Ventidue
Skylar's POV:
Fissai Caden per la cinquantasettesima volta prima di distogliere lo sguardo. Non sapevo quanto tempo fosse passato da quando mi aveva praticamente trascinata dentro casa e personalmente non mi importava.
Come avevo potuto lasciare che mi trascinasse a casa mia?
"Andiamo, Anderson. È passata un'ora intera." Caden sembrava seccato. "Vuoi dire qualcosa?"
Mi rifiutai di incontrare il suo sguardo, incrociai le braccia al petto e mi accasciai sul divano su cui ero seduta. Caden, d'altro canto, aveva smesso di camminare avanti e indietro e ora mi stava guardando, con uno sguardo accigliato davvero poco felice.
"Non parlerò."
E quando non potei trattenermi, gli diedi una rapida occhiata con la coda dell'occhio per vederlo trascinarsi frustrato entrambe le mani tra i capelli.
"Cosa vuoi che faccia? Scusarmi?" Lo fece sembrare come se fosse la cosa più disgustosa che avesse mai detto.
"Forse."
Mi guardò come se fossi appena uscita da un manicomio. "E di cosa vuoi che mi scusi?" Chiese.
Gli rivolsi una delle mie migliori occhiatacce. Volevo dirgli che tutto quello che era successo dal giorno in cui avevamo parlato per la prima volta era colpa sua, qualcosa per cui valeva davvero le scuse. Ma sapevo che non fosse vero. E anche se ero ancora arrabbiata, molto meno di un'ora fa, non potevo dare tutta la colpa a lui. Non sarebbe stato giusto.
"Il fatto che tu mi abbia ordinato di avvicinarmi a Blake così che potesse uccidermi è un buon motivo per scusarsi." Mantenni lo sguardo fisso su di lui. Da qualche parte intorno alla casa, sentii le morbide fusa di Chicken e questo sembrò calmarmi un po'.
"Non ti ho chiesto di fare amicizia con Blake in modo che possa ucciderti." Mi lanciò uno sguardo incredulo. "Perchè dovrei farlo?"
Distolsi lo sguardo da lui e mi rannicchiai ancora di più sul divano. "Perché mi odi?"
Trascorsero alcuni secondi silenziosi prima che espirasse bruscamente, guardando il soffitto come se pregasse per un modo per uscire da quel pasticcio. Non potei fare a meno di fissarlo in quel momento, cosa che facevo abbastanza spesso quando era nei paraggi, anche se ero arrabbiata.
"Se ti odiassi così tanto, ti avrei ucciso io stesso." Disse.
Non avevo mai sentito niente di più romantico di così. Mi sciolse quasi il cuore.
"Ho bisogno di sapere cosa sta cercando e non posso farlo io stesso. Ha persone intorno che possono riconoscere me o chiunque dei miei." Aggiunse, guardandomi con uno sguardo molto meno frustrato, quasi come se stesse facendo del suo meglio per spiegarmelo. "Ma puoi scoprirlo."
"Perché ti importa cosa sta cercando?" Chiesi.
Fu Caden a distogliere lo sguardo questa volta, contemplando con quel cipiglio sul volto.
"Blake è sempre alla ricerca di qualcosa." Strinse la mascella. "E quando lo fa, rovina tutto."
I miei occhi si spalancarono un po'. "Beh, non è questo un altro motivo per non essere coinvolta con lui?"
Gli occhi di Caden trovarono i miei. "Sei già coinvolta. E non ti farà del male. Non direttamente."
"Wow, Caden, è così rassicurante." Alzai le mani in aria. "Quindi non mi ucciderà direttamente, sì. Dovrei preoccuparmi? Oh no, mi andrà bene se mi ammazzano indirettamente."
Lo vidi alzare gli occhi al cielo. "Lo sai, non vali tutta la mia pazienza." Disse.
Lo fissai.
"Non permetterò che ti faccia del male, va bene?" Aveva di nuovo le mani tra i capelli e avevo la sensazione che fosse quello che faceva quando era a pochi secondi dal perdere la pazienza. "Dammi le informazioni da parte sua e ti prometto che ti proteggerò."
Lo guardai sbattendo le palpebre e per qualche motivo il mio battito cardiaco aumentò.
"Cosa vuole?" Chiesi, poi mi sollevai leggermente. "Voglio dire, perché proprio io? Cosa sta cercando che ha a che fare con me?"
"Non lo so."
"Stai mentendo. Devi sapere una qualcosa."
"Non lo so, Anderson." Si accigliò. "È complicato. Lui è complicato. Se sapessi cosa sta cercando, preferirei non perdere tempo a chiederti aiuto."
"Perché lo odi così tanto?" Chiesi, incuriosita adesso.
"Questo non ti riguarda." Infilò le mani nelle tasche della giacca. "Ora dimmi, cosa ha fatto Blake per farti comportare in modo così imbecille."
"Ehi." Mi accigliai. "Questo non riguarda te."
Prima che Caden potesse dire qualcosa, aggiunsi. "È davvero tuo fratello?"
Caden continuò ad accigliarsi.
"Non ti assomiglia per niente. E i tuoi genitori? Adrian mi ha detto–perchè sei in una gang comunque? Di cosa si tratta veramente? Cos'ha fatto Blake in passato per farti essere così sicuro che rovinerà tutto di nuovo?"
"Fai un sacco di domande, Anderson."
"Beh, devi–"
"Non devo risponderti nulla." Mi interruppe e il suo muro si alzò di nuovo. Con tutta la sua forza. C'era qualcosa che sapeva, qualcosa di brutto che lo portava ad isolarsi da ciò che lo circondava.
Quanto era grave per non poterne nemmeno parlare?
"Bene." Continuavo a fissarlo, molto confusa adesso, la mia rabbia dimenticata da tempo. "Lo farò."
Perché anch'io ero legata a questo. In qualche modo, anche i miei genitori lo erano. Stava succedendo qualcosa intorno a me che non sapevo. Nemmeno io pensavo di volerlo sapere.
"Ti aiuterò," Aggiunsi. "E spero di non commettere errori."
Non potevo fidarmi di lui. Non potevo fidarmi di Caden, di Blake o di nessuno di loro. Di chi dovevo fidarmi?
Caden sembrava un po' sorpreso. Sbatté le palpebre sorpreso, o forse stava semplicemente pensando a qualcosa. Pensavo che avrebbe abbassato un po' quei muri, ma non lo fece. Raddrizzando le spalle, fece un passo indietro e si limitò ad annuire.
Allora era così.
"E se mi uccidono–"
"Non ti ucciderà nessuno, Anderson."
Avrei voluto poterci credere.
•••••
"Sono stanco, Sky. Vattene da qui." Alex parlò ad alta voce, il che non aveva importanza dato che le sue parole finivano comunque attutite nel cuscino.
Incrociai le gambe sull'enorme poltrona a sacco marrone su cui ero seduta lungo un angolo della stanza di Alex. La signora Carter, la madre di Alex, mi aveva già avvertito di quanto Alex si fosse molto stanco nell'ultima ora, anche se in quel momento erano solo le nove di sera.
Immagino che l'amore per il sonno fosse nel sangue. Sangue dei migliori amici.
"Non è ancora mezzanotte, Alex," dissi, raccogliendo un filo allentato dal tappeto sotto di me. "Non dormi mai così presto."
Caden era rimasto profondamente infastidito dal fatto che non avessi mai nascosto nulla ad Alex. Gli dissi che non avrei più mentito ad Alex. Se io sapevo qualcosa, lo sapeva anche Alex. Era sempre stato così, fin da quando eravamo bambini. Alex era il mio migliore amico. Era la prima persona di cui mi fidavo in ogni situazione, a volte anche più dei miei genitori.
"Cos'hai contro il mio sonno?" Gemette.
"La stessa cosa che hai contro il mio sonno."
"Sky."
"Alex." Alzai gli occhi al cielo. "Pensavo che avresti voluto sentire quello che stavo per dirti."
Mormorò qualcosa di incoerente in risposta ma non si preoccupò di voltare la testa per guardarmi. Invece sembrava che stesse per addormentarsi. Non aveva nemmeno fatto l'allenamento di football oggi. Cosa lo aveva reso così stanco comunque?
Presi il cuscino più vicino e glielo lanciai in testa. Gemette di nuovo per l'impatto e mi guardò accigliato. "Falla finita, qualunque cosa sia."
Sospirai in risposta. I miei occhi volarono attraverso la sua stanza e si posarono sulla sua giacca del college blu scuro che era gettata sulla sedia della scrivania. Sorprendentemente, era sporco di terra, proprio come le sue scarpe da ginnastica gettate sotto il letto.
"Dove sei stato tutto il giorno?" Chiesi incuriosita. "A giocherellare nel fango?"
"Potresti farmi un favore e spegnere le luci?"
Lo guardai accigliata prima di sospirare di nuovo ad alta voce. Poi scivolai più in basso sul pouf e parlai.
"Caden è in una gang."
Aspettai, i miei occhi puntati su di lui e cercando qualche reazione. Ne avevo avuta uno anch'io. Ero sicura al cento per cento che anche lui sarebbe rimasto sorpreso. Solo che non disse nulla.
Tutto quello che fece fu borbottare in risposta.
"Alex!"
"Che cosa?" Mormorò stancamente. "Sei venuta qui e mi hai rovinato il sonno, solo per dirmi che Caden fa parte di una gang?" Sembrava un po' avvilito. Le sue palpebre abbassate e i capelli arruffati lo facevano sembrare avvilito.
"Non sei sorpreso?"
Alex sospirò pesantemente prima di sedersi, finalmente, e massaggiarsi il viso per l'evidente stanchezza. "Caden è considerato misterioso sotto molti aspetti, Sky. Metà della gente nella nostra scuola pensa che sia dentro queste losche stronzate. Cosa c'è di così sorprendente?"
Mi succhiai il labbro inferiore e riflettei sulle sue parole. Aveva ragione. Immaginai che la mia reazione fosse stata un po' drammatica, dopo tutto. Ma sentirlo e vederlo davanti ai tuoi occhi era diverso. Metà della nostra scuola non lo sapeva.
"Beh, la sera dell'homecoming, quando ti sei ubriacato, le cose sono andate male nel cortile della scuola. Magari hai sentito delle voci su–"
"Spari, sì." Lo completò per me, sembrando un po' meno stanco e un po' più curioso ora.
Annuii, sapendo che non potevo dirgli tutto allo stesso tempo. "Erano veri. L'ho visto accadere. Caden era lì e... si è fatto male."
Alex mi fissò, senza battere ciglio nemmeno una volta.
"Non sapevo come aiutarlo così l'ho portato a casa mia." Conclusi con un piccolo sorriso imbarazzato. Questa era la parte in cui pensavo che Alex sarebbe esploso.
Ma con mia sorpresa, la sua espressione si trasformò in una che diceva che era a pochi secondi dall'arrendersi. E poi si lasciò cadere sul letto, borbottando le parole successive nel cuscino. "Mi rendi così orgoglioso, Sky."
Sorrisi ancora di più, anche se ero sicura che lo intendesse in modo sarcastico. Per fortuna, la sua reazione non era stata negativa, e ne ero felice.
"Stavo solo cercando di aiutare."
Girò la testa verso di me e strinse gli occhi nella mia direzione. "E cosa è successo esattamente dopo?"
Mi morsi l'interno della guancia e poi distolsi lo sguardo. Avevo intenzione di tenere la parte in cui avevo lasciato che Caden restasse a casa mia, tutta per me. "Mi ha detto che fa parte di una gang dopo che ho fatto molte domande."
"Posso immaginare quanto sia stato straziante per lui." Mormorò.
Lo guardai incredula ma non servì a niente visto che ormai aveva il volto coperto dalla coperta.
"Ho scoperto anche altre cose." Allora mi guardai in grembo, giocherellando con le dita. "Ho scoperto che Caden ha un fratello, o almeno penso che sia suo fratello. Si chiama Blake ed entrambi non sembrano essere in buoni rapporti."
Per niente in buoni rapporti, in realtà.
"Fratello?" Metà del suo viso spuntava dalla coperta e mi resi conto che adesso era accigliato. "Credevo–non importa. Penso davvero che non dovresti essere coinvolta in queste cose, Sky. So che non va bene."
Alzai le sopracciglia e guardai il soffitto. "Non ho voce in capitolo, Alex. Mamma e papà conoscono i Matthew. Che sono anche i genitori di Blake."
Alex era silenzioso.
"Non mi fido di lui però. Credo che dovrò parlarne con i miei genitori."
Lo vidi strascicarsi un po' sul letto. "E tu ti fidi di Caden?" Chiese.
Mi morsi di nuovo l'interno della guancia. "Mi ha salvato la vita. Penso... penso di potermi fidare di lui."
C'era qualcosa in Caden, a parte tutta quella maleducazione che si portava dietro, che mi faceva venir voglia di fidarmi di lui. Ma ancora una volta, non sapevo nulla. Non sapevo nulla di lui, proprio come non sapevo nulla di Blake.
"Non lo so, Sky. Forse non dovresti decidere così in fretta di chi fidarti." Non potei fare a meno di notare come la sua voce si fosse abbassata a riguardo. O forse aveva solo sonno. "Non lo conosci."
"Non lo so, Alex."
A queste parole emise un piccolo mormorio. "Stai attenta. So come ti comporti con la fiducia. Inizi a fidarti di qualcuno e pensi che non potrà mai farti del male."
"Non è vero." Ma era. Sapevo che era vero. "Comunque grazie per esserci. Posso sempre contare su di te."
Alex impiegò qualche secondo per rispondere. "Ci sono sempre."
Sorrisi.
Poi Alex ruppe l'atmosfera amorosa e colomba con il suo atteggiamento sarcastico. "Adesso vattene da qui, Sky. Altrimenti giuro che non ti lascerò dormire per due intere maledette notti."
Ed è così che si viene cacciati dalla stanza del tuo migliore amico.
S/A
Nuovo capitolo!
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Scusate per gli errori!
Xx.
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