Chapter XI - Hospital
Part.2
[Jade]
Beck arriva velocemente davanti l'ospedale e io mi precipito velocemente all'interno.
Sono così in ansia e mi sento terribilmente in colpa.
Entrata in ospedale, intravedo una dottoressa e le chiedo di Cat.
La tizia poteva benissimo non sapere nulla, ma tentar non nuoce «scusi mi saprebbe dire qualcosa sulla signorina Valentine?» le dico speranzosa, con Beck alle mie spalle.
La donna mi guarda per secondi, imbronciata.
Poi cambia espressione, come illuminata «ah si, la signorina Valentine! Terzo piano a destra, codice rosso» il mio cuore smette di battere.
Sarei morta io.
Rimango lì impalata, assimilando tutto, mentre la dottoressa si allontana lentamente.
Grazie per l'aiuto psicologico, eh?
Codice rosso? Non è possibile.
Sento una mano nella mia spalla, che mi fa sussultare.
La levo subito, sapendo di chi si tratta «su Jade, andiamo» mi sussurra Beck, ferito dal mio gesto.
Saliamo velocemente le scale, non avevo voglia di aspettare un ascensore.
I battiti del mio cuore potevano sentirsi attraverso le mie orecchie e, sicuramente, si sentivano come si sentono degli auricolari collegati alla playlist del tuo cellulare.
Fortissimo, per intenderci.
Arrivati al terzo piano, il sangue mi si gela nelle vene.
Barelle a destra e a sinistra, medici che corrono da una parte all'altra.
Mi si spezza il cuore.
Chiesi di Cat ad un altro medico, il quale mi spiegò che la mia amica si trovava nella stanza numero 394.
Beck stette zitto tutto il tempo e un po' lo ringraziai per questo.
Arrivati alla stanza numero 394 ci "accolse" un altro medico.
Ma ero circondata? «ragazzi se siete qui per la signorina Valentine, vi informo che potete entrare soltanto uno alla volta» io e Beck annuimmo all'unisono e poi ci fissammo negli occhi.
Lui mi fece cenno di consenso e io lo ringrazia mentalmente «se non le dispiace vado io» il medico non disse nulla e acconsentì con la testa.
Entrai silenziosamente, facendo attenzione a non fare rumore e pensando che fossi l'unica lì dentro «ehi Jade» ma evidentemente mi sbagliavo e la sua voce mi provocò un volo di almeno dieci metri «oh mamma Robbie? Che ci fai qui?» sussurro con la mano sul petto.
Ma il medico non aveva detto uno alla volta?
Robbie si sistemò gli occhiali, stranamente era senza Rex.
Il suo sguardo era spento e sentivo un peso sulle sue spalle, mai visto prima.
Era come se si sentisse in colpa «ho portato qui Cat...» mi sussurra con gli occhi lucidi «ora sta dormendo» continua poi, accarezzando una guancia della rossa.
Intravidi nei suoi occhi la paura.
Robbie aveva paura che Cat non ritornasse più da noi, da lui.
Mi avvicinai cautamente e li regalai un debole sorriso «come sta?» lui mi fissò impassibile «non bene Jade, io non la voglio perdere» tirò su col naso e fissò la rossa di fianco a lui, prendendole una mano «dicono che se non si risveglia almeno stanotte, potrebbe cadere in coma» il mio stomaco si contorse «in coma?» Robbie annuì soltanto, accarezzando la mano di Cat con un pollice.
[Robbie]
Ero tranquillo per la mia strada.
Dopo esser uscito da casa Valentine e aver fatto quella scenata con Beck, avevo bisogno di rilassarmi.
Rex aveva preferito starsene a casa a riposarsi e io non avevo potuto dirgli di no.
Dopo due ore di camminata, senza meta, sentì un botto.
Andai per vedere da dove arrivasse, allarmato.
Accanto al piccolo parcheggio vicino il supermercato la polizia, seguita dall'autoambulanza, era accorsa sul posto.
C'era un sacco di gente e cercai di avvicinarmi, sempre più curioso.
Mi avvicinai sempre di più quando, in mezzo alla folla, intravidi la chioma rossa della ragazza che aveva sempre invaso i miei pensieri «CATTT» strillai, spingendo chiunque e avvicinandomi a lei.
Il rosso del sangue che le fuoriusciva dalla testa si confondeva perfettamente con i suoi capelli «Roo---bbie»
tossicchiò lei e io la presi tra le mie braccia.
Ero così impotente.
Ero inutile, cosa potevo fare?
Le accarezzai i capelli e le sussurrai delle parole di conforto «shhhh sono qui» dei medici si avvicinarono a me, con delle cartelle in mano e mi tolsero Cat dalle braccia.
Mi sentì sprofondare e un senso di vuoto si impossessò di me.
La gente ancora guardava, scattando foto e video.
Ma cosa fate idioti! Potevate aiutarla «conosce la ragazza?» mi chiese il medico, accorso prima, mettendomi una mano in spalla.
Annuì soltanto, fissando la barella all'interno dell'ambulanza e la mia maglietta zuppa di sangue «in questo caso venga con me, abbiamo bisogno di qualcuno» mi scortarono sull'autoambulanza e io accorsi accanto a Cat, prendendole la mano, fredda.
La mano di Cat era così fredda, che fece congelare anche me.
Ancora quel ricordo mi fa ribbollire il sangue «Robbie Robbie...ehi»
urla Jade, cercando probabilmente di riportarmi dentro la stanza, dove Cat era immobile «dimmi» risposi, nuovamente impassibile «senti Robbie potresti..» mi dice impacciata.
Capì le sue intenzioni e annuì, uscendo dalla stanza.
A Cat farebbe piacere.
[Beck]
Jade è lì dentro da almeno venti minuti.
Sono seriamente preoccupato per Cat.
Eppure le parole di Jade mi ronzavano ancora in testa.
Tra tutte, la più indicata era Evelyn, ma poteva davvero essere stata lei?
D'un tratto vedo uscire qualcuno dalla stanza.
Mi alzo dalla scomodissima panchina d'ospedale, in cui ero seduto, credendo fosse Jade.
Dovetti ricredermi quando invece ne uscì Robbie «ehi Beck» mi saluta quest'ultimo.
Ma non era solo uno per volta? «ehi Robbie come sta Cat?» gli chiedo, preoccupato, evitando i miei dubbi.
Lo vedo incupirsi, non va affatto bene «diciamo» annuisco «capisco....che ne dici di un caffè?» Robbie annuisce soltanto.
[Jade]
" Cat non te ne andare anche tu" penso, ricacciando le lacrime.
Ma davvero Cat poteva essere in coma? «ehi Jade» sento un sussurro arrivarmi alle orecchie.
Evidentemente no, il mio cuore si riempì di gioia e quasi non scoppiai a piangere, dei, sono una frignona «Cat.....» sussurro anch'io, abbracciandola di slancio,attenta a non farle male.
Inizio a piangere, non dal dolore ma di gioia, non stanno andando tanto bene le cose questo mese e la sua "guarigione" mi rende così felice! «Jade...cos'è successo?» mi domanda ,dopo essersi staccata dal mio abbraccio e massaggiandosi, lentamente, la testa, avvolta da una benda «è colpa mia..» sussurro nuovamente, con un macigno del petto.
Mi morsi il labbro, adesso Cat mi avrebbe odiata
La rossa mi guardo interrogativa e io le spiegai il motivo «Evelyn mi aveva avvertita di stare lontano da Beck, per questo me ne sono andata prima. Aveva detto che se stavo con lui ti avrebbe fatto del male.
Ed eccoti qui con delle feblo e tutti marchingegni che non so nemmeno il nome. Questo Cat, è colpa mia! Scusa Cat» la rossa mi rivolse un sorriso sincero e mi prese le mani «Jade la colpa è di Evelyn non tua! Non torturati ok? L'importante è che io stia bene» sorrisi e l'abbracciai di slancio, per la seconda volta.
Lei scoppiò a ridere e ricambiò nuovamente «uscirai quando ti sentirai meglio» le dissi pimpante, mentre qualcuno entrava dalla porta «Signorina le visite sono finite.
Ora bisogna che qualcuno passi la notte qui» ci informò un'infermiera, controllando una cartellina «lo faccio i-» mi offro subito volontaria ma vengo fermata da una voce «lo farò io» urla Robbie, spuntato da non so dove, affiancato da Beck.
Possibile che doveva esserci sempre lui in mezzo?
Cercai di protestare, ma Robbie mi battè sul tempo «lo faccio io e
basta» mi arresi alla sua testardaggine e uscì dalla stanza, salutando Robbie e augurando una buona guarigione a Cat, confermandole che domani sarei tornata a trovarla.
Mi dirigo con Beck in macchina e sono costretta a farmi accompagnare a casa da lui.
Sbuffo esasperata, prendendo il mio peraphone e contattando Tori «pronto?» risponde prontamente lei, con la voce impastata dal sonno.
Ops? «Tori sono Jade» le dico, risposta palesemente ovvia, comunque «dimmi Jade» mi chiede, mezza assonnata «intanto per prima cosa com'è andato l'appuntamento?» le chiedo, sinceramente curiosa, mentre Beck si gira verso di me, con un sopracciglio inarcato.
Io gli rivolgo lo stesso sguardo e lui si rigira verso il volante, con un fastidiosissimo sorrisetto.
Lo prendo a pugni «fantastico» urla la mora dall'altro capo del telefono, svegliandosi improvvisamente «allora? vi siete baciati?» urlo, oddio sembro una fangirl «ehmmmmm» borbotta lei «qual era la seconda cosa?» ah, sta sviando il discorso! «la seconda è brutta» vabbè mi farò raccontare tutto l'indomani «Cat è in ospedale, ha avuto un incidente! Lunga storia ti racconto domani. Ormai l'orario di visita è finito! Quindi dovremmo per forza andarci domattina»
Tori sembra triste ma riattacca senza salutarmi.
Grazie eh.
Beck picchietta l'indice sul volante e mille punti interrogativi gli spuntano dalla testa.
No davvero, riesco a vederli «da quando ti interessa di Tori?» mi chiede guardandomi e sostando la macchina «da quando ti interessa Trina? Ah aspetta dimenticavo, sei anche fidanzato con Evelyn» sostengo il suo sguardo e il mio cuore si spezza.
Nonostante tutto sono ancora innamorata di lui «cosa?» sobbalza spaventato lui «ah, lo sai cosa! Non fare il santarellino, paraculo, ti ho visto baciare Trina» gli urlo, aspettandomi la solita risposta «ma mi ha baciato lei» ed eccola qui.
Sorrido sarcastica rimettendomi comoda e fissando la strada «chissà cosa dirà Evelyn?» sorrido compiaciuta, dolce vendetta.
[Evelyn]
Non sto cosa dire, ma concordo con Jade.
Sono nascosta nel portabagagli dell'auto di Beck.
Osa baciare Trina ed è fidanzato con me?
Capisco perché Jade non ha esitato a lasciarlo
«Evelyn» mi chiama Beck mentre io sono diretta verso la mia auto.
Beck ha uno sguardo triste e arrabbiato e la domanda mi sorge spontanea
«ti ha lasciato?» domando innocentemente, conoscendo già la risposta
«si» risponde freddo ed io non perdo occasione.
Beck era così innamorato di Jade ma, come ogni uomo, con un forte orgoglio maschile, farebbe di tutto per dimenticare «si vede che non le importa niente di te, lasciala stare puoi avere di meglio»
mi avvicino a lui e unisco le nostre labbra.
Per la prima volta in vita mia, avevo perso, o forse non era per niente la prima volta.
[Beck]
Continuamo a litigare, anche adesso che abbiamo troncato i rapporti.
Continuiamo a farlo «frena! Noi non stiamo fidanzati quindi perché stiamo litigando? Sono discorsi che devi affrontare con Evelyn, non con me. Puoi fare quello che vuoi, lasciami qua che vado a piedi, la tua aria mi sta infastidendo» la fisso, un pò ferito dalle sue parole e mentre lei apre la portiera, io gliela chiudo prontamente «eh no, questo quartiere non mi piace» le dico, ad un palmo dalla sua faccia.
A lei questa vicinanza non sembra provocarle nulla, a differenza mia.
Vorrei tanto baciarla «non deve piacere a te e io faccio quello che voglio, quando voglio!» strilla allontanandosi da me e riaprendo la portiera.
La richiudo nuovamente e le metto il blocco, mi sta facendo infuriare «eh no! Non sei di mia proprietà ma ti proibisco di andare»
lei sbuffa «io non sono di nessuno» borbotta ma alla fine, si arrende alle mie proteste, mettendosi comoda sul sedile.
~capitolo corretto il 15-08-18~
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