Quattordici
Skylar's POV:
Aprendo il primo cassetto il più velocemente possibile, frugai tra le varie cose presenti all'interno ma non riuscii a trovare l'unica cosa che in quel momento cercavo.
La cassetta di primo soccorso.
Non potevo credere che la ricerca di una cosa così ovvia potesse rivelarsi così difficile in una situazione del genere: un'emergenza.
Dopo quelle che mi sembrarono ore, finalmente notai una piccola scatola trasparente in uno degli armadietti inferiori. Tirandola fuori, uscii dalla cucina e corsi di nuovo verso Caden.
"Non sono molto brava a farlo. Perché non possiamo semplicemente andare in ospedale?" Mi tremavano leggermente le mani mentre aprivo la scatola. "Probabilmente ti ferirò di più."
O forse no, ora che ci pensavo. Ma non mi ero mai trovata in una situazione del genere. Con un ragazzo ferito e sanguinante sul mio divano. I nervi mi stavano divorando viva. E se lo avessi incasinato più di quanto non lo fosse già in questo momento?
"Non l'ospedale." Si spostò leggermente sul divano, con la mano tesa verso la cassetta del pronto soccorso. Lo ignorai e la misi accanto a lui, aprendola rapidamente. Non avevo bisogno di guardarlo per notare il suo cipiglio. Era ferito ma stava ancora cercando di nasconderlo. Solo guardare la ferita sul suo braccio mi faceva ripensare a tutta la faccenda dell'ospedale.
Caden era testardo. Molto più testardo del solito.
"Va bene." Annuii e srotolai una spessa benda bianca, cercando di calmare più me stessa che lui. Facevo schifo in questo e il panico che mi colmava dentro lo confermava.
La sua giacca era già stata messa da parte. Ma mentre mi sedevo sul divano accanto a lui, rivolta verso di lui, lo sentii inspirare lentamente prima - oh - di togliersi la maglietta in un colpo solo.
Poi fece una smorfia. La ferita non sembrava così grave, per lo più sfiorata dal coltello, ma c'erano macchie di sangue ovunque. Non capivo perché i miei genitori volessero che mi dedicassi alla medicina quando solo la vista di troppo sangue mi faceva svuotare la mente.
"Farà male, okay?" Sussurrai, aggrottando le sopracciglia per la concentrazione.
Poi presi un pezzettino di cotone, lo inzuppai nell'antisettico e cominciai a toccargli la ferita.
Puoi farcela, Sky.
"Non-non posso." Allontanai la mano tremante.
Caden inclinò la testa contro il divano e chiuse brevemente gli occhi. La sua mano, ancora una volta, si allungò verso di me, chiedendomi silenziosamente di dargliela.
Lo fissai con gli occhi spalancati, poi inspirai profondamente. "No, no, posso farlo. Devo solo farmene una ragione. Hai bisogno di aiuto."
"Non sarebbe di grande aiuto se svenissi addosso a me."
"Non sverrò su di te," gli dissi, stringendo i denti e afferrandogli dolcemente l'avambraccio mentre raccoglievo ancora una volta il batuffolo di cotone.
Caden non disse assolutamente nulla. All'inizio si è limitato a sibilare leggermente, poi rimase in silenzio per tutto il tempo mentre pulivo gran parte della ferita. Se fossi stata al suo posto, mi resi conto, avrei pianto a dirotto.
Quando ebbi finito e la ferita non sembrava sanguinare più, presi la grande benda e l'avvolsi lentamente attorno al suo braccio. Sembrava abbastanza decente, non così disordinato come prima. Un piccolo brivido mi percorse e mi staccai da lui, con le mani sul grembo.
"Ti senti meglio?" Chiesi lentamente, i miei occhi che sfrecciavano sul suo viso, cercandolo.
Non disse nulla. Ma le sue sopracciglia non erano più aggrottate e immaginai di non essere stata poi così male nel bendarlo. I suoi capelli gli cadevano sulla fronte, inzuppati di sudore, mentre lo fissavo. Aveva perfino gli occhi chiusi, e per una volta avrei voluto vedere quegli occhi verdi. Volevo che mi dicesse che stava bene.
"Cos'era... tutto quello, Caden?" Chiesi in un sussurro.
Era ferito. Aveva una ferita da coltello sul braccio e lividi sullo stomaco. E si comportava come se fosse normale. Farsi male durante le risse era normale per lui. Cosa era successo tra lui e quel ragazzo biondo? Era davvero il fratello di Caden?
"Non adesso." Uscii dai miei pensieri quando sentii la totale stanchezza nella sua voce. "Non ho più energia per spiegare in questo momento."
Lo fissai ancora per qualche secondo prima di scrollare la testa dalle mille domande che ancora mi giravano per la testa. Tutto questo era troppo incasinato anche solo per pensarci.
"Puoi restare qui," Dissi, chiudendo la cassetta del pronto soccorso e raccogliendo l'asciugamano insanguinato e i batuffoli di cotone. "Non penso che tu sia nello stato di tornare a casa tua in questo momento. Non riesci nemmeno ad alzarti."
Una volta rimessa la scatola al suo posto precedente, tornai a guardare Caden.
Non diede alcuna risposta, quindi lo presi come un sì. Non volevo che restasse qui. Non dopo stasera e dopo quello che gli avevo visto fare nel cortile della scuola. Ma che razza di persona sarei stata se gli avessi detto di andarsene?
Con un profondo sospiro, entrai nella stanza dei miei genitori e presi alcuni vestiti dall'armadio di papà. In qualche modo, Chicken aveva già trovato la strada verso di me mentre tornavo nel salotto dove si trovava Caden.
"Puoi farti una doccia di sopra, se vuoi," Dissi e lui finalmente aprii gli occhi, abbassando lo sguardo sui vestiti puliti tra le mie mani. "E qui ci sono dei vestiti."
Lui non rispose per qualche secondo, guardandomi accigliato, e stavo quasi per chiedergli se c'era qualcosa che non andava. Gli faceva troppo male il braccio?
"Posso prestarti degli antidolorifici." I miei occhi si spalancarono un po'. Perché non ci avevo pensato prima? Alzai un dito. "Aspetta un secondo."
Caden mi stava ancora guardando in modo strano quando riuscì a mandare giù le pillole che gli avevo dato insieme a un bicchiere d'acqua.
Prima che potessi dire altro, prese lentamente i vestiti dalle mie mani tese. Quando si alzò proprio di fronte a me, il mio respiro si fermò involontariamente in gola e feci un piccolo passo indietro.
Poi mi superò e il mio sguardo volò sulla sua giacca di pelle abbandonata in un angolo del divano. Chicken mi faceva le fusa ai piedi e lo vidi scomparire al piano di sopra prima di guardare di nuovo la sua giacca.
La stessa giacca con una pistola dentro.
•••••
Dopo circa mezz'ora seduta sul divano a fissare la giacca nera di Caden, come se da un momento all'altro ne saltasse fuori un serpente velenoso, alla fine rinunciai. Stavo pensando da un po' a tutto questo, rischiando quasi di esaurirmi nel processo.
Chi era Blake? Perché Caden aveva minacciato quella ragazza, in primo luogo? Mi aveva detto che non sarebbe venuto al ballo. Ma l'aveva fatto. Quel ragazzo biondo era imparentato con quella banda criminale di cui mi aveva parlato Caden?
Avrei voluto sapere qualcosa. Odiavo quando non sapevo niente.
Quando non riuscii più a sopportare il disagio che mi cresceva dentro, mi alzai dal divano e iniziai ad andare di sopra per controllarlo. Era passato un po' dall'ultima volta che era uscito per farsi una doccia. Dato che la stanza più vicina nel corridoio era la mia, aprii la porta della mia camera da letto ed entrai.
Rimasi un po' sorpreso quando vidi Caden sdraiato sul mio letto, svenuto per la stanchezza, con il braccio illeso appoggiato sul viso. I suoi capelli erano umidi, scostati dalla fronte ma ancora arruffati. Anche se indossava i pantaloni della tuta che gli avevo regalato, non indossava esattamente una maglietta.
E dal momento che non stavo più ripulendo le sue ferite, non potevo fare a meno di lasciare che il mio sguardo scorresse sul suo corpo perfettamente tonico, sui muscoli duri. Un ragazzo attraente come Caden Miller era a casa mia, nella mia camera da letto a dire il vero, e non avrei dovuto nemmeno sbavare su di lui?
Ancora una volta, dovetti scuotere la testa. Non era normale. Le cose erano diverse. Era ferito.
Per colpa di suo fratello.
Mi avvicinai lentamente a lui, presi la trapunta e gliela feci scivolare addosso.
Gang, pistole e nemici. Banda dell'Est.
Scivolai fuori dalla mia stanza dopo aver spento le luci e chiusi la porta dietro di me. Poi mi appoggiai al muro più vicino e mi strofinai le mani sul volto.
Prima o poi me lo avrebbe dovuto dire.
S/A
Questo capitolo è corto, ik.
Spero di riuscire a tradurre in fretta il prossimo.
Cosa ne pensate?
Lasciate un voto e un commento qui sotto ⬇️⬇️ se vi è piaciuto!
Scusate per gli errori!
Xx.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top