Capitolo 22
Capitolo 22
«Mi concedi questo ballo?» Dylan mi porge una mano, piegando leggermente il busto. Mi volto sorreggendomi il mento con una mano, lo osservo, scoppio a ridere, lascio il bicchiere di vino sul tavolo e mi metto in piedi stringendo la sua mano.
Intreccia le sue dita alle mie e mi guida in centro pista, dove tutti gli invintati si stanno cimentando in un lento, che tanto odio.
Mia sorella e Brady si sbaciucchiano tutto il tempo, lei ride come se non ci fosse un domani, Brady la guarda come se fosse la creatura più meravigliosa di tutto l'Universo. La segue in ogni suo movimento, sorride anche solo osservando il suo modo di atteggiarsi. Chi sa se mai qualcuno mi ha guardata in quel modo.
Quando incrocio lo sguardo di Dylan, di fronte a me, sospiro. Mi guarda dritto negli occhi e si ondeggia tenendo le sue mani salde sui miei fianchi.
«Li guardi come se desiderassi anche tu una storia d'amore come la loro» si avvicina al mio orecchio mormorando.
Sogghigno, «ti sembro ragazza da storia d'amore?» Mi distanzio osservandolo di sbieco.
Lui assottiglia lo sguardo, stringe le labbra, «assolutamente sì» abbassa il capo lento attirandomi nuovamente verso di sé. «Brian ci sta guardando» dice poi.
Mi si blocca il respiro per qualche istante, deglutisco e non fiato.
«Credo voglia spaccarlo quel bicchiere... se potesse, lo farebbe» continua con tono severo.
«Pazienza» sbuffo appoggiando il mento sulla sua spalla.
Mi accarezza la schiena, lasciandomi un bacio sul capo. Chiudo gli occhi e mi sento a casa per un istante.
«Oggi sei strana» sussurra. «E' tutto okay?» Si distanzia per guardarmi.
Ripenso alle parole di Brian, al suo discorso su Dylan, al suo parere.
Mi mordo la lingua e sospiro. Schiarisco la voce ed annuisco.
Aggrotta la fronte, «lo sai che puoi parlarmi di tutto» alza le spalle.
«No, è solo che mi fa un po' male la testa... è tutto okay» annuisco scostando una ciocca di boccoli davanti agli occhi.
Abbasso il capo ed osservo le nostre mani, le une sulle altre, le mie dita intrecciate alle sue, così strette da serrare persino la circolazione del sangue.
Alzo la testa ed incrocio i suoi occhi. «Esco a prendere una boccata d'aria» mollo violentemente la presa, sbatto le ciglia nervosamente ed indietreggio barcollando. Finisco sbadatamente addosso ad un'invitata che brusca si volta a fissarmi.
«Scusi» balbetto.
Dylan osserva la scena impietrito, accigliato ed interrotto.
Mi volto per raggiungere l'uscita, ma quando guardo indietro me li ritrovo entrambi con gli occhi puntati contro. Dylan da una parte, Brian dall'altra serio, con le mani nascoste dentro le tasche del pantalone ed uno sguardo senza eguali.
Corro nel giardino della villa, sfilo le scarpe e le tengo con una mano mentre affondo i piedi nudi nell'erbetta. Alzo gli occhi al cielo e prendo un lungo respiro. Poi mi siedo a terra, mi distendo ed osservo in alto.
Qualcuno potrebbe prendermi per pazza.
«Hai bevuto Grace?» La voce di Beth mi fa sussultare. La guardo sopra di me. Ha un bicchiere fra le mani ed un'espressione corrucciata, ma non perde un secondo per stendersi al mio fianco.
«No, non sono ubriaca» ghigno.
«Oh allora ci stiamo godendo semplicemente l'azzurro del cielo» sfotte ridacchiando.
«Esatto» decreto.
«E' importante ammettere a se stessi i sentimenti» sussurra poi.
Mi volto e la guardo a bocca aperta.
«Scappare è da codardi» continua.
Non riesco a parlare. Mi sento una stupida. Beth ha capito qualcosa.
«Beth io... io» balbetto scuotendo il capo.
Mi anticipa lei. «Tu ti trovi tra due fuochi... uno possente, pronto a scottarti. Quel fuoco che potrebbe peggiorarti la vita o sistemarla. E' tutto un mistero.» Mormora. «E poi c'è l'altro fuoco, lieve, che non invade il tuo territorio. Quel fuoco che ti guarda da lontano, ti affascina, ti stupisce, ti attira. Quel fuoco che potrebbe riscaldarti, proteggerti dal freddo. Non hai paura di lui. Hai paura di ciò che provi tu stessa.» Rimango senza parole. Beth probabilmente ha centrato in pieno. Sento il cuore balzare fuori dal petto. Non riesco a controllare le mie emozioni, gli occhi mi pizzicano, sento freddo anche se freddo non ce n'è. Sono un mix di sensazioni che non avevo mai provato prima.
Le stringo la mano al mio fianco, lei fa lo stesso.
«Sei come la mia ombra. Sai tutto.» Sogghigno.
«E' inevitabile capire certe cose» sorride, «oggi Brian ti guardava come volesse strapparti dalle braccia di Dylan e mio fratello osservava continuamente il tuo sguardo per assicurarsi che tu non guardassi altrove» sospira.
«Ma io stavo bene, non avevo pensieri, non avevo ragazzi intorno... la mia vita andava benissimo» sbotto socchiudendo le palpebre.
Lei sospira al mio fianco, «io credo di vivere solo adesso. Credo di stare bene così da sola.» Mormora con voce rauca. «E' solo grazie a te. Ti osservo, guardo il modo in cui gestisci le cose... e questo mi ha aiutata a capire che nella vita ci sono tante cose importanti per cui vale la pena vivere.» Sorride.
«Tesoro ma che state facendo?» Mia madre spunta di fronte a noi. E' perplessa.
Scoppiamo a ridere a crepapelle.
«Rientrate, stanno per tagliare la torta» ci fa cenno di seguirla, così ci mettiamo in piedi. Mi sorreggo da Beth per infilare nuovamente i sandali con il tacco e dopo di che passo un braccio intorno al suo collo, appoggio la sua testa alla mia ed avanziamo insieme verso l'entrata.
Mi prometto di non guardarmi intorno, né per scovare l'uno né per osservare l'altro. Mi posiziono affianco della mia famiglia, con Beth emozionata nel guardare i due neo sposini di fronte a noi.
Dopo il taglio della torta, si aprono nuovamente le danze, stavolta più movimentate e mi diverto ad osservare Brady ballare come un forsennato in smoking.
Si prende sotto spalla Brian e Marcus e saltellano sorridenti. Kris invece ondeggia abbracciata ad Emily. Quasi la intravedo piangere di gioia. Ed infine scovano anche a me, in lontananza, seduta in disparte in un angolino. Entrambe mi trascinano in pista controvoglia, obbligandomi a ballare affianco di Brian. Emily mi fa cenno di evitarlo, ma come si fa? Ce l'ho a pochi centimetri di distanza, trova sempre un modo per spingermi o per trovare contatto in qualche modo.
Kris mi fa volteggiare su me stessa come una trottola, ma improvvisamente una mano mi attanaglia la mia strattonandomi e mi ritrovo avvinghiata al petto di Brian.
Mi stringe la vita come se non avesse intenzione di lasciarmi andare. Mi scruta con gli occhi senza distogliere lo sguardo dal mio.
«Volevo avere anch'io il mio ballo» sussurra.
Deglutisco e serro la mascella.
«Non ti meriti questo ballo» lo guardo senza timore.
«Pensavo tu fossi la tipica ragazza che si getta su qualcosa senza paura di cosa
accadrà» sospira guardandomi le labbra. «Forse mi sbagliavo» aggiunge.
«Lo sono... e ho fatto un enorme cazzata infatti a venire a letto con te» dico a denti stretti distogliendo lo sguardo.
Accenna un risolino, «sei solo venuta a letto con me? Abbiamo scopato?»
Non fiato.
«No, non abbiamo scopato Liz» sospira esasperato.
Scuoto il capo. «Te ne sei andato Brian. Io ho perso la verginità con te e tu te ne sei andato!» Aumento il tono di voce.
«Sono un coglione. Lo so. Ho sbagliato» dice sgranando gli occhi. Poi si blocca, si guarda intorno, mi prende per mano e mi trascina fuori di lì, sotto l'occhio vigile di Dylan che sorseggia Champagne poggiato su uno stipite. Ha gli occhi che non trasmettono nessuna emozione, ci fissa ma non riesco a capire se voglia dirmi qualcosa.
Io e Brian, intanto, ci ritroviamo in uno stanzino. Lui chiude la porta alle sue spalle, mentre io indietreggio.
«Brian che ci facciamo qua?» Sbuffo incrociando le braccia al petto.
«Ho voglia di baciarti Liz» si avvicina, «non puoi respingermi all'infinito» inclina il capo da una parte, mentre il mio cuore cessa di battere per qualche istante, il mio respiro si affanna e non riesco a controllare le mie emozioni.
«Brian, togliti» lo scanso poggiando una mano sul suo petto. Abbasso il capo e ripenso a tutti i momenti vissuti con lui fino ad oggi. Se mi avessero detto prima che avrei dovuto passare tutti questi casini, giuro che mi sarei fatta una grossa risata e non ci avrei minimamente creduto.
«Liz lo vogliamo entrambi. Lascia perdere quel frocietto del cazzo per un attimo.» Stringe i pugni. Capisco subito che si riferisce a Dylan, ma non mi da modo di intervenire per difenderlo. «Non possiamo far finta che tra di noi non è mai successo niente. Perché non è così» sbotta nervoso.
Mi cinge la vita con le braccia, mentre io sospiro.
«Perdonami» muove il capo lento davanti a me, schiude le labbra e delicatamente sfiora le mie senza baciarmi. Fa così per una manciata di secondi, poi inconsciamente porto le mie mani sui suoi capelli e cedo al bacio.
Schiudo le labbra e lascio entrare la sua lingua, mentre si muove con la mia. Le sue mani si insinuano sul mio sedere stringendolo, mentre le nostre lingue non riescono a smettere di intrecciarsi tra di loro, stavolta con più foga.
Improvvisamente qualcuno apre la porta. Kris è di fronte a noi, ha una mano sulla bocca ed un'espressione quasi disperata, come se si sentisse male.
Mi distanzio bruscamente da Brian, mentre corro verso di lei.
«Pensavo fosse il bagno» socchiude le palpebre uscendo. La rincorro intimorita, fin quando giunge a destinazione. Vomita ed io dietro di lei mi "godo" la scena, sorreggendole l'acconciatura.
Poi si rimette in piedi, è in pessimo stato.
«Ti avrà fatto male qualcosa che hai mangiato» dico tranquilla.
Lei deglutisce, «sono incinta, l'ho scoperto stamattina. Ieri ho fatto le analisi. » sussurra posando una mano sulla pancia.
Sgrano gli occhi. «Marcus lo sa?»
Lei scuote il capo. «No, non ancora» si sciacqua la bocca e poi le mani.
Non riesco a rispondere che Marcus piomba dentro con Lux in braccio.
E' spaventato, poggia la bambina a terra facendomi cenno di starle accanto e si avvicina alla fidanzata.
«Cos'hai? Che è successo?» Chiede lui accarezzandole il volto.
Kris mi fissa di sbieco, come se cercasse un aiuto. «Sarà un indigesto» mormoro io.
Marcus si volta ed annuisce, «tutto bene adesso?»
Kris abbassa il capo come per dire "sì" e sorride alla piccola Lux che ci fissa confusa.
«Amore la mamma sta bene» avanza, abbassandosi e stringendola a sé.
«Dai ti aspettiamo di là... » dice Marcus prendendo la bambina per mano, «anche se non sei proprio in buone mani» mi sfotte ghignando.
Gli alzo il dito medio, mentre lui esce.
«Kris è una bellissima notizia, dovresti dirglielo» sorrido.
«Non volevo farlo oggi perché è il giorno della mia migliore amica... e non voglio essere la protagonista» sospira accennando un sorriso. «Ho paura che Marcus non sia felice, perché non avevamo ancora parlato di avere un altro bambino» abbassa il capo. «Lui è così impegnato con la scuola, i suoi alunni...» si massaggia le tempie.
«Sono sicura che sarà contento...stai serena» le stringo le mani.
La mia famiglia è l'ultima ad uscire dalla villa, dopo che gli invitati sono andati tutti via. Mia madre si coccola i gemelli, mentre Emily e Brady sbrigano delle faccende.
Fin quando, finalmente, ci mettiamo in auto, sfilo le scarpe e mi rilasso sul sedile.
Ho baciato Brian e non so ancora se sia stata una cosa giusta o meno.
Ho lasciato che questo accadesse e non sono riuscita neanche a salutare Beth e Dylan che andavano via.
Arrivata a casa mi cambio, indossando un jeans Levi's ed un maglioncino. Metto degli scarponcini comodi neri ed esco di casa, raggiungendo quella di Beth con un bus. Busso alla porta ed il primo aprirmi è Dylan.
E' ancora vestito a festa, si sta sbottonando la camicia.
«Scusate se non sono riuscita a salutarvi» dico sul ciglio della porta.
Lui non parla subito.
«Tranquilla» dice dopo qualche secondo.
Beth spunta da dietro con un leggings ed una felpa. «Ehi Grace, entra» dice entusiasta.
Dylan mi fa spazio e poi si rifugia nella sua stanza con la musica a tutto volume.
«Cos'hai fatto con Brian?» Dice lei a denti stretti e con gli occhi sgranati.
Getto la borsa sul suo divano e scuoto il capo. «Ci siamo baciati» dico.
Lei porta il capo indietro e sospira. «E adesso?» Chiede tornando a guardarmi.
Scrollo le spalle. «Davvero vuoi che io sia il tuo modello da seguire? Perché in questo momento sto facendo davvero schifo!»
Lei sorride. «Cerca di stare calma. Forse dovresti andare da Brian...» annuisce stringendo le labbra in un sorriso non molto convincente.
Prendo un lungo respiro. «Per dirgli che tra di noi non è cambiato niente...» decreto con tono severo.
«Brava, meglio» accenna una smorfia con le labbra.
«Andrò da Brian» rimetto la borsa sulla spalla e mi avvio verso la porta. «E gli dirò che può tornarsene in Virginia» annuisco.
«Sì» sussurra lei.
«Ehm... salutami Dylan» osservo le scale e mi fermo un attimo a riflettere. «Oh anzi no... non farlo» sgattaiolo via salutandola con la mano e raggiungo la fermata del bus.
Sfilo il telefono dalla borsa per mandare un messaggio a Brian, ma l'ha fatto già lui. Così apro e leggo.
Sono a casa di mio zio, quella affianco alla palestra. Vieni.
Così mi precipito lì e nel tragitto rifletto sul discorso, su cosa dire e come comportarmi. Quando busso alla porta, però, Brian mi trascina dentro chiudendola. Mi sbatte su di essa e mi bacia. Inizialmente vorrei respingerlo, ma poi mi lascio nuovamente andare. La cosa che mi stupisce è che non prova a spogliarmi o mettere le mani dove non dovrebbe. Mi stringe la vita e mi bacia con esasperazione.
«Liz... santo cielo» ansima sulle mie labbra.
Respiro affannatamente. «Dovremmo parlare» riesco a dire.
Lui si distanzia di poco e mi guarda. «Grace, ti prego...» scuote il capo, come se sapesse già cosa voglia dire.
«Io non mi fido di te» mormoro.
«Tu ti fiderai di me.» Sottolinea lui.
«Come?» Sbotto.
«Ti amo Liz.» Sgrana gli occhi boccheggiando. «Ti sembra niente?» Chiede. «Ti amo perché hai questo strano modo di dimostrare affetto a qualcuno. Ti amo perché sei una testona del cazzo. Ti amo perché sei una bisbetica. Ti amo perché hai saputo gestirmi in un momento incasinato della mia vita. Ti amo perché sei arrivata al momento sbagliato e l'hai reso giusto. Ti amo perché nessuno mai mi ha guardato come mi guardi tu. Ti amo semplicemente perché sei tu.» Parla furibondo. Poi socchiude le palpebre senza godersi il momento di me che piango. Non riesco a trattenermi. Sento scendere le lacrime sulle guance e le asciugo violentemente.
Quando si accorge di me, si avvicina e mi abbraccia.
«No, Brian. Sei uno stronzo.» Balbetto.
«Non mi importa» mormora.
POV DYLAN
Entro a scuola con Beth che ripete chimica senza voler smettere. Mi sta facendo uscire fuori di testa. Improvvisamente si blocca. Ringrazio Dio per questo, ma subito dopo mi rimangio tutto quando noto Grace. Ci saluta da lontano, mentre ci viene incontro.
«Vado dai ragazzi» dico sistemando la sacca sulla spalla.
Proprio quando mi sto distanziando da mia sorella lei corre, «Dylan» mi chiama.
Mi volto e la guardo, «Grace» la saluto.
Beth ci fissa accigliata.
«Siete arrivati adesso?» Chiede lei sistemandosi i capelli.
Mia sorella annuisce, mentre io rimango in silenzio.
«Che avete?» Chiede lei corrugando la fronte.
«Vabbè, buona giornata ad entrambe» sgattaiolo via, raggiungendo il mio gruppo.
Nel frattempo che saluto tutti, mi ripeto e ripeto perché mai non riesco a guardare negli occhi quella ragazza. In più noto che non la smette di lanciarmi occhiate.
«Murphy prima ti cercava April» dice un mio amico dandomi una pacca sulla spalla, «potresti anche concederti una sera con lei. Ti viene dietro dai tempi dell'asilo...» ridacchia.
«April? Ah sì... April» balbetto.
«Dai amico... non puoi stare così in astinenza. E' pure bella.» Commenta sincero.
«Sì, ci penserò» annuisco abbozzando un sorrisetto.
Lui mi fissa di sbieco, come se la mia risposta non l'abbia convinto abbastanza. Poi finalmente, quando suona la campana della prima ora ci rifugiamo ognuno nelle nostre rispettive aule.
Mentre il prof di letteratura spiega, io osservo il contatto di Whatsapp di Grace.
Ha una frase come stato "I'm not ready for love". Lo leggo sottovoce, fin quando la voce del mio insegnante mi fa sussultare.
«Murphy vuole dirci cosa stavo appena dicendo?»
Boccheggio, poi sbuffo. «Posso uscire?»
«Murphy spero che abbia un motivo valido per non stare attento... le ricordo che lei qui dentro è uno dei miei migliori allievi, non mi faccia pentire di tutte le A che le ho dato» dice severo.
Mi metto in piedi, «non me la ha date, me le sono guadagnate» rispondo schietto. «Vecchio rincoglionito» mormoro a denti stretti raggiungendo l'uscita.
Mi rifugio in bagno, mi siedo sul davanzale della finestra e mi accendo una sigaretta. Poi di fronte a me leggo una scritta un po' sbiadita:
Brady, Marcus, Thomas, Daniel, Riccardo
Ed accanto ad essa disegnato con un pennarello nero lo stemma della scuola.
Così ricollego chi siano. Mi scappa un sorriso, così scatto una foto e la invio a Grace.
La sua risposta non tarda ad arrivare.
Wow! Se la vedesse Brady si metterebbe a piangere, ne sono certa ahaha
Non rispondo. Porto la sigaretta alla bocca, inspiro e getto poi fuori il fumo.
Ed ecco nuovamente un suo messaggio.
Dylan, c'è qualcosa che non va? Tra di noi...
«Questa minchia non va!» Esclamo gettando il telefono dall'altra parte del davanzale.
Mi gratto il capo e mi sporgo per riprenderlo. Rispondo al messaggio.
Sono disperato. Ho due donzelle con cui uscire, ma non riesco a scegliere chi.
Mi dai una mano?
Almeno cerco di essere ironico.
Mi chiama immediatamente e così rispondo.
«Davvero?» Chiede subito.
«Perché? Non potrebbe essere?» Spengo la cicca sul lavandino accanto e rimango nella stessa posizione, osservando il parcheggio di sotto.
«Nah» la sento ridere.
«Ma dove sei?»
«In bagno, seduta sul davanzale della finestra... mi godo il panorama di sotto. Il prof Taylor non riesce a parcheggiare» sogghigna, «che incapace» aggiunge.
«Ah sì, l'ho appena visto» abbozzo un sorriso.
«Sei anche tu in bagno?» Chiede.
«Sì» sospiro.
«Allora? Queste ragazze?»
«Una mora e una bionda» mi strofino un occhio.
«Mora» sembra distaccata dal tono di voce.
«Le more non mi fanno tanto bene» mormoro.
«In che senso?»
«Non ho mai avuto un bel rapporto con le more» azzardo.
«Io sono mora» si sente presa in causa.
«Ma noi siamo amici» mi giustifico. «E gli amici si dicono tutto.»
«Io e Brian ci siamo baciati» dice. «Adesso siamo qualcosa... ma non so bene cosa.»
«Grandioso scricciolo» socchiudo le palpebre, deglutendo poi.
«Non so se è la cosa giusta da fare.»
«Una cosa che ti rende felice non può essere sbagliata» mi schiarisco la voce.
«E se non avessi bisogno di lui per essere felice?» La sua domanda mi lascia spiazzato. Mi mordo le labbra e non rispondo subito.
«Questo lo sai solo tu» dico.
«Non sopporto che tu mi eviti Dylan. Quindi non farlo mai più.» Dice minacciosa.
Sorrido. «Non ti ho evitata.»
«Oh, sì. Stamattina.» Sbotta. «Non farlo. Sei irritante.»
«La mattina non sono di buona compagnia.»
«Se ogni mattina ti portassi un caffè ed una ciambellina saresti di buon umore?» Ridacchia.
«E' un'idea.» Commento divertito.
«Opportunista» dice. «Comunque gli amici si dicono tutto, quindi se c'è qualcosa che hai da dirmi dimmela.»
«Okay, penso che Brian sia la persona più schifosa mai esistita sulla faccia della Terra. Credo che tu meriti qualcuno che ti voglia senza esitazioni e senza neanche rifletterci troppo.» Rifletto per un secondo. « Brian non mi piace e non credo mi piacerà mai, ma il cuore non si pilota... purtroppo.» Sbotto.
«Avevo bisogno del tuo parere... » ammette.
«Non farti influenzare.»
«Devo chiudere... ritorno in classe. A più tardi.»
«Ciao scricciolo» riattacco.
Quando esco dal bagno April mi passa affianco. Mi nota e si ferma per salutarmi.
«Ehi Dylan» sorride. «Che fai stasera?»
«Birra, film e pizza sul divano.» Rispondo. Poi mi blocco. «Vuoi unirti?»
Le luccicano gli occhi e non perde un secondo per accettare. So già che mi pentirò di questo invito del cazzo. Così dopo averle detto l'orario, si dilegua entusiasta.
Beth mi lincerà quando lo verrà a sapere. Odia April e tutto il suo gruppo di amiche. Non sopporta neanche che mi guardino in lontananza. Al primo anno di liceo gliene ha dette così tante, che per due mesi circa se la facevano alla larga da me e da lei.
E' una tigre, mia sorella.
All'uscita di scuola io, Beth e Grace siamo seduti sull'erbetta del giardino fuori da scuola. Oggi, grazie alla bella giornata, ci sono più studenti.
Io mi godo il sole, mentre loro due parlottano. Penso ancora a come sganciare la bomba dell'ospite di stasera.
«Quindi vieni da me alle sette, studiamo insieme, poi ci ordiniamo una pizza e mettiamo un film» a quelle parole di Beth, sgrano gli occhi.
«No no no. Stasera non si può.» Agito le mani.
Entrambi mi fissano interrotte, bisognose di una valida spiegazione. Verrò sicuramente graffiato da queste due tigri.
«Stasera ho un impegno a casa» balbetto.
Beth se la ride e poi ritorna seria, «Dylan» mi punta con gli occhi, pronta a sbranarmi.
«Ho invitato una ragazza» dico sincero.
Osservo entrambe le espressioni. Grace è seria, sguardo fisso sul vuoto, bocca schiusa e gamba in agitazione. Beth sogghigna amaramente.
«Scusa? Chi?» Chiede quest'ultima.
«April» rispondo schietto.
«No no no, quella vipera sta fuori e poi che cazzo ti fa dire il cervello? April? Perché?» Domanda infervorita.
«Oh Beth, e che cazzo. Sarà pure la mia vita o no?» Sbuffo stendendomi sull'erba.
«Ma sei coglione? Sì, che lo sei.» Mi da un calcio su un fianco. «Non ti è mai piaciuta April» sottolinea.
«A te non è mai piaciuta!» Esclamo.
«C'è Brian...» alle parole di Grace spalanco gli occhi e mi metto più su sorreggendomi dai gomiti. Lei si mette in piedi, mentre lui si avvicina.
Roteo gli occhi e getto il capo all'indietro.
Non appena arriva saluta senza azzardare un sorriso. Si stringe a sé Grace e le stampa un bacio in guancia.
«Andiamo? Ti porto a casa» le sussurra.
Lei annuisce. Poi guarda me.
«Beth, fammi sapere per stasera» le dice guardando mia sorella.
«Oh tranquilla, rimaniamo sempre alle sette e sempre a casa mia.» Beth è proprio una stronza.
Così Grace ci congeda e si dilegua con quel cavernicolo.
«Lo sai cosa hai tu al posto del cervello?» Mi ringhia contro. «Una nocciolina!» Alza il tono di voce lanciandomi addosso un sassolino. «Guardala, la vedi? Guardala bene» mi indica Grace.
«Ti sei fatta un'idea sbagliata!» La blocco subito.
«Sì, siamo solo amici.» Ripete a pappagallo scuotendo il capo. «Rincoglionito.»
Angolo autrice.
Buon pomeriggio!
Come state? Finalmente ho aggiornato, sì finalmente! Attendo i vostri pareri, visto che qualcosa adesso è cambiato, quindi fatevi sentire.
Alla prossima! Baci
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