Quarantotto

Skylar's POV:

Era come se mi fossi bloccata in uno stato di trance mentre continuavo a tenere lo sguardo sullo schermo del portatile.

"L'ultimo discoide di metallo--" Questa doveva essere la centesima volta che guardava alla sua destra. "--lo troverai li."

Sbattei le palpebre un paio di volte prima di mettere il pausa il video. Prima aveva menzionato un luogo preciso al quale non avevo prestato molta attenzione. Ma ora che stava parlando riguardo quello -del discoide di metallo- sentii il bisogno di riascoltare ancora una volta quella parte.

"The State Museum ad Harrisburg. La grande statua di William Penn." Non avevo idea di chi fosse quell'uomo, ma continuai ad ascoltare. "L'ultimo discoide di metallo. Lo troverai li.

"Per l'accesso alla barra di metallo  che c'è dietro. Digita il codice 5273. E troverai il disco al di sotto di esso." 

Stava per dire altro, qualcosa che doveva essere stata un'altra avvertenza, quando la telecamera si sbilanciò. Sentii un forte rumore dal video e finì quasi subito. Ci impiegai pochi secondi per distogliere lo sguardo dallo schermo, appoggiandomi contro testiera del letto.

Chi era quell'uomo?

Almeno sapevo di quale oggetto stesse parlando. Per quanto ne sapevo, discoide significava a forma di disco.

Li avevo visti nel cassetto di Alex.

Il timore mi avvolse dal nulla. Questo video era ciò che Blake cercava. Questo oggetto, qualsiasi esso fosse, era ciò che la gang di Blake voleva. Volevano quel disco. Ma perchè? Cosa c'era di cosi importante riguardo quel disco? 

Perchè finivo sempre con farmi sempre più domande?

Guardai ancora lo schermo del portatile, il video era in pausa. Non realizzai cosa stessi facendo fino a che non copiai il video nel server del computer, tirai fuori la chiavetta e uscii dalla camera andando al piano inferiore. Per fortuna, non c'era nessuno che mi vide correre dentro la cucina e infilare la chiavetta dentro al frullatore, accendendolo velocemente.

Probabilmente fu il forte rumore del frullatore che fece uscire mio padre dalla sua stanza. Mi guardò cautamente prima di porre la sua ovvia domanda, "Cosa stai facendo?"

Forse stavo impazzendo un po'. Ma qualcuno poteva biasimarmi? La paranoia faceva fare cazzate. 

Mi appoggiai contro il bancone della cucina, il cuore mi accelerò nel petto. Lanciai un'occhiata al frullatore e lo spensi. Tutto quello che c'era dentro erano piccoli pezzi della chiavetta.

Lo avevo appena fatto davvero?

Anche se avevo distrutto il drive, sapevo che Blake mi avrebbe cercata lo stesso. Blake e Kevin...chiunque lui fosse stato. Quel video diceva chiaramente dov'era il disco di metallo. E avevo ancora quel video nel mio computer.

Solo non sapevo perchè tutti erano alla ricerca di un piccolo disco.

•••••

"Puoi dirmi dov'è l'auditorium?" Sentii chiedermi da una ragazza.

Non avevo idea del perchè il preside Stewart non avesse appeso delle piantine della scuola sulle pareti. Perchè ero bloccata li a dire alle persone dove si trovasse l'auditorium? O l'area dove si vendevano i dolci? O le bancarelle?

"Certo." Dissi con un sorriso forzato prima di camminare verso l'auditorium. Dopo tutto, stavo indossando un badge dello staff, le persone sarebbero venute sempre da me come se fossi una sorta di patetica calamita.

"Studi in questa scuola?" Chiese la ragazza, camminando dietro di me. Non avevo scelta quindi annuii.

"Si."

"La Crestmont High organizza sempre questi generi di eventi." Sorrise. "Sono della Waverly High, comunque."

Sapevo che scuola fosse. A quanto pare era la nostra rivale, per lo meno negli sport. Però, non avevo mai capito quella rivalità. Per me ogni scuola era una tortura.

"Fantastico. Credo che la maggior parte delle persone qui siano della Waverly High." Dissi, dato che molti lo avevano detto. Dato che questo era un evento di beneficenza, gli studenti di tutte le scuole del vicinato erano invitate. Anche gli insegnanti. Era un modo per avere più pubblicità.

"Ecco qui, questo è l'auditorium." Mi fermai davanti alle porte chiuse dell'auditorium. "Puoi scrivere il tuo nome qui."

Quando entrò, buttai fuori un piccolo sospiro e tornai verso la palestra. Non avevo idea di dove fossero gli altri membri dello staff. Mi sembrava che fossi l'unica ad avere a che fare queste persone. Guardando verso l'orologio, realizzai che mancava ancora un'ora prima di poter tornare a casa. Questo era stancante, e odiavo davvero il preside per avermi obbligato da fare da volontario.

La palestra era stata decorata come se fosse una pista da ballo, come se fosse la serata del ballo genitori-ragazzi. Dovevi comprare un biglietto per andare in pista e i soldi sarebbero andati in beneficenza.

"Ehi, Sky. Mi dai una mano?" Chiese Olivia, una ragazza del mio corso di chimica, appena cercò di maneggiare un'enorme scatola per il rinfresco.

Avrei potuto dire un grande e grosso no, ma non lo feci. Speravo però che le persone vedessero quanto fossi stanca in quel momento. Ogni parte di me stava piangendo per protesta.

"Certo." Andai verso il tavolo del rinfresco e iniziai ad aiutarla, mettendo i biscotti nei piatti vuoti sul tavolo.

Almeno non dovevo più dare indicazioni.

All'improvviso, con la coda dell'occhio, vidi una figura tra la folla al centro della palestra. Stringendo gli occhi, ci impiegai un momento per realizzare che si trattava di Caden. E sembrava leggermente esasperato come se cercasse qualcuno.

"Torno tra un secondo." Dissi ad Olivia prima di andare verso di lui.

Non avevo idea che sarebbe venuto.

"Caden," Lo raggiunsi, fermandomi quando i suoi occhi trovarono i miei. "Cosa ci fai qui?"

Non avevo avuto neanche un momento per parlare con lui da quel giorno che venne a casa mia. Lui non chiamò me, e io non chiamai lui.

L'esasperazione sparì dal suo volto appena si avvicinò a me. "Ti stavo cercando." Disse.

"Perchè...perchè mi cercavi?" Non potei non notare la distanza tra noi. Cosicché nessuno avrebbe capito.

Ma le persone lo sapevano. Quella notte, quando Caden rimase a casa mia, mi ero completamente dimenticata di Jenna. Doveva averlo visto chiaramente lasciare casa mia il giorno dopo. E aveva fatto l'unica cosa che era in grado di fare. Aveva iniziato a spargere voci. 

Il che non era una sorpresa. Quella ragazza non aveva una propria vita.

Caden voleva tenere il tutto privato. E a me andava bene. Mi era andato bene. Finchè non mi trovai a chiedermi perchè?

Per ragioni per le quali non era disposto ancor a parlarne. Cos'era successo che rendeva pericoloso per me il fatto di vedermi con lui? 

Il mio stomaco si strinse a quello. Come se avesse sentito i miei pensieri, il che non era possibile, un piccolo cipiglio si formò sulla sua fronte.

"Il tuo amico Alex, è scappato dalla gang di Blake." Mi disse, allo stesso tempo i suoi occhi verde scuro si fermarono nei miei. Ora che li notai da vicino, tutta la sua figura sembrava trasandata. La sua maglia sembrava stropicciata in alcuni punti, perfettamente nascosti dalla sua giacca.

"Oh." Fu tutto quello che dissi. Cos'altro avrei dovuto dire? Che lo sapevo già dato che Alex era venuto a casa mia dopo essere scappato?

Il cipiglio non sparì dal suo volto

"Perchè...ha lasciato la gang?" Mi ritrovai a chiedere. Caden mi guardò per un momento, passandosi la mano tra i capelli già alla rinfusa, e fu li che notai le nocche livide. I lividi sembravano nuovi. Non si era preoccupato neanche di bendarle. E questo mi irritò più di tutto. Il suo disinteresse per se stesso mi infastidì. 

"Non lo so." Replicò.

Il suo sguardo sembrò diventare leggermente più snervante, o forse, ero solo troppo stanca. Di fatto, non potevo spiegare perchè sentissi un groppo in gola crescere nella gola.

"Olivia ha bisogno del mio aiuto. Io...forse ci vediamo dopo." Gli dissi, facendo alcuni passi indietro prima di voltarmi completamente, e rifare la strada per tornare al tavolo del rinfresco.

Qualcosa non andava in me. Sembrava cosi sbagliato

Anche se non riuscii a trovare Olivia vicino al tavolo, mi tenni occupata con qualcosa prima che quei pensieri affollassero di nuovo la mia testa. Volevo solo tornare a casa e dormire. Dimenticare di tutto questo per un po'.

"Non sembravi sorpresa." Sentii la sua voce dietro di me. Perchè non se n'era andato?

"Io credo...non sentire il bisogno di essere per forza sorpresa se sono sorpresa." Dissi, non guardandolo. Caden rimase in silenzio facendomi quasi pensare che se ne fosse andato. Ma sapevo che non fosse cosi, potevo sentire chiaramente la sua presenza dietro di me.

Mi irrigidii lievemente quando appoggiò una mano sul mio braccio e mi fece girare.

"Caden--"

"Cosa c'è?" Chiese. Sapeva che ci fosse qualcosa. Dio, perchè non ero brava in questo?

"Niente." Scossi la testa, aggrottando le sopracciglia. "Senti, sono impegnata e sarebbe davvero di aiuto se tu--"

"So quando qualcosa non va con te, Skylar." Non c'era molta distanza tra noi come prima. Potevo quasi sentire il calore del suo corpo. "E io so quando stai mentendo."

Dovevo tirarmi fuori da tutto questo.

"Non sto mentendo, Caden. Davvero." Continuai a non riuscire a incontrare i suoi occhi. Qualcosa non me lo permetteva. "Sono solo stanca, tutto qui."

La sua mano era ancora ferma sul mio braccio. A differenza di Alex, non era stretta, e questo mi fece confondere maggiormente. Perchè per una volta qualcosa non poteva essere semplice?

"Sei andata da lui?" Chiese all'improvviso, prendendomi alla sprovvista.

"E...anche se fosse?" 

Il cipiglio tornò sul suo viso. "Ti avevo detto di non farlo."

"Perchè? Solo perchè pensavi che mi avrebbe ferita?" Non riuscii a non notare come la mia voce suonasse più alta ora. "O c'è altro?"

C'era qualcos'altro?

"Non è come pensi--" 

"Questo è quello che ti sto chiedendo!" Parlai incredula. "Cosa c'è di cosi tanto complicato che non puoi dirmi?" 

Ero esausta e irritata e volevo solo che me lo dicesse, qualsiasi cosa fosse, qualsiasi cosa mi stesse nascondendo. Non poteva essere onesto? Chiedevo troppo?

"Niente." I suoi occhi si spalancarono leggermente. "Non c'è niente che-"

"Non mentirmi, Caden."

Allontanò la sua mano. "Continuerai ad interrompermi?" Suonò arrabbiato, e anche frustato. E io provavo lo stesso.

"Pensavo ti fidassi di me." Sussurrai, questa volta lo guardai negli occhi. Non sapevo perchè lo avessi detto. Le cose andavano sempre a puttane quando si tornava alla fiducia.

Tuttavia, dicendolo ad alta voce lo fece sembrare più reale. E se Alex avesse avuto ragione? Cosa sapevo veramente di Caden?

"Mi fido di te, maledizione!" 

"Davvero?" Sentii i miei occhi pungere ai lati quando non disse nulla dopo quello. "Alex è venuto a casa mia l'altra sera. Dopo che te ne sei andato."

Vidi la sua irritazione trasformarsi in sorpresa.

"Mi ha detto di stare lontana da te." Continuai a dire, sentendo il peso di quelle parole.

"Cosa?" 

"Mi ha detto qualcosa." La mia voce si abbassò di qualche tono, ma dato che era vicino, abbastanza vicino da toccarmi, poteva sentirla chiaramente. "Mi ha detto--I tuoi genitori...sono morti per colpa tua?"

Non realizzai quanto bizzarro suonasse il tutto finche non lo dissi ad alta voce. E anche se era solo un sussurro, lui lo sentii, i suoi occhi si spalancarono leggermente a quella domanda. Però non ruppi la connessioni nei nostri sguardi. Aspettai solamente la risposta, una qualunque. Mi sarebbe andato anche bene se avesse riso, se mi avesse detto che stavo dicendo cazzate. Ma non lo fece.

Non lo fece.

"Era questa la cosa che mi stavi tenendo nascosta?" Chiesi piano, deglutendo. A quel punto avevo paura di tutto. Della sua risposta. Degli sguardi che stavamo ricevendo. Di quella stupida festa. 

Qualcosa attraversò i suoi occhi e strinse la mascella. "Perchè dovresti credere a lui?" 

Non sapevo neanche più a chi credere.

"Ho bisogno di un si o di un no, Caden." La mia voce suonò quasi più dura della sua, mentre le mie viscere si stavano aggrovigliando.

"Sky--"

"Perchè non puoi solo rispondere alla domanda?" L'urgenza era palese nella mia voce. Così evidente. Avevo bisogno che rispondesse.

"Perchè non voglio perderti!" Suonò disperato. Non lo avevo mai sentito cosi. Tranne quando mi aveva detto di stare lontana da Alex.

Aveva ucciso i suoi genitori.

"Tu...li hai uccisi?" A quel punto mi era difficile comprendere qualsiasi cosa. "Come--Perchè?"

I suoi occhi implorarono i miei, cosi tanto che quasi mi avvicinai a lui. Ma qualcosa mi trattenne. Uno strattone al cuore mi fermò. Continuai a guardarlo, volendo che lo negasse. Perchè non stava dicendo no o si o altro?

Fece un passo verso di me ma la leggera paura mi fece fare un passo indietro. Allontanandomi da lui. Non sapevo come reagire. Non sapevo cosa dovessi provare. Vedendo quello, la disperazione calò sul suo volto e un'espressione fredda come pietra prese il suo posto.

"Si." Disse.

Sbattei le ciglia, lo shock era evidente sul mio viso. Continuai a dire a me stessa che forse, solo forse, avevo capito male. Ma sapevo che non fosse cosi. Lo avevo sentito chiaramente. Solo non sapevo come reagire. La musica forte attorno a me, e le numerose persone che mi circondavano fecero sembrare tutto questo ancora più travolgente.

"Perchè?" Sentii la tensione nella mia voce appena provai a cercare qualsiasi tipo di emozione sulla sua faccia. Ci provai ma tutto era neutra. I suoi occhi non avevano nessuna emozione. "Perchè l'hai--"

"Non ha importanza."

"Ah, no?" Non riuscii a non lasciare la rabbia prendere il posto di tutte le altre emozioni. Tutto quello che volevo era dargli uno schiaffo, o ferirlo con qualcosa. La pesantezza nel petto mi fece venire voglia di piangere, ma non volevo farlo. "Mi devi dire il perchè."

"No, non devo." Disse, distogliendo lo sguardo da me. "Sono morti a causa mia. Questo non dovrebbe interessarti."

Continuai a fissarlo. Incredula, ferita, triste. Non lo sapevo. Mi stava trattando come quando ci eravamo incontrati la prima volta. Come se fossi niente.

"Non devo darti nessuna spiegazione, Sky." Tutto riguardo lui era ancora privo di qualsiasi emozione.

Non doveva? Non meritavo proprio niente? Quello però non glielo chiesi. Avevo paura della risposta che avrebbe potuto darmi.

Mi aveva detto che gli piacevo. Mi stava nascondendo delle cose. Pensava che non mi dovesse una spiegazione neanche allora.

"Sai cosa?" Finalmente trovai la voce, che sorprendentemente non uscì come un rotto sussurro. "Mi hai già persa."

Mi girai allora, per andare via da lui. Non potevo stare li ancora a lungo, guardandolo alzare barriere attorno a lui. Chiudendomi fuori. Lo odiavo, il fatto che non potesse essere mai sincero con me.

Era semplicemente fatto cosi.

E faceva male.





S/A.

Ciao a tutti!

Ecco a voi la verità: Caden li ha uccisi, ma perché? Cos'è successo?

E quel disco? Perché è così importante?

Lasciate un voto e un commento qui sotto se vi è piaciuto!

Scusate per gli errori!

Xx.

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