Parte 1 PROLOGO - ROB
Questa è una storia, la storia di molte altre storie, tutte intessute attorno allo stesso luogo. Si potrebbe pensare che sia il Top, un posto magico o che sia in qualche modo il catalizzatore di tutto, la voluttà che rende folli, fulcro diplomatico, fonte di guerre, oppure la sorgente di tante sciagure e ognuna di queste affermazioni è sia vera che falsa.
Il punto è che il Black Dahlia non è solo Un Posto.
È ciò per il quale ognuno di noi ha dato tutto se stesso e,spesso, la vita intera.
Il mio nome è Robert Coleridge.
Ma per tutti, da anni, io sono Rob. Solo Rob.
Non dirò da dove vengo di preciso, né intendo soffermarmi sul mio retroterra di origine. Non sono un homeless, tutt'altro. Questa è solo la mia versione userfriendly, la storia di ciò che sono diventato, mentre tutto questo appartiene a colui che ero.
Ero un pedofilo.
Sì uno di quelli. Un malato, l'incubo di tutte le madri e i padri. Quello schifoso, quello tagliateglilepalle.
Non solo, quando inizia questo resoconto, ero anche alcolista, bevevo pesantemente per mandar giù un po' di chiodi che sentivo in gola e il mio male di vivere.
Perciò ecco, voglio solo dire che questa roba è nel passato.
Qualcuno che, in parte, non esiste più. Qualcuno che in parte tuttavia,esiste ancora.
Allora perché dovreste leggere quello che scrivo? Perché dovreste leggere anche solo una riga di una persona così?
Prima cosa, non sono più lo stesso. Anche se forse non ci crederete, perché se nasci tondo non muori quadrato, io mi arrogo il diritto di cambiare, davvero. Se volete scoprire com'è andata vi consiglio di leggere.
Secondo, perché potreste scoprire un po' di cose, che vi sarebbero utili. Per esempio cosa fanno quei predatori di anime come me a catturarle. So che penserete:
È impossibile. Mio figlio? Mai. La figlia di mia sorella? Impossibile. Non ci cascherebbe, l'abbiamo cresciuta bene.
Proprio dove voi credete di aver vinto, inizia il gioco facile per i mostri. Dove i genitori non vedono indizi, ci sono le prove. Perché qui ce ne sono, di mostri. Vampiri, mannari, elfi e demoni. Nessuno è crudele come l'essere umano.
Alla fine perché io sono riuscito a diventare quello che invece di cedere al male, aiuta il male a estinguersi. Che detta così suona come uno sforzo eroico e sì, ve lo garantisco lo è.
Partendo dall'inizio: tutto è iniziato col BD, il BlackDahlia. Per dirvi cosa sia il BlackDahlia davvero, dovrei iniziare con cosa "non" è. O meglio ancora come è nato.
E' nato nella mia mente, il giorno stesso in cui ho visto Dahlia.
E' sorto davvero quel giorno, forse solo quel giorno: "Da lì in poi" esiste per gli altri.
In ogni caso questa mia storia inizia il giorno in cui la vidi per la prima volta.
L'ANTEFATTO
Era un uomo preciso. Metodico, meticoloso, molto controllato.
Eppure tutto ha avuto il suo esordio proprio nel periodo della sua vita che era privo di tutte queste cose. In un momento in cui era oscurato da uno dei suoi personali, viziosi demoni.
L'alcol.
Tante favole incominciano a essere narrate proprio in un bar davanti a un boccale di whisky ma la questione sulla loro qualità potrebbe essere varia, eterogenea, tanto quanto le dissertazioni su un buon vino.
Era approdato a quel punto di perdizione nel bere al quale si attribuisce poco valore alla sostanza che si manda giù purché sia tanta abbastanza da annebbiare i pensieri.
I pochi, residui amici che gli restavano una sera lo trascinarono in un locale di strip-tease.
«Badate bene, ci tengo a sottolineare che non sono quel tipo di uomo.» disse loro.
Ha sempre trattenuto tutti gli istinti.
Sì, direte, ha appena scritto nel diario e confessato di essere un pedofilo. E' vero, ma non era in attività. Cercava di arginarlo. Le donne le guardava.
La mercificazione dei corpi è sempre stata ai suoi occhi riprovevole e priva di qualsiasi attrattiva a dire il vero.
Questo è uno dei motivi, apparentemente paradossali, sebbene perfettamente logici, per cui oggi può essere colui che è. Uno dei motivi per cui tutto si è trasformato quandosi sono aggiunti nuovi irruenti e inarrestabili elementi alle cronache della sua realtà fatta di valori, etica, presunta superiorità e grandemente lontana dalle evoluzioni che il suo mondo stava intraprendendo. All'epoca trovava sconci i Patti fra umani e IBR "Immunoactives Blood-Refered" (una volta li chiamavano Vampiri o giù di lì ed erano la materia di cui sono fatti gli incubi).
Ipocriti i Trattati con ogni "Nature Spirit" il Popolo Elfico (che un tempo sarebbe rimasto nascosto dietro la sua barriera inaccessibile alla tecnologia umana).
Remota, assurda, la Guerra contro i "Flesh Enemies" (si tende a chiamarli ancora testardamente Demoni, quando di spirituale hanno ben poco e molto di carnale invece).
Delle infinite "Razze non-umane" che popolano il mondo non ve n'era una che in lui accendesse il seppur minimo interesse. Faticava a digerire persino certi scozzesi, da inglese per nascita. Figurarsi.
La verità è che tutto aveva preso una piega molto strana da quando si era tornati alla Monarchia e alla costituzione di un Impero. Le persone volevano un regnante e allo stesso tempo volevano la modernità.
Andando con ordine, si torna sempre a quella sera.
Quandolo vennero a prendere, per caricarlo in auto senza alcuna sua reale partecipazione, i sensi erano come spenti, cera che fonde attorno alla fiammella di un moccolo. Gli strapparono di mano la bottiglia, lo costrinsero a un bagno e scavando nell'armadio reperirono biancheria pulita. Abe, Aric e Melvin. Tre dei suoi più storici e crassi amici – in realtà di nobili natali- avevano così stabilito il decorso della serata all'insegna del loro presunto concetto di divertimento, nei più laidi quartieri della cittadina dove avevo trovato rifugio, RainbowCity. Nome suggestivo, altamente ironico visto che era la città più pornografica e promiscua che conoscesse.
Valsero a qualcosa le sue proteste? La risposta è annichilente in fondo.
«Sono mesi che fai il depresso. Se oggi non tiri fuori gli attributi fai prima a suicidarti... scegli una morte veloce stavolta, dear friend, perché questa è tremendamente lenta e con quella bottiglia vigliacca non vai da nessuna parte» forte accento dell'Essex di uno di loro
«Rivoglio la mia amica vigliacca. Almeno è un'amica».
Ignorarono il suo bofonchiare in impeccabile accento Oxford, per portarlo lì.
A sua difesa si può solo dire che tentò, di nuovo lucido, cosa rara ultimamente, di impedirgli di trascinarlo in quel degrado avanzando solo con marcia strascicata, a passo di lumaca.
Il locale si chiamava RIP SLIP e già dal nome prometteva di essere abominevole e trash.
Non aveva idea di cosa lo aspettasse oltre la porta.
§§§§§
Angolo Autrice: Anche se questa storia inizia soft, ci possono essere come vedete componenti disturbanti, quindi vedete se è nelle vostre corde affrontarla come lettura. Sicuramente a me piace molto entrare nella pssssssicologia dei protagonisti, quindi non vado sul trash spinto, ma qualcosa di turbe e quant'altro lo potreste trovare perciò, avvisati.
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