©apitolo 6

All'intervallo i due non si videro minimamente.
Hinata era davvero scosso da quello che era successo quella mattina e anche la sua squadra se ne accorse, dato che continuava a sbagliare.

-Hinata è successo qualcosa?- chiese preoccupato Sugawara.

Sugawara era un ragazzo davvero gentile, aiutava tutti e cercava di lasciare un'aria allegra all'intera squadra.
I suoi capelli erano di un grigiasto e il suo sorriso ti metteva subito di buon umore, però era meglio non farlo arrabbiare.
Diciamo che era la madre della squadra.

-No, cioè si...ahh non lo so- si lamentó Shoyo.

-Cos'è successo?- domandò mentre tutti gli altri continuano con gli allenamenti.

Hinata abbassò lo sguardo diventando rosso in viso.
-È i-imbarazzante- ammise il nano.

-Per colpa di questa cosa stai andando male agli allenamenti, è mio compito aiutarti- affermò Sugawara.
-Tranquillo, non avrò pregiudizzi- aggiunse.

-Uhm è che...è che s-stamattina ho...ho pensato ad una pe-persona in un m-momento....intimo- disse sottovoce.
-Ora non riesco più a parlargli- aggiunse.

-Hinata tu......tu hai una cotta- affermò con gli occhi lucidi Suga.
-Quando si ha una cotta è normale arrivare a fare certi pensieri, l'ho fatto anch'io- spiegò tranquillamente.

-Cotta...?- mormorò scettico il mandarino.
-È impossibile! I-io non voglio avere una cotta per questa persona, i-in più la co-onosco da p-poco- si agitò.

Sugawara ridacchiò vedendo la reazione di Hinata.
-Hinata il cuore non si comanda- disse quest'ultimo -avanti chi è la fortunata?- chiese subito dopo.

Questo era il problema, non era una ragazza.
Di certo Hinata non poteva dirglielo, sicuramente lo avrebbe disprezzato.

-E-ecco...- balbettò cercando un modo per uscire da quella situazione.

-N-non la conosci- mormorò.

-Allora vedi di presentarmela- sorrise.
-Ora dai, torniamo agli allenamenti e sta tranquillo, lei non sai quello che hai pensato- cercò di tranquilizzarlo.

Hinata annuì e tornò ad allenarsi come al solito.

Alla fine degli allenamenti salutò la squadra, poi prese la sua roba e si avviò all'uscita della scuola.
Là dove si trovava anche il moro.

-C-ciao Kageyama- lo salutò.

-Finalmente sei arrivato, me ne stavo per andare- disse bevendo il bricchetto di latte.

Hinata deglutì.
'Lui non lo può sapere' pensò il mandarino.

-Scusami, come è andata al club?- chiese mentre camminavano.

-Mh sto migliorando- disse il più alto mostrandogli un disegno di una mela.

-Wow, sai quella la so disegnare anch'io- ridacchiò Shoyo e Kageyama lo guardò male.

-Comumque cosa avevi stamattina?- chiese di punto in bianco Tobio.

-Nulla...ero solo un po' assonnato- rispose il più piccolo.

-Capisco- mormorò Tobio.

I due continuarono a parlare di altro, fino alla punto di svolta, dove ognuno prendeva una strada diversa.

-Ci vediamo domani- sorrise Hinata.

Tobio annuì poi lo guardò andare via nella sua bici.
Un leggero sospiro uscì dalle sue labbra, dopodiché si avviò verso casa sua.

-Shoyo sei tornato- l'abbraccio la sorellina vedendo il suo fratellone entrare in casa.

Shoyo gli scompigliò i capelli.
-Mi sei mancata tanto- ammise.

-Mi sembra il minimo- disse orgogliosa Natsuo.

-Ben tornato- disse la madre andando verso di lui.

Dopo essere stato accolto dalla famiglia, Hinata, corse in salotto per fare la cura giornaliera.
Dopodiché andò in cucina per la cena.

-Shoyo ieri hai fatto lo stesso la cura, vero?- chiese preoccupata la madre.

-Si si, l'ho fatta mentre si lavava Kageyama- disse e la madre sospirò sollevata.

-Shoyo voglio conoscere il tuo amico- disse la sorellina.

-Oh non penso che verrebbe qui- ammise Hinata.

-Perchè no? Infondo ci dobbiamo sdebitare con loro- affermò la madre.

-Perchè non lo inviti?- propose la sorellina.

-Sarebbe giusto offrire una cena anche alla sua famiglia- disse il padre.

-O-oh si...glielo dirò- disse il figlio.
Hinata sperava vivamente che accettasse, voleva passare più tempo con lui.

Nel frattempo in casa Kageyama era tutto tranquillo.

-Tieni- disse la madre mostrando il telefono nuovo.

-Grazie, non vivevo più senza- disse distrutto Tobio.

-Credi sia gratis? Lo devi pagare- ridacchiò la madre per poi indicare la guancia.

-Non sono più un bambino mamma- affermò Tobio.

La madre non lo ascoltò, per cui Tobio alla fine diede un bacio sulla guancia alla sua dolce madre.

-Questo è l'unico modo per ricevere il tuo affetto- ironizzò fingendosi addolorata.

Tobio ridacchiò.

Alla fine le giornate dei due ragazzi erano terminate in modo molto piacevole e tranquillo.

Shoyo si era addormentato con il pensiero della proposta d'invito che doveva fare, esaltato dall'idea di averlo in casa.
Nel frattempo Tobio si era addormentato dopo aver usato fino a tarda notte il suo nuovo telefono.

Presto l'alba li avrebbe fatto svegliare con un nuovo giorno alle calcagna.



































































Angolo scleretico

Hi guysss

MI SONO ACCORTA ORA CHE SETTIMANA SCORSA HO SBAGLIATO A PUBBLICARE

Ho erroneamente pubblicato il capitolo sette, quando in realtà dovevo pubblicare il sei :')
Ora ho annullato la pubblicazione e la riplucco dopo :D
Scusatemi

Tornando a questo capitolo spero vi sia piaciuto, non vedevo l'ora di inserire il caro Suga-mama

E niente

Se volete supportarmi lasciate un commentino o una ☆ se vi è piaciuto il capitolo

Beyy

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