BRAD
Jason si svegliò in un bagno di sudore. I vestiti incollati alla pelle, avvolta dall'afa che lo soffocava e gli impediva di respirare regolarmente.
Tossì più volte poi tentò di capire dove fosse guardandosi attorno. Aveva il collo dolorante ed ogni movimento gli costava fatica, mentre sentiva grondanti gocce salate scendergli giù per tutto il corpo.
Si accorse di avere i polsi legati dietro alla schiena. Gli arti bruciavano, parevano conficcarsi in essi centinaia di spilli ad ogni minimo spostamento.
Ingoiò aria. Non aveva più saliva, era completamente disidratato, tanto che sentiva la ruvidezza della sua lingua scontrarsi contro il palato.
Un'improvvisa ondata di luce lo abbagliò come il flash di una fotocamera.
Per un attimo la sua mente tornò indietro parendo una pellicola riavvolta.
...
Gli occhi blu lo fissavano e poi si muovevano scattanti verso ogni dove.
Jason sobbalzò a quel vivido ricordo poi sospirò.
Era vivo. Ancora. E ancora in quella dannata cantina incredibilmente calda e soffocante.
Alzò la testa e già sapeva chi sarebbe entrato da quella maledetta porta.
"Brad..."
"Jason. Come stai, amico mio?"
Il ragazzo, ancora legato alla sedia, attese di essere colpito anche da lui. Invece il biondo, si accostò al suo viso, con la faccia e gli porse dell'acqua.
Lui aprì la bocca, desideroso di dissetarsi ma con un gesto crudele Brad ritrasse la mano e lo privò di quel bisogno impellente.
Un sorriso rassegnato, si affacciò sul viso di Jason. Esplose poi in un raptus violento, iniziando a dimenarsi come un forsennato e finendo per capovolgersi con la sedia.
Con la guancia sul pavimento, restò immobile a guardare colui che si era sempre decantato suo amico.
"Tu, Carol e Johnny dovreste essere già belli e sepolti da mesi..." pronunciò quelle parole stanche.
Brad fece spallucce.
"Qualcosa deve esserti andata storta..." lo prese in giro. Si indicò. "Come vedi, sono qui in carne ed ossa."
"Già." rise ancora lui con la faccia premuta a terra.
"Che ridi, bastardo?!"
Brad sollevò un piede e lo mise sulla testa di Jason.
"Ricordi cosa mi hai fatto?!"
Jason chiuse le palpebre e la sua mente tornò a quel giorno. Il giorno in cui aveva commesso la strage, facendo fuori proprio le persone che gli erano più vicine.
"Ti credevo mio amico!"
Aveva detto a Brad mentre lo legava alla poltrona dello studio dentistico di quest'ultimo.
"L'hai coperta... Tu sapevi tutto. Sapevi che mi tradiva! Che razza di amico sei?"
"Sono anche amico di Carol! La conosco da più tempo di quanto conosca te...! Non puoi chiedermi di scegliere tra te e lei. Io le voglio bene!"
"Qui non si tratta di scegliere tra due persone. Si tratta di scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato! E a quanto pare, tu hai già deciso da che parte stare..."
Il ragazzo rovistò tra gli attrezzi dentistici e poi ne prese uno. Si avvicinò minacciosamente a Brad.
"No, Jason! Sei impazzito?! Che vuoi farmi con quel bisturi?!"
Da quel momento, nella stanza si udirono solo urla strazianti e follia.
Jason smosse la testa calpestata ferocemente dall'altro ragazzo. I ricordi erano spariti velocemente ed era lui adesso a subire l'ira di quello che aveva sempre considerato il suo migliore amico.
Difatti, Brad gli riservò la stessa sorte. Presto fu in ginocchio sopra di lui con un bisturi in mano e con frenesia si apprestò a cavargli gli occhi dalle orbite. La voce di Jason si levò e per non sentire più le sue grida assordanti, gli recise di netto la lingua. Tutto questo mentre si divertiva come un pazzo e diffondeva la sua risata cinica in tutta la cantina.
Fatto ciò, decise di slegarlo e lasciarlo lì a terra ad agonizzare fino a quando, stancatosi, l'avrebbe sgozzato.
Jason restò immobile e in silenzio. Il tempo di fare abbassare la guardia a Brad e poi, guidato dai movimenti che poteva ben udire nonostante il forte dolore, gli saltò addosso e lo picchiò con tutte le sue forze.
Il delirio terminò quando sentì un dolore che superò quelli che già provava e che gli tolse ogni possibilità di movimento. Brad aveva raggiunto la sua gola col bisturi.
Jason crollò di peso battendo contro il pavimento e dopo pochi secondi morì.
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