Cinquantadue

Skylar's POV:

Una volta terminata la colazione, la quale non fu meno imbarazzante dell'altra sera, cercai di chiamare mia madre. 

Non era stata male, però, ora che ci pensavo. La colazione dicevo. Avevo quasi amato la compagnia di tutti quei ragazzi. Sembravano una famiglia.

Una famiglia davvero imbarazzante.

"Mamma, perchè non hai risposto subito?" Chiesi appena rispose alla chiamata.

"Be', ho imparato da te." Sembrava sarcastica. "Ero impegnata. Perchè mi stai chiamando da scuola?"

Guardai fuori dalle porte in vetro, il bellissimo, suntuoso giardino. "Non sono a scuola."

"Perchè?"

"Stanno facendo l'orientamento universitario. E non c'è bisogno che io sia li." Poi aggiunsi rapida così che non potesse interrompere. "Ti ho chiamato per chiederti qualcosa. Quando tu e papà tornate a casa?"

La sentii buttare fuori un sospiro prima di sentire il fruscio di qualcosa che probabilmente erano fogli.

"Questa sera, credo." Disse. "Dato che la tua gatta sembra mettere il broncio senza di te."

Sentii il mio cuore sciogliersi in un disastro luccicante e rosa. 

"Ti avevo detto che sarebbe morta senza di me." Commentai. O forse no, mi dissi. Ma amavo Chicken abbastanza da morire senza di lei. "Ci vediamo presto, allora."

Quando terminai con la chiamata, mi unii agli altri in soggiorno e mi sedetti affianco ad Adrian sul divano. Il quale, notai, era impegnato a pulire un coltello molto affilato sul bracciolo. La sua lama mi ricordò i numerosi coltelli che avevo visto in quel seminterrato. 

Alzai lo sguardo e vidi che Caden non c'era. Neanche Shane. 

"Chi è Kevin?" Chiesi all'improvviso, cogliendoli tutti e tre di sorpresa.

Jesse, che era stravaccato sul divano opposto, mi guardò con un sorriso enigmatico. "Qualcuno con cui non vorresti avere problemi, tigre."

Mi accigliai alle sue parole, non molto soddisfatta dalla sua risposta. E forse Seth lo lesse dal mio volto. Realizzai che fosse molto bravo a leggere le persone.

"Il padre di Blake." Disse Seth.

"Il padre di Blake?" La mia voce si alzò di un tono.

Adrian stava ora ammirando il coltello tra le sue mani quando aggiunse, "Il suo padre biologico."

Rimasi scioccata. Quel nome mi era rimasto in testa da quando Alex me lo aveva menzionato, ma mai avrei pensato che fosse...il vero padre di Blake.

"Però, perchè chiedi di lui?" Jesse domandò, alzando un sopracciglio.

"Solo curiosità." Tuttavia, il sorrisetto che mi regalò mi fece chiaramente capire che non mi avesse creduto. "Blake è coinvolto con lui?"

"Quando Blake non è coinvolto con lui?" Chiese Adrian, e dato che era seduto al mio fianco, notai vortici di inchiostro nero lungo il suo bicipite, quasi della stessa sfumatura dei suoi occhi color carbone.

"Cosa intendi dire?"

Tutto quello che ottenni come risposta fu un inutile scrollata di spalle. Nessuno di loro fece qualcosa per aggiungere altro, quasi come se volessero liquidare il discorso. E quello mi rese ancora più curiosa. Sapevo che ci fosse molto di più su questo Kevin rispetto a quello che avevano detto.

Sembrava quasi che non potessero parlarne. Non fossero autorizzati. Il che era strano. A meno che Caden non gli avesse chiesto di non farlo.

Rimasi in silenzio dopo quello, un po' troppo persa nei miei pensieri. Non feci molto caso a quello che stavano dicendo, fino a che non iniziarono a fissarmi tutti e tre.

"Cosa?" Chiesi, rompendo il silenzio.

"Esattamente con quanti ragazzi sei uscita, Skylar?" Chiese Jesse assottigliando lo sguardo. Prima che potessi rispondere, aggiunse, "Prima Alexander Carter e ora Blake Matthews?"

Aprii la bocca per la sorpresa, ma Seth mi batté sul tempo, lasciandosi sfuggire un suono che assomigliava tanto ad un verso strozzato e una risata, "Credevo che Alexander fosse il tuo migliore amico?"

Ero molto più che grata che Caden non fosse presente.

"Lo è. Non ho mai frequentato nessuno di loro." Parlai incredula. "Perchè improvvisamente siete tutti interessati alla mia vita personale?"

"Sono molto protettivi verso Caden." Adrian sussurrò al mio orecchio, ma ancora una volta, non voleva davvero essere un sussurro.

Guardai in basso verso il coltello affilato il quale era quasi puntato verso di me. Quando Adrian realizzò cosa stesse facendo, si lasciò uscire una timida risata e indietreggiò. "Scusa."

Tornai a guardare Jesse stringendo lo sguardo. "E non frequento neanche Caden."

Un altro sorriso subdolo si aprì sul suo viso. Sapendo cosa sarebbe successo dopo, mi alzai in piedi immediatamente. "Vado in giardino." Lanciai un'occhiataccia a Jesse che soffocò una risata, la sua faccia premuta contro il cuscino. "Ho bisogno di un po' d'aria fresca."

Appena uscii dalla porta sul retro, notai che il giardino non era cosi spaventoso di giorno. Era anzi tranquillo e pacifico, e potevo vedere chiaramente il bosco che circondava la casa. Il bosco era ancora inquietante, ma non cosi tanto. 

Poi tirai fuori il telefono e vagai per i contatti. Il mio dito senza pensarci si fermò sul nome di Alex. Una parte di me voleva chiamarlo. Volevo sapere dove fosse.

E se la gang di Blake lo avesse catturato? E se gli avessero fatto qualcosa?

Quello fu il momento preciso in quei avvertii una presenza alle mie spalle. Quando mi girai, trovai Caden.

"Pel di carota è tornato a scuola." Disse, appoggiandosi contro lo stipite della porta. "Me l'ha detto Shane." Mantenne il contatto visivo per qualche secondo prima di aggiungere. "Con un occhio nero."

Non potevo crederci che Brody fosse tornato a scuola. Stava ancora cercando me?

"Non sapevo che sapessi fare a pugni." Disse con tono che sembrava davvero molto colpito.

"Be', ti avevo detto che sapevo farlo." Sollevai le sopracciglia, cercando e fallendo nel nascondere un sorriso. Facevo schifo nel fare a pugni, sul serio. "O forse è stata solo la rabbia."

Lo vidi fare un passo verso di me, avvicinandosi. E dal nulla più totale, sentii un improvviso nervosismo attanagliarmi lo stomaco.

"Dobbiamo tornare ora se vuoi vedere quel video." Le parole uscirono a raffica. "I miei genitori torneranno questa sera."

Mi guardò, leggermente confuso, e poi parlò lento, "Va bene."

Non mi ero resa conto di aver trattenuto il respiro fino a che non lo lasciai andare. 

•••••

Una volta che Caden ebbe finito di vedere il video, lo guardai impaziente. "Riconosci questa persona?"

Mi guardò con quel cipiglio che era stato presente per tutto il tempo dall'inizio, quando gli avevo detto la fine che aveva fatto la chiavetta. Quando avevo tirato fuori il portatile. Quando avevo fatto partire il video. "No."

Non sapevo perchè mi aspettassi che conoscesse questa persona. Per me, l'uomo in quel video era proprio quello

"Be', ha chiaramente detto dove si trova." Mi stravaccai sul letto di fianco a lui. "Dobbiamo andare li prima che lo facciano altro."

"Dobbiamo?" Ripetè la parola come se fosse la cosa più strana che avesse sentito oggi.

Alzai lo sguardo verso di lui, tracciando con gli occhi i suoi capelli che quasi cadevano sulla fronte. "Suppongo che tu decida di venire con me se ci vado." Dissi sarcastica, ruotando gli occhi.

Sapevo già che ci sarebbe andato lui dal momento in cui ora sapeva la posizione. Sapevo anche che non avrebbe voluto che io andassi. Ma quello era ciò che lui voleva. E io non volevo che ci andasse da solo.

"Ci seguiranno." Scosse la testa. "Portati sarebbe pericoloso."

Come se non lo sapessi già quello.

"Non mi importa." Commentai.

"A me si."

"Ascolta, Caden, questa volta decido io e tu dovrai accettarlo. Capito?" Gli lanciai uno dei miei sguardi più severi. "Tocca a me decidere e tu lo accetterai, okay?"

Arricciò il naso guardandomi, come se non poteva credere che avessi avuto il coraggio di dire quanto detto. "Io non prendo ordini." 

"Questa volta lo farai. Perchè-" Guardai il soffitto con un sogghigno. "-sono io che lo ordino."

•••••

Era quasi tarda sera quando Caden doveva andarsene. E ancora una volta, sentii il bisogno di fermarlo. O forse stavo diventando solo appiccicosa.

"Quindi, andremo li domani?" Chiesi mentre si faceva strada fuori di casa. Si voltò e mi diede uno sguardo scettico.

"Si. Domani." Vidi i suoi occhi soffermarsi sul mio volto per un momento un po' troppo lungo prima di guardare altrove. Mi ritrovai a tirare le maniche della felpa. La felpa di Caden.

"E non vuoi questa indietro?" Indicai la felpa che stavo indossando. Anche se non avrei voluto ridargliela.

Tornò a guardarmi con delle tracce di un ghigno. "Lasciami riformulare per te. Hai intenzione di ridermela indietro?" 

"No." Scossi la testa velocemente.

"Sai quanto sembra grande su di te?" Commentò, i suoi occhi esaminarono il mio intero outfit.

Incrociai le braccia, fregandomene assolutamente. Come avevo detto, questa felpa era davvero morbida. E qualcosa riguardo questa mi faceva sentire felice. 

"Non dovresti fare come gli altri ragazzi e dire quanto stia meglio a me?" Chiesi. 

Scosse la testa leggermente prima di inclinarsi, abbassando la testa e lasciando un piccolo bacio sulla mia guancia.

"Sembri più uno scoiattolo." Replicò.

Si voltò per andarsene quando entrambi vedemmo qualcosa che non avremmo dovuto vedere. 

Mia madre.

E Chicken, che sembrava disinteressata al contrario di mia madre. Guardò me, poi Caden prima di buttare fuori un sospiro.

"Caden." Lo fissò, e qualcosa nella sua espressione neutra mi preoccupò. "E Skylar."

Non poteva mettermi in punizione dal momento in cui le avevo già detto di Caden, giusto?

"Signora...Anderson." Sentii Caden parlare di fronte a me.

Chicken fece le fusa in risposta.

Non ora, Chicks.

Mia madre guardò Caden con lo stesso sguardo snervante. Per qualche motivo, qualcosa sembrò spegnersi tra loro, al contrario di me e lei.

"È passato un po' di tempo dall'ultima volta che ti ho visto." Disse infine lei rompendo quel silenzio.

Ma. Che. Cazzo.

Per fortuna, non dissi quelle tre parole ad alta voce.

"Già." Disse Caden.

"E te ne stavi già andando?" Chiese, camminando verso la porta, verso di me.

"Si." Rispose, girandosi verso di noi, senza in realtà neanche guardarmi. Praticamente mi stavano trattando come se fossi diventata invisibile o qualcosa del genere, tranne per Chicken, ovviamente.

"Allora, unisciti a noi un'altra volta." Replicò mia madre, rivolgendogli poi un piccolo sorriso. Caden doveva aver sentito lo shock che stava lasciando il mio corpo, dato che mi lanciò un'occhiata. Poi fece un passo indietro, pronto per andarsene. 

"Certo." E poi se ne andò.

Nel mentre, lei aveva aperto la porta ed era entrata con Chicken ancora tra le sue mani. Tornai a guardare il punto in cui Caden era stato, incapace di comprendere quello che fosse appena successo. 

"Skylar, vieni dentro." Sentii la sua voce.

Tutto questo era troppo spaventoso.

Non avrei dovuto presentare io Caden a lei? E mia madre a lui? Non era così che sarebbe dovuto andare il primo incontro?

Quando mi interruppi dal momento di trance, entrai in casa. 

"Mamma--"

"Con calma." 

"Che significa con calma?" La guardai con occhi spalancati. "Stavi parlando con lui come se lo conoscessi da quando era bambino!"

Si sedette sul divano, appoggiando Chicken per terra. Chicken corse felice verso di me strusciandosi sui miei piedi e quando non ce la feci più, la presi in braccio. 

"Siediti, okay?" Disse. Notai poi che non era nei suoi vestiti da lavoro. Anche i suoi capelli erano raccolti in una coda disordinata, il che, lasciatemi dire, accadeva ogni morte di papa. 

Lentamente mi sedetti su una delle sedie da soggiorno.

"Lo conosco da quando era bambino." Continuò e la mia bocca si spalancò per la sorpresa, ma non parlai.

"Cosa?"

 "I suoi genitori..." Guardò in basso verso Chicken, e poi tornò a me. "...erano nostri amici, tutto qui."

Amici.

Alcuni cari amici.

Quello fu ciò che mi disse quando le avevo chiesto della scatola di legno. Alcuni cari amici l'avevano data ai miei genitori. 

"Loro..." La guardai. "Ti hanno dato la scatola, non è cosi?"

Lei mi fissò per qualche secondo per poi annuire.

"Hanno giurato la loro vita su quella scatola." Sussurrai.

Mia madre sospirò ancora. "Le loro e quelli di molti altri."

Come il fratello del vecchio uomo che aveva fatto la scatola.

Sentii la mia bocca asciugarsi perchè ricordai che sia lei che papà mi avevano detto di stare alla larga da Caden e i problemi della sua famiglia. Ovviamente.

"Quindi lo sai che sono stati uccisi?" Le chiesi. Annuì solamente in risposta. "E chi è stato?"

"Non lo sappiamo quello, Sky. Questo è quello che io e tuo padre stiamo cercando di scoprire da molto tempo. Ma tutta quella roba, è davvero complicata." E sembrava sincera mentre lo disse.

Complicata.

Cosa c'era di complicato? La loro casa era bruciata. I genitori di Caden erano morti in quell'incendio. Ed era stato Blake. Non lo sapevano quello?

"Perchè non me l'hai detto prima?" Strinsi gli occhi verso di lei.

"Non credevo voi due faceste davvero sul serio." Commentò prima di andare verso il telefono fisso.

"Ti ho detto che mi piaceva." Dissi. "Non mi hai ascoltato?"

Mormorò qualcosa sottovoce, chiaramente era più concentrata sulla telefonata che stava per fare. Ruotando gli occhi, sospirai e mi appoggiai contro la sedia.

"Quindi, dato che conosci Caden, ed è una buona cosa." Parlai cautamente. "Domani andrò con lui ad Harrisburg."

Una parte di me sperava che ignorasse quanto detto perchè occupata nel fare la chiamata, ma invece, la terminò e mi guardò.

"Come scusa?" 

"Riguarda la cassaforte." Le dissi, attenta nel dire le mie parole. "Ho aperto la scatola di legno e dentro c'era una chiavetta." 

Si accigliò a quella come se sapesse di quale chiavetta stessi parlando. E forse era anche cosi, dato che avevo lasciato i rimasugli sul bancone della cucina prima di preoccuparmi di buttarli il giorno dopo.

E dopo quello, mi ritrovai a raccontarle tutto del video. Tutto quello che avevo visto riguardo quei dischi di metallo, e anche di un cristallo rosso.

"Questo è pericoloso, Skylar." Disse un volta che finii di parlare. "L'ultimo disco di metallo, sai quanto è prezioso?"

Rimasi a fissarla.

Strinse le labbra a quello. "È l'unico modo per arrivare a quei secolari caveau sotterranei. Quei caveau che contengono una fortuna." Non sembrò felice appena lo disse. "Potresti morire."

Non mi piaceva quanto mia madre fosse così diretta a volte.

"Allora vuoi che vada nelle mani sbagliate?" Chiesi. Lei rimase in silenzio. "Andrà bene, mamma. Caden sarà con me."

Mi guardò con le sopracciglia aggrottate.

Stavo letteralmente contando i secondi fino a che il telefono fissò non squillò. Probabilmente la stessa chiamata che mamma aveva appena annullato.

"Ne parleremo dopo aver finito questa chiamata." Affermò prima di rispondere.

Sapevo che questo non sarebbe stato facile.





S/A.

Buon anno!

Cosa ne pensate?

Lasciate un voto e un commento se vi è piaciuto!

Scusate per gli errori!

Xx.




Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top