•Vizi di famiglia•

Anna's pov's:

Ultimamente, aveva cercato di mantenere il controllo, proprio come Damian le aveva suggerito.

-Ogni volta che senti che stai per perdere il controllo, pensa a qualcuno a chi vuoi veramente bene, per la quale daresti la vita...vedi funziona, pesa a lui o lei...forte e guarda mentre sorride...-

Anna avrebbe voluto chiedergli altro, ma il ragazzo,era scappato subito dopo, per una questione urgente.
Ma di lui si poteva fidare.
Sa che poteva.

Un'altra giornata di scuola era terminata, e questa volta, la ragazza era riuscita a non dare di matto.
Si era mantenuta calma e aveva cercato di evitare gli sguardi giudici dei ragazzi attorno a lei.
Tutti la guardavano incuriositi, a causa della sua "chiacchierata"con Matthew.

Chiuso l'armadietto, vide il gruppetto di amici di Sam, che ridevano insieme a lui, mentre parlottavano di una ragazza.
Bene, ora voleva fargliela pagare.
Si avvicinò al gruppo e Sam la quale, subito di ridere dando le sue attenzioni alla ragazza.

-Hey ciao-disse sorridendo.
-Avete finito di prendere in giro me e ora ve la prendete con lei?- ribattè Anna, indicando la ragazza protagonista delle loro chiacchiere, poiché non ne conosceva il nome.

-Come prego? Mica con te abbiamo chiuso!-disse ridendo Sasha, pavoneggiandosi.

Avrebbe tanto voluto pestarla, a sangue, ma Anna si ricordò dell'auto controllo.
-Mi dispiace ma scommessa chiusa! Ora che gli tocca fare? Girare nuda per la scuola?-disse Anna guardando Sam.
Infine si allontanò verso il corridoio. Sentì i passi del ragazzo andarle dietro,  e bloccargli la camminata.
-Lasciami!-sussultò.
-No Finchè non chiariremo-protestò Sam.
-Sai qual è il tuo problema? È che hai paura di perdere! Nessuno, o meglio nessuna ha mai protestato. Ora la cosa ti da fastidio e te la prendi con altre-disse ridacchiando, ma si rivelò una risata malvagia, piaciuta ma malvagia.
Sam la guardò perplesso e poi riuscì a formulare una frase.

-Pensavo che fossi diversa, ma sei uguale a tutte quelle troie della scuola-disse Samuel chiaramente deluso.
-Oh! Davvero? Io non credo...oltre a donnaiolo sei pure stupido...?-domandò Anna.
Il ragazzo si allontanò con il broncio e Anna rimase li a pensare.
Era vero, lei non era così.
Forse era per questo, che ora cercava Matthew.
Lo vide li,che stava per entrare nella sua piccola Ford Fiesta.
-Matt! Ciao Matthew-disse Anna correndo verso il ragazzo.

Quest'ultimo in un primo momento non rispose.
Poi buttò lo zaino nei sedili posteriori della macchina, e rivolse lo sguardo verso la ragazza.
-Ciao-sussurrò.
-So che magari sei arrabbiato con me...e ne hai pieno diritto. Volevo solo scusarmi con te. Il fatto è che...sto attraversando un periodo difficile. Nuova scuola, nuova casa, nuovi segreti...e nessun amico. Mi dispiace tanto, davvero-confessò la ragazza guardandolo.

Solo in quel momento, la ragazza si rese pienamente conto, che Matt era molto più alto di lei.
Poi aveva quei occhi verdi, quel sorriso smagliante.
Ora si che era in imbarazzo.
-Ti offrirei un caffè o un cappuccino allo Starbucks più vicino, ma dubito che tu voglia la mia compagnia-disse la ragazza sorridendo tristemente e tirò fuori dal suo portafoglio una banconota da dieci dollari.
-Ti offrirò il cappuccino lo stesso-disse e si ricacciò i soldi dentro la borsa.
Sperava solo che almeno lui l'avesse perdonata, in effetti, Matthew non si aspettava una reazione simile a quella avuta dalla ragazza.
-Magari potremmo andare a prenderci un caffè domani! Oggi non posso e poi ricordati: c'é il test di Fisica domani-disse il ragazzo sorridendole.
Entrò nella sua Ford, e si dileguò prima ancora che Anna, si rendesse conto che stava sorridendo.

Sapeva benissimo del test di Fisica, ma ora aveva bisogno di fare una cosa importante.
L'ultima volta che ha visto Tyson, lui le aveva accennato di fare ricerche sulla sua famiglia.
E così avrebbe fatto.
La prima cosa che pensò, era che magari uno dei suoi genitori avesse dei precedenti penali.
Ma no, impossibile.
Conosceva fin troppo bene i suoi, ed era sicura che loro non le avrebbero nascosto nulla.
Charlotte per l'appunto, non poté venire a prenderla.
Forse fu meglio così, visto che prese l'autobus per dirigersi al municipio della sua città.
Un posto affollatissimo, pieno di gente di ogni tipo.
Decise che avrebbe letto ogni singolo documento, che avesse trovato sui McCarter, per cosa però? Per cercare qualcosa che neanche Anna sa spiegarsi? Faceva davvero affidamento alle parole di un individuo misterioso come Tyson?

Ma almeno ci voleva provare.
La fila per chiedere informazioni alla segreteria, era molto lunga.
Ecco, ora toccava fare pure la fila, pensò.
Guardò l'orologio e vide che era tardi. Poi una ragazza andò dietro di lei per fare la fila.
-Uffa, che palle! Camille ci mette sempre un secolo. E poi è anche antipatica-sbuffò la ragazza.

Anna si voltò, e vide una ragazza sorridere, con occhi azzurri da paura.
In effetti le ricordavano qualcuno.

-La conosci? La segretaria?-chiese Anna per cercare di fare qualcosa mentre aspettava.
-Oh si. È nata con quella sedia attaccata al culo-disse la ragazza e rise.
-Io sono Anna-
-Ah si, Anna McCarter. La famosa ragazza nuova del liceo. Sam me ne ha parlato-confessò la ragazza, che cercava il cellulare nella borsa.
Anna abbassò lo sguardo.
Sam? Sam che parlava di lei? E poi chi è questa ragazza per Sam?
-Ah, stupidi messaggi. Comunque io sono Emily De Angelis, la sorella maggiore!- disse lei porgendole la mano.
Per un motivo che neanche lei spiegava, si sentì sollevata del fatto che lei fosse la sorella di Sam...e non altro.

-Che devi fare?-chiese Emily ad Anna.
-Devo...rovistare nei documenti dei miei. Albero genealogico-disse Anna sorridendo.
-È più interessante il tuo lavoro. Dai vieni-disse Emily, infine prendendo Anna per mano, iniziando a girare per il municipio.
-La cosa positiva di essere figlia del sindaco?...Che sai dove puoi trovare quello che cerchi-disse Emily raggiante.
Aprí una porta e vide davanti a se un immensità di documenti.
-Prego-disse Emily sorridendo,e aprì la porta.
Anna rise ed entrò nella stanza.
-Quindi McCarter eh? Allora vieni alla sezione M-disse Emily pensante.
Non si fermava sembrava iperattiva, quasi snervante.

Anna la raggiunse,be la vide con un dossier in mano.
-Credi...che io possa...?-domandò Anna guardandola.
-Se ti serve prendilo, leggilo con calma. Poi restituiscilo a me o a Sam. Magari ti do il mio numero-disse Emily sorridendo.
Anna annuì contenta e le mandò uno squillo.

-Eccoti il mio numero. Comunque penso che lo riporterò a te-disse Anna ed uscirono di li.
-Ma Sam è nella tua stessa classe, quindi...-provò a dire.

-No. Con lui non ci parlo!-disse ma poi si rese conto dell'acidità nel tono.
-Io...io mi dispiace-provò a dire Anna ma Emily scosse la testa.
-Tranquilla! È uno stronzo la maggior parte delle volte. Ma è sincero. So cosa ti ha fatto, ma quando parla di te...è...come dire. Pentito-disse Emily sorridente.

Anna non riusciva neanche a immaginare, Sam parlare di lei in quel modo.
-Em...io...devo andare. Grazie comunque per l'aiuto. Non lo dimenticherò mai-disse Anna e si affrettò a prendere l'autobus per tornare a casa.

Dopo lunghe ore di studio, la sera decise di leggere quel fascicolo.
All'inizio tutto ok. C'era la sua famiglia, lei, Charlotte, Utar e Wilma. Poi c'erano anche altri documenti.

-Gregg McCarter? Tyson McCarter?-disse Anna leggendo ad alta voce.
Rimase sconvolta.

In quel momento arrivò Charlotte che la chiamò per cena.
-Si arrivo-rispose la ragazza.

Per tutta la serata fece finta di niente. Chiacchieravano delle solite cose. Lavoro, cibo, emigrazione, studi e ad Anna infastidiva la cosa, voleva sapere perché mentire...
Alla fine non resistette più.
-Mamma, è vero che tu mi diresti tutto? Papà? Charlotte? È vero che siete onesti con me come lo sono io?-chiese la ragazza quando erano seduti a chiacchierare dopo aver lavato i piatti e sistemato la cucina.
-Certo tesoro, come mai questa domanda?-chiese Wilma sorridendo.
-Sicuri?-precisò Anna.

-Anna ma che stai insinuando?-disse Charlotte un po' irritata.
-Se siete stati sinceri con me, perché non mi avete parlato di Gregg McCarter?-disse Anna e di colpo tutti e tre alzarono la testa.

-Ma...ma cosa dici Anna? Chi...chi ti ha parlato di lui?-disse il padre sorpreso.
-Non importa. Ormai lo so!-disse nervosa.
-Anna noi...-provò a dire Wilma.

-Come...come avete potuto nascondermi che tu! Papà hai avuto un fratello? E che questo tuo fratello aveva dei figli?-disse Anna in lacrime.
-Anna ti posso spiegare...-provò a replicare il padre.
-NO! No tu non mi spiegherai niente perché non farete altro che dirmi bugie, una dopo l'altra!- disse Anna alzandosi.
Prese i documenti e li sbattè sul tavolo.
Alzo le mani infastidita.

-Ho uno zio defunto di cui non ho memoria. Io non ce la faccio più con voi. Dovevo rubare questo dossier per sapere la verità? O c'è qualcos'altro che non mi avete detto?-disse Anna arrabbiata ora, nessuno fiatò.

-Bene...tanto anche se nascondete qualcosa giuro che lo scoprirò da sola- disse,per poi voltarsi verso Charlotte.
-Pensavo che di te mi potevo fidare-disse Anna piangendo ed andò in camera sua.

Si chiuse li, piangendo.
Essere stata ingannata dalla propria famiglia...impensabile.
Doveva andarsene di li, doveva andare da qualcuno che la capiva, che le aveva detto la verità.
Avrebbe cercato Tyson.

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