🌹Capitolo 3🥀


Sono uscita dall'ospedale circa due giorni fa, Logan non fa altro che pregarmi di andare con lui in un posto, così che non sarò da sola in casa e sopratutto mi farà bene cambiare aria.

Ma nonostante la scusa che per le bende non volevo farmi vedere così da non attirare l'attenzione, lui stesso sa che non me ne frega niente di ciò che pensa di me la gente, e quindi la scusa è durata neanche quarantotto ore perché mi ritrovo seduta in un tavolo dove la musica mi sta distruggendo l'udito.

«Vuoi qualcosa da bere? Niente alcool, però puoi decidere tra una bottiglietta d'acqua fredda o una coca cola con ghiaccio.»

Logan ce la sta mettendo tutta per tirarmi su il morale e sopratutto per darmi un modo per reagire ma prima si renderà conto che è tutto un caso perso, beh che io sono un caso perso, e prima finirà di restarci male.

«Sto bene così Logan, se vuoi goderti la serata e passare la serata con i tuoi amici o con qualche ragazza io sono qui, non vado da nessuna parte non c'è bisogno che resti a farmi da babysitter e sopratutto che rovini la tua vita per me.»

Logan mi osserva ferito per le parole che gli ho appena pronunciato. Il rapporto che ci unisce è qualcosa di unico, so che posso contare su di lui, so che se ho di bisogno posso chiamare lui. Ed è per questo che Logan conosce ciò che mi tormenta la notte, mi ha aiutata e non mi ha mai fatto domande a riguardo..è l'unico che tiene davvero a me.

«Ciao Beth,come stai? Hai superato alla fine quel livello di quel stupido gioco delle caramelle?»
James si siede accanto a me per poi darmi un bacio sulla guancia, non chiedo neanche come diavolo faccia a sapere del gioco, ricordandomi quanto sia fissato e sopratutto bravo ad hackerare computer e telefoni.

Una ragazza arriva al tavolo, per poi sorridere dolcemente a Logan e posare sul tavolo tre bicchieri con della coca cola e del ghiaccio.

«Quindi questo posto è vostro o..»

«No.» James mi ferma per poi bere. «È di Kayden, è come un fratello per noi, quando siamo arrivati qui siamo entrati nel suo gruppo, I Black Blood siamo una famiglia, e lui è come dire..il nostro faro, è ci illumina il cammino.»

«Oh..adesso capisco le nostre giacche allora. Avete entrambi la stessa giacca con lo stesso logo. Ed essendo che quel logo è anche fuori questo posto, anche se da quando sono entrata qui ho visto qualche altro ragazzo con la vostra stessa giacca.»

James fa segno a qualcuno per poi riportare il suo sguardo su di me.

«è Il nostro marchio, la portiamo con onore e sopratutto con devozione.»

Annuisco semplicemente, facendo una smorfia di dolore per l'ustione che tira e brucia sul costato, il tessuto della maglia mi sta irritando terribilmente la parte scoperta dalla garza.

«Ma guarda un po', alla fine l'hai portata qui davvero.»
Non ho bisogno neanche di osservare chi ho davanti per vedere di chi si tratta. Nate è davanti a me, e non ci vuole un genio per capire che lui non mi voglia qui, né in questo locale e né in casa sua.

È stato l'unico a non venire all'ospedale, l'unico a non farsi neanche vedere in questi due giorni. E negherei se dicessi che non mi manca il ragazzo che era quando eravamo piccoli, Nate è il maggiore e da piccola lo vedevo come una specie di super eroe.

«Nate, smettila!» Logan entra sulla difensiva, ma l'unica cosa che voglio è quella di farli litigare per colpa mia.

«Ciao Nate!»
Sussurro, forse un po' troppo piano da farmi sentire da lui visto il rumore assordante della musica, ma lui riesce a sentirmi alla perfezione perché non appena incontro il suo sguardo capisco che ciò che prova per me non è nulla di positivo.

«Perché non dici anche tu a Logan che venire qui non fa per te? Che puoi benissimo chiuderti dentro la tua stanza prendere qualche goccia di tranquillante e non rompere il cazzo a nessuno?»

Se prima James era tranquillo e sorridente, il sorriso che aveva fino a pochi minuti fa è scomparso non appena il fratello maggiore è arrivato.

Deglutisco sentendo un nodo in gola, perché so che non mi vuole, né qui né a casa sua, non mi vuole intorno e sopratutto nella sua vita.

«Non vorrei essere neanche qui a New York, Nate. Non è stata una mia scelta, mi sono trovata ritrovata qui dopo essere stata incosciente per ciò che mi ero causata. Vorrei prendere il primo aereo e andarmene ma purtroppo i miei conti sono stati chiusi e sopratutto non posso ritornare da mia madre. Ho già detto a Logan ti poter restare a casa..»

«Rovinerai anche lui lilibeth, so che porterai a fondo mio fratello, so che si tormenterà la vita perché tu pazza psicopatica proverai a levarti la vita e lui si sentirà in colpa perché non è riuscito a salvarti. E io non te lo permetterò stanne certa. Dammi qualche giorno e il tuo culo sarà su un sedile di un aereo per essere spedita da dove vieni. Abbiamo la nostra vita qui e tu non la rovinerai con i tuoi problemi.»

Annuisco fingendo un sorriso nonostante le sue parole mi hanno fatto del male, fingendo che le sue parole non sono state come una lama infuocata dentro al petto, perché il mio eroe da piccola, il cugino che amavo e che vedevo come un punto di riferimento adesso mi odia e mi vede come una persona che non conosce e che sopratutto non vorrebbe mai più rivedere.

«Ehi Logan, io vado a prendere un po' d'aria, mi gira un po' la testa, ho il cellulare con me così appena rientro e non riesco a trovarti ti chiamo.»

Mi alzo dalla sedia sotto gli occhi attenti dei miei cugini, e nonostante Logan prova a dirmi qualcosa, James lo ferma capendo al volo che ho bisogno di evadere anche se per poco da questa situazione e dalla tensione che si è creata tra noi.

E ci metto poco a raggiungere l'uscita del locale, mi basta mettere piedi fuori per crollare e scoppiare a piangere trattenendo i singhiozzi.

Non volevo stare qui, non volevo ritrovarmi in un posto che non conosco o farmi dire quelle cattiverie da mia cugino. Ma la verità è che dopo ciò che ho fatto ormai nessuno si fiderà più di me, e tutti penseranno solo che sono la ragazza depressa che non vuole fare nulla di buono.

Mi siedo un po' più distante dal locale, ignorando di sporcarmi i jeans sedendomi per terra, ma la pace e il silenzio è l'unica cosa che al momento può aiutarmi.

«Posso confermare che Nate sia un pezzo di merda, ma stasera ha esagerato sopratutto gettandoti quelle parole con odio nei tuoi confronti.»

Salto in aria convinta di essere da sola e sollevo lo sguardo incontrato un ragazzo più grande di me, indossa la stessa giacca dei miei cugini, con l'unica differenza che nella sua c'è una spilla attaccata al colletto.

È alto, muscoloso e ricoperto di tatuaggi, gli occhi sono di un verde chiarissimo che risaltano grazie alla carnagione chiara e dal colore nero dei suoi capelli.

«Non ti volevo spaventare, Sono Kayden. Ero presente alla discussione ma tu eri troppo occupata a torturarti le mani per notarmi.»

Si accende una sigaretta, ed ispira il fumo. Ma resta distante da me, non fa un passo per avvicinarsi o altro, semplicemente resta lì fermo appoggiato al muro e guardare il cielo.

«Non importa, non mi immaginavo parole dolci o abbracci da parte sua. Solo che non mi aspettavo di venire aggredita nel tuo Locale, sopratutto quando non volevo neanche venire ma sono stata costretta da Logan perché non voleva lasciarmi da sola a casa. Non voglio problemi,sono invisibile e voglio restare tale.»

«Ricordami il tuo nome,» Dice spostando il suo sguardo verso di me.

«Lilibeth, ma tutti mi chiamano Lili.»

«Lilith,ti si addice di più.»

Resto spiazzata non capendo al volo il perché di quel soprannome o del perché mi si addica meglio, ma lui mi fa un sorrisino e mi passa la sigaretta che ha tra le mani, vorrei rifiutare ma non fumo da troppo tempo e anche solo per qualche tiro ho bisogno di sentire il gusto del fumo in bocca.

«Lilibeth o Lilith sono la stessa identica cosa, semplicemente pronunciati in maniera diverse. Lilith nella mitologia greca era una donna che non si è mai piegata al volere di Adamo, è stata cacciata e successivamente è nata Eva, con l'unica differenza che Lilith era caparbia, bella, intelligente e non si sarebbe mai fatta comandare da qualcuno, da un uomo sopratutto. Eva invece creata grazie ad Adamo, lei ascoltava e dipendeva da lui. »

Faccio un tiro con la sigaretta ascoltando come ipnotizzata il suo racconto, non capisco il senso ma al momento dentro la mia testa sta regnando un po' di pace.

«lei non è un angelo, è un demone notturno. Forte, indipendente, capace di mettere in ginocchio e distruggere chiunque le si metta davanti. Mai serva e mai schiava.
Semplicemente una regina nata in un mondo non suo, Ma ha lottato ed è arrivata con fierezza sul suo trono. Sì come lei, ne porti il nome, quello che dice Nate non deve interessarti, ciò che ti dicono di fare non deve importarti.»

Non conosco questo tizio, non so se sia una brava persona o al contrario una persona di cui dovrei stare alla larga. Ma per la prima volta, cavolo io per la prima volta mi sento spiazzata e sopratutto senza parole per ciò che mi ha appena detto.
Non ho fatto domande sulle bende che mi spuntano dalla maglietta e dalle ustioni che si vedono sul collo.

Non mi ha guardato perché vedeva una donna da sola e quindi una preda facile. No.
Lui è venuto solo per dirmi di non stare male alle parole che mi ha sputato con odio mio cugino.

«Non so che tipo di rapporto hai con i miei cugini, non credo che li conosci abbastanza ma loro non mollano.»

Kayden mi leva la sigaretta delle mani proprio quando stavo per fare l'ultimo tiro, inspira il fumo per poi gettarla per terra e fare un sorriso mentre getta via il fumo.

«Conosco i tuoi cugini da dieci anni. Sono la mia famiglia come io sono la sua. Non ci lega il sangue, ma ci lega il rispetto e la devozione nel sapere che se uno di noi quattro si ritroverebbe con una pistola puntata in fronte o in pericolo, non ci sarebbero domande, non ci sarebbe nulla. L'unica cosa che ci importerebbe in quel momento e salvarci la vita sacrificando la nostra.»

Mi paralizzo nel sentire nominare pistole..ed è lì che collego tutto.
Le moto, il locale che è pieno di gente ma che la maggior parte sono uomini e ragazze con giacche col il suo logo, è un ritrovo, un ritrovo di criminali, una banda o gang come diavolo vogliono farsi chiamare e i miei cugini sono immischiati in questa merda.

«Non siamo spacciatori Lilith.» Lo sento ridere, ed ecco che come sempre nonostante dalla mia bocca non esce una parola, le mie espressioni mi hanno ingannato facendo capire a chi ho davanti cosa sto pensando. «Questo locale è mio. Passa da padre in figlio da generazioni in generazioni. Adesso è mio, porto con onore questa giacca, e tutte le persone che ne fanno parte sono persone a cui affiderei la mia vita ad occhi chiusi. Non spacciamo, non ci ritroviamo in questioni da far west come vedi nei film, non siamo santi ma non facciamo quella merda.»

Questa cosa del soprannome gli è leggermente sfuggito di mano, ma almeno l' umiliazione causata da parte di mio cugino è passata in secondo piano.

«Puoi venire qui tutte le volte che vuoi. Logan me l'ha chiesto ed io ho acconsentito. Nate non ha voce in capitolo su questo, non voglio problemi, non voglio scenate ma l'unica cosa che ti chiedo, anzi che ti obbligo di non fare e quella di far star male Logan, non se lo merita, e sopratutto non ne uscirebbe intero se ti succedesse qualcosa. Quindi se vuoi bene a tuo cugino tanto quanto lui vuole bene a te, prendi questo trasloco a New York come il primo giorno della tua nuova vita. Prendi in mano la tua vita, e goditi il privilegio di vivere. »

🌹SPAZIO AUTORE🌹
Buon Natale ragazze/i
Vi auguri un Natale pieno di serenità e gioia!
Che tutti i vostri sogni si realizzano sempre ❤️
Un bacio Roberta

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