Ventisette

Skylar's POV:

Non sapevo come facevo ancora a stare in piedi da sola quando quel piccolo gesto aveva prosciugato abbastanza energia da dentro di me.

Caden, d'altra parte, sembrava totalmente l'opposto, calmo e imperturbabile, come se nulla fosse successo.

Mi appoggiai al muro quando lo vidi aprire la porta. Tutti i miei sensi erano andati in tilt. Non mi sentii nemmeno sorpresa quando vidi una familiare testa rossa, Seth, e Shane entrare. Non sapevo nemmeno come rispondere quando Shane mi rivolse un sorrisetto in segno di saluto e Seth mi fece un piccolo cenno di riconoscimento.

Seth guardò di nuovo Caden e li vidi pronunciare alcune parole che non riuscivo a sentire prima che Caden tirasse fuori dalla tasca una piccola carta e gliela passasse.

Non gli importava? Perché l'avevo fatto? Perché avevo la sensazione che qualcosa si lacerasse dentro di me ogni volta che guardavo Caden?

Per fortuna nessuno di loro sembrava notare il mio stato stordito e confuso, finché Adrian non entrò in casa mia dalla porta principale, che era proprio dietro di me.

"Ehi, stai...bene?" Chiese.

Mi voltai di scatto e riuscii a forzare un piccolo sorriso sul mio viso. "S-Sì."

Lui ricambiò il sorriso prima di abbassare lo sguardo sul vetro rotto. "Oh, che confusione." Sussurrò.

Feci respiri profondi per calmare il battito cardiaco irregolare prima di indietreggiare e sedermi in fondo alle scale. Non avevo idea del motivo per cui fossero tutti lì. Non avevo idea di cosa stesse digitando Seth sul dispositivo nero che aveva in mano con Caden alla sua destra. E non avevo idea del perché Shane sembrasse così impegnato ad ammirare il candelabro.

"Sembri un po' scossa," disse Adrian prima di sedersi accanto a me.

Vidi Caden guardarci e mi ritrovai a distogliere lo sguardo, schiarendomi un po' la gola mentre guardavo di nuovo Adrian. La sua mano passò sui miei capelli prima di estrarre un piccolo pezzo di vetro.

"Mi sento semplicemente male," Sussurrai perché mi sentivo davvero male.

"A causa di quello che è appena successo?" Chiese.

Non risposi esattamente, feci solo un piccolo suono in fondo alla gola. Erano successe molte cose nell'ultima ora e i miei pensieri erano un caos confuso.

Volevo andare da Alex. Volevo qualcuno qui di cui sapevo di potermi fidare.

Come faceva mia madre a saperlo? Di quale cassaforte stava parlando? Cosa c'era di così importante dentro da far sì che un ragazzo entrasse proprio per quello? E perché avevo la sensazione che non avrei mai più potuto cancellare la sensazione delle labbra di Caden dalle mie?

"Cosa stanno facendo?" Feci un cenno con la testa verso Shane e gli altri.

Adrian seguì il mio sguardo e inarcò le sopracciglia. "Localizzazione."

Ci fu un attimo di silenzio finché non squillò il mio telefono. Quasi sussultai per la sorpresa mentre frugavo e lo tiravo fuori dalla tasca, e vidi il nome papà lampeggiare sullo schermo. Poi mi alzai in fretta e lanciai ad Adrian un'ultima occhiata.

"Tornerò subito."

Nel momento in cui ero al sicuro nella mia stanza con la porta chiusa dietro di me e Chicken che vagava ai piedi del mio letto, risposi alla chiamata.

"Come lo hai saputo?" Fu la prima cosa che chiesi.

Dall'altra parte c'era solo silenzio e avevo la sensazione che tutto fosse dovuto alla mia domanda improvvisa.

"Papà!" La mia voce si incrinò leggermente per l'evidente esasperazione. "Ragazzi, volete che io pensi che siete stati voi a mandare quel ragazzo a fare irruzione?"

Ci fu un forte trambusto prima che papà finalmente rispondesse. "Irruzione? Skylar, stai bene?"

Risi a quella domanda, poi scivolai contro la porta chiusa della mia camera da letto e misi la testa sulle ginocchia. Avrei voluto sgridarlo, chiedergli che diavolo fosse tutto questo. Ma invece, mi limitai a inspirare un respiro profondo. Chicken, d'altro canto, miagolò rumorosamente prima di rannicchiarsi sulle mie ginocchia.

"Qualcuno è entrato, papà." La mia voce uscì tesa. "Ho chiuso a chiave le porte ma quel ragazzo è entrato comunque. Non capisco cosa sta succedendo."

Stavo per iniziare a piangere da un momento all'altro. Non sapevo in quale altro modo tenere tutto dentro.

"Sky, tesoro, sei ferita?" Questa volta era la voce di mia madre, così piena di preoccupazione, e avrei voluto che fosse qui per poterla abbracciare. Dio, quand'era stata l'ultima volta che avevo davvero voluto che mia madre fosse qui?

"No, mamma." Chiusi gli occhi, cercando di deglutire il nodo in gola mentre ricordavo il tocco spettrale del dito di Caden lungo la mia clavicola. "Sto bene. Caden... è arrivato in tempo."

"Caden?"

Strinsi Chicken a me e mi sembrò che riuscisse a calmarmi un po'. "Come facevi a saperlo, mamma?"

Ancora una volta ci fu solo silenzio e questo mi fece arrabbiare. Perché diavolo non dicevano niente?

"So che è la cassaforte. Cosa c'è dentro? Quel tizio la voleva. Mi hai detto di tenerla al sicuro. Perché?" Mi sentivo come se non stessi parlando con nessuno tranne che a me stessa ed ebbi l'improvviso bisogno di urlare ad alta voce. "Chiamerò la polizia."

"Skylar, no," disse mia madre e rimasi un po' sorpresa dalla sua voce tesa. "Non puoi farlo, tesoro. Siamo così dispiaciuti per tutto questo. Ma ti prometto che questo non accadrà più."

Appoggiai la testa contro la porta e sussultai per il modo in cui la mia testa sembrasse pulsare per quella piccola azione.

"Non capisco," sussurrai.

"Torneremo domattina, Sky," disse mio padre. "Cerca di non preoccuparti troppo. Resta da Alex stasera."

Sentii un piccolo nodo crescermi in gola, quasi facendomi soffocare con le mie stesse parole. "Me lo spiegherete quando tornate?"

Entrambi non dissero nulla e non pensavo di avere il coraggio di chiederlo di nuovo.

"Torneremo presto, Sky." Disse mia madre.

Presto.

•••••

Quando scesi, notai che Seth e Shane se n'erano andati e Caden e Adrian erano gli unici rimasti.

Caden mi guardò dal telefono proprio mentre entravo nel salotto.

"Chi era?" Chiese, probabilmente riferendosi alla telefonata che avevo appena ricevuto.

Mi accigliai. "Nessuno."

Adrian, anche lui impegnato con una chiamata, terminò la conversazione e venne verso di noi, rivolgendo lo sguardo a Caden. "Seth dice che potrebbe aver trovato una pista. Vado a vedere."

E mentre se ne andava anche lui, con un sorrisetto rivolto a me, non pensavo di essere felice all'idea di ritrovarmi Caden e me soli in casa mia.

Incrociai le braccia e mi avvicinai al divano, sedendomi. Potevo sentire lo sguardo di Caden su di me.

"Non sei obbligato a restare," dissi.

"Skylar–" iniziò Caden ma lo interruppi.

"Non c'è nessun problema. Starò bene."

Caden scosse la testa e non potei fare a meno di notare le sue nocche serrate e ammaccate. "Non iniziare a fare così."

"Comportarmi come?" Chiedi. Ed ero stanca, me ne resi conto. Non volevo avere un'altra discussione con lui in questo momento. "Voglio essere lasciata in pace, Caden."

Non volevo. Non proprio.

"Non è vero." Mi guardò accigliato. "Non dopo quello che è successo stasera. Ce l'hai letteralmente scritto in faccia, Anderson."

Cos'altro poteva leggere sul mio visto? Aveva provato quasi a baciarmi solo per ottenere delle risposte da me?

"Beh, comunque non ti voglio qui." Lo fissai. "Non quando tutto questo potrebbe essere opera tua."

Caden sbatté le palpebre prima sorpreso, poi incredulo. "Perché dovrei provare a salvarti da una persona che io ho mandato in casa tua?"

"Non lo so." Dissi. "Non ti conosco. Non so cosa vuoi."

Era forse la prima volta che lo vedevo senza parole. "Io non..." si interruppe. Sarebbe stupido dire che vidi un rapido cenno di dolore nei suoi occhi. Perché quello era Caden. Caden non era noto per mostrare emozioni. "Non voglio niente."

"Volevi sapere di quella cassaforte." Strinsi i denti. "Ecco cosa vuoi. Tutti vogliono sempre qualcosa, Caden."

Mi fissò. Mi fissò a lungo.

Avrei potuto sentire il mio cuore battere febbrilmente. "Lasciami in pace, per favore. Ho bisogno di un po' di tempo da solo."

Silenzio. C'era solo silenzio.

L'unico rumore che sentii fu quello della porta sul retro che si apriva e si chiudeva mentre se ne andava.

•••••

Non appena sentii suonare il campanello, mi precipitai verso la porta e la aprii altrettanto velocemente. Le esperienze passate avrebbero dovuto impedirmelo, soprattutto di notte, quando ero a casa da sola, ma sapevo che era Alex.

Ed era lui.

Mi sentii così incredibilmente sollevata che probabilmente sarei potuta scoppiare a piangere in quel momento.

"Ehi..." Alex si interruppe, il suo sorriso vacillò e si trasformò in un cipiglio mentre sbirciava dentro casa mia. Non aspettai un altro secondo prima di gettargli le braccia al collo ed tremare leggermente.

"Cosa c'è che non va?" Mi avvolse le braccia attorno e mi attirò più vicino. "Cos'è successo?"

"Lascia stare." Scossi la testa e strizzai gli occhi quando le lacrime mi bruciarono. Penso che Alex l'avesse sentito nella mia voce dato che mi strinse un po', mi diede un bacio in testa, prima di farci entrare lentamente entrambi.

Sentii la porta d'ingresso chiudersi dietro di noi proprio mentre Alex mormorava. "Oh."

"Hai litigato con Chicken?" Mi prese in giro, anche se potevo sentire una punta di preoccupazione nella sua voce.

"No." Tirai su col naso, poi mi tirai indietro. Quello che era successo lì era molto peggio di una lite con il mio gatto.

I suoi occhi vagarono per la casa prima di fermarsi sui pezzi rotti del vaso che in qualche modo ero riuscita a mettere da parte in un angolo. "Allora che è successo?"

Mi lasciai cadere sul divano, accasciandomi all'indietro e chiudendo gli occhi. Ora che era lì, non avevo più bisogno di sentirmi così cauta. E fu allora che la stanchezza colpì davvero.

Comunque gli raccontai tutto quello che era appena successo. Gli raccontai tutto di quel tipo inquietante che era entrato. Gli dissi di Caden che era venuto qui nello stesso momento, fatto che ancora non comprendevo. Anche a lui raccontai tutto di quella cassaforte, dai messaggi vocali che mia madre mi aveva lasciato all'inquietante ragazzo incappucciato che aveva chiesto dove fosse.

"E poi questa cosa con Caden..." A quello mi fermai di colpo, decidendo che avrei dovuto omettere la parte in cui Caden quasi mi baciava. Non volevo pensarci. Non volevo pensare al fatto che Caden si stava solo approfittando di me.

"È solo che sono successe molte cose, Alex."

Alex rimase in silenzio per tutto il tempo, ascoltandomi attentamente con le sue sopracciglia leggermente aggrottate. Si sedette sul divano accanto a me e mi guardò.

"I tuoi genitori devono avere una ragione per questo, Sky. Tu e io sappiamo entrambi che hanno una ragione per quasi tutto." Mi rivolse un piccolo sorriso.

Lo fissai preoccupata.

"Sono... sollevato però che fosse qui per te," aggiunse Alex, e il sorriso svanì dalle sue labbra. Il suo sguardo si allontanò da me. "Caden, voglio dire. Poteva andare molto peggio."

Deglutii e anch'io distolsi lo sguardo. Poteva andare molto peggio.

"Non lo so, Alex," sussurrai. "Tutto questo è semplicemente... spaventoso. Ho paura."

Al di là della semplice paura. Proprio quando pensavo di poter voltare pagina da questo disastro, sembrava venire dritto verso di me. C'erano così tante cose che non conoscevo della cassaforte, le cose che i miei genitori mi stavano nascondendo, le vere intenzioni di Caden, le vere intenzioni di Blake. C'era molto di più in tutto ciò di quanto pensassi.

Alex rimase in silenzio per un po' prima di avvicinarsi e mettermi un braccio confortante intorno alle spalle. "Non esserlo. Andrà tutto bene, Sky."

E gli credetti. Almeno per quella sera.



S/A

Era corto e sono riuscita a fare un secondo aggiornamento abbastanza in fretta..

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Scusate per gli errori!

Xx.

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