! Lui e quei maledetti tatuaggi che cospargono un corpo perfettamente perfetto.
E tu, Bianca, la perfezione non l'hai mai sfiorata, neanche con la punta delle dita...

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