Epilogo

Skylar's POV:

"Dov'è Hanna?" Chiese Juliette, fermandosi al mio armadietto e facendo enfasi alzando un po' troppo le sopracciglia. "E Alexander?"

Non avevo mai capito perchè amasse chiamare Alex con il suo nome intero. Per qualche ragione mi sembrava molto formale.

"Hanno saltato scuola per un'uscita mattutina." Dissi, anzi grugnii, mentre tiravo fuori il libro di algebra.

Arricciò il naso leggermente prima di ridacchiare. Juliette era una delle studentesse del programma di scambio, era qui da qualche mese. Quello che mi sorprese, fu che fosse diventata una mia amica, invece che far parte del gruppo dei popolari. Aveva decisamente quell'aria.

"E perchè sembri cosi arrabbiata?" Chiese, arrotolandosi una delle sue ciocche bionde attorno al dito. 

"Perchè ha rifiutato di portarmi con sè." Le diedi un'occhiataccia. "Andiamo, Jules, chi si comporta cosi?" Non mi piaceva fare la ruota di scorta, ma cavoli! Era un'uscita mattutina, un modo perfetto per balzare scuola.

Questo era l'esatto motivo per cui non volevo che Alex si fidanzasse.

Ridacchiò ancora a quello.

"L'avrei fatto anche io se fossi uscita con il mio ragazzo." Si dimenticò però di chiarire che non ne avesse uno. "Parlando di ragazzi, vieni alla festa che da Brian questa sera?"

Brian era uno di quei ragazzi che invitava l'intera scuola alle sue feste. Il motivo non era ancora ben chiaro. Forse era solo gentile, tutto qui.

"Dovrei?"

"Ci sarà Noah."

"Perchè devo venire per vedere te limonare con un ragazzo?" 

Ruotò gli occhi, nonostante il sorriso il volto. "Puoi portare Caden." Fece fare su e giù alle sopracciglia in modo allusivo. Risposi semplicemente con un'occhiata piatta. "Oh andiamo, ragazza, voi due siete come la super coppia del secolo. Abbiamo bisogno di un po' di attività sexy--"

"Silenzio. Mi imbarazzi."

"Davvero? Tutto ciò che ho sentito da quando sono qui è come tu abbia cambiato quel ragazzo! Sai quello che dicono le cheerleader? Che non si è mai fidanzato. E ora sta con te!" Disse agitata. "E in più, quando ti guarda. Oh mio Dio, quando ti guarda perdo il respiro."

L'unica persone più drammatica di me, era lei. Forse era per questo che eravamo diventate cosi amiche.

"La tua relazione ciò che tutti sognano." Sussurrò prima di raddrizzarsi al suono della campanella. "Ci vediamo dopo."

E poi sparì per andare a lezione. Io avevo quella di algebra ora. E io, come sempre, volevo solo dormire. Potevo veder chiaramente le persone che sparivano dal corridoio mentre appoggiavo con la nuca alla superficie metallica degli armadietti. 

Inoltre sapevo che il vicepreside amava fare dei giri per i corridoi, specialmente durante le prime lezioni. Si sarebbe di certo incazzata se mi avesse trovata immobile contro agli armadietti, cosa che era già successo parecchie volte.

Chiusi gli occhi. In questi giorni, la tentazione di addormentarmi durante le lezione sembrava difficile da ignorare. Gli ultimi esami stavano per arrivare e io ero cosi stressata.

All'improvviso, sentii un braccio avvolgermi la vita. Stranamente non lo spinsi via. Sapevo perfettamente chi fosse.

"Se pensi di fare delle battute sul mio sonno, non farlo." Borbottai, con ancora gli occhi chiusi. Mi spinse contro il suo petto con una piccola risata. Sapevo che avremmo potuto beccarci una punizione se ci avessero trovato cosi. Comportamenti cosi intimi erano severamente proibiti nei corridoi, soprattutto quando saresti dovuto essere in classe.

"Non posso non farlo." Caden mormorò al mio orecchio. "Ogni volta che ti vedo, ti stai sempre per addormentare."

Avvolsi le braccia attorno a lui prima di buttare fuori un sospiro.

"Sono stressata, Caden. Ci credi? Io stressata per lo studio?" Non impazzivo mai per queste cose, tranne per fisica, ovviamente.

La sua mano raggiunse i miei capelli, i quali quel giorno non mi ero preoccupata di raccogliere in una treccia, o una coda.

"Questa mi è nuova." Replicò.

"Lo so."

"Questa sera i tuoi sono a casa?" Chiese. Nascosi il viso contro il suo petto, amando la sensazione della sua mano nei miei capelli. Era legittimo per me appisolarmi.

"Si." Mormorai. "Ma puoi venire lo stesso. Sarebbero contenti di rivederti." Il che non era una bugia. Io, dall'altro lato però, sarei stata più felice di passare un po' di tempo con lui da soli. Mi sembrava che fossero passati anni dall'ultima volta che l'avevo baciato.

"Lo so. Ma volevo solo te." Dal tono sembrava accigliato. "Da sola." Un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra. Non avevo mai saputo cosa l'amore ti facesse sentire. Ora, lo sapevo. Era la sensazione più bella.

"Possiamo andare alla festa che da Brian a casa sua?" Suggerì.

Lo sentii schioccare la lingua con opposizione. "Non credo di volerti vedere ubriaca. L'ultima volta che ti sei ubriaca, ti ho rubato un bacio. Questa volta, non credo mi fermerei a quello."

Strinsi gli occhi e mi allontanai da lui, ma non molto.

"L'ultima volta che mi sono ubriacata?" Cercai di ricordare quella volta. I suoi occhi si spalancarono leggermente come se non avesse voluto confessare quella cosa. Ma nonostante quello, rimaneva una scia di malizia, come se non gliene fregasse molto.

"L'ultima volta che mi sono ubriacata è stata anche la mia prima volta." Mormorai pensierosa. "In quella festa dopo la partita di Alex." E poi lo guardai con occhi spalancati. "Stai scherzando?"

Ricordavo perfettamente che non eravamo in buoni rapporti in quei giorni. Ricordavo perfettamente come mi avesse chiesto di stare fuori dai suoi affari.

 E con tranquillità mi spinse ancora contro di lui. "Mi hai dato il permesso per baciarti."

"Il giorno dopo mi hai giurato che non fosse successo niente!" Mi lamentai. Si piegò leggermente prima di lasciarmi un piccolo bacio sulla guancia. Poi più in basso verso la mascella.

"Be', in mia difesa non sapevo ancora cosa provassi." Sorrise, baciando l'angolo della mia bocca.

"E ora si?"

"Assolutamente."

•••••

Caden mi aveva detto che mi avrebbe raggiunto più tardi alla festa, ed ero felice che avesse accettato di venire. Avevo davvero bisogno di una pausa dai libri. Questa poteva essere l'ultima festa prima degli gli esami finali e io mi ero programmata di divertirmi il più possibile.

Chi non l'avrebbe fatto?

Nessun ragazzo avrebbe lasciato perdere un'occasione del genere, prendersi una pausa da quegli studi stressanti. Per fortuna, i miei genitori avevano deciso di lasciarmi andare, il che era stato davvero difficile. Avevo dovuto pregare mia madre, con anche qualche finta lacrima nel mentre.

E ora eccomi qui.

"Dov'è il tuo uomo?" Juliette chiese ad Hanna.

Scoppiai in una risata quando vidi il volto di Hanna diventare rosso. Era già stato abbastanza difficile trascinarla a questa festa, e ora che Juliette era ubriaca, non la stava aiutando con il suo nervosismo.

"Cristo, Jules." Sussurrai sottovoce. Questa ragazza era fuori.

"Da qualche parte." Disse Hanna.

Risi ancora al fatto che non si fosse neanche preoccupata di negare quanto detto da Jules. Alex era il suo uomo.

"E il tuo?" Chiese a me, alzando un sopracciglio in attesa.

"Perchè non possiamo parlare del tuo uomo?" Rigirai. "Dov'è Noah?"

D'istinto, si girò guardando stanza affollata. Seguii il suo sguardo verso un ragazzo biondo. 

"Ugh, non è cosi carino?" Disse in estasi, sembrava quasi sul punto di sciogliersi.

Io ed Hanna ci scambiammo degli sguardi divertiti.

"Ehi, ragazze." Alex si fermò tra me e Hanna. Guardò Jules che stava ancora fissando quel ragazzo biondo. "Sei completamente andata per lui, Juliette."

Senza farlo apposta, anche Alex amava chiamarla con il suo nome completo. Non avevo nessuna idea del perchè.

"Pensavo che avessi detto che sarebbe venuto anche Caden." Commentò Alex prima di far scivolare un braccio attorno alle mie spalle. Non sapevo cosa rispondere quindi scrollai le spalle.

"Credo che abbia avuto un cambio di piani." Credevo che non vedesse l'ora di passare un po' di tempo insieme, come me. Ma forse era solo impegnato.

Tutti mi guardarono con compassione. Anche Jules aveva smesso di spiare il ragazzo per lanciarmi un'occhiata compassionevole.

"Ehi, va tutto bene. Non dovete guardarmi cosi." Risi nervosa. Quando le persone ti fissavano tutte insieme, non era mai niente di buono.

Jules mi afferrò la mano e iniziò a trascinarmi da qualche parte. "Okay, questa ragazza ha bisogno di divertirsi. Voi ragazzi andate e lasciate lei a me. Dato che siamo entrambe senza fidanzato, ci divertiremo insieme."

Mi piaceva questa idea. E anche ad Hanna e Alex. Una volta che sparirono dalla nostra vista, Juliette mi trascinò verso il bar.

"Ora vediamo. Champagne o tequila? Oh, anche anche del punch." Mi guardò. Non ero sicura di volermi ubriacare.

"C'è l'opzione in cui io non bevo?" Le chiesi, ma scosse la testa.

Perciò decisi per il punch. In teoria aveva meno alcool, no? Potevo ubriacarmi, come no.

"Woah, questo alcool è buono." Esultò mettendo giù il bicchiere. Feci qualche sorso del punch, guardandola.

"Cosa?" Domandò.

"Perchè stai cercando di ubriacarti?" Chiesi.

Una piccola risata uscì dalle sue labbra. "Credevo che fosse lo scopo delle feste, no?" Ruotai gli occhi a quello prima di buttare giù in un sorso solo il drink.

Forse mi ero sbagliata sulla quantità di alcool presente in questo punch.

"Perfetto." Juliette mi guardò. "Che si fa ora?"

La guardai perplessa. "Credevo lo sapessi tu cosa fare."

"Vediamo," Si voltò, scrutando l'intera stanza. La musica era assordante. Molte persone erano fuori in giardino, vicino alla piscina. Altre invece erano qui, altri ancora in mansarda a giocare ad obbligo o verità, gioco che quasi sempre aveva come scopo quello di far limonare due persone.

"Direi che possiamo andare lì." Indicò verso un gruppo di ragazzi. "E farci uno di loro."

Quasi mi soffocai in risposta. Mi guardò prima di scoppiare a ridere.

"Un po' troppo, non credi?" Borbottai.

"Allora ci rimane la pista da ballo." Mi prese la mano e iniziò a trascinarmi. La seguii con piacere. Per qualche ragione, mi sentivo ubriaca anche se non era cosi. Il punch non era cosi forte.

Ci stringemmo nella grande folla e Jules iniziò a scatenarsi seguendo il ritmo della musica. Iniziò a ballare senza dare nessun peso a quello che la circondava, e io non potei che unirmi a lei con una risata. Quella ragazza era pazza, ma di gran compagnia.

E alla fine, non mi pentii di aver ballato tutta notte.

•••••

"Non sei venuto alla festa." Non riuscii a non accigliarmi quando Caden si intrufolò in camera mia dalla finestra aperta.

I miei stavano già dormendo. Anche Chicken dormiva. Io mi ero appena cambiata i vestiti della festa con il mio pigiama quando sentii bussare alla finestra.

"Avevo delle cose da fare." Fu tutto quello che disse. Continuando a tenere il cipiglio sul viso, andai verso il mio letto e presi la pila di libri per poi appoggiarli sulla scrivania.

"Anche io, Caden. A volte devo studiare, altre devo fare altre cose. Ma non mi sono mai permessa di darti buca." Commentai prima di guardarlo.

I suoi occhi erano incollati ai miei, e ci trovai un intenso sguardo divertito. Uno sguardo di cui ora mi ero di certo abituata a vedere.

"Saresti meno incazzata con me se mi scusassi?" Chiese con una leggera e innocente inclinazione della testa.

Ruotai gli occhi a quello. "Sarei meno incazzata con te se mi lasciassi dormire. È mezzanotte, cazzo." 

Guardò l'orologio sulla parete come se non ci credesse. Senza aspettare un secondo, afferrò il mio polso, dandomi un piccolo strattone, e iniziò a trascinarmi verso la porta.

"Cos--" Si girò mettendomi la mano sulla bocca.

"Sveglierai i tuoi genitori." Sussurrò prima di aprire la porta. Questa volta non aprii bocca. Camminammo lungo il corridoio silenziosamente prima di fermarci davanti alla scaletta che dava sul tetto.

"Posso chiederti cosa cazzo stai facendo?" Chiesi con gli occhi leggermente spalancati. Mamma non sarebbe stata contenta se avesse visto entrambi, a mezzanotte, sul tetto.

Aprì la scaletta con la mano libera mi diede un colpetto per farmi salire. Con uno sbuffo irritato, iniziai ad arrampicarmi sul tetto. Appena lo raggiunsi, i miei occhi scannerizzarono il cielo scuro della notte, e poi una piccola scatola ad angolo del tetto.

Andai verso quella prima di sedermi, facendo penzolare le gambe oltre il tetto. Caden si unì a me. Guardai la scatola e poi lui.

"Che cos'è?" 

Scrollò le spalle, guardando avanti. Accigliata per la sua mancata risposta, presi la scatola e l'aprii. Di colpo, un dolce odore di cioccolato si insinuò nelle mie narici.

Una piccola torta di cioccolato era al suo interno. La guardai stupita. Chiaramente più sorpresa dal fatto che ci fosse scritto sopra Buon Compleanno, Anderson.

Aveva davvero--

"Buon compleanno." Mormorò al mio orecchio.

Lo guardai stordita. Mentre lui mi stava guardando con quel sorriso adorabile, uno di quelli che mi faceva venire voglia di buttarmi addosso a lui abbracciandolo e baciandolo all'infinito.

"Compleanno?" Sussurrai, tornando a guardare la torta con l'acquolina in bocca. Dio, aveva un buon profumo, cazzo.

"Credo ti sia dimenticata del tuo compleanno." Ruotò gli occhi. Cosa non vera, non mi ero dimenticata. Semplicemente...non mi aspettavo questo.

Sbattei le palpebre prima che le mie labbra si incurvassero in un piccolo sorriso.

Si era ricordato del mio compleanno?

"Ho dimenticato--Io non so cosa dire." Tornai a guardare la torta con stupore. E il fatto che avesse scritto Anderson invece del mio nome era una cosa troppo carina.

"Prego." Rispose con lo stesso sorriso.

Inspirai a fondo prima scuotere la testa. Tutto questo era cosi incredibile e troppo inaspettato.

"Oh, andiamo." Sembrava leggermente irritato ora. Quello mi fece scappare una piccola risata. "Non devi essere cosi sorpresa."

Era cosi toccante dato che non avevo mai festeggiato cosi i miei compleanni. Non in questo modo.

"Grazie, Caden." Sussurrai.

"Come ho detto, prego." Rispose prima di tirare fuori qualcosa dalla tasca. Per un secondo, pensavo stesse per tirare fuori una scatola di fiammiferi cosi che potessi accedere la candela.

Una candela inesistente.

Ma quello che tirò fuori fu un altra scatola. Una più piccola questa volta. Seguii con gli occhi i suoi movimenti mentre si voltava verso di me.

I suoi occhi stavano letteralmente luccicando sotto la luce della luna mentre mi fissava.

Dio, non dirmi che--

Prima che potessi aprire bocca, o la scatola, parlai, frase che uscì più come un sorpreso acuto, "Caden! Cosa stai facendo?"

Scoppiò in una risata per la mia reazione. Tutto questo era cosi imbarazzante.

"Cosa vuoi dire?" Chiese. Aprì la scatola e il respiro mi si bloccò nei polmoni. Lui stava già guardando me. Ma per qualche motivo, stava cercando di non ridermi in faccia, ancora.

"Mi stavo chiedendo--" Lo interruppi.

"No. Non puoi." Posai la torta al mio fianco prima di scuotere la testa. "Non sono pronta per quello, Caden."

Mi stava davvero facendo la proposta? Non sapevo come avrei potuto reagire. E se la mia bocca avesse buttato fuori un no? Avrei preferito saltare giù da questo tetto che dire di no.

Dio, non era pronta per tutto questo.

Prima che potesse scoppiare in un'altra fragorosa risata, avvolse un braccio attorno alla mia vita per tirarmi a sé. Le mie cosce sfiorarono gentili le sue ginocchia. Lo guardai, consapevole del forte battito del cuore che le mie orecchie sentivano. 

"Non ti sto chiedendo di sposarmi, Sky." I suoi occhi stavano ridendo di me. "Diamine, siamo troppo giovani per quello."

Deglutii a quello.

"È solo un regalo. Un modo per dirti che ti amo davvero." Aggiunse. "Un modo per assicurarmi che tu sia mia."

Non sapevo se potessi amare questo ragazzo più di quanto non facessi già. Non mi ero appena arrabbiata con lui per avermi dato buca alla festa?

"Vuoi essere mia?" Chiese prima di tirar fuori il delicato anello dalla scatola. "Non per sempre, ovviamente. Fino a che non ti chiedo di essere mia moglie."

Quell'ultima linea fu abbastanza per farmi sapere che stava cercando di fare del suo meglio per farmi avere una reazione come quella di prima.

"Ma sono sicuro che di questo possiamo parlarne più avanti." Continuò mentre il suo sorriso si trasformava in un ghigno.

Sentii il calore espandersi nel corpo.

"Non puoi essere serio." Sussurrai, ancora immersa in quella stupida ma bellissima confusione in cui mi aveva messa. Prese la mia mano nella sua, tirandola verso di sé.

"Dato che è una proposta effettiva, non ho bisogno di una risposta." Disse prima di far scivolare l'anello lungo il mio dito. Non sapevo se potessi essere più sorpresa di cosi. 

Mi guardò e i suoi occhi sembravano più verdi del solito. Un verde davvero bello. Si avvicinò per lasciarmi un delicato bacio sulla guancia. Chiusi semplicemente gli occhi.

"Mi stai facendo commuovere, Caden." Sussurrai. E non stavo mentendo. Potevo scoppiare a piangere in un momento all'altro.

Questo ragazzo sapeva come giocare con i miei sentimenti.

"Lo so, Sky. Anche io non posso crederci di aver sacrificato il mio sonno per una scansafatiche come te." Disse.

A quello gli lanciai un'occhiataccia perdendo il sorriso e la felicità del momento, poi lo spinsi via.

"In questo caso, sappi che non dividerò con te questa torta." Dissi, prendendo la deliziosa torta. "È un vero peccato che questa scansafatiche ami il cioccolato più di te."

Ruotò gli occhi prima di alzarli e guardare il cielo.

"Un giorno il tuo cuore sarà solo mio, Anderson."

Lo era già.





S/A

Fine *-*

I nostri Skylar e Caden concludono cosi la loro storia...

...per ora.

Ditemi cosa ne pensate! Lasciate un voto e un commento se vi è piaciuto!

Scusate per gli errori!

Xx.

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