Chapter 21.
Dopo un weekend fitto come quello é difficile tornare alla quotidianità, ma purtroppo non tutto é come vorresti e anche se non ti aggrada particolarmente: la sveglia suonerà comunque, ci sarà lo stesso il test di ginnastica, daranno sempre lo stesso tema a titolo chiuso durante l'ora di inglese.
Le prime due ore incominciarono con le battutine della Wilkinson, seguirono le seconde due ore di letteratura inglese dove riconsegnarono un vecchio tema sull'importanza della libertà nel mondo odierno.
Il professore si era impuntato sul 'poco più della sufficienza' e non potei farci nulla purtroppo. Ma una frase era stata sottolineata più volte in rosso :"Anche se il mondo sembra libero non lo é. La gente deve stare a delle regole precise per la convivenza e la sopravvivenza della persona stessa, e questo non è sbagliato, ma molte delle cose che si vorrebbe fare non sono realizzabili. Quindi il vero limite umano non sono tanto le costrizioni e i limiti imposti da dittatori in luoghi ben noti del mondo, ma di fatto lo é la propria persona."
In rosso, sotto, risaltava la nota dell'insegnante 'discorso illogico rispetto alla trama'.
Giusto. Perché darmi un voto più alto quando puoi contraddirmi? Quante occasioni ci sono del genere? Poche, e allora perché non mi davano due a tutti i temi.
Al suono della seconda campanella mi alzai a fatica digrignando i denti e uscendo di corsa dall'aula.
Questo era spezzare le ali, con quel professore dovevi dire quello che voleva lui. Dovevi interpretare nel tema i suoi pensieri pregando fossero esatti.
Ormai avrei dovuto saperlo, e lo sapevo, peccato che ogni volta che la biro entrava in contatto con il foglio di protocollo a righe ricamava sulla carta tutt'altro che quello prefissato. Non ci potevo fare nulla.
Le ultime due ore ebbi il test di ginnastica. Il test consisteva nel correrete per un chilometro e fare il meno tempo possibile.
I ragazzi partivano sempre velocemente coordinando le gambe affinché arrivassero a quattro-cinque minuti al traguardo.
Le ragazze più veloci arrivavano appena ai sei, e io non ero tra le più veloci, odiavo correre, lo odiavo con tutto me stessa.
Avevo una specie di repulsione per "il correre" in sé.
Iniziai a correre intorno alla palestra tutta imbottita in una spessa felpa grigia e a coprire le gambe, costituite da un evidente strato di pelle d'oca, erano presenti solo dei pantaloncini larghi neri.
Lentamente i miei piedi passavano sull'asfalto e le braccia erano strette attorno alla mia vita. Intorno a me vedevo molti ragazzi correre in canotta o addirittura a petto nudo e strabuzzavo gli occhi incredula finché una voce non mi distolse da questi pensieri.
"Hai freddo?"
Mi voltai verso destra e potei notare con estrema sorpresa che al mio fianco vi era Calum che correva alla mia stessa velocità vestito pressapoco alla mia maniera.
"Un po'!" Ammisi accigliata allentando man mano il passo.
"Non fermarti, mantieni sempre lo stesso passo se no ti stanchi subito-" mi trascinò per un braccio.
Lo guardai perplessa, perché faceva questo per me? Rischiava di prendere un'insufficienza nella materia nella quale riusciva a ottenere risultati migliori di molti studenti della scuola.
"Perché lo fai?" Domandai correndo lentamente fissando l'asfalto scorrere sotto i miei piedi.
"Mi va di insegnarti a correre-" sorrise leggermente.
Lasciai uscire un grosso sospiro dal naso. "Hai sbagliato persona-" ridacchiai.
"Non mi sembra." Annuì. "Sei tu Catherine?!" Alzò un angolo della bocca fino a formare una leggera fossetta.
"Così dicono..." Feci spallucce.
"Appunto. Tieni più basse le braccia altrimenti sforzi troppo il muscolo. Prova!" Mi abbassò le braccia posando una mano sul mio avambraccio indugiando su di esso.
"Grazie." Mormorai a bassa voce.
"Prego."
Per tutto il resto del percorso rimanemmo zitti.
Arrivammo al traguardo dopo sette minuti e trenta due, o tre.
Inutile precisare che io ansimavo come se avessi fatto la maratona di New York in salita e Calum era fresco come una rosa avvolto nella sua magliettina a mezze maniche, perché si, durante il tragitto aveva tolto la felpa regalandomi uno spettacolo di prim'ordine, con i capelli leggermente sudacchiati e appiccicati alla fronte.
Non sto neanche a dire che abbiamo preso entrambi un insufficienza, e che il professore, nonché coach della squadra di basket abbia detto esplicitamente a Calum di non farsi distrarre Dalla Rossa solo perché era carina.
Lui aveva annuito e aveva ammiccato verso la mia direzione mentre il resto dei ragazzi applaudivano e fischiavano, mentre mi incamminavo verso gli spogliatoi femminili, calpestando il mio orgoglio e sputandoci sopra.
Tutti i miei buoni propositi di uccidere Calum e i suoi amici per la pelle con un coltellino svizzero, era però andata in fumo quando si era presentato fuori dalla palestra a baciare una biondina tutta tette e cervello (da notare la nota sarcastica).
In quel momento era ben evidente il mio sollievo, almeno non sarei stata etichettata come proprietà Hood solo perché aveva fatto un'opera pia nei miei confronti, mi correggo due opere pie.
D'altra parte che cosa mi aspettavo? Che si fosse inginocchiato al mio cospetto chiedendomi di sposarlo, neanche tra un milione di anni. Appunto.
Appena varcai la soglia della scuola sentì un peso sollevarsi dallo stomaco, quella prigione non mi aveva risucchiato tutte le energie.
Dunque, zaino, più libri annessi, permettendo avevo preso a saltellare pacificamente verso casa pregustando già la soffice e surgelata, vellutata ai broccoli che mia madre preparava in microonde appositamente per me.
Ero commossa mentre facevo partire il timer e attendevo tre minuti di cottura.
Mentre prendevo un piatto dalla credenza e lo riempivo di brodaglia verde il telefono di casa trillò, corsi a rispondere.
"Pronto?"
"É la signora Dixon?" Chiese una voce metallizzata.
"No Amanda, dimmi!" Sospirai sorridente.
"A che culo, pensa se avesse risposto tua madre, non so cosa le avrei raccontato." Sentì delle risate dal capo opposto del telefono.
"Già..." Mormorai giocherellando con il filo del telefono attorcigliandolo su se stesso.
"Ti chiamavo per informarti che Ashton sta impazzendo e- Si- Sh..." Un grosso fracasso provenne dalla cornetta con molte risate di sottofondo.
"Ciao, Catherine!" Una voce maschile apparve di colpo.
"Tutto bene?" Suonai leggermente perplessa.
"Oh, si... Amanda ha sempre voglia di scherzare..." Borbottò.
"Ashton?" Cercai di sembrare seria. Non mi riuscì troppo bene.
"Si! Quindi, mi chiedevo se sabato volessi scontare il tuo ultimo favore nei miei confronti..." Tossì quando altre delle risatine seguite da dei colpi secchi si levarono dal telefono.
"Emh... Penso si potrebbe fare... Ma tutto a posto?" Domandai accigliata.
"A meraviglia- Tutt- Ciao Catherineeee- shhh voglio sentire- Zitto scemo." Il fracasso proveniente dal luogo in cui si trovava non voleva placarsi.
"Okay..." Risi. "Dove devo venire questa volta?" Mordicchiai il labbro inferiore facendolo impallidire.
"Sempre allo stesso posto, Sabato, alle nove." Informò contento.
"Ah- Ashton... Posso portare una mia amica?" Domandai alludendo a Sophie.
"Oh, ma figurati-se é carina quanto te puoi portar-zitti o vi meno tutti-Ciaooooo Caattt" mi chiesi per qualche secondo a chi appartenesse la voce così acuta che mi salutava ma abbandonai l'idea quando Ashton intervenne ancora.
"Niente, scusa per il disturbo e ci vediamo sabato..." Sorrisi al telefono consapevole del fatto che nessuno mi vedesse.
"Va bene..." Sussurrai trattenendo l'ennesimo sorriso.
"Ciao." Chiusi la chiamata mormorando un flebile saluto e mi cimentai in una versione strana della danza della pioggia saltellando e ululando :"Ho un appuntamentooooooo, io ho-o-o un appuntamentoooo."
Anche se propriamente non lo era non potevo fare a meno di essere contenta del fatto che quel ragazzo dai capelli nocciola e gli occhi espressivi e verdi mi avesse chiamato.
Si, avevamo avuto un pubblico consistente, ma lo avrei sopportato se stava a significare che lo avrei visto ancora.
Guardai l'orologio. Oh cazzo il lavoro...
Spazio-me☕️:
Scusate, è da un sacco di tempo che non aggiorno, lo so. Spero valga la pena l'attesa.
Faccio un po' di pubblicità:
Race, di MrsPayneJames , ff su Zayn Malik.
Fall, di @xAmnesia96x
PUBBLICO IL PROSSIMO CAPITOLO A 130 VISUALIZZAZIONI E 19 VOTI.
Baci,
Charlie.💕🐱
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