Capitolo 7
Gli occhi celesti di Ciáran si spalancarono vistosamente, al punto tale che questi sembravano per uscire dalle sue orbite.
La ragazza si costrinse a mordersi le labbra nere per soffocare versi indesiderati nel mentre che le mani di Savannah andavano aggressivamente ad intrufolarsi sotto i suoi vestiti, con una perfidia che la graffiava in ogni dove, strappandole dal primo all'ultimo capo che la ricopriva senza il minimo riguardo, inondandola di vergogna fino a farle sentire lo stomaco rigirarsi su sé stesso.
In genere alla giovane diciottenne non piaceva l'idea di essere svestita, le faceva sentire un disgusto addosso che le era difficile da reprimere, ma così, con questo caldo opprimente, per lei era peggio.
Se avesse dovuto fare una top tre cose che meno apprezzava; queste sarebbero state la solitudine, l'eccessivo calore - era più la tipa da climi come la pioggia, già, quella bellissima pioggia autunnale che picchiettava contro le finestre, chiacchierando in un linguaggio liquido e delicato. Ciáran ricordava di aver passato pomeriggi sotto ponti ad ascoltare lo sparlottare di un diluvio, allungando ogni tanto la mano per afferrarne qualche goccia - ed appunto la nudità - le faceva sentire un disagio irrefrenabile, le ricordava di lui e la angosciava -.
Come se non bastasse, perlopiù, il suo essere in allarme salí ancora di più, quasi alle stelle, nel momento in cui due occhi castani chiari, coperti nelle palpebre dall' accenno di nerastro-grigio dovuto alle occhiaie, che si posarono su di lei.
All'inizio parve quasi non vederla bene - difatti la ragazza davanti a Ciáran strizzò le palpebre, quasi per metterla a fuoco - poi però... Dopo qualche serie di passi spinti ed incespicati a causa della bionda alle sue spalle, quello scrutare parve catturarla a pieno, come l'obiettivo di una macchina fotografica prima del flash dello scatto.
La cosa fece arrossire Ciáran così tanto che, beh, la rosa, nel mentre che fu costretta a sedersi e fu in seguito legata alla sedia - o allo sgabello con solo delle reti di contenimento per le braccia, le quali erano il più lontano possibile dal resto del corpo, divenne porpora dalla fronte fino in fondo al collo, sentendo la gola seccarlesi di scatto.
Era nuda... Ed anche l'altra ragazza, nella sua pelle olivastra, piegata parzialmente su sé stessa, lo era...
E sinceramente a Ciáran non importava. Non le importava che fosse un altra ragazza. No, perché avrebbe dovuto? Se si parlava di nudo, che fosse maschio o femmina non era importante: l'imbarazzo della ragazza era prerompente ed esplosivo come una bomba atomica.
Era sempre stato così...e probabilmente lo sarebbe rimasto in eterno, proprio come in eterno avrebbe amato l'acqua.
Lanciò un occhiata imbarazzata alla persona che aveva difronte, la quale aveva fortunatamente spostato lo sguardo per lanciare un occhiata truce - abbastanza forte. Quei due occhi sottili erano capaci di farti sentire la minaccia scorrere sulla pelle come se fosse qualcosa di fisico e non solo uno sguardo. O almeno, così fu per Ciáran, tanto che deglutí a fatica... O forse era per il calore esagerato che già le strappava rivoli di sudore ovunque, facendola sentire bagnata di sudore perfino sotto le ciglia? - a Savannah.
La donna come risposta allo sguardo ebbe un ovvio sorrisetto, questo prima di girarsi, spostandosi una ciocca bionda con il dorso della mano sinistra, andando invece con la destra ad afferrare una frusta rossa, la quale venne rigirata tra le dita della dottoressa come se fosse un giocattolo passatempo e non un arma che era stata già sperimentata su tutti i pazienti prima o poi, chi più, chi meno - dipendeva principalmente da quanto le urla della suddetta cavia da laboratorio venivano apprezzate dalla donna. Se le trovava noiose, la bionda tendeva più che altro a mettere dello scotch sulle bocche per renderle soffocate e quasi impossibili da udire, ma comunque, volendolo o non volendolo, il suo fare capriccioso la portava a usare meno la frusta se non sentiva le urla che apprezzava. A Ciáran lo faceva. Molto. Era una di quelle che subiva le frustate di più, anche se ovviamente non essendone a conoscenza, non del tutto almeno -.
Il solo vedere dell'arma le fece girare la testa all'istante, con il ricordo della scia dei suoi colpi che tornava ad aleggiare sulla sua pelle, il tutto mentre già l'acido sembrava dipingerle le papille gustative, sapendo che quella lieve umidità che già percepiva come poco presente sarebbe presto diventata nulla, annullandosi come se non ci fosse mai stata, con dunque solo la gola a soffrire per le troppe grida sputate fuori, ogni minuto un po' più alte in volume, un po' più libere di slittare e di rompere il clima di silenzio che - più o meno - ci sarebbe stato - Savannah aveva la tendenza a parlare durante le sessioni di tortura, di andare poi a premere una o più dita laddove gli aloni rossi dominavano la sua nudità, non trattenendo un sorriso sadico ogni qualvolta che strappava un gemito di sofferenza o un brivido -.
Ed il dolore andò immediatamente a morderle le carni nel percepire la rude frusta andare a lambirle il petto, sfiorandole i capezzoli e strappandole un verso strozzato, con il suo respiro che si faceva rapido ed incontrollato, come i suoi occhi che subito si gettarono sulla donna bionda con ovvio disgusto che li dipingeva, che li marchiava in ogni più piccola sfumatura di azzurro, dalle più lievi a quelle più ovvie.
Uno sguardo che era palesemente condiviso dall'altra persona, da Aaron anche se Ciáran non lo notò, troppo occupata a percepire il sudore scenderle lungo la spina dorsale, portandola ad avere la pelle d'oca perfino, insieme allo schifo che provava nei confronti di Savannah, alla voglia che questa sparisse come una nuvola di fumo.
La seconda frustata le giunse ad altezza sedere e le strappò via un gemito, sentendo nuovo imbarazzo chiazzarle le gote come pastello sulla carta - un pastello molto caldo -, il sangue che le saliva alla testa, facendola spostare nervosamente sulla superficie su cui era seduta .
Poteva sentire lo stesso liquido vitale bloccato nei polsi, strettamente allacciati, tanto da farle già percepire numerosi formicolii.
La terza frustata le giunse direttamente in mezzo alle gambe, tale da farla gridare in vero e proprio, da farla tremare come una foglia, le prime lacrime che iniziavano a pizzicarle gli angoli degli occhi, non ancora disposte però a scivolare fuori da essi, seppur la vista fosse andata a farsi fottere per un istante, staccando interamente le sue difese, come in un black out.
Poteva sentire la sua intimità bruciare come non mai, poteva sentirla pulsare leggermente, umida di sudore.
-Non sei eccitato, A2 caro?- chiese con tono di scherno la dottoressa, mettendo su un ovvio ghigno -Non sei eccitato ad avere davanti una bellissima giovane nuda che urla per te proprio davanti ai tuoi occhi? O magari lo saresti di più se ti toccasse? Se le sue sottili dita andassero ad accarezzarti ovunque?-
Ciáran non sentì Aaron rispondere, poiché era troppo intenta ad andare in panico nel sentire la frusta sfiorarle dal ventre in giù, rendendole impossibile prendere respiro, boccheggiando come un pesce fuor d'acqua.
Il Corvo comunque aveva risposto con un ringhiato -Fottiti!- a cui Savannah aveva sorriso ancora più apertamente.
-Ma come? Mi lasci così poco soddisfatta? La lasci così poco soddisfatta? A4 si sta impegnando a urlare per te e solo per te-
Una quarta frustata, da ombelico in giù, serví solo ad innalzare la voce della rosa ancora una volta, il tutto mentre una smorfia sofferente si distinse sui lineamenti di Aaron, in ogni suo lineamenti, perfino nel suo sguardo.
-Su, non dirmi che non ci andresti a letto?- domandò con tono retorico la bionda -Io ci andrei volentieri, sai. Con queste tette... Questo visino...- il ghigno sul volto della dottoressa pareva impossibile da scacciare nel mentre che appoggiava la frusta per andare a strattonare uno dei seni della giovane con la mano sinistra e ad afferrare il suo volto con la destra, stringendolo al punto tale che era più che certo che ci avrebbe lasciato i segni.
Di risposta, la Gazza Ladra prese subito a dimenarsi, cercando di sfuggire alla presa generale, sentendosi andare in fiamme le guance ancora di più di prima, tutto mentre il suo cuore le batteva nella cassa toracica a ritmo sostenuto, la paura di ricevere un vero e proprio abuso sessuale - e non solo una minaccia - che iniziava ad approcciarsi alla sua mente sempre di più, come un mantello che cercava di coprirla.
-Non la vorresti?- chiese ancora l'adulta con falso tono innocente, battendo le ciglia a mo'di cerbiatto, aspettando una risposta che non venne - forse perché il diciassettenne si rese conto che se avesse dato risposta avrebbe solo fatto il gioco della donna, per quanto sinceramente lui avrebbe assolutamente amato risponderle malissimo, così da interrompere tutto quello che stava vedendo -, questo prima di scoppiare in una sonora e fastidiosa risata, riafferrando l'arma per cedere il quinto colpo di frusta.
Gli occhi di Ciáran e di Aaron andarono nuovamente ad incrociarsi, senza parole, ma come cercando di rassicurarsi a vicenda e dicendosi di tenere botta, seppur fossero due completi sconosciuti.
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SSSSSSIKE
Sono di ritorno uuuuuu
Un mese dopo la pubblicazione di capitolo 6!
Interessante
Quante persone vogliono la mia morte? O quella di Savannah?
Pffffftttt
AAAAAAAANYWAY
-vi è piaciuto il capitolo? O fa cagareh??
- Pensieri su Aaron?
- Pensieri su Ciáran?
- possibili imprecazioni?
-Chi salterà fuori nel prossimo capitolo, secondo voi?
- Aaron o Ciáran sono OOC?
- Qualcosa che pensate della trama?
- Parere generale su qualsiasi cosa che vi salta per il cervello?
- errori grammaticali?
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