Quindici
Skylar's POV:
Mi svegliai in fretta al ronzio della macchina per il caffè.
Avevo questo vago pensiero che un trattore gigante fosse quasi sul punto di schiantarsi contro la nostra casa, e forse era per questo che quasi caddi dal divano su cui stavo dormendo.
Credetemi, era un suono orribile per cui svegliarsi.
Mi sedetti stordita e mi stropicciai gli occhi, scostandomi i capelli dal viso contemporaneamente.
"Papà?" Chiesi stancamente.
Guardare mio padre prepararsi una tazza di caffè la prima cosa dopo il risveglio era qualcosa con cui desideravo svegliarmi ogni giorno. Era bello e rigenerativo vedere i miei genitori soprattutto la mattina, cosa che accadeva raramente.
Quando desideravo cose così normale.
Facendo un forte sbadiglio, notai che fosse vestito in giacca e cravatta ner, i suoi abiti da lavoro. Il che significava che si era appena cambiato e se ne stava andando, oppure era semplicemente tornato qui. In questo caso, era sicuramente quest'ultimo.
Papà mi guardò da sopra la spalla e mi fece un ampio sorriso. "Oh, sei sveglia. Perché stavi dormendo sul divano?".
Ricambiai il suo sorriso e mi guardai intorno confusa. Nell'istante esatto, Chicken saltò sul divano e mi sopra, tra la coperta spiegazzata attorno ai miei piedi. Sollevai la coperta dal pavimento e sbirciai una giacca di pelle familiare a un'estremità del divano.
Oh merda.
I miei occhi si spalancarono per l'orrore mentre nascondevo freneticamente la giacca sotto la coperta ancora una volta e guardavo di nuovo papà. Era impegnato a preparare il caffè, quindi non aveva notato il mio piccolo momento di panico.
Caden era qui. Caden stava dormendo nella mia dannata stanza!
Mi guardai intorno ancora una volta, cercando di accertarmi se avessero già scoperto di Caden o se fossi fuori pericolo.
"Papà, dov'è la mamma?" Domandai lentamente.
Se fosse salita nella mia stanza, niente sarebbe andato a finire bene. C'era un ragazzo seminudo sul mio letto, per l'amor del cielo! La mia vita sarebbe finita per sempre. Probabilmente sarei stata messa in punizione per il resto della mia vita. E i miei genitori mi avrebbero fatta stare con la nonna la prossima volta che se fossero andati, il che ovviamente sarebbe stato molto presto.
"Credo che sia salita nella tua stanza." Mormorò, ancora troppo preso dal caffè per guardarmi.
Il mio respiro si fermò nei polmoni. Beh, è stata una bella vita finchè è durata.
"Mamma?" Urlai. "Mamma!"
Mi aspettavo che uscisse dalla mia stanza con assoluta furia, ma invece semplicemente uscì dalla sua stanza.
"Perché gridi, Skylar? Ti sei appena svegliata, per l'amor del cielo." Alzò le mani in aria esasperata.
Mi accasciai sul divano sollevata, felice di essere stata risparmiata questa volta. La paura era viva.
"Abbiamo sentito alcune cose che sono successe al tuo ritorno a casa ieri sera, ragazzo," Disse mio padre, del tutto indifferente alle mie grida improvvise. Si voltò verso di me e si appoggiò al bancone della cucina, con una mano stretta attorno alla tazza di caffè fumante. "Eri lì?"
Accarezzai lentamente la testa di Chicken, con lo sguardo rivolto a lui e a mia madre. "Certo che no. Ti sembra che ieri sera sia andata al ballo?"
Ero in pigiama, la mia felpa con cappuccio era gettata da qualche parte in salotto, c'erano resti di popcorn sparsi sul tappeto, forse anche sul tavolino. Tutto ciò era una prova sufficiente.
"Allora, di cosa stavi parlando? Cose che sono successe ieri sera?" Chiesi, chinandomi con noncuranza e afferrando la giacca di Caden sotto la coperta prima di tirarla verso di me. Potevo sicuramente sentire il familiare rigonfiamento di una pistola all'interno.
Come avevo potuto dormire con quella cosa vicino a me?
Mia madre scosse la testa e si sedette su una delle sedie da pranzo. "Alcuni stupidi adolescenti hanno vandalizzato il cortile della scuola." A giudicare dal modo in cui guardava papà, penso che sapesse più di quanto lasciasse intendere. Ma ancora una volta, non avevo davvero bisogno di sapere quando ero già lì ieri sera.
"Oh." Fu tutto ciò che dissi e Chicken emise un piccolo miagolio.
"Perché dormivi sul divano?" Mi chiese lei. Proprio come aveva fatto papà.
Mi costrinsi a non schivare il suo sguardo, schiarendomi la voce: "Uhm, la mia stanza era un disastro."
Non sembrava affatto convinta. Cosa sarebbe realmente successo se fosse entrata nella mia stanza?
Un disastro.
"Stavo lavorando fino a tardi a questa presentazione di biologia." dissi. "Molte cose erano sparse ovunque...ed ero così esausta. Così ho dormito qui."
Prima che potesse chiedermi qualcos'altro, cosa che avrebbe potuto farmi scoprire, posai Chicken a terra e mi alzai dal divano. Poi presi la coperta e il cuscino, assicurandomi di infilarci dentro la giacca di Caden senza che nessuno se ne accorgesse.
"Adesso vado a cambiarmi." E poi letteralmente corsi di sopra, facendo del mio meglio per non inciampare nei miei piedi.
Una volta fuori dalla loro vista e in piedi davanti alla porta della mia camera da letto, inspirai profondamente e gonfiai le guance. Non avevo idea che i miei genitori sarebbero tornati così presto. I loro viaggi di lavoro di solito duravano più a lungo. Se avessi saputo che sarebbero arrivati così presto oggi, almeno mi sarei preparata a svegliarmi prima.
Li sentivo mormorare qualcosa tra loro al piano di sotto. Nel momento in cui midi la mano sulla maniglia, sentii di nuovo la voce di mia madre. "Skylar?"
In quel momento la porta cominciò ad aprirsi dall'interno e io staccai la mano dalla maniglia. Alzai lo sguardo e vidi Caden, che sembrò brevemente sorpreso quando mi vide proprio lì. Ero consapevole dei passi di mia madre che si avvicinavano mentre saliva le scale. Prima che potesse vederci, però, spinsi velocemente Caden dentro e sbattei la porta dietro a entrambi.
"Che diavolo–" Iniziò ma interruppi il resto delle parole coprendogli la bocca con la mano.
"Shh!" Gli sibilai, mentre il fagotto della mia coperta e della giacca di Caden mi cadeva dall'altra mano, ammucchiandosi sul pavimento.
E con mia sorpresa, non disse altro. I suoi occhi si spalancarono appena, il verde era così brillante, ma non mi respinse neanche lui.
"Skylar, cosa ti succede?" Sentii dirle.
Lo shock di tutto ciò - mia madre stava proprio dall'altra parte della porta - mi fece saltare in avanti e andare dritto contro di lui. Caden inciampò all'indietro sorpreso e riuscii a malapena ad afferrargli la maglietta. D'istinto, le sue mani mi afferrarono per la vita proprio mentre entrambi crollavamo sul pavimento.
Non fece male dato che ero praticamente sopra di lui. Ma non avrei potuto dire lo stesso di lui però. Dio solo sapeva quanto gli faceva male il braccio ferito in quel momento.
Con le mani aperte sul suo petto, provai ad alzarmi. Ma era proprio lì, e c'era questo luccichio nei suoi occhi, e le sue mani erano su di me. Ben presto, le mie braccia tremarono per lo sforzo e cedettero da sotto di me, facendomi cadere di nuovo a faccia in giù sul suo petto. Gli sfuggì un gemito di dolore e la mia faccia arrossì.
"Oh mio Dio, mi dispiace così tanto!" Sussurrai frettolosamente, con gli occhi spalancati mentre provavo ad alzarmi ancora una volta. Ben fatto, Skylar. "Stai bene? Ti ho fatto male? Certo che l'ho fatto, cazzo! Non volevo–"
"Skylar, mi stai facendo preoccupare adesso." Quella era ancora una volta mia madre e caddi incredibilmente in silenzio, i miei occhi si spalancarono mentre fissavo quelli divertiti di Caden.
"Sto bene, mamma. Sono solo inciampata nel tappeto."
Caden non stava allontanando le mani dalla mia vita, e nemmeno io stavo rotolando via da lui.
"Perché allora non apri la porta?" Chiese, suonando un po' sospettosa ora.
Non pensavo che il mio viso avrebbe potuto riscaldarsi più di quanto stesse accadendo in quel momento. Ma quando le mani di Caden mi sfiorarono dolcemente un po' più in basso lungo la vita, non era solo il mio viso. Tutta la mia esistenza si è surriscaldata. Strinsi i denti.
"Sono nuda, mamma! Cos'altro vuoi che faccia?" Urlai.
Quello era l'unico modo per non farle fare irruzione all'interno. Imbarazzante, già. Non sapevo nemmeno come potessi finire in tali situazioni.
La sentii mormorare qualcosa di impercettibile prima di ritirarsi al piano di sotto.
"Oh Dio," mormorai, riuscendo finalmente a staccarmi da Caden, dalle sue mani e dal suo semplice tocco. Non smisi di allontanarmi finché non ci fu una distanza di sicurezza tra noi.
"Mi fa dire le cose più imbarazzanti." Sbottai.
"Nuda?" Chiese.
Abbassai la testa e lasciai che i miei capelli arruffati mi incorniciassero il viso da entrambi i lati. "Stai zitto. Non hai il diritto di mettermi in imbarazzo quando ti ho appena salvato la vita."
E quando lo guardai, il suo viso, per i primi secondi, tutto ciò a cui potevo pensare era oh merda.
Non era imbronciato, accigliato e nemmeno ghignante. C'era un piccolo, vero sorriso sulle sue labbra. I suoi occhi sembravano più verdi del solito e non potevo fare a meno di notare la fossetta sulla sua guancia destra. Lo faceva sembrare bellissimo.
Oh Dio.
E quando capii dove stavano andando i miei pensieri, il mio viso e il mio collo si infiammarono di nuovo.
Questo non faceva fottutamente bene alla mia salute, pensai.
Emise una piccola risata, probabilmente divertito dal mio stato agitato.
"Stai zitto, Caden," ripetei, aggrottando la fronte, poi mi alzai.
Potevo sentire un lieve miagolio dall'altra parte della porta. Quando la aprii, Chicken entrò e mi guardò con i suoi grandi occhi marroni.
"Tu dipingi." Sentii Caden dietro di me e quando mi voltai per guardarlo, adesso era in piedi anche lui. Ciò che però mi fece battere il cuore fu il fatto che avesse tra le mani una delle mie tele dipinte. I quadri che tenevo nascosti a tutti i costi sotto il letto.
"Uh sì," dissi, abbassai lo sguardo su Chicken e la presi in braccio. Non sapevo cosa fare con le mie mani. "Probabilmente è per questo che la mia stanza è sempre in disordine. Sai, la vernice sugli scaffali. E anche le tende. E–"
"Le pareti del bagno." Finì lui per me e vidi il sorrisetto sulle sue labbra mentre fissava il dipinto che aveva tra le mani. Ancora nelle sue mani. Era stato uno dei miei dipinti peggiori. Pezzi di vetro rotti. "Pensavo che avessi ucciso qualcuno lì dentro."
Lo guardai mentre lo rimetteva sotto il letto, ma non mi chiese perché lo tenevo lì. Avrebbe potuto, ma non lo fece. Cosa avrei detto comunque? Che pensavo che mia madre odiasse miei quadri? Che pensavo che i miei genitori avrebbero preferito che prestassi più attenzione ai miei studi piuttosto che a quei quadri sotto il letto se mai glieli avessi mostrati?
"Se fossi in te, non li terrei nascosti sotto il letto." Alzò le spalle.
Lo fissai, sorpresa. Mi aveva fatto indirettamente dei complimenti? No, non poteva essere affatto vero.
"Come va il tuo braccio?" Buttai fuori quando il silenzio si allungò.
Seguì il mio sguardo fino al suo braccio e alzò di nuovo le spalle. "Sta bene."
Ero abbastanza sicura che non andasse neanche lontanamente bene, ma non insistetti. Era chiaramente una di quelle persone testarde che avresti potuto rinunciare alla tua vita cercandole di capire.
Chicken saltò fuori dalle mie braccia e girò intorno alla mia porta, prima di arricciarsi proprio lì. Andai avanti e mi sedetti a gambe incrociate accanto a lei.
"Quindi." Tornai a guardare Caden, accarezzando Chicken dietro le orecchie. "Hai intenzione di dirmi cos'è successo esattamente ieri sera?"
Sapevo che avrebbe preferito non dirmelo. Qualunque cosa fosse, era qualcosa di oscuro e pericoloso. Tuttavia, non potevo fare a meno di diventare un po' impaziente e curioso. Ero stata così tutta la notte, ieri sera.
Caden si appoggiò contro una parete e incrociò le braccia. "Devo?"
In un certo senso mi fece pensare che non si fidasse affatto di me, il che a sua volta mi fece porre la stessa domanda, mi fidavo di lui? Ma non pensai a una risposta. Non in quel momento.
"Beh, dovresti," Dissi cercando di non accigliarmi. "Ero lì ieri sera. Ho visto metà delle cose accadere proprio davanti a me. E questa." Indicai la sua giacca di pelle abbandonata per terra. "Ci deve essere una ragione per questa."
Sapevamo entrambi che non stavo parlando della sua giacca, ma di quello che c'era dentro.
"Ci sono un sacco di cose che non capirai, Anderson." Mormorò passandosi una mano tra i capelli.
Mi accigliai. "Non sono così stupida. Sono sicura che se mi spieghi, capirò abbastanza bene," dissi, poi strizzai gli occhi. "Quel ragazzo biondo era davvero tuo–"
"Allora te lo mostrerò." Mi interruppe, raddrizzandosi dalla sua posizione inclinata. Chiusi la bocca e continuai a guardarlo accigliata. "Ti mostrerò di cosa si tratta veramente."
Mi rianimai un po' a quello. "Proprio adesso?"
Fu lui a guardarmi accigliato questa volta. Il tipico cipiglio di Caden a cui mi stavo abituando, totalmente diverso da quel piccolo, raro sorriso. "Non adesso. Ti manderò un messaggio quando sarà il momento."
Quando sarà il momento? Stavo per chiedergli cosa intendesse esattamente con questo, ma l'istante successivo chiusi la bocca.
Aspetta, aveva il mio numero di telefono?
Lo guardai e lo vidi già in piedi accanto alla finestra, che la apriva e sbirciava fuori.
"Stai andando?" Mi alzai con Chicken tra le mani.
Lui mi guardò con uno sguardo evidente. "Vuoi che resti?"
Pensavo davvero che me lo avrebbe detto, tipo adesso. Oppure mostramelo, se era per questo.
"Potresti peggiorare il dolore al braccio saltando da quassù." La mia voce uscì tranquilla.
Mi lanciò un'ultima occhiata ed fu praticamente un alzare gli occhi al cielo, quasi come se non potesse credere che avessi il coraggio anche solo di dirlo. "Non comportarti come se non l'avessi mai fatto prima, Anderson."
Senza aspettare alcuna risposta da parte mia, misi le gambe oltre la finestra ed saltò giù con un movimento rapido.
Sbattei le palpebre e guardai il davanzale della mia finestra, dove lui era stato solo pochi secondi prima. Dire che ero rimasta sorpresa sarebbe sicuramente un eufemismo. Ero rimasta molto sbalordita.
Come diavolo faceva a saperlo?
Aggrottai la fronte e mi avvicinai alla finestra aperta, guardando fuori. Ma lui non era lì. Quasi come se non fosse nemmeno stato qui.
S/A
Nuovo capitolo!
La situazione inizia a farsi interessante, cosa ne pensate?
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Scusate per gli errori!
Xx.
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