Diciannove

Skylar's POV:

Fu quando qualcuno mi diede una gomitata che mi svegliai di soprassalto dal mio breve sonno. Probabilmente avrei ignorato quella leggera spinta solo se il mio cervello non si fosse svegliato. Ma quando mi svegliai e mi guardai intorno, rimasi un po' scossa.

Oh merda.

Ero ancora in classe mentre tutti gli altri se n'erano andati. L'insegnante, che avrebbe dovuto essere la supplente, era in piedi davanti alla mia cattedra, batteva impaziente il piede a terra mentre mi guardava, probabilmente aspettando che anch'io me ne andassi.

"Cara, non si dorme in classe. Credo che tu lo sappia?" Me lo chiese in un modo sgradevole.

Mi lisciai i capelli arruffati e mi schiarii la gola, annuendo allo stesso tempo. Presi la borsa e ci infilai dentro il libro, mi alzai intontita e le rivolsi un sorriso educato.

"Scusi." Dissi prima di correre fuori dalla classe.

Anche se questa era stata la mia ultima lezione, non potevo fare a meno di sentirmi arrabbiata. Tanto che volevo uccidere una persona specifica. Gli avevo detto, cazzo, di svegliarmi quando finiva la lezione, ma non se ne fregò e mi aveva lasciato lì a dormire così. Avrebbe pagato per questo. Lo avrei ucciso.

Aspetta e vedrai, Caden.

Si scoprì che qualcuno era rimasto per me, dopo tutto. Quando arrivai fuori e nel cortile della scuola, quasi tutti se n'erano andati tranne il mio unico migliore amico Alex.

"Pensavo che ti fossi addormentata." Mi lanciò uno sguardo strano prima di aprirmi la portiera del passeggero.

Quella era la verità ma non glielo avrei detto. Mi ero già reso abbastanza ridicola per un giorno.

"Perché sei rimasto? Voglio dire, di solito non rimani qui il lunedì, vero?" Chiesi mentre entravo.

Accese la macchina prima di rispondermi. "Devi darmi qualche spiegazione, Sky. Pensavo che fossimo d'accordo su questo."

Lo eravamo. Vero?

"Io...uh devo andare a casa prima." Borbottai. Non stavo nemmeno cercando di farlo sembrare convincente. Cosa c'era di sbagliato in me?

"Penso di no."

Aprii la bocca per protestare ma finii per emettere un profondo sospiro. Probabilmente lo avrebbe reso ancora più preoccupato se mi fossi rifiutata di parlargli. Questo non era giusto nei suoi confronti.

A quanto pare sarebbe stata una giornata molto lunga.

•••••

"Quindi?" Chiese Alex.

Incrociai le braccia dietro la testa mentre mi sdraiavo sul suo letto, non sicura di cosa avrei dovuto dirgli. Mi sarei addormentata se non gli avessi risposto presto.

"Non addormentarti, Sky." Emise un piccolo gemito frustrato. "Ti ho portato qui per dirmi cosa ti sta succedendo. Almeno dimmi qualcosa."

Questo mi fece sentire in colpa. Stavo sbagliando nel nascondergli queste cose? Ma ripeto, non aveva niente a che fare con lui. Sarebbe stato meglio se non gli avessi parlato di quelle gang. Non spettava a me raccontargli nulla di tutto ciò.

Inspirando profondamente, aprii gli occhi e guardai il soffitto proprio sopra il letto di Alex, verso uno dei poster della squadra di football della scuola, qualcosa che ero abituata a vedere attaccato alle pareti della scuola.

"Caden mi sta solo aiutando." Cominciai, non volendo dirgli altro e non volendo nemmeno mentirgli.

"Queste due parole non stanno bene insieme, Sky. Caden e aiuto."

Sospirai e mi scervellai per trovare una risposta. Qualcosa che mi aiutasse a uscire da questo pasticcio. "Io... l'ho aiutato quel giorno. La notte del ballo. Eri troppo ubriaco per ricordartelo."

In parte gli stavo dicendo la verità. Dopotutto era ubriaco.

"Lo hai aiutato?" Alex si accigliò. "Perché avresti–? Perché lo hai aiutato?"

"Non ricordi niente?"

Sembrò confuso per un momento prima di rispondere. "Mi sono ubriacato, va bene. Ricordo che sei venuta lì anche se mi avevi detto che l'homecoming non era il tuo genere."

Alzai gli occhi al cielo. "Sì, mi stavo godendo la vita finché non mi hai telefonato."

"Ti ho chiamato." Ed era un po' strano che non la facesse sembrare una domanda.

"Sì, perché eri ubriaco."

Emise un altro gemito prima di accasciarsi sulla sedia con rotelle, scivolando all'indietro verso la scrivania. "Non ho fatto niente di male, vero?"

Nient'altro che lui in procinto di confessare i suoi sentimenti a qualche ragazza a caso.

"No, non preoccuparti. Ti ho salvato il culo." Chiusi gli occhi ancora una volta. Forse sarebbe stato troppo imbarazzato per essersi ubriacato da dimenticare la cosa di Caden. Lo speravo davvero.

"E hai aiutato Caden." Ripetè le mie parole.

Maledizione....

"È successo qualcosa, okay? Si è infortunato a causa di qualcosa che non conosco e beh, l'ho solo aiutato." Mi affrettai a dire. "Questo è tutto."

Alex mi guardò con un'espressione che mi fece capire che non se la beveva. Ma per fortuna neanche lui insistette oltre.

"Va bene." Mormorò appoggiando la testa allo schienale del sedile.

E notai l'improvviso nervosismo nella sua voce, qualcosa che mi fece sentire orribile.

Mi sarei inventata qualcosa. Mi serviva solo un po' di tempo.

•••••

Più tardi, quando si offrì di riportarmi a casa, rifiutai per puro istinto. Non avrei potuto andare con lui e non spifferare il segreto. Cavolo, non sapevo nemmeno se Caden e quella gang dovessero essere un segreto. Non riuscivo proprio a cancellare le parole di Adrian dalla mia testa.

Ci saranno delle conseguenze.

Così decisi di tornare a casa anch'io. La prima cosa che avrei fatto dopo aver visto Caden era dirgli che non avrei più continuato a mentire ad Alex. Naturalmente ci si poteva fidare di Alex. Era stato il mio migliore amico per così tanto tempo. Non volevo più mentirgli.

E anche se tecnicamente non stavo mentendo, sembrava comunque mentire.

Arrivai a casa con la stessa sensazione di pesantezza nel petto. Avrei voluto dire qualcosa di rassicurante ad Alex. Forse dirgli qualcosa che non era simile ad una bugia.

D'altra parte, non sapevo cosa avrei passato una volta affrontati i miei genitori. Soprattutto mia madre, visto che mi aveva detto di non andare da nessuna parte dopo la scuola. E visto che ormai era già sera, ero sicura che avrei dovuto dare parecchie spiegazioni.

Ero quasi arrivata alla porta di casa quando sentii un leggero fruscio proprio dietro di me. Mi voltai frettolosamente e finii per sbattere contro qualcuno.

"Ahi."

"Oh, mi dispiace molto." Adrian parlò. "Non volevo avvicinarmi di soppiatto."

Per un momento avevo pensato fosse Caden. Ma ancora una volta, Caden non si era mai veramente scusato. Adrian sogghignò come se davvero avesse avuto intenzione di avvicinarsi di soppiatto.

Dopotutto, non era quella la sua specialità?

"Cosa stai facendo qui?" Chiesi, lanciando uno sguardo cauto a casa mia. Se mia madre lo avesse visto–non volevo nemmeno pensare a cosa sarebbe successo se mia madre lo avesse visto.

"Sono venuto qui per darti un ​​messaggio di Caden." Lo disse con un sorriso affettuoso, un sorriso che sapevo che Caden avrebbe potuto realizzare bene. Troppo bene. Non che sarei mai riuscita a vederlo. Non quando era così preso da quei cipigli e bronci. E perché ci stavo pensando quando Adrian era lì, in attesa della mia risposta, e con un messaggio apparentemente importante?

"Sì?"

"Riguardo a Blake. Ti chiede di avvicinarti a lui. Comportarti come un'amica, suppongo." Rispose inclinando la testa di lato.

Mi ci volle un po' per capire cosa stesse dicendo. Poco ma sicuro, rimasi sbalordita. Caden mi stava chiedendo di fare cosa? Sapeva di cosa era capace Blake e mi stava letteralmente chiedendo di essere sua amica?

Mi stava prendendo in giro, cazzo?

"Non posso farlo." Dissi, abbassando la voce fino a diventare un sussurro sommesso. Ricordavo quanto fosse stato inquietante il suo sorriso e come non ero riuscita a dormire tutta la notte dopo. Qualcosa in Blake mi urlava di non fidarmi di lui ad ogni costo.

"So che è pericoloso, Skylar. L'ho anche detto a–non importa. Continua così per un po'. Qualunque cosa accada, dovresti dirlo a Caden. Faremo in modo di avere dei rinforzi." Sembrava dispiaciuto a questo punto.

Avrei voluto poter dare un po' di buon senso a Caden. Cos'ero, un fottuto giocattolo?

"Si certo." Brontolai. Non ero così stupida da non sapere cosa stesse facendo Caden. Mi stava facendo fare da esca. Ora che conoscevo il suo segreto, si aspettava che fossi d'accordo e accettassi tutto ciò che diceva?

Che razza di stronzo lo faceva?

"Ehi, mi dispiace davvero per questo. Forse ha qualche piano?" Adrian lo incoraggiò.

Sorrisi in risposta anche quando non avevo voglia di sorridere. "Non preoccuparti. Starò bene." Dissi. Non avevo bisogno dell'aiuto di Caden per quella faccenda.

"Va bene allora. Io... vado." Mi rivolse un ultimo sorriso prima di allontanarsi.

Lo vidi allontanarsi mentre girava l'angolo e se ne andava. Sospirando, mi voltai e aprii la porta d'ingresso. Adesso le cose cominciavano a complicarsi ancora di più. Il minimo che Caden avrebbe potuto fare era presentarsi lui stesso.

Ma no, manda uno dei dannati membri della sua gang.

Non avrei nemmeno saputo cosa fare la prossima volta che lo avrei visto. Infondergli un po' di buon senso nella sua stupida testa o strangolalo.

S/A

Hei gente!!

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