Cinquantuno

Skylar's POV:

Ero imbarazzata.

Molto imbarazzata.

"Andiamo, amico! Credevo che fosse entrato qualcuno." Shane si lamentò prima di buttarsi sul divano.

"Ma questa vista è stata più...piacevole." Jesse ghignò, lanciando un'occhiata d'intesa ad Adrian.

Nascosi la mia faccia rovente con una mano, cercando di non far vedere la mia mortificazione di quel momento. Il mio intero viso era accaldato, cosi tanto che quasi vedevo rosso. Caden, invece, non sembrava turbato, neanche un po'. 

Mi tirò più vicino dalla mia vita, strofinando il viso nel mio collo, i suoi capelli scuri erano a pochi centimetri dal mio naso. Si rendeva almeno conto che stavo praticamente morendo dall'imbarazzo?

"Brutto tempismo." Borbottò Caden.

"Lei è la ragazza." Sussurrò Adrian a Jesse, il quale però ero sicura che non volesse essere tanto un sussurro.

Tutto ciò che volevo fare in quel momento era tornare a casa mia, nella mia camera, strisciare sotto le coperte, e dimenticarmi di tutto l'intero mondo per il prossimo secolo. 

"Se avessi saputo che stavate limonando, non avrei sacrificato la mia dormita." Shane continuò a lamentarsi contro il cuscino.

C'era un punto in cui il tuo cervello semplicemente smetteva di funzionare dopo aver ricevuto troppi segnali imbarazzanti. Non capii il mio potesse ancora funzionare. 

Finalmente, dopo quelli che sembravano anni, Caden si voltò e li guardò. Ero ben oltre che grata di poter finalmente nascondere il mio viso dietro la sua schiena.

Dio, andavo a fuoco.

"Non sembra che voi due stavate dormendo." Strinse gli occhi, probabilmente verso Jesse e Adrian. Di certo sembravano due che avrebbero potuto iniziare a saltare in preda alla felicità in qualsiasi momento. Potevano renderlo ancora più brutto?

"Si invece!" Jesse alzò le sopracciglia prima di far scivolare un braccio attorno alle spalle di Caden. "Fino a che non abbiamo sentito delle voci."

Non avevo realizzato che Adrian si fosse avvicinato silenziosamente dietro di me fino a che non circondò le mie spalle con il suo braccio. "Voci che sembravano--"

"Oh mio Dio." Sputai fuori con occhi spalancati, appoggiando entrambi i palmi contro le mie guance accaldate. Questo sembrava come un incubo orribile. "E' già imbarazzante cosi."

Entrambi scoppiarono a ridere. Caden ruotò semplicemente gli occhi.

"Possiamo parlare dei dettagli domani?" Shane alzò lo sguardo dal suo cuscino, cercando di tenere gli occhi aperti. "Sono stanco, cazzo." 

Ero sollevata. Finalmente qualcuno la pensava come me.

"Anche io." Lo guardai, sperando che fosse gentile abbastanza da tirarmi fuori da questo casino. Con mia sorpresa, lo fece. Alzandosi dal divano, mi fece segno di andare verso di lui. "Sarò quello cortese di questo gruppo, Sky. Ti mostro la stanza degli ospiti."

Scrollai il braccio di Adrian dalle spalle, sollevata dal fatto che finalmente fossi stata salvata da questa situazione imbarazzante, e mi diressi verso Shane.

"Pensavo che dormisse nella stanza di Caden." Parlò Jesse e Adrian ridacchiò. Prima che potessi pregarli di non rendere tutto ciò ancora più imbarazzante, Caden afferrò il mio braccio, fermandomi dal seguire Shane.

"La porto io nella stanza degli ospiti." Disse a Shane prima di tornare a guardare Jesse e Adrian. "E voi due, tornate a dormire prima che vi sbatti fuori da questa casa."

Shane non ci pensò due volte prima di andare al piano superiore, forse per scappare e dormire, cosa che avrei compreso, mentre Caden iniziò a a trascinarmi dietro di lui. Sentii ancora le risatine alle mie spalle di Jesse e Adrian che non si erano sentiti per nulla minacciati dall'avvertimento di Caden. Supposi che fossero abituati alle minacce, soprattutto quando provenivano da Caden.

Quando raggiungemmo il piano superiore, ero un po' sorpresa di vedere un altro lungo, buio, corridoio di fronte a me. Mi sorprese ancora una volta la grandezza di questa casa. C'erano ancora un altro paio di scale lungo la fine del corridoio, finendo solo Dio sapeva dove. Non ci avvicinammo però.

Caden si fermò di fronte ad una porta e l'aprì. Mi fece segno di entrare mentre lui andò verso un'altra direzione, lasciandomi sola. 

Ero imbarazzata e nervosa e molto di più mortificata. Non riuscivo ancora a togliermi le sensazioni avute quando Caden mi aveva baciato o toccato pochi minuti fa. Era ancora un po' troppo recente il ricordo nella mia mente e sulla mia pelle. Cosi improvviso e lo avevo amato ugualmente.

Entrando nella stanza, lentamente lasciai i miei occhi vagare. Era per lo più vuota, ma qualcosa riguardo la luce notturna che illuminava l'intera stanza mi fece sentire un po' rilassata. Mi sedetti a bordo del letto e un piccolo sospiro sfuggì dalle mie labbra. Le coperte erano molto morbidi sotto il mio tocco, invitandomi ad appisolarmi il più presto possibile.

Ma presto vidi Caden entrare nella stanza e tutto il mio sonno, ancora una volta, sparì. Mi alzai e guardai i vestiti nella sua mano.

"Grazie." Mormorai, prendendoli da lui ma non incontrando i suoi occhi. Mi faceva accaldare la sola consapevolezza della sua presenza da sola.

Era strano. Non mi ero mai sentita così con nessuno.

Prima che potessi indietreggiare, si fermò più vicino e senza realmente toccarmi, sentii che lasciò un delicato bacio sulla mia fronte. Quasi mi sciolsi contro di lui quando alzai lo sguardo verso i suoi caldi occhi verdi.

"Solo perchè tu lo sappia." Iniziò con un leggero ghigno. "Amo davvero baciarti."

Amo.

Avvampai, ancora una volta.

•••••

Mi svegliai, nel bel mezzo della notte da un terrificante incubo. Ci misi qualche secondo a rendermi conto dell'insolito luogo che mi circondava mentre afferravo le coperte coprendomi. La stanza era fredda ma la mia fronte era imperlata di sudore.

Feci dei profondi respiri e cercai di leggere l'ora sulla parete. Realizzai che fossero solo le tre di notte.

Ero cosi esausta quando mi ero messa sotto le coperte, non immaginandomi neanche di svegliarmi cosi presto. Ma quel sogno era stato cosi inquietante. Ricordavo solo pochi pezzi; c'era Alex, sangue, lotta e i miei genitori. Niente sembrava avere senso.

Però, ero grata che non ricordassi niente. Di solito non ricordavo mai sogni, e se succedeva, ci impiegavo pochi secondi a dimenticarmeli.

Mi asciugai la fronte, spinsi via le coperte e scivolai giù dal letto. La mia gola era asciutta e avevo bisogno di un po' d'acqua. 

Tuttavia, quando raggiunsi il piano inferiore, realizzai che forse avevo sbagliato strada. Principalmente perchè dove ero in quel momento, mi sembrava molto un seminterrato più che il soggiorno in cui ero stato ore fa. Sicuramente un seminterrato nascosto.

Non c'era una singola fonte di luce dentro qui, tranne per quella filtrata dal piano superiore. Mi toccai le tasche ricordandomi solo dopo che quelli non erano i miei vestiti, e che il mio telefono non poteva essere li. Mi girai, pronta a salire, e finii contro un muro.

"Aia, cazzo." Borbottai sotto voce, strofinandomi la punta del naso. Dopo aver vagato a vuoto per un po', riuscii a trovare dei pulsanti e accessi le luci. 

Venni colta da una improvvisa sorpresa quando guardai la stanza vuota, il seminterrato. C'erano enormi schermi nell'angolo, tutti neri e spenti, e un pannello di controllo elettrico era situato alla sua destra. I miei occhi volarono su un lungo tavolo in vetro al centro della stanza e c'erano molti piccoli e affilati coltelli buttati li sopra. Come se quello fosse normale.

Magari lo era. Ma non per me.

Non fu quello che catturò la mia attenzione. Fu un'enorme bacheca nella parete opposta che mi fece accigliare. Mi avvicinai e vidi diversi, no, centinaia di cose fissate con chiodi su essa. Fotografie, post-it, articoli di giornale e molto altro. 

I miei occhi diedero un'occhiata a tutto ciò, fermandosi poi su un nome familiare scritto in grassetto su un piccolo pezzo di carta.

Kevin Francis.

Non potei fare a meno di leggere anche le successive parole scritte sotto,

Blake farà tutto ciò che ha detto.
Ha la prova.
Controllate i suoi uomini.

Fu il leggero suono di alcuni passi che mi fece incespicare indietro, allontanandomi dalla bacheca.

Non dovrei assolutamente essere qui.

E fu per questo che velocemente spensi le luci, corsi su per le scale percorrendo lo stesso corridoio che avevo visto uscendo dalla stanza degli ospiti. Questa volta, feci in modo di prendere il corridoio esatto, trovandomi poi nel familiare soggiorno.

Proprio come il seminterrato, anche il soggiorno era avvolto dall'oscurità. Tranne dove c'erano le finestre da cui entrava la luce della luna.

Cautamente, camminai verso la cucina, dando un'occhiata al mio riflesso nella finestra. Quasi feci una smorfia alla vista dei vestiti cosi larghi che stavo indossando. Ero sicura che Caden avesse scelto di proposito i vestiti più grandi che avesse per me. Ma non mi stavo lamentando. Sia la felpa che i pantaloni della tuta erano estremamente morbidi al tatto della mia pelle. E avevano il suo profumo.

Mi guardai attorno in cerca del frigorifero quando mi accorsi che una delle porte del retro era aperta, dandomi una vista sul giardino posteriore.

Con un piccolo cipiglio sul viso, sbirciai fuori e notai la silhouette di qualcuno seduto su una panca in legno.

Fu decisamente la curiosità che mi fece camminare verso quella panca. E quando fui abbastanza vicina da riconoscere i familiari ricci rossi, mi rilassai leggermente.

Si girò, come se avesse sentito una presenza dietro di lui, e mi guardò con sorpresa. Era il ragazzo nerd che avevo incontrato la prima volta che venni qui. Per qualche strana ragione non stava indossando gli occhiali. 

Realizzai che mi stava ancora fissando con i suoi grandi occhi blu. 

"Ehi--scusa. Credevo che qualcuno avesse lasciato la porta aperta." Parlai con un piccolo e timido sorriso.

Strinse gli occhi leggermente per poi scrollare le spalle.

"Nessun problema. Puoi unirti a me...se anche te non riesci a dormire." Borbottò in risposta.

All'inizio esitai, guardando il misterioso giardino oscuro. Non capivo ancora perchè questa casa fosse in mezzo ad un bosco. Era molto inquietante, specialmente di notte.

Ad ogni modo, mi feci strada andando verso di lui, grata di avere un po' di compagnia ora, una compagnia che non aveva assistito all'imbarazzante momento tra me e Caden.

"Sei Seth, vero?" Chiesi prima di sedermi vicino a lui. Aveva già smesso di piovere, ma nell'aria si sentiva ancora odore di pioggia.

Annuì con un mh-mh.

"Perchè non riesci a dormire?" Gli lanciai un'occhiata curiosa. Sembrava più giovane rispetto agli altri, e probabilmente lo era anche.

"Non sono una persona dal sonno pesante." Replicò lento. "Appena Jesse e Adrian si sono messi a parlare ad alta voce fuori la mia stanza, mi sono svegliato." Non dovetti neanche chiedere di cosa Jesse e Adrian stessero parlando.

"Parlavano riguardo Caden e di una ragazza che stavano limonando dietro alle scale." Aggiunse, appoggiandosi contro lo schienale della panca. "Sanno essere molto rumorosi quando vogliono."

Distolsi lo sguardo da lui, cercando di non arrossire ancora una volta. Sarei dovuta rimanere dentro. Sarei dovuta rimanere di sopra. Avrei dovuto continuare a dormire.

"Oh." Lo sentii dire, prima di scoppiare in una leggera risata.

"Non so di cosa tu stia parlando." Un consiglio: se sei stanca di sentirti mortificata per una certa situazione, fai finta che non sia mai successa. "Non c'erano le scale."

"Oh, lo so." Disse Seth. "E' una parola in codice per intendere nel buio."

Scossi la testa. "Questo è imbarazzante." Non mi preoccupai nemmeno di chiedergli perchè avessero una parola in codice per quello

"Non prendertela con noi." Da come parlava sembrava che stesse facendo del suo meglio per non ridere. "Non abbiamo mai visto Caden cosi...serio con una ragazza."

Quello scaldò seriamente il mio cuore.

"Deve amarti davvero." Commentò.

"Gli piaccio." Lo corressi subito.

Ruotò gli occhi in risposta. "Qual è la differenza? Piacere o amare, sono quasi la stessa cosa." Disse.

E ad essere sinceri, non ci avevo mai pensato. Non avevo mai dovuto.

"Sembrate tutti cosi legati." Lo guardai. "Specialmente con Caden."

Lasciò uscire un altro piccolo mh.

"Lo siamo. Caden è come un fratello maggiore per me." Lo disse come se lo intendesse davvero e e gli credetti. Tutti sapevano che Caden non fosse quel tipo che frequentava compagnie, specialmente della scuola. Nessuno tranne Shane. Ma qui, era più se stesso con loro.

E questo mi rendeva stranamente felice.

"Allora come avete fatto creare questa--qualsiasi questa cosa sia, se non siete parenti?" Guardai verso gli alberi quando sentii il suono distinto dei grilli.

"Be', Jesse e Adrian erano migliori amici ancor prima che tutti noi ci incontrassimo. Sono sempre stati in mezzo a risse di strada. Per quanto ne so, Caden li ha incontrati entrambi proprio in una di quelle risse clandestine." Disse. "Mentre io sono imparentato a Caden, in un qualche modo."

"Davvero?"

Annuì.

"Vivevo in una di quelle case famiglia allora. Fino a quando la zia di Caden non mi ha adottato." Continuò. "E anche a me non è mai piaciuto Blake. E quando c'è stato...quell'incidente-"

Pensai che si stesse riferendo alla morte dei genitori di Caden. 

"--Ho iniziato ad andare d'accordo con Caden quando le cose sono diventate un po', be', difficili." Scrollò le spalle. "So che potrebbe essere una cosa stupida da dire, ma mi ha dato una vita. E so che lo aiuterei sempre quando c'è di mezzo Blake. Quel ragazzo ha la testa incasinata." 

Ero d'accordo con lui. Blake era totalmente fuori di testa.

"Shane, dall'altra parte, è sempre stato il suo migliore amico da quando erano ragazzini. Gli è sempre stato vicino." 

Quello mi ricordava Alex.

"Lo stesso era per me e Alex." Mi trovai a dire, quasi in un lento mormorio. "Era il mio unico migliore amico."

Per così tanto tempo. E poi all'improvviso non era più il mio migliore amico.

"Ho sentito parlare di lui." Seth mormorò di rimando, lanciandomi un'occhiata. "Fa parte della...East gang."

Entrambi non parlammo più dopo quello. Non volevo davvero rimuginare sopra a cose che avevo perso. Ogni volta faceva solo più male.

"Credevo che non mi avrebbe mai fatto del male." Sussurrai, continuando a fissare davanti me nell'oscurità infinita.

"Caden ti terrà al sicuro. Lo questo, vero?" Chiese.

Sorrisi lievemente. "Lo so."

Dopo quello, ci fu solo silenzio attorno a noi. E molto più rassicurante di pochi minuto fa. Forse era l'aura confortante attorno a Seth, o forse solo suoi occhi.

"Okay, credo che ora riuscirò a dormire." Dissi prima di alzarmi. Mi guardò ma continuò a restare seduto. "Tu no?"

Un largo sorrise si aprì sulle sue labbra. "Ci sono abituato."

Quando tornai dentro e bevvi finalmente il mio bicchiere d'acqua, tornai al piano di sopra. Sperando di non avere incubi questa volta.

•••••

Non ebbi più incubi.

Ma qualcosa mi svegliò più tardi. Era più un qualcuno.

Mi svegliai una seconda volta quando sentii qualcuno scuotermi leggermente. Con un cipiglio sulla mia faccia e gli occhi ancora chiusi, tirai le coperte sopra di me. Stavo quasi per ricadere nel mondo sperduto dei sogni con unicorni e cupcake di cioccolato quando sentii ancora un'altra scossa alla spalla. Una davvero fastidiosa, aggiungerei. 

"Vai via." Grugnii.

"Dormi molto, Anderson." La mia mente mezza cosciente era abbastanza cosciente da capire che quello fosse Caden. Dal momento in cui era l'unico qui che aveva la capacità di insultare il mio sonno in maniera abbastanza efficiente.  "Te l'ho mai detto?"

"Vai via, Caden." Tirai le coperte oltre la mia testa. Mi rifiutavo di avere a che fare con questo così presto di mattina.

Invece di andarsene, sentii le sue mani afferrarmi le braccia prima di tirarmi su in una posizione seduta. Abbastanza facilmente. Sbattei gli occhi ancora assonati, registrando il suo volto che era molto vicino al mio.

Oh mio Dio.

"Finalmente." Lo fece sembrare un'esagerazione ruotando gli occhi, fallendo dal nascondere il divertimento in quelli, come se stesse godendo questo momento al contrario della sottoscritta.

"Devo dormire." Mi lamentai, tirando le maniche della felpa oltre i miei pugni e strofinandomi poi gli occhi. Mi ero appena addormentata, e lui ora era qui a rovinarmi il sonno.

"No non devi."

"Si devo."

"Sky--"

Lo bloccai gettando le braccia attorno a lui e nascondendo il volto contro il suo petto. Le mie palpebre si chiusero e mi ci vollero pochi secondi per appisolarmi. Specialmente dal momento in cui emanava calore e aveva davvero un buon odore.

Oh, era una dormita cosi rilassante.

Fino a che non mi agitò ancora le spalle. Con più forza rispetto a pochi secondi prima.

"Caden!" Mi lamentai contro di lui. Sentii una piccola risata scappare dalle sue labbra e il mio stomaco si riempì di farfalle svolazzanti.

"Ti devi svegliare." Disse, agitandomi ancora per portandomi fuori da quella stupida confusione.

Perchè questo lo divertiva?

"Esci da questa cazzo di stanza." Grugnii contro la sua maglietta.

"A dire il vero non posso." Commentò. "Ti sei incollata a me come un bradipo."

Ruotai gli occhi, anche se erano chiusi, prima di strofinare inconsciamente la punta del naso contro la sua spalla. Si irrigidì un po' e mi avvicinò, avvolgendo un braccio attorno a me.

"È oltre mezzogiorno." Sussurrò al mio orecchio, e captai un sorriso nella sua voce.

Se solo potesse stare zitto.

"Ti direi che ti amo se solo mi lasciassi dormire." Mormorai. Sorprendentemente, non disse niente dopo quello. E fu li che realizzai quanto avessi appena detto. 

Cazzocazzocazzo, pensai.

Il mio sonno sparì di colpo e mi spinsi via da lui con gli occhi spalancati. Mi guardò con i suoi occhi verdi, luminosi di un puro divertimento. 

"Io...non intendevo quello." Buttai fuori. Non sapevo neanche il perchè lo avessi detto. Cioè, ovviamente mi piaceva, ma non lo avevo mai detto ad alta voce.

Tracce di un sorriso spuntarono sulle sue labbra mentre si avvicinava, continuando a guardarmi. "Non intendevi quello." Ripetè.

Mi ritrovai a corto di una risposta. O di parole.

"Devo...cambiarmi." Sussurrai. 

Ruotò gli occhi, con ancora il sorriso sulle labbra. E per una volta, desiderai davvero che non stesse sorridendo. Perchè quello mi fece venire voglia solo di fissare lui e il suo viso dannatamente bello e baciarlo come ieri sera. E quello a sua volta mi faceva venire voglia di dirgli che amavo tutto questo, cazzo.

Dio, non avevo bisogno di questo già di prima mattina. 

"Va bene." Si alzò, probabilmente soddisfatto che ora fossi completamente sveglia. "Ti lascio vestire. E parleremo di questo più tardi."

Oh cazzo, davvero.





S/A.

Sono qui! Non vi ho abbandonato :)

Vi prometto che da ora cercherò di essere più veloce con gli aggiornamenti, anche perché la storia è quasi agli sgoccioli! (Ovviamente ci sarà un sequel)

Ma tornando al capitolo...

Cosa ne pensate?

Vi è piaciuto? Lasciate un voto e un commento!

Scusate per gli errori!

Xx.

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